Critica Sociale - Anno XII - n. 7 - 1 aprile 1902

CRITICA SOCIALE 101 del pensiero socialista ed esprime uno stato mentale diffusissimo nei socialisti militanti di tutti i paesi; poichè - per dirla con l'illustre Autore - "è da questa contraddizione f1·a formule vecchie, che cessarono di, esserevere,ma ellenon si osanorigettarerecisamente, e necessità nuove, che si cominci,emo ci riconoscere, ma,che non si osanopienamenteconfessare,elleaeri– vano lo stato cli malesseree i movimenti caoticidel sociatismo 11ell 1 om 1>resente ,,. - Staremmo anzi per dire che non aveva tutti i torti il Guyot., in un ar– ticolo del Siècle di commento alla Dichiarazione cl'i prù1ci1>ii del Congresso di 'l'ours, affermando che questa., esplicata dalla nu11:::nificaprosa dello Jalll'ès, va beil oltre la critica bernsteiniana ed equivale ad un nuovo indirizzo, a una nuova formulazione del pensiero e del programma socialista. 11 Ou\·ot anzi si domandava quale potesse essere a questo 1nmto una netta linea cli separazione tr,-. i rn·incipii del so– c'.alismo e i pri11cipii del piÌL largo cd audace rndi– calismo. La differenza per altro sussiste pur scmpl'C, e, anche senza richiamarn quella additttta eia un va– lente collaborato1·e cli queshl. Rivista e che vnlo per i rndicaJi francesi non meno che per gli italiani, e cioè che 'i radicat·i, accettano le -ri,j'onne quwulo sono mature, mentre i socialisti le fanuo matw·are, essa appare duplice: nel metodo, organizzazione di cJassc, e nella enunciazione della necessità. della socializza– zione, laddove gli altri principi i, fin qui applicati nella risolu;,;ione dei problemi flconomici, si chiarirono in– sufficienti all'uopo. Ltt funziono del partito sochtlista e dolio agitazioui operaio in cui il pensiero sociali!:1ta si concreta consiste per l'appunto nel diffondere nella coscienza sociale 1a consapevolezza cli ncccssitì1.nuove a cui occo1·rono nuovi organi. Senzn. dulJbio avviene, anche dei principii direttiYi del socialismo) quel che sempre avvenne d'ogni nuovo principio. Ogni novità appare tale appunto porchè contrasta, perchè contiene qualcosa di inusitato che mta col passato. Ogni nuovo principio che nella storia si annunzi, appunto per questo carattere o meglio per questo sentimento subbietth'O di con– trasto che suscita, sembra a prima, vista incompati• bile con quanto lo precedette e doverglisi por intero sostituire, mentre piì.L tardi, per un processo psico– logico magnificamente descritto dal Cattaneo nella sua Psicologia tielle menti associate, si appalesa come una continuazione, un complemento dei procedimenti già. noti. Siccome ogni HUO\'Opartito sorge come espressione di diflìcolt,ì. nuove a cui le antiche solu– zioni si rivelano insufficienti o sufficiellti solo in modo parziale, così dapprincipio esso non può che apparire con gli altri in istl'idcntissimo contrasto, quanto cioè è sufficiente per diffondere nell'opinione pubblica la. coscienza del nuovo bisogno e della nuova soluzione; mentre in seguito) pro1>orzional– mente a questi, diffusione, il contrasto si attutisce e il principio, che gii, parye rivoluzionario, diYenta un normale criterio di condotta che completa gli antichi. Pet· questo motivo, quando Jaurès, nell'opera in discorso e nel programma di 'l'ours, riconnette il so– cialismo alla Hivoluzione Francese, elci cui princiJ,ii lo considera quasi come un 1 applicazione estensiva, egli non obbedisce solo n, un impulso di patriotti– smo intellettuale, ma anche ad una necessità logica riflettente le nuove esperienze del proletariato gui– dato dalla iclealifa socialista; nuo,•e esperienze per le <1ualiappunto, in b11soal processo psicologico ac• cennato di sfuggita, non ò piìf possibile concepire h, storia come un processo di contrnclclizioni dialettiche conducenti a fatali e radicali trasformazioni, che sa– rebbero le grandi tappe umane, le Càtastrofi; ma si rende inYece necessario concepirla come un processo di sviluppo cli germi, nel passato già contenuti, e G no B1r1rc che vanno accrescendosi per sovrapposizione, per epigenesi. Alla necessità di affermarsi in contrasto col pnssato succedo l'attiduclino già piì1 consen•ativa cli invocare il passato come padre in certa. qual guisa, come responsabile delle novità, che perciò ap• paiono meno temibili. Onde Jaurès non esita a dire: " li grande merito <li .Marx, tl solo forse che resisi<i 7>ie11ame11t,, agli assalti, <lcll<t critica e clel tempo, ò quello di aver rnvvicinato e confuso l'idea socialist.l e il movi– mento operaio. Nel primo terzo del secolo XLX,la forza operaia si agitava e sJ)iegarn. contro lii potenza schiac. ciante del capitale; ma non a,·cva coscienza del termino cui tendeva, non sape,·n.che nella formn.comunista. della proprietà Cl'a la flne dei suoi sfot·zi. }: d'altra parlo il socialismo non sapcrn che nel m0\'imento della cla&sc operaia era la sua attuazione vivente, la sua forza con creta e storica. La gloria del pensiCt'O di Marx è cli esser stato il piì1 chiaro 1 il pili potente di noloro che posero flne 1t ciò che vi et'a d'empit·ismo nel movimento operaio, a ciò che vi era d 1 uto1>ismonel J)ensiero socialista. Con una applicazione magistrale del metodo hegheliano, mli– ttcò l'idea e il fatto, il pensiero e la storia ..... Ormai il socinlismo e il proletariato sono i11scpara1Jili:il socia• li!'lm0non l'ealizzerà tutta In sua idea, che con la vittoria. del proletaria.lo , e il proletariato non 'realizzerà tutto il suo essere che con la vittoria del socialismo. ,, No consegue, secondo J'aurès, che il socialismo non può realizzarsi che per l'accrescimento stesso del proletariato che con lui si confonde, e che tutto ciò che accresce la potenza, intellettuale, economica e politica delht classe proletaria accelera questa evo– luzione, anima, allarga, approfondisce il moYimento. Di qui l'assmdo del fossili¼zarsi in vedute che fa– rebbero creder possibile la vittoria del proletariato per conseguenza della sua stessa depressione poli– tico-economico-sociale. ])i c1ui la necessitìt di accet– tare come melo(lo JJCr eccellenza rù:oluzio11ario la con– quista legai.edella democrazia. Di qui la dichiarazione d'abbauclono della tattica. elci Jlfauifesto, come quella che, inYitando il proletariato acl espropriar hi bor– ghesia all'indomani d'una ,•ittoria di questa violen– temente, verrebbe con ciò stesso nel attestare dcli~" sua impot.enza a conquistare per \'ia di mag,r.doranze democratiche il potere, e quindi della sua inferiorità e immaturità. " Ogyi il metodo de!trminato, col quale Marx, Eugels, /Jla11qul co11cepicm10 (lOcesse m;i·enire la riooluzioue 1>role• tari<i è elimi11alo dallri stol'itr, Oggidì è <1t1,, luce del sole, sul largo terreno della legalitù clemocralicae del suflì•agio 1111iversalt1, che il 1J/'0lclariatosflcialista 1n·epnl'a, eslemle, organizza la s,w riiol11zio11e. ],: a questa :u:ionc rivolu• ziouaria metodica, diretta e legale, che Engels, nell'ultima parte della sua. vita, eccitava il }H'oletariatoeuropeo con parole famose, che cacciavano sostrmzialmente il Mani– festo comunista nel passato. 11 B Jamès uon esita a soggiungere: " Il JJCriocLo rivoluzionario della 1Jo1·ghcsia. è chiuso Certo può darsi che l'azione combinata della democl'azia l>orghese e del J> roletaria.to raccia.retrocedere dovunque la p1·e1·ogath,a reale o l'autocrazia imperi.tic fino al punto in cui la monarchia non abl>ia pili ('ho un'e:'iistenza no– mina.le . F; certo che la lotta per l'intera. democrazia non è chiusa in Europa; ma in questa lotta la bo,·ghesi:~non servir:\ J>iù che eia punto d'appoggio, come \'e<liamoat– tualmente nnenire nel Jlelgioj e del resto in tutte le Costituzioni dell'Europa centralo Cll occidentale ,,i sono già. tali elemcati di democrazia; da rendere possilJilo cho

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