Critica Sociale - Anno XII - n.5-6 - 1 e 16 marzo 1902

CRITICA SOCIALE 89 se vuolsi, " che i Comuni non assumano altra. re– sponsabilità che quolhi della custodia. e del prcizo delle casse, dei sacchi o dei pacchi effettivamente venduti 1t: sarebbe un servigio molto vantaggioso per l'agricoltura. che i Comuni rurali eserciterebbero diffoudenclo l'im1>icgo di questo pili perfezionato me– todo di coltiv1.1zionee garantendo la bontà dei con– cimi. Lo schema di legge accen1rnto consentiva un a.ltro servigio di minore importirnza - intorno al quale ebbero luogo in [nghiltcrra molte contro– versie - quello " per la conservazione e 1>erla vendita della nove e del ghiaccio, e per la fabbri– cazione del ghiaccio 11• RiJevo infine, che il progetto Giolitti consentirebbe la rnunici1mlizzazione della panificazione, non però come servizio normale - <1uale fu pH1 volte invo– cata su queste colonne - ma. solo, presumibilmente in via ecceiionale e transitoria, "' allo scopo di im– pedire artificiali rialzi del prezzo del pane "' La seconda 1mrte del progetto contiene le norme 1>cr la gestione dello im1>rese municipalizzate. Dal breve riassunto comunicato alla. stam1>a, appare prescritto che ciascuno dei servizi assunti direttamente de,•e costituire un'azienda speciale,distinta dall'amministra– zione ordinaria del Comuoe,con bilanci e conti se1>nrati, o che gli utili siano de,•oluti al bilancio e versati nelle casse ciel Comune. Sono fissate le norme " per la costituzione, gli obblighi o le responsabilità. o la durata delle cariche di direttore e cli membro della Commissione di vigilanza. " sui singoli servizt. He– golamenti speciali conterranno, poi, per ciascuna azienda, norme minute per il funzionamento ammi– nistrativo, contabile e tecnico. Per qua1ltO può intra,·edersi 1 (tueste disposizioni sono ispirate ai principii che do,•uuquo la dottrina. e l'esperienza hanno ispirtlti por la municipalizzazione dei servizi, specialmente dei maggiori servizì. J)ovun– que, infatti, gli acquedotti, i gasometri, le officine clct-– triche, le reti tranviarie, ecc., sono gerite come im• prese distinte, con proprio ordinamento e pro1>riu. economia, sottoposte a un direttore e talora anche a una Commissione. Ma, ciò nrnlgraclo, è opportuno fissare questi princi1>ii nella leggo, estendendoli a tutti quanti i sen 1 igi, rendendoli ohbligatorii sempre, e traendone norme probabilmente molto minuziose? Non sarebbe meglio tralasciare ogni " regolamen– tazione'" lasciando libere le iniziative in modo che la vita delle imprese munici1mlizzate possa piena• munente adattarsi ai bisogni e alle contingenze lo– cali? E certo 01>portuna la costituzione cli aziende distinte per lo grandi municipalizza.zioni, ma quando un comunello rurale vorrà. acquistare e rivendere qualche quintale di concimi chimici o qualche cen– tinaio di " barbatelle, talee e maglioli ,,, dovrà. proprio costituire un'azienda R1>1>0sitae nominare uno s1>e• ciaie direttore i1 quale non sia " parente fino al terzo grado,, coi consiglieri e cogli altri impiegati mu– nicipali?! E anche nelle maggiori città. 1 dovrà. isti– tuirsi u11 1 apposita. azienda con direttore, Commissione di vigilanza, ecc., ecc., per esempio, [>Or la ipotetica impresa delle affissioni?! Lo sgombro delle immon– dizie non potrr.. continuare a essere unito a-gli altri servizi di edilità. quando è compiuto eia operai mu– nicipali come quando è affidato ad ill)J>altatori? L'im– presa delle tranvie elettriche e quella della produ– zione di energia elettrica non dovranno potersi sottoporre mai a un'unica direziono tecnica? Questa minuta regolamentazione, che voncbbe a disciplinare, a costringere nel un modello uniforme tutte le mu– nici(>alizzazioni per tutti i A[unicipii, sarebbe gr a.ve– mente dannosa. Il progetto continua disponendo la procedura. per l'assunzione dei servizi. L'assunzione dei maggiori pubblici servizi - quelli dell'acqua, della illumina- B1, nr.o zione, dello tranvie - è fatto di tale importanzn. sociale ed economica per la vita d'un Municipio, che ù opportuno circondarla. di alcune Cllutele, in modo che gli amministratori comunali non si avviino con trop1>0imprevidente baldanza sull'llrcluo sentieto <lolla gestione direttA. )la quelle rigide cautele diventano incomportabili quando si tratta dei servizi minori: perchè un Comunello imprenda il modesto traffico dei concimi chimici o perchò un grande Comune apra. uno stabilimento di bagni l)OPOIRri,dovrnnno dav"ero essere necessarie la cluJ>lice deliberazione consigliare, il J)lll'ere della, Giunta pro,•inciale annni– nistrativa, le osservazioni del prorotto, l'approvazione della Commissiono reale e infine il voto degli elet– tori?! Anche qui si 1>alesa uno fra i princi1mli difetti ciel progetto in <1uestione (giudicando dal riassunto comunicato alla stampa), quello cli non a.vere stabilitn una distinzione fra i servizi municipalizzabili 1 cli.sot– toporli tutti quanti -· i maggiori o i minori - alle medesime rigide norme, allo stesso lento, ingombrante meccauismo burocratico. È, senza dubbio, per tutti i senizi, opportuna la prescrizione che, come per la contrazione di prestiti, il Consiglio comunale debba rinno,•are la delibera– zione dopo non meno cli venti giorni, raccogliendovi i voti della mnggioranza assoluta dei Consiglieri as– segnati al Comune. E - 1>oichòsi tratta di supremi interessi cittadini e poichè in questo campo il con– trollo della cittadinanza. può riuscire salutare - è 01>portuno deferire al cori>o elettorale la decisione definitiva. · Molte riserve possono invece farsi riguardo alla Commissione reale, che deve pronunziarsi sulla n.mmissibilità dolio prnposte cli municipalizzazione, la quale evidentomonto non può tenero il debito conto delle circostanze locali, dalle quali molto sovente dipende la. riuscita. o l'insuccesso di una. im1>resa municipalizzata. PH1 efficace riesco forse invece il sistema inglese che per molti senizi - richiedendo In presentazione di bills da parte dei Municipi J)er i servizi da assumere - affida il còmpito di questo preventivo controllo alle Commissioni parlamentari, lo quali odono i ra.ppresenb111ti dei Comuni 1 delle 'ocietà anonime, delle associazioni politiche, degli elettori e degli altri interessati, e le quali richiedono o ricevono - ma solo in via consulti\•a - il l>tll'ere dei competenti elica.steri. Questo sistema però - date le forme della procedura parlamentare inglese - riesco lento e costosissimo. li J)rogetto si chiude con le dis))osi1.ioni relative al riscatto cleì servizi pubblici attualmente affidati all'in– dustria privata. Il riscatto è consentito dopo trascorsi cinque anni dall'a.tto della concessione e mediante il pa• gamento ai concessionari di una indennità da calcolarsi teneuclo conto del valore attuale del materiale mo– bile e immobile dell'impianto, e dell'equo compenso pel profitto cho viene a mancare ai concessionari per la restante durata della concessione. È questa una materia molto controversa ancora: è dubbio se, data l'indole cli servizio pubblico che riveste l'im– presa formante oggetto clelJa concessione, debba al– l'es1>ropriato competere un com1>enso pari al lucro cessante per tutto il rimanente periodo del contratto. Certo a queste condizioni i1 riscatto può presentarsi come operazione finanziaria rovinosa, così che la. di– sposizìone verrebbe a rendere piit stretti quei vincoli, di cui vorrebbe, invece, facilitare lo scioglimento. La legge inglese ha ilCColto il principio pii1 favorevole ai Municipi: gli atti relativi allo imprese tranviarie e n quelle fornitrici di luce elettrica stabiliscono, in– fatti, che il riscatto abbia luogo in base al valore attuale effettivo, senza indennità alcuna poi 1>rofitti sperati, per l'es1>roprìazione forzata, 1>erl'avviamento dell'impresa.. Ove, però, venisse adottato questo ))rin-

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