Critica Sociale - Anno XII - n. 8 - 16 aprile 1902

ORl'f!CA SOCI ALll IJO vien fatta da coloro che sono incapaci di unirsi libera– mente, con forme inventate da loro stessi, secondo regole elastiche adattabili ad ogni scopo. Questa lega colletti– vista è il Sindacato di coloro che fanno ft.Jlpello allo Stato o al Comune, affinchè esso compia in loro favore ciò che la loro attivifa e disciplina spontanea non sa. produrre. Anche questo Sindacato ha un nome speciale e si chiama quello degli imbecilli ,, ('). Che in tutto ciò vi sia non solo llell'c,rngcrnto, ma del f,ilso, ogni orccchhu1tc di questioni sociali lo sente mille miglia lontano. Ma ftUllle hL ragione di tali esag·era1/.ioni e di tali incoscienti falsità? Lara– gione principale è una. sola. Oli indivi(rualisti itnno un odio terribile per la politica. li mondo politico per loro non c~iste, non deve esistere. fl Gov(~rno, lo Stato sono delle invcn;,;ioi\!, delle favole} 11011 son realt.\; oppur:e, sono una triste realti\ che bi– sogna ridurre al minimo, se 11011 distrnggcrc. Disgrft– ziato chi fa della. politìcn, o chi la politica- porht nei conflitti ec_onomici ! La .selezione lo aspetta! l fatti attestano il contrario~ I. partiti e le classi sconfitte sul terrnno economico ha.11110 tt-ovato sempre, contro la. selezione, un buon baluaL·do dentro le mura po– litiche? Per gli in,:lividualisti non monta. Essi chiu– dono gli occhi per non yedcrc. Innamorati alla- follh~ delh.~ loro scienza, si son chiusi in quella, e non am– mettono che nessuna forza. venga ;l turbare le sacre leggi che viurno faticosmuentc segnando sulle pe!-;anti carte. Non ricordin1 nemmeno che essi stessi aYcvan dichiarato in principio di voler astra,l'l'e dal mondo reale. Peuetrnti nel bosco, non ànno più ,•isto il bosco, ma l'ìumo identificato colle singole piante 1 scambiando per fatti le loro sapienti ipotesi, o ridu– cendo all'homo oeconomicus la figura ben pili com– plessa. dell'uomo. Che meraviglia se il buon pubblico li prende per matti o per sognatori, e segue dil'itto per la sua via senza fermarsi dove gli individualisti lo ,•orrebbero fermare? Nel mondo non c'è soltanto il campo dell'economia.i ma ci sono quelli, pur va• stissimi, della morale, del diritto, della politica. l~ l'uomo, che per amori platonici non si vuol eYirare 1 ma cerca cli difendere sempre e in ogni modo il proprio inte1·esse 1 non ha tanti scrnpoli: egli passa da un campo all'altro, e agli individualisti, che lo ricopron d'iuglurìe e negano il moto, risponde im– perturbabilmente moyendosi. * .. Curiosissimo ò poi il constatare come gli indivi– dualisti, dopo aver radiato cen•elloticamente dalle cose umane lo Stato; dopo aver ridotto al nulla la. potenza. del Governo o averne fattai tutt'al pii\ una. potenza malefioh, d'altra parte saltino fuori tutto A. un tratto con un Governo e uno Stato di loro in– venzione, divinamente potenti e che 1 al disopra di ogni influenza sociale, dispensano agli uomini il bene e il male. Chiara è questa contraddizione in Panti1,leoni. Egli infatti, come abbiam visto, ritiene i socialisti dei buoni a nulla, degli esse1·i infiacchiti e slombati che nella lotta per la vita soccomberebbero ae non hlter– venisse lo Stato a proteggerli. Ora, i socialisti la conquistano questa protezione o l'ottengono come un favore? Se la conquistano, fwidentemcnte la scioc– chezza., la fiacchezza, la selezionabili ti\ che loro re!;ala ( 1) Alla Hne dell'artlco10, l'on. l'nntnleont rlnc1u·a In dose dello In• 8olenze. ~ 11conett11·lrm10 - egll scrll·e - è lungi dall'essere peri– coloso. f: soltanto se1oeco. l suol nn1 !JltL 1101)11\ non J)0ssono e11so1·e re111\1.zntlche da quel sistema (li 1n(llvlduallsmo elle esso comhmn«. ~ E dire che (tuestl &ciocc111,, (1uestl imbeci.Ui, queste scorie soci1,H st- 1tzlo11(ll>UI-, f«nno lremnre e selezionano loro 111tutto Il mondo quel rurl)acchlonl, <11101 snplcutonl, <1ucl nor tlorc <lclln so~1et1, elle souo 1 signori borghesi! J o B1arco Pautaleoni son dei pii desideri. E se J'ott.engono, allora vuol dire che Jo Stato è un Padre ·1~ternoche riesce a SJJOgliare i partiti e le classi socialmente piì, forti per nnicchire le classi e i partiti pii:1deboli. }: quest'ultima una vecchia e sfatnta concezione del Governo e dello Stato che fa cnpolino, qua e Jiì, anche i11quel pensatore vcrnmentc moderno e spre– giudicato che è Vilfredo Pareto. ]~gli, che pur am– rnette la. lotta di classe, scriveva nella. Vil<1, lnlerna– zionrtle del 20 il1glio mo 1, che "JJrincivalf. u/{lcio di un C:overnocirile è (li, impe1lire le J)re])Otenzeda qual· siasi 11arte vengano e <li imporl'e a tutti, senza alr-1t//(t e1·cezione, il 1·is]Jelto llel lfirillo ,,. Ora, domnndo io, è mai esistito al moiìdo e esistcr~t mai un tal Go- 11emotivile? Sì, se il Go,·erno è quRlco:sRdi a.strittto, di superumano, all'infuori di tutti i p:lrtiti e di tuttt· le for7,e socia.li . l\[;L se il Governo invece, qua!unqu0 sia. la sua form:t e la. sua. t.inh1, è dì quelle for,1e e di quei partiJ;i ht risulbwte, come non deve cedere, nel miglior modo possibile 1 illlc dolltando o alle prcpo– tcn,10 - chiilmiRmole pure così - llclla p;trto che null.t bilanci,t politica pesa. di pili~ Xon ammettendo questo, gli ìndi,:iduaUsti, die da una parte negano ogni v11lore Hl Oovcrno 1 clall'flltra ne fanno un dio, rima– nendo così, essi che accusirno sempre cli utopi:smo noi altri, all'utopic che i sociitlist,i avevano iu pro– posito pili di meizo secolo fa. . .. Ma l'errore pili grnvc degli individmtlisti, quello su cui riposan tutte le loro teoriche, è la coritraddi– ;,.ione i;t.ridente trlt l'egoismo e l'altruismo. Nessuno ignor,L che l'egoismo, il pili puro o il pili duro de~li egoismi, è la baso della loro economia. "L'osscn•a,1ione che l'egoismo, o l'interesse individuale\ sia una delle più frequenti e gener1tli cause delle azioni umanei è stata fatta costanter,rnnte sopra scala così vasta, e può così facilmente da ciascuno ripete,·si, che 1>uòdubi– tarsi se vi sia chi ne contesti l'esattezza, e non può ad ogni modo negarsi, che per essa l'economia ablJia una base di fatto pili salda di quella che la maggior parte delle altre scienze J)Ossonovantare. Sovratutto è e,,idente pel'. chiunque, che l'attività. commerciale, o industriale, 0 1 in genere, quella che gli uomini spiegano })cr conse– guire ciò che <.!omunomentes'intende per ricchezza, non ha altro moti\'O. " (1) ,~:questo vero? :È sempre l'uomo mosso, in tutte le sue azioni economichei dall'egoismo? ]~ allora perchè gli individualisti si scagliano e si son sempre scag·liati ab antico contro gli indiYidui che, nel campo sociale, seguono fedelmente ]a, guida. del loro inte– resse? Perchè, per esempio, tiw.ti fulmini, tante sco– muniche sul capo dei protezionisti? Che forse i pro– tezionisti s'ingannino e 1 credendo d'arricchirsi, s'im– po,•criscano? Il fatto sta a dimostrare il contrario. O forse per loro, come classe, deve valere quello che non vale per loro come individui? Devono cioè seguire il principio del sacrificio e dell'altruismo? 'l'ale ò veramente, tradotto in pratica, il consiglio strano e contraddittorio dei liberisti. :Ma, in t.eorica, per esser sinceri, la questione è diversa. •reoricamente i liberisti non parlano in nome dell'altruismo nè ac– cusano di egoismo i protezionisti. Anzi 1 per loro, il toi-to di que.st' ultimi è quello d'agire anti-egoistica– mente, non facendo essi coincidere il loro particolare egoismo coll'egoismo di specie. Ecco la spiegazione clell'equi \'OCO. I liberisti infatti non concepiscono che due soli tipi d'cgoisti: l'egoista inclioicluale, che in sè stesso soltanto trova il massimo dei IJeni e s'isola {') Mu·n:o l',\liT.H,K0lil: l'ri11ci1>H 1l'rco110111it1 vun1; ~'lrcuze, IS'll, j)ll:J. ]$.

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