Critica Sociale - Anno XII - n. 1 - 1 gennaio 1902

CRITICASOCIALE Lacrisi vinicola e le soluzioni proposte Nella vita fisica come nella vitri. socinle le cri8i sole 81 pu() dire sieno causo precipuo cli sviluppo o di pro– gresso. Esso determinano una SC01Hanella stasi funzio· nalo dell'organismo, provocano un rh•olgimento, una ri– presa d'nttivitl1, e suscitano nuovi orgnni per funzioni nuo,·e, J)Oruna vita piì1 larga e più comples$a. Co'!\ nella vita dell'uomo la cri-cldella puherfa. accom– pagnata 11empreda qualche malessere che arriva talvolta anche al malore, segna il trapasso dnlln fanciullezza alla glo,•lnezza vigorosa e feconda e desta e t.empra gli or– gani R'!ROpitialle funzioni pili difficili ed ele"ate. .Nella ,,ita sociale le crisi cconomiclle, che perioclicn– mentc si vcriflcnno, hanno quoiJt'1 di boneflco, che co– stringono gli uomini, che fino allora non se ne interes– savano punto, a ri,•olgere la loro attenzione e il loro acume sui fenomeni economici, o sul funzionamento della mncchina socinlc, a &tudiaro le cau.se dei danni che e~sa produce, ed a ricercarne i rimedi. J.:d ogni eri,i allarga sempre 1>iì1 la cerchia di coloro che, flno allora indifferenti, cominciano a preoccuparsi del J)roblema sociale. r_,a crisi vinicola che quest'anno im1>en·ersa J>iùacuta cho mal sull'Italia e aulla l•'rancin. - .ver abumla111iam - comincia ad avere, e pit'1 iivrh. in seguito, il felice risultato di eccitare le clas~i aµrlco1c a volger gli occhi direttamente sul problema della produ:i:ionc, fin qui s,·ol– ta"I anarchicamente,come o~ni altra produzione borghese, nel regime della libera. concorrenza. E la crisi per sovrabbondanza è forse piì1 atta a de– stare le Intelligenze so))ite della nostra gente di cam– pagna che non le crisi per carc~tl11.. Quando un prodotto ò scar!ì0 1 111 tro,•a sem))re la. spie-– gazione, Imputando la terra infeconda. e matrigna o il cielo, come della morte dol maln.to si accusa qun~i sem– J)ro il medico. Nè la gente torpida e alcun po' arretrata del cam1>ipensa che, se alla terra ~I desse un'alimenta• zlone più ricca e 1>il1adatta, e u1Hl colti\'azione pili rn• zionale, la carestia sparirebbe, co~\ come se ad ogni cori>o umano si desse un alimentazione sufficiente o sana, o un regime di vita sano, igienico e non esau– riente, lo si metterebbe in condl1.lonl di \'incere nove TOito su dieci gli attacchi del morbi e il malocchio dei medici. )fa lu una crisi per sovrabbondanza di 1>rodottibalza p\il chiaramente agli occhi doi produttori e dei consu• mo.tori l'Ineluttabile esistenza di un difetto nella nrnc– ohlna sociale. Come? Le viti si J>icganosotto i bei gra1r poli violetti o doraii, gli acini son turgidi di un bel li– quore saturo di zucchero o di alcool, eppure il prezzo del prodotto sul mercato ò ,•ili~•lmo benchè sia. costalo molti denari e molta fatica., mentre poi il vino mani1>0- lato costa sempre caro, co111icchòda un lato c"ò una quantità di produttori che non \'endo, o \'Onde in per– <lita, o vendo con uoo acarsissimo guadagno, dall'altro e 1 ò una enorme mMsa di consumatori che non può sen– tire Il sn1,or del \'ino fuorohò noi giorno di sagra in tutto l'anno, ap))unto 1>orchò lo trova tropJ>Ocaro. Cl dev'essere dunque una fOMmra in qualche tubo della macchina, dalla quale sfuggo Internamente il va– pore. Il ragionamento ò cosl semplice, Il contrasto ò cosl evidente, che non v'ha prolot.ario, o mezzadro, o piccolo proprietario coltivatore ehe non lo afferri e non ci al- rnRnncchl 'lU 1 contemplnndo le belle ,•iii onu<tte al di là della siepe, o i va-:i ,•innrii ricolmi di mo;;to in,•enduto . .MR qunli sono i rimedi a uuo stnto di cose siffatto? ... Oli economisti; gli scl'ittori, I r1\J)proi:;011tanti della bor– gllcsln hanno proposto quc1ttc \'arie vie d'uscita 1>erfar fronte alla.crisi ,·inaria: un pili largo smercio all 1 estero, un maggior consumo all'intorno, una minor J>roduzionc, e, influe, timidamente ma inc,ora.bilmente, uu prin<'ipio di organizzazione della produzione e del commercio delle uve, della fRbbricazionc e del commercio dei vini. .N°C'll'esportazionedei no,tri ,•lnl all'estero c•è ben poco da RJ>Orareo per la eoncorrcmm. che ci ranno la S1>agnn, 11Portogallo, la Grecia, la Turchia, J'J\ lgerin, e perchò I paesi dovo abbiamo CSJ)Ortato i-111 qui ,•anno chiuden– doci lo porte, perchò, ricostituiti i vigneti già de,,astati dallll filossera, non sanno como smaltire il loro JH·odotto. Questo stn accnclendo 1>cr In Francia, 1>er la Germania e 1>ort'engheria. Jnoltre, in Italia. si sanno ben poco mani))Olare le uve e fabbricare tipi di vini buoni e retil-itenti 1 che J>O'ì-=aoo venir conosciuti fa.Yore,•olmente sul mercati esteri. Questo è cosl noto, che l'attuale minl!iitro di agricoltura ha cre– duto di o,,,•iare a. siffatti incOll\'enionti, i'ìtituendo nelle principali piazze straniere <1e1>0,;;lti dei migliori ,•ini na• zlonnll 1 garantiti da un IJollo ![OVOrnati\'O. ì\la, per le ragioni dctt.e i111u-ecedcnza, questi son pal– llatlvl in,ufllcienti a risolvere il J)roblomn. J1 cOn'ìumo interno sarebbe certo il mi![liOr mezzo per vuotar le cantine. So tutti I la,·oratori italiani a"es-:cro dall'oggi al domani la capacltil Ct'onomiea. di comprar.-.! un litro di \'ino al giorno, I ◄O milioni di ettolitri di vino prodotto dalle ,•iti Hali,u.e !iillrehbero certo in,uffl– clcnti nllll Rete 1>roletarin. )la chi non !'lache ì contadini Italiani in grandissima maggioranza sentono di rado il vino che gli 01>erai industriali 80110ben lungi d:\I bere Il 11tro quotidiano, per <1trnnto i nostri M'\'eri-:ari nl>binn sompro pronto il pezzo obbligato dcll'impre,•idcnza dol– l'oporalo che nel giorno di pnga ,•a nlt'ostcria a sbevnz• zare in\'~ce di ))Ortarc il frutto del IM·oro settimanale alla moglie che l'aspetta eoi tigli affamati, e che l'acco• gllert\ a notte alta ubbrin.co, in.:tolcntc e manesco? Ciò che a.J>J>unto dimostra. che 1>0cac\lrnesti<'hezza quotidiana. abbia l'o1>eraio col liquore di Bacco. Per intonsiftcare il con11umo interno si ò suggerito di ridurre i dazi consumo nello grandi città. 1-; qualcosa in questo 11enso ha f,ltto l'attuale .llinistero, riducendo nel suo progetto di Rgrr\\'ii dn 10 e 12 lire a 3 50 o 7 i dazi di consumo sui vini O sui mosti. 'lta non c'e da tarsi illusioni sul risultati di questa riduzione. • In pratica - ha O<tsorvato rct'ent 1 ~ment~ i_n.uno scritto l'on. ~raggiorino Ferrari, - _e nc~I !l>Ote'ltn11~hore, una diminuzione di 6 lire 11uldazio, d1n~a fra produt– tore, negoziante e consumatore, dl\._ a cia...-:cuno d'es.<i:I un benefizio di 2 cente...imi al litro. Bisogna essere ultra-0t-– timisti per credere che duo centf'-:lrni a\ l!tro _sia~tO tali da incitare i co1tsu.matori ad abbondanti hbaz1om. ,.. Noi \'Cdlnmo infatti quest'anno chc 1 nono=-tante l'ab– bondA.111.1\. del prodotto, in eitti\. il \'ino costa su 1>ergiù qu1\lltO gli anni ~corsi. f: non bisogna dimenticnro cho, in un J)aese come 11 nostro, dove per la povera gonte ò un problema com– prare il )):\ne e il sale, il vino rimane pur sempre un genero di lusso, tanto 1>iùquando si pen.Siche l'imPosta, che grava. sul sale, è qu.aranta. volto maggiore di quella che grava sul ,•ino.

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