Critica Sociale - Anno XII - n. 4 - 16 febbraio 1902
CRITICA SOCIALE 59 pantaleoniano, non à ben saputo indicarne la deflcienztl. È o non è l'emigrazione un m.euo adatto 1>ercalmare il c1olort cho ci dà In mi;;oria? Una risposta unica non ò po;isil>itc i perchè 1 a seconda del grado di miseria in cui un individuo ili trova, o meglio a seconda del grado di dolore, che \il miseria, in cui si trova, gli dà, gli pnmì o non gli parrà. adatto o conveniente il SOJ> · portare tutte le noie e le spese che procaccia l'emigra• zionc, e sentirà o non sentirà sorgere nel suo animo il bi.wg, w d'emigrare. Per non dilungarci diciamo subito che, ben analizzato, tutto il concetto del bisogno si ri– duce, come sostenevano gli antichi economisti ('), al dolore, o mc~lio alla scelta lr<t cluedolori: uno presente, che ci tange e ci tormenta, e uno futuro, sempre minore del 1>rimo 1 a cui intendiamo di sobbarcarci pe1·scansar quello. Il bisoµno, quo\ bisogno economico che s1>inge l'uomo alla fatica e al lti\ 1 0ro 1 non unsce che qun.ndo noi \'ediamo In. J>OSSibilità, sia. pure in ))arte grn.vosa,di sruggire a 1111 dolore attuale. Prima e dopo; prima Cile la J>O-~,ibilità nasca, o dOJ)O che il ))assaggio è aV\'Cnuto e lo scopo ò raggiunto 1 il bisogno non esidte o cessa d'esistere, J)er lasciare in vita il vecchio dolore o darne un nitro alla luce. (C<mli11ua) Dott. CAm,o Pt:T1tocc111. (I) • Orn 111c11to cl dcbb'eHoro p1ì1 mantte11O, 1111Rntoche, com•ò 11eho,u dolore, td u,o ,010, 11a II l)rlnol1)1o motore 111 tutto 10 ,utonl o non azioni umane. n ASTOSIO O1:sovt:81, U.:W11f d.'uonomki clvUe, llllrf(' 1, en11.2, § t>, Pili{, ,,, oolleztonc CustOdl. - E J•n:TRO VF.IIHI: • li bl.8011110, twè la 8t'nlCJZioll8 del dolore, Ò Il pungolo col ((URIO lll natura SCUOIO l'uomo O lo dhlll da {IIICll'lndOlc11le 811110di ,·cgcl1t• zlonc, In <'lii IIC111.IHjllC810 glaeercl)\>e, • ,,. IJU>Uoltca dell'.f:COHOmlllt1, scrle 1, ,·01. 111 1 11ag. t,19. LECASE OPERAIE ININGHILTERRA J. Lo slumlordism. La questione dello caso 01>crnio- e Yoi la snJ)ote dih11ttuta ovunque, come una dello questioni 1>iù gravi e im1>cllcnti, nella Camera dei Comuni ( 1 ), noi Consigli di Contea o in quelli dei Bm·ouglts, nei Con• gressi, noi meetings popolari, nella. stampa quotidiana, nelle Hi"istc, nei libri di sociologia, o perfino nei ro– manzi - si presenta in Inghilterra sotto un aspetto tutt'affatto S(>Cciale.J,~ssa.può studiarsi non inutil• mento da 11oi 1 anche por iscopi pratici od immediati, perchè a molte considerazioni si presta di carattere generale e a non poche applicazioni; ma. la questiono è e rimano sopratutto inglese - di origini, cl.i effetti, di propor1.ioni, di difficolt;\ tali, 1>orcui invano le si cercherebbe un riscontro nelle concUzioni d'altri paesi. Gli è che nessun altro paese subl, in poco più cli mezzo secolo, una trasformazione uguale a quella doll'foghilterrn, dove lit. civiltà industriale è andtlla via Yia creando i grandi centri cittacUni, che attira– rono a sò - colossali, irresistibili calamite - la. popolazione delJa campagna. Dalle sponde nebbioso del '.l'amigi, alle fetido melme della. Olycle 1 ossa si 1mò L>cnconsiderare come una sola 1 immensa, grigia città, interrotta da 1>archi, da ('J Il n gennaio u. s. all'aprirti della socond.11 Seulone del 1>rlmo Parlamento di t;doardo ,·11, la hONfblg qHUtlOII Crll lll prlnu, Il ior• 11are In dl8cu881one e Il l)r. llacnamnra, con un suo ordine (le! glomo sulla questione. 80IIOCllnnto Immediati 11ron·cdlme11t1 <lai Ooverno, rlduco,·a la eo1111)atta1)Ul(l'.gloran·1.a 1m11er1n11sto. del Mlnl– &lcro da Ul a oo: tanto la 11111.1i:a,·1tà. ò sentita In tutti I 11artltl 1 boschi, cla praterie abbandonate e silenziose: una città sparsa e interminabile, venuta su dalla terra insieme col carbone, nera, fumosa, forraginosa, at– traversata da miglitlia. e migliaia di treni al giorno, che penetrano, rombanti e fischianti, nelle sue vi• score e passano volando sopm i suoi tetti. Jçntro un'atmosfera chiusa e viziata e sotto un cielo bigio, la gente - la gente proletaria che ha abbandonato da. generazioni l'aratro per la macchina - lott.a 1>cr farsi un po' cli posto; perchè questo 1>aesecliofliciue, di fabbriche, cli cotonifici, cli maga.zzini, di negozi, di Banche, questo grande paese-città, soffre cronica• monte cli una carosth~ più terribile delle carestie indiane: manca di caso! Pare un paradosso, 01>1mre ò cosi: gli inglesi, con tutto il loro impero cui 111,llusolisOCN1sus, con tutte le loro colonie che coprono un'arca di 8 milioni cli miglia. quadrate, lesinano in patria. Jo spazio per dormire ai lavoratori. Londra al sucl e poi più su, mrminghnm, la capitalo della bùtck country, e AJan– chester, Liverpool, Shcftleld, Leccls, York, Durham, e poi ancora Glasgow, coi centri manifatturieri della Scozia m.cridionale, sono tutte quante tormentato dallo stesso imbarazzante problema: come sfollare i quartieri densi, luridi, malsani? come impedire che dieci, dodici, quindici persone vivano in una sola stanza.? come alloggiare gli operai? come sottrarli alla tirannia degli slttmlo,-ds (proprietari di abituri)? come prov"ederli cli abitazioni igieniche e u buon mercato. . .. Valga il caso cliLondra, che è anche iJ più tipico e il 1>illurgente. Mesi sono si leggeva nel JJaily News <1ucsta.notizia cli cronaca: - Alcune sere fa un meccanico arrivato a J.ondra dal nord colJa moglie e tre bambini picchinYa alla porta di una 1corkltouse e domandava rifugio per la notte dicendosi disposto a pagare. - !la ciò ò contrnrio nl regolamento, voi non siete un poYeroI gli rispondeva. il custode. - E vero: ho un buon posto in un'oflicina., dove dC\'O cominciare a lavorare luncclì, ma - soggiungcYa. il mecca.nico disperato - è tutto il giorno che giro per miglia o miglia qui intorno in corea di una cnsa, di una. camera, d.i un buco da prendere in affitto e non ho trovato nulla, nulla! - Noi non vi possiamo ri• ccvere senza un ordine della polizia, tanto più che ricoveriamo già 200 persone piì1 cli quante permet– terebbe il regolamento. - Il meccanico andò aJla vicina. stazione cli polizia, ottenne l'ordine e, per quella notte e per altre qua.ttro o cinque successi"c, rimase colla sua. famigliuola. alla 1corkltouse - l'ul– timo, umiliante asilo dei ,,inti, elci senza.pane, dei ragazzi discoli e abbandonati, delle vecchie cadenti cd asmatiche! 'l'auto è clifticile, in una Londra, tro– varsi alloggio anche per un operaio non disoccupato, nè destituito di mezzi! Il caso del meccanico non è isolato. Gli lumseless - i senza casa. - formano una grossa legione che si rinnova costantemente ne lla c apitale dell'fmpero. fn questa enorme immensit..1.di quartieri, di strnde, di vicoli, in questo f1.tnta.sticopandemonio di pietre e cli mattoni, in questa desolata moltitudine di vi– venti, la lotta per uno stambugio ove dormire è anche pili acuta e piì1 tragica. della lotta per il pane. Nessuno immaginerà. mai gli orrori del distretto più po1>olare cli Londra, l'East End - non se abbia letto i romanzi del Bosant o del Oissing, non se abbia meditate le ri"elazioni di Charles Booth o sen– tito parlare dei drammi foschi e sanguinosi dell'/WO· Uga11ism.L'East End è una città nella. città.: un punto più oscuro nella gran macchia bigia.: conta due mi• lioni di abitanti ed ò grande cin<1ue o sei volte Milano. Strano a dirsi, <1uesta città operaia non ha un solo hUtel, cioè non vede mai un visitatore; non
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