Critica Sociale - Anno XI - n. 24 - 16 dicembre 1901

Clll'l'ICA SOCIALE 371 citriì entrano così facìlmcntc, ma. anche così 1egger• mente. Non è dunque - o mi premo dirlo subito, per non essere scambiato con un ad11hitorc della folla - in seguito ad una maggiore ma.turib\ di coscienza o di esperienza, cho le Legho contadino hanno assunto c11rattcrce tendenze socialiste. So a loro è 1)rovc11uto questo carattere - che costituisce una superiorifa indiscutibile - esse lo debbono pii1 a una strana condizione di cose, che non a un progresso lento e normale. Lo or~anizzazioni operaie di città) invece, e spcci.il – mente le Camere del lavoro, !:li sono tro rnte in una . condizione diversa. Esse hanno dovuto s, ,iluppar.si in mezzo a operai già ascriUi ai vari par titi 1>ol itici, reduci magari da associazioni con iscopi g-rettamentc elottorali. Per vincere quindi le loro dillidenze, per non urtare le VlHic credenze politiche e religiose, le Camere del lavoro hanno dovuto assumere un carat– tere aJ)Olitico. Più tardi hanno potuto sviluppare quelln. che può chiamarsi politica del hworo, che il '.l'umti ha mirabilmente illustrata nel suo ultimo ar– ticolo, ma che è ristrettn ancora alla difesa. parzitùc ed occasionale degli interessi proletari anche nel campo della politica. Ora, tutto ciò è strcttamont.o necessario e quindi ottimo. Quaodo un organismo si ù adattato all1am• hicnte in cui vive, ossia si è lasciato modificare per quanto gli è stalo 1>ossi1Jilc, la ima costituzione, in quel dnto t.empo e in quel dnto spazio, è 1>erf'cth1. Le nostre Camere ciel lavoro, per quanto suscettibili cli una forma superiore (e lo vellrcmo 1>H1 innanzi), sono, nell'ora che volge, le pili adatte all'organizza. zione del proletariato cittadino. Senonohè, è proprio in questi due diversi caratteri dell'organizzazione cittadina e rurnle, che il voto del Congresso di Bologna trorn la sua giustificazione. Al Congresso alcuni oratori nffermavano che, 1>oichè le orgonizznzioni rurali, per il loro carattere socia– lista, rappresentano una direi (]unsi superiorità. spi– rituale, esse clo,·evano aderire in massa alle Camere del lavoro, ()CL' assorbirle o trasformarle. :.\{a io, pur convinto della superiorità delle organizzazioni operaie con spirito socialista, credo che il Congresso cli Bo– logna alJbhL fatto ottima cosa. lasciando alle singole organizzazioni locali l'affrettare oppure no l'adesione. Così, dove la tendenza schiettamente socialista. del movimento contadino può nuocere a c1uella transi– toria neutralità che è ora l'opportuno carattere delle Camere del lavoro, I:\ ractesionc si deve, anzichè affrettare, ritardare. Rd ecco risposto così ai dubbi cli Claudio 'l'reves, il quale chiedeva. se l'affermata supcriorifa dcll1or– ganizzazione con spirito sooiulista. poteva applic11.1·si senz'altro alle nostre Cam era ciel lavoro. No, amico 'l'reves, noi non voglia.mo turharo ,•iolcntementc la gr11.1Jualititdel movimento cittadino, come non vo– gfo11110 nemmeno che il carattere nuo,·o e superiore che, per fortunate eirco8tanze, hllnno acquistato le nostre Leghe mrali, vada, inutilmente sperduto, sì ohe si debba riacquistarlo piì1 tardi. . . . Qui è però il vero nocciolo della questione. Deb– bono le Leghe contadine rinunciare al loro nuovo carattere, o per lo meno rer:stare come eccezioni miracolose? oppure deve la naturale evoluzione dello cose condurre le organizzn1.ioni cittadine alle forme e alle tendenze già raggiunto· dalle nostre Leghe~ Per '.l'urnti e per 'l'reves, pur consentendo che il proletariato della terra abbin speciali tendenze so– cialiste, il movimento di resistenza dei lavoratori non dovrebbe mai fissare <, 1n-iori la. finalità. socia.– lista, ma dovrebbe soltanto recare la massa sempre pili innanzi YCrso il termine che i socialisti prove- dono. L'opinione mia invece ò che il movimento deve, nello sue fasi successive, aggiungere alla consapevo– lezza di sè, la consapevolezza del fine. A parto le ragioni astrA.tte e dottri1rnli che ho accennato ìn principio, parmi che <1uesta evoluzione si disegni già nella storia reocnto del proletariato internazionale. Prendiamo due ordini cli fatti, ccl esa-– mini(1111oli rapidamente. fn fnghilterra abbiamo una formidabile organizza– zione economica del proletariato. Con tutto ciò il tracie-unionismo, che pure ha fatto la politica ciel lavoro, ossia ha fatto occasionalmente trionfare tutto ciò che l'uno o l'altro partito gli concedeYa, è in piena disfatta morale: esso si lascia quasi strap1>arc il cliritt.o cli sciopero, e corre dietro ai miraggi cicl– i' imperinlismo di Chamberlain. Perchè? Evidente– mente perchè, in mancanza. cli un fine ben certo e determinato, caso si è ]asciato esaurire in una for– mula, che ha molti contatti con quella cieli'" arte per l'nrto 11 • D'altro canto invece noi \'Odiamo che in quasi tutti i paesi il movimento proletario sente la necessità di orientarsi secondo una bussola unica, ohe è poi il fine comune. Ed è in nome di questa finalità comune che i proletariati clelle singole nazioni proclamano l' internnzionalità. del loro 1110\'imento, che vincono gli egoismi nazionali, che adottano nei grandi scio• peri una tattica uniforme. In virtì1 di questa evoluzione naturale, i partiti socialisti cli tutti i paesi tendono a. infiltrarsi 1 quanto pii1 è possibile, nelle organizzazioni economiche, crean· dole dove mancano, h1sufllanclovi il loro spirito là dove non è ancora arrivato. J<: le organizzazioui eco• nomicho ciel proletariato lasciano, per converso, l'in– ,•olucro dell'antico corporath·ismo,sent.ono ogni giorno più il legame che congiunge la attivit:\ economica alla attivit:\ politica, ccl evolvono rapidamente verso la. concezione ed i metodi del socialismo. L'augurio esp resso a Bolog na che le organizzazioni economiche del proletarin.to abbinno a raggiungere la ft1se su1>erior e, in cui la. finalità del movimento è prevista ed il suo metodo ò determinato, ò così in piano accordo con 1a realtà. )fano mano che il tempo incalza, trasforma od insegna, lo organizzazioni O))O· raie cessano di essere soltanto il ponte attra\'erso a cui l'operaio isolato giunge a sentire la virtù asso· ciativa, e diventano anche lo strumento col quale le masse organizzate schiudono le porte del socia• lismo. lv .A.N'OEllONOlll. Socialismo contadino e anarchismo reazionario .Ilio caro 'Pw·ati, j.; lecito sciu1mre con alcuno noto il tuo mirabile scritto sulle Camere di lavoro? 'l'u hai portato un sacco di buone ragioni per dimo• straro che le Camere di lavoro debbon esser JJOliticho ma non socialiste, o in ultimo, di passata, hai creduto logico riferire le stesse argomentazioni allo Leghe con• tadine. Non mi 1>arc ben ratto, 1•erchè le condizioni di vita o di storia del lavoratore della gleba non rispon– dono con esattezza. a quello dell'OJ)eraio cittadino, pur avendo questo o quello il medesimo comune denomina• toro nello sfruttamento padronale. 01à. Claudio '.l're"es ha notato fra la proprietà. della terra e la persona. del la\'Oratore una parentela ideale, la cui coscìenza albeggia nell'anima di ogni contadi110. Un nitro ratto, di non minor im1>0rtanza, distingue la città dalla campagna: U contadino non ha storia. Allo lotte J)Cr il risorgimento

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