Critica Sociale - Anno XII - n. 1 - 1 gennaio 1902
10 CRITICASOCIALE r: senza ,•ino si vi\•e,senza sale si muore. Nè vnle l'esempio 1 citato da OiuscpJ}OCanepasull'Ara11fi !, dello splendido successo ottenuto con l'abolizione ciel dazio sul vino a Parigi. Li\ la rirorma era introdotta allo scopo di diminuire Pabuso dell'alcool che ra la p0J>0la– zione parigina, e l'abolizione del dazio sul vino e sul sidro cm. accompagnata da un rialzo del dazio sugli al• cools. 'l'alchè l'operaio parigino, che h.a sempre i suoi 4 o 5 franchi in tasca., trovò alla fine un certo vantag– gio a consumare il suo franco nel J>iccoloBordeaux o nel sidro di Bretagna anzichè nei liquori di spirito di patate o di frumento, distribuitigli nei frequenti assom– moirs. lla in Jtalia è quel franco che mnnc3. all'operaio. Dunque mi sembra che neJ)pur IR riduzione del dazio sul ,,ino, per ora, servirebbe ad aumentare di molto i consumi, come non vi contribuirà gran che la. distilla– zione dei vini, per quanto rncilitnta dal ministro delle finanze con speciali progetti e per quanto ravorita dal ministro <li agricoltura. Osson•ava in proposito lo stesso Maggiorino Ferraris che " mediante uu forte abbuono del 40 per cento ò po~– sibilo rnr passare alla di.stillazione circa un milione di ettolitri di vino, ma ciò costa J>rcss'a poco 5 milio,,i di lire all'erario. Ora è assurdo produrre vino per mandarlo 1>osciaalla distilleria: è J)it'tassurdo ancora. che ciò debba farsi a spese dello Stato, ossia delln generalità. dei con– tribuenti che pagano qunsi l'intero valore della merce. Jn J)rafica ò risaputo che tuttoCiò può anche facilmente })restarsi acl inconyenienti e si traduco nel ,•antaggio di J)ochi. T.'abbuono alla distillazione del ,·ino non può e non deve quindi essere considerato che come proHedi• mento eccezionale, perchò essenzialmente erroneo 11 • ;\ncho da questo lato quindi nessuna SJ)eranza. La diminuzione della produzione ò un rimedio che sogna un primo passo - ncgati\'O però - verso la or– ganizzazione della produzione, ed ò la 1>rovadel como la. borghesia, presa coll'acqua. nlhl gola. dalla crisi, butti a mare i prineipii fondamentnli e sncrosanti della pro– prietìL e della libera disponibilitlt cli essn. Jnfntti leggo in un rap))orto del R incaricato d'affari d'Jtalia a. Lisbona, Baroli nob. Carlo, pubblicato noi notletti110 lii notizie agrarie del Ministero di agricoltura (no,•embro 1901), che una Commissiono delegat,L dai rap))rosentanti di 23 associazioni agricole del Portogallo - dove pure impenersa la crisì vinaria. - in una. me– moria indirizzata al presidente del Consiglio o riassu• meute le idee svolto in un'adunanza tenutasi a Lisbona. nel ))nssnto agosto, insisto nell'adozione 1>er decreto renio di una misura eroica vot.l\ta da un Comizio di produttol'i nel maggio J>recodente. Secondo essa., il Oo– vcrno deve proibire per 3 anni a~soluto.mente la pian– tagione delle viti in quelle località. nelle quali, durante gli ultimi 20 anni, non fosse stata. praticata tale colti– yazione, restando escluse da questo. J>roibizione la J)ro– ,•incia del Douro (OJ)orto) e l'Isola cli Madera (dove si J>roduce il vino cli Porto e il Madera). 11 Nella. memoria !ìi sostiene concurioso ragio11amenfo - nota il riguardoso n. Incaricato d'affari - che la 1>roi– bizione invocata non è in sostanza una maggiore rostri• zione della libertà. individuale, di quello che lo sia J'ht11>osi1.ione dei dazi J>rocluttori sui cereali! ,, Di fronte all'interesse immediato clolla classe non c'è 1>rincipio individualistico che tenga. Ora, è evidente che, poichò si invoca il rappresen– tante degli interessi colletti vi - parlo astrattamente - meglio ,,aie invocarlo non per hn1>edire la produzione, Bib 1ot~ra Gino B1ar o o J>er limitarla, chè l'abbondanza è sempre ))ili vantag– giosa della scarsiti'L, ma. 1>erregolare il fum:iona01ento della produzione stessa. Ed ceco dove i rimedi, proposti dalla borghesia. sotto l'assillo ciel bisogno di smaltire i prodotti. si addentel– lano allo soluzioni proposto dal socialismo J)Or distri– buire più ragionevolmente tra gli uomini quegli stessi prodotti. . .. Anche in Francia, dovo la. crisi Yinaria non ò meno gravo che da noi, la borghesia e i socialisti se ue sono interessati o preoccupati. I.a borghesia è arrivata a escogitare la pro))osta di sostituire al caffè distribuito ai solcl:iti il Yino, ciò che imJ>Orterù. un commercio annuo cli un milione e mozzo di ettolitri: una goccia. cli ,·ino in confronto alle dieciuo di milioni di ettolitri chiusi nelle cantine. 'l'ra i socialisti, Paul Lararguo ha proposto un rime,lio radicale e definitivo: sì rinlr.ino i snlari dei 10 milioni di OJ)crni che la Franci:~ possiede, perchè ossi possano comprare un litro di vino al giorno, e allora trentasei milioni di ettolitri, J>iùdella metà. del raccolto, \'Orrob– bcro smaltiti. T borghesi si incaricherebbero del rc~to e il problema sarebho risolto. i-: lo sarebbe inratti ma prima bisogna risolvere il problema anche 1>il1 difficile delFaumonto dei salari, che non si può certo ottenere nò lcgislntivnmente 1 nè per spontanea e graziosa concossiono della borghesia, ma che sarà una conquista lunga o difficile della stessa classe operaia. i: '}uosta una. soluzione n lunga scaclonzn, che fa il paio coll'altra di Giu,;eppo CanoJ)a di ridurre fortemente i bilanci improduttivi della nazione. F: a quante coso non rimedieranno questo riformo di ordino generico accoppiato alla organizzazione OJ>craia che doni\ affrettarle? lla. non è questo un rimedio speciflco a.Ila crisi eco– nomica che ci interessa. Eugenio Fourniòre ha piìi not;. tamonto affrontato il problema proponendo questo ri– medio: regolare In.J)roduzionc oi·gnnizzata sui bisogni do! consumo organizzato; unire in associazioni i pro– duttori; ottener delle leggi che ne ravoriscano gli ag– gruppamenti; per mezzo dolio Coopero.tive mettere i consumntori in rapJ>Ortocon essi; assicurare por mezzo dello. legge lo condizioni del llworo, compreso il minimo di salario agli 01>eraioccupati dalle associazioni ,•iticole; estendere progressivamente agli nitri rnmi dell'industria agricola quelle misure che la salute dei viticultori esige immediatamente per essi. Amplinnclo la discussione Oiovanni Jaurès si clomancla.: " Mn.come proporzionare la J)roduzione al consumo? Ciò sembra impossibile con tutti I ))rodotti naturali, ma specialmente col Yino, di cui varia J)rocligiosa.mento di anno in anno la quantità. Si rabbriea la quantità di drappo che si Yuole. Non si ottiene la quantità. di Yino che si vuole. Eppure c'ò il mezzo cli attenuare queste oscillnzioni 1 o almeno i loro effetti economici. .Anche i fiumi non han sempre lo stc..~so lh•ello, e non potrebbero fornire al consumo delle città. la stessa quantità. d'acqua. Ma, con dei bacini di riservn, che, in certe ste.gioni, ri– cevono l'eccesso e lo restituiscono in nitre, Yieue assi– curato uno spaccio quasi costante, o si stabilisce un e– quilibrio quasi esatto tra i prodotti e i bisogni. " Ora, per quel che concerno il ,•ino, lo Stato può, col monopolio dell'alcool, regolare un po' il livello. Negli anni di raccolto sonabbondnntc, esso distillerebbe una. granrle quantità. di vino e ~gombrerebbo così il mercato; poi il serbatoio d'alcool si ,,uoterebbe a J>Ocoa J>oco, secondo i bisogni. Negli anni di scl\rso raccolto, lo Stato distillerebbe poco e pronedcrobbc, colle sue })ronisto anteriori, ai bisogni del consumo personale o industriale.
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