Critica Sociale - Anno XII - n.5-6 - 1 e 16 marzo 1902
CRITICA SOCIALE ii meute un Po' di carne, a bevcre un po' di vioo e a com– prare il suo giornale, mal sop1>0rtaa un tratto di do,·er rare a meno di queste cose, che non sono, è vero, asso– lutamente indis1,en.sabill all'eslstem:a, ma t"he facenno parte ormai del suo tenore di vita. Pressato allora dal bisogno, spinto dal desiderio acuto d'un benessere che aveva comincialo a gustare, egll s'unb1ce ai compagni nella lotta contro Il padrone o contro tutto un regime che, nella sua. instabilità, nei suoi alU e bassi con– tinui, costituisce J)OrIl lavoratore il vero supplizio di 'l'antalo ('). Tutto quanto abbltuno detto: il raffinamento dell'or– ganismo o della psiche; l'elevamento della coltura e doll:i coscienza i l'a1uncnto dei desideri o delle esigen 1.0 · in un mondo ohe li stimola continuamente; il senti– mento dell'egungllanzn; In p1·ecfil'ieti\. 1 l'incertezza, le frequenti scosso nel tenore di "ita; tut,to queste cose, cito sono un mero frutto della aocioti\ borghese in ge– nere, del capitnlli;imo o del regimo industriale in ispecie, concorrono nd aumentar di continuo i dolori e gli ap– petiti della classe operaia, portando nel suo pa.trimonio 1>sicologlcouno sbilancio sem1>re1>it1 grande tra ciò che lo stesso ambiento borghese spinge l'operaio a ,wlere e ciò che l'operalo, In questo medesimo ambiente, non può arert. ... ~: lo sbilancio - altra caratteristica anche questa del mondo borghese - è in permanenza. Abbiamo a suo luogo gill detto che il dolore non dura eternamente nell'animo umano senza trovare il mt.z.zo che possa estinguerlo. L'uomo, che non uccide il dolore, è ucciso da lui; sicchè la degenerazione e la morte da una parte, l'apatia o In rassegnazione dall'altra, son le due vie che ns1>ettano gli uomini quando, per lungo tempo, non trovano la via che SO(ldistti loro desideri o aJ>paghi le loro bramo. In tutt'e due i modi però l'equi· librlo tra tlolori o mtzzt b raggiunto; e - scompar.'-a loutnmonto la cliuso In cui lo squilibrio corroditore Jler– slste; o suUontmto Il suo nclattnmento all'ambiente - svnnisce J)0r la. società, noi suo ln.'jleme, ogni elemento di J>Crturbazlone. F:ceoporchè paesi come l'India, dove la rame miete migliaia o mlgllala. di vittime umane; e 1mesi come la nu.ssla, do\'0 il J)0polino vive nella pi\l cruda ma nncho nella pi\l rassegnata miseria, non diurno allo beate classi dirigenti e al beati loro Oo\'erni timore alcuno. Non cos\ Invece accado nella m~ggior parte dei paesi ca1,itall,tici. In questi i dolori della classe lavoratrice si pcssono paragonare al mostro della ra,·ola, le cui testo, una volta tagliate, rinascevano più numerose e più orrende. So Il proletariato tnrtttti non vedesse e non aves.se assolutamente Il modo di appagare le proprie esigenze, queste rarebbero J>restoa sparire co!la stessa velocilt\ con cui sono nate. Non 1>ernulla l'uomo è l'ani• malo J>illadnltablle della terra. Ma la società capita– listica offre Invece Infiniti modi di appagamento al proletariato e lo ln, 1 oglla e lo SJ)inge nella sua corsa. vorUginosn. Ì~ cosl che i suoi clolori, invece di atroft?.- 1:arsl, permangono o 1\-.,surgono nnzi 1 come c'insegna Ptln• talconi, alla 1>otonza1>.,icologicn.del bisogno. L'operaio, ohe giù. si sento, ))OrIn.coltura sun, In.sua iutclligcmm e la sua coscienza, divenuto un borghese, non rinuncia (•) Una dolio rRlflOnl rorH cho 1,1ù iì. dlrtuso ucl nostro M1rnto· 'l'RJIOlo 1plrlto rlYOIUit\Qnarlo, Ò IR l)reYRICIIZR di colture speclall, coine le r\111,le 1e J)rRterle, che rlohtedo110molti cootadlol a periodi lnterm\Ue1111 tenx11&Hlcur11r loro alcuna e<>ntlnuuà di lavoro. \'e41 C,,itko B«llllt, lf Mprlle ltol. a certo a raggiungere l'ultimo gradino dell'eguaglìanza economica, quando in un modo o nell'altro gli è ratta baie• nare davanti la possibilità. di salirlo. Se questa Possibi• lità non ci fo55e o so egli non la vedesse, stiano sicuri i signori borghesi che l'operaio rìnunoerebbe, lxm 9,-/ 1 mal gri, I\ tutti I sogni d'uno stato migliore. Ma la pos– sibilità esiste, m& i muzi l'operaio 1i vede dinanzi a sò, e sono o li giudica adatti; e questo basta perchè le sue vapcrose aspirazioni diventino veri e propri l>isog,ii e il suo vago desiderio, anzlchè svanire nel nulla, si concreti in volo11t.l1. ... ~:anche qui Il merito o il demerito di questi bisogni o di qucstn t:0/01111, ò tutto borghese, pcrchè son tutti rruttl o portati della borghesia i mezzi e le armi che In cln.ssoopornln. po.~sledee im))ngna contro Ja· classe riva lo. Duecategorie possiamo rn.l'oa questo pr0J>Osito: 1° mezzi eco11omfcJ.; 2° mt:z, vofftlci. Mettiamo tra i primi gli scioperi, le f.,eghe di resistenza, le Camere di lavoro, i Sindacati, le lradts 1mio11s, le Coo1>eraiiveoperaie, e via dicendo. 'fra l secondi, li suffragio pila o meno univer– sale che esiste nel paesi civili, e la conquista dei Comuni o dello Stato. Abbiamo chiamato questi meul, bor!Jlit.si; ed inrattl disc(!ndono tutti In generalo dal principio di libertà che la borghesia ha ln.staurato al suo sorgere, nè può, adesso In ,·ecehlala, per quanto raccia, più rinnegare. In 1>articolare poi, la maislma parte dei mezzi e degli istl• tuti succltatt, se non sono mera creazione borghese, ma. sono stati escogitati dalla classe operaia, la quale anzi à do,•uto combattere e combatte ))Or il loro libero u.so , è innegabile J>0rbohe attingono la loro vita da tutta una serie di causo Imputabili all'ambiente capitalistico. Sarebbe infatti assurdo il credere che tutti i lavora• tori di tutto il mondo J>ossnnoricorrere alle armi temi• bili dello sclo1>eroo dolio r,egho di resistenza. Solo dove i salari sono nbbnstnnza olovatl ed è facile quindi costi– tuire un grosso rondo di cnssn; e solo dove nella stessa città, anzi nella ,itossn rnbbrlca sono attruppate centinala e mlglinii, di lavoratori, questi possono da un momento all'altro, dietro una sola parola - esercito reso discipli• nato e compatto dallo stesso regime capitalistico - scen• dere In campo contro t padroni ed ottenere in Yenti– quattr'ore vittoria. J.,arorn dunque della classe operaia, se non il modo di esplicarla, è tutto un portato e una creazione dell'ambiento lndu.strinle; ed è infatti dove un'industria sorge, che scoppia subito, fulmineamente, anche nel paesi più addormentati, In lotta. rra capitale e lavoro. f~ questa lotta economica, I\ base di scioperi, di Leghe, di Sindacati, ccc., eco., e.be offre un mezzo sicuro e re– lativamente racilo o J>ronto cli diminuire il grave divario rra bisog,ii e salarf; questa lotta è l'unica a cui la classe Ja,·oratrioe si dia, Ji\, dove la.ricchezzt'l.ivertiginosamente crescente, rende il ca1>itnllsta pii1 flessibile alle pressioni OJ)erate e più restio a chiudere, sia pure temporanea– mente, lo fabbriche, o a sos1>onderequelle industrie da cui ric1wn tanto qun.nto l.lastn por satollare le sue bra• mose canne o coutenta.r lo crescenti esigenze della classe hwomtrlco. f~ quostn li~ SOl't0dei J>aosiche finora. sono stati I J>rlnoi))Idoll'lndu11tria o del commercio; la sorte doll'lnghllterra e dogli Stati Uniti. 11 Jn Inghilterra e negli Stati Uniti - scriveva il Q:wl'iere clell<i St,·ti del 28-20 agosto 1001 - la grande massa, che sa lavorare e produrre e che effettiva~ente ù. impiego nello Imprese vitali, guadagna. salari tau
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy