Critica Sociale - Anno XII - n.5-6 - 1 e 16 marzo 1902
72 CRITICA SOCIALE umano, adottò successivamente metodi diversi a se• conda delle fasi e dello svilu1>po dell'industria e dclii\ libertà. politica, di cui godeva. Superato il periodo dirò cos\ tra. medioevale o bar- 1>11rico - in cui sussistono ancora i regolamenti Angusti dello gilcle, e viene ciecamente distrutta. la mncchint\ - ottenuto nel 182-l il diritto di associn– :.donc, si moltipliet1no in tutti i rami dell'industria i<' Unioni di mestiere (7'rade Uttions) ed entriamo sul)ito nel periodo " rivoluzionario .,, in cui, con gli :-ciopcri ancora disordinati e tumu.ltuosi, colle climo– l<itritzionisoffòcate nel snnguc, il proletariato indu– striale inglci:le rompe la crosta delle eoq>orazioni mcdiovaJi, si desta a una vita e ad una.azione nuove, dilènclc le sue associazioni combattute aspramente dai padroni e si slancia alla conquista di quelle con– dizioni elornentitri di csist.enz1tdi cui manca assolu– t1.1111011te, o all'nss.-dto della sua parte di potere poli– tico sotto la guida dei Chartisti. " Non passa una. settim ana - scrive Federico Engels nel 1845 ( 1 ) - non passa qun.si uu solo giorno senza <'ho qui o là non ricorra uno sciopero; ora a causa di 11iminuzionidi salario, ora per negato aumento, ora per l'occupa:dono dei kuobstiks (krumirl) 1 ora per ricusata abolizione di soprusi o di calth•i regolamenti, ora per nuo,·e macchine, e ora inflno per altre cento e cento cause. Questi scioperi sono sulle prime avvisaglie d'a– vnm11osti1 talvolta combattimenti J>iilnotevoli; essi non decidono nulla, ma essi sono la prova pili sicura che si avvicina la bnttaglin dccislvn tra la borghesia e il proletariato. ·Essi sono lo scuoio di guerra degli OJ>erai, in cui si preparano alla grande lotta inevitabile; sono i J>ronunciamentidei singoli rami di lavoro sulla loro influem:a nel grande movimento operaio ('). " La storia di queste Unioni è una lunga serie di di– Rfn.tteoperaie interrotte rta poche Isolate vittorie. " ?Ifa gli operai devono, cogli scioperi, protestare cou• tro l'abbassamento del salario cd egualmente contro la necessità. di tale abbassamento, perchò devono dichia– rare cho essi come uomini non devono unirormarsi nlle circostanze, queste bcnsl devono venire a loro adattate; perchò il loro silenzio sarebbe un riconoscimentodi tale condizione, un riconoscimento del diritto della bor– ghesia, mentre gli operai sono srrultati nei buoni pe– riodi commerciali cd affamati in quelli Cattivi. ,, NaturaJmente anche allora 1lvviene il fenomeno che notiamo oggi in Italia. " La classe proprietaria, speclalmenle quella parte di essa che si dedica.alla fobbrlcnzione e che è in con• tatto immediato con gli oporni 1 infierisce con grande violenza contro queste Unioni o tenta di continuo di provare agli operai l'inutilità delle stesse con motivi, i quali sono giusti secondo l'Economia nazionale, ma che ap1muto 1>ercib sono in t>nrte falsi e completamente inefficaci per una intelligenza operaia. 11 l fabbricanti non trascurano occasione per isfogare lo.loro collera su tau associazioni. Questi saggi bor– ghesi, appunto come certi Governi, attribuiscono tutti i movimenti, che lor non riesco di capire, all'opera di agitatori mal vagi, di pescatori nel torbido, di dema– goghi c.hiussosie di giovani inesperti; essi credono eho ( 1) •·· t:ngela: I.e condlzloul tlOIIR tlaue 01rnrn1a In lnghutorrn (18-t::.).NollR collezione delle opero di llnu, Launuo, Engci,. - Mon– glnl, 11011111, (') Net 1t1::.r1:11gels 1m~vedeva JH!r l'lnghllicrra unR rlvoluzlone IOClalc1 ma 11011S9'.I: riconobbe elle ques1a prorezla gli crR atatR sug• rert111 dal CAiore rlovalllle. B gli agenti 111\gati di queste associazionisieno interessati nell'ngitazione perchè ne vh·ono - come se la bor– ghesia non rendesse necessario c1uesto 1>ngamento 1 fa.– condono, essn, dei disoccupnti. 11 Ora questo periodo tumulhrnrio di seioporì - che ,•ediumo riprodursi in modo mcrnvigli•osamente iden• tico in America attorno al 188Gnel corrispondente grado di sviluppo dell'industrh~ - corris1>ondca un periodo di frequenti e i\cutc depressioni commerciali (1825-1848). A partire dal 1850, l'espansione indu– striale acc1uista. una maggioro ampiezza 1 una. più ;.;-randestabilità e la borghesia industriale domina so,·rnna nello Stato per un ventennio. Corrisponden– temente si apre una nuova fase dell'azione della classe Javoratrice organizzata nelle 7'rade Uuiow~ dopo la sconfitta nelJa battaglia politica. per la Citarla. Rafforzando le organizzazioni, con lotte organiche, con un'azione, direi quasi diplomatica, sul terreno economico, essa si oppose all 1 01>prcssione legale ed economica cli cui soffriva, si sforzò di stabilire un equilibrio tra gli alti profitti degli industriali e i sa.– lari di fame, e prese parte, fino ad un certo grado, ai vantaggi del monopolio industriale che l'fnghil• terra - l'officina. del mondo - possedeva. " Questi vantaggi - scri\•eva l'Engels nel 1885 in un nrticolo che nel 1892 incastrò nelln prerazione all'opera citata - vennero distribuiti molto incgunlmente tra la cln.sselavoratrice; la minoranza J>rivilegiata.(organiz– zata nello 1'rade-Unlons) Intascò la J>arte maggiore, ma anche la grande massa aveva tratto tratto qualche van– taggio passeggero. E ru 1>erciò che, morto. l'owenismo, non si ebbe socialismo in Jnghiltorra. 11 Due circostanze di primissimo ordine dobbiamo dunque notare in questo periodo: il livello sub•umano delle concLizionidi ,•ita e di lavoro degli operai, la condizione cli monopolio che poneva. l'industria in• glesc affatto al coperto dallti concorrenza estera. Ogni Jotta per strappare un po' più di salario, per scemare anche cli poco l'orario 1 per conquistare quillche salvaguardia nel lavoro 1 ern. allora non solo legittima, ma doverostt negli operoi. Finchè chi la– vora uon mangia quanto basta a rifornire le energie consumate, non valgono ragioni di opportunità indu• striale, commerciale ed economica. QuelJa lotta d'al– tronde non danneggiava l'industria perchè i capita– listi, godendo di profitti di monopolio, avevano sempre un largo margine per pagar meglio gli 01>e• rai, 1>crfezionare i processi industriali e migliorare gli opifici. [I problema. quindi della 01>portunità delle do• mando degli operai e degli scioperi in rapporto alla industria e aJla produzione nou ave\'a valore. Prova ne sia che, attraverso a vittorie e a sconfitte, la classe lavoratrice inglese riuscl a conquistare alti salari e leggi protettive senza danneggiare l'indu– stria, anzi dandole maggiore impulso verso il suo l>erfezionamento. . .. In Italia abbiamo, oggi, in 1>arte la. prima. di quelJe due circostanze, ma non abbiamo affatto la seconda. J~ dico abbiamo in parte i.I livello sub-umano delle condizioni di vita e di lavoro degli operai, 1>crchè, mentre certe categorie di' mestieri organizzati che poterono imporre una tarìfl'u. generale unica, i tipo– grafi ad esempio, ricevono salari relativamente ele• vati, altre categorie sono appena uscite ora, colle conquiste di questi ultimi due anni, da quel livello inferiore, ed altre permangono tuttora sotto quel livello.
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