Critica Sociale - Anno XI - n. 19 - 1 ottobre 1901

296 CRITICASOCIALE LeLeghe dimiglioramento frai c ntadini NELL'OL'T'REPÒ PAVESE I. Som,,uirl-0. - I I. Le I.CghC fra I eon1Atlln1 o l'or1t11.nlzzaztono llrl h1vorR1orl nollo altre Industrie. - f 2. I 11A('8\ ft p1ceola pro1)rlelà o IO 1,eg11eucll'Ollro11ò 11:weso. - t 3. l,A l,Cga tll mlgl\ornmcnto tm I contadini In lloulit !leccarla, - §. 4. Il rc<ltllto nnnunlo <li un Hworatoro J)uro M Il reddito medio (Il mu\ f111nlglln.-§ !>.SpNllt AllllllRIO mcdlii. di ltllll fRmlglln di 111.voratorl.- § G.COmpostzlono (1ualltatlva della l,cgA mo11luese; !)ro11rletà media, maucrlA media, affitto medio. - I 7. Ulllrnelo della famlgl\A <11un hl\'O• ratore 11ro11rlel1lrloo massaio. - f 8. j}fM)IA 1 .er la coJllvAzlone di u11aptrtleR di terra eoltlnlll\ a vite. - I 9. Rlca,·o da unl\ pertica di terra, - I 10. Chi dcYc t'nlrAro nella l,cga? § L - Nella storia mi\Jennarin. del lavoro, questa ò la prima. volta che vediamo i Javorntori della tel'ra unirsi fra loro su una. base IO.!,:'ica o reale, e procc– clcrc coscienti ,•crso Ja rcalizznziono di un tenore su1>criore cli vita. JI movimento ò andato, in questi ultimi anni, dilagando in qunsi tutte le campagne d 1 ctalia 1 cd ora. migliaia e miglinia di contadini 1 lii· sciplinati nelle loro Leghe cli l'esistenza e di miglio– ramento, stnnno di fronte ai proprietari cd all 1 i111- prcnclitore agricolo e non voglion pili essere servi a<l-stricli glelxe, ma forze coscienti cd infl uenti sul valore della mcl'ce che unica essi portan sul mcrca.to, la forza di lavoro. A chi è amico delle classi lavoratrici 1 a chi desi– dera il trionfo delle speranze degli umili e degli sfruttati, deve so1>ratutto star a cuore che il movi– mento proceda senza scosse e tu rlmmenti, che siano eliminati tutti gli ostacoli ll.ll' orgo.nizzazione delle forze di lavol'O. Quello che pit1 imJ>orta si ò che il movimento odierno sappia far tesoro delPcspcrionza fatta dai compagni cli lavoro nel campo delle altre industrie; che non ripeta piìt gli errori in cui son incorsi gli operai industriali ucllo sforzo fatto per organizzarsi; che guadagni tcm1>0,essendo già supe– rate le forze cd i tentativi inutili e d annosi j che in cominci il proprio h~,·oro da un punto inizill.le pili n,• anza.to del punto di partenzit delle classi hworn– tri ci indu strinli, che dovettero essere iniziatrici delle rivendicazioni 1>rolcturic. L'organizzazione attuale dello campagne non può piì1 adunc1uo essere fine a sò stessa, ma elevo essere mezzo per la realizzazione cli scopi nettamente sen– titi e determinati. L'organizzazione attuale non dc,•c piì.l abbandonarsi a movimenti impulsh•i; ma dC\'O essere disciplinatll. 1 cosciente 1 studiosa delle condi• zioui dell'ambiente, per poter misurare con preci– sione la lontananza della meta e la possibilità di raggiungerla.Ormai deve essere superata la fase degli scioperi inconsulti, delle pretese esagerate, delle re• sistenze costose cd antieconomiche: - lo studio del movimento di organizzazione dei lavoratori dolio in· dustrie deve essere suggestivo e fecondo di sana esperienza.. Epperò ò llccessado prochimarc il dovere dei promot.ori dello Leghe, degli organizzntori dei lavoratori dei campi, cli prococlcre senza impulsivitì1, di studiare lo rondizioni dell'ambiente, di farsi una chiara coscienza degli scopi, delle re8istenze e dello difficoltà che lo Leghe incontreranno sul loro cam– mino. § 2. - J,a necessità. <li questo studio positivo del– l'ambiente ò risentita piì1 fortemente nei paesi do,•c predomina la piccola. proprieti\.; - ùove la. lotta. trn hworatori e non hworatori può essere lotta tra pic– cola e grande proprietà e non lotta tra classi puro cli abbienti e non abbienti· - do,•c, in ogni modo, l'elemento pro1>ricti\ distul'ba quell'euritmia di clisu– guaglianzo e di antagonismi che s'incontra. dove abbiamo il vero proletariato agricolo cli fronte alla ter.a G n clnsso dei p1·01u·iot11ri torricl'i. Il piccolo proprietario è anch'egli un umile, un oppresso o talvolta. unu sfruttato dal grande proprietario da 111m parte, e dsl capitalista e dal commerciante dall'altra. :.\Cal'or~a– nizzazione delle forze umili e l:wortttrici si pres('nta in questo caso piì.1diflicilo 1 perchò il fenomeno ap 4 ,,are pii1 complesso, porche le stesse forze, che ff"i dovrebbero organizzare, si troYano fra loro talvolta in antagonismo. J-ld ceco ht rngionc per cui la ne– cessità di uno studio accunito dell'ambiente si fa pili "h·a. nei paesi di piccola proprictì",, anzi si llfl'erma come una neccssit:\ ineluttabile per una possibile riuscita. Le organizzazioni fra i contadini dell'Oltrepò pa– vese si prescnbrno come un bell'esempio tipico di organizzazione fra piccoli proprietari. Sòrtc di re• cento, esse, J)iuttosto che essere il risultato di 1111 movimento coscieutc a.nteccdentc, sono slJocciatc sotto In suggestione del grnnde bri\'ido d'entusiasmo e cli solidarietà che scosse in quest'nnno le classi lavora– trici di tutta. Italia. In sulle primo, fiorenti 1>erade– sioni, si affcrmnrono in quasi tutti i Comuni dove il 1>artito socinlishi nve•.-a giil. Uì~anizzato 1>olitic:t· mente i lavorntori. .!tfa gli stessi dcsid('l'ii irrealizza– bili, le stesse sp.:ranze esagerate, i prOjl0Siti imme– diati impossibili che la suggestione foc e-a parere realizzabili 111 momento, contribuirono a.li ll.ifievolire, dopo qualche tempo, il movimento. Di fronte ad un,t nzione positiv11, lunga, faticosa e per le loro forze dispendiosa, i lavoratori della. terra si sentirono in– certi. Data la composizione non omogenea delle Leghe, di fronte ad interessi antngonici fra gli stessi ade– renti) il movimento apparve anche pii1 complesso o pieno di osbLColi. I deboli si ritirnrono, e forse questo fu un beneficio; perchò, negli inizi, è preferibile che il movimento sia incomincii1to cd eseguito eta fo,•ze disciplinate, coscicuti e sicure. I forti, che rimasero sulla breccia, sentirono la necessibì, innanzi tutto, di studiare i loro 1>ropri clesiderii, le loro as1>irazioni, mettendole in relazione colle condizioni della media o grossa 1>roprietà. § 3. - Lo stnclio che presentiamo ai lettori riflette le condizioni di una delle Leghe doll'Olt.r·epò 1>avosc, condizioni che si possono l'itenerc prcssochè tipiche per tutti i pnesi della zona sottoposta, ad esame, riHettenti cioè le condizioni generali che si riscon• trano nella zona del Yoghercsc coltivata a vite. Lo studio fu fatto per la Lega cli miglioramento fra i contadini di ì\l.011U1 Beccaria, grosso Comune di circa r,ooo abitanti, nelle vicinanze di Stradella. li tcrri 4 torio del Comune ò quasi tutto coltivato a. vite, e vi predomina il sistema della piccola e media proprietà. Per media proprietà s'intende una estensione di terra che va dalle 35 alle 60 pertiche (la.pertica è cli m<1. 654 circa), essendo la coltivazione molto intensiva cd importante fortissima spesa. La piccola proprietà oscilla in media intol'no alle 10 pertiche. Di grandi 1>roprietari, al clisopm delle 150 o 200 pertiche, se ne contano pochissimi; e certo in tutto il Comune non arrivano a IO. 'J'utta Jn pro1>riotà comunale com– f>rende 21.000 pertiche. I dati che discutiamo ci furono offerti dalla. Com– missione esceutivA. della. Lega, che, con lodevole di– littenza, istituì ricerche e confronti, sottoponendoli nll'esame dei membri llella Lega non solo, ma allll. discussione ccl nppro,·azione di illcuni proprietari che dietro invito intervennero volontorosi,meute alle riu– nioni della. Commissione. Noi speriamo che il lavoro compiuto dalla. Commissione <lolla Lega montuoso sia ripetuto da tutte le altre Leghe elci paesi vicini; una voltiL poste le <1uestioni ccl il questionario, ba– steri\ seguire e ricmpiere le tabelle pro1>ostc per forsi ciascuna L-ega un'idea cantta della propria po– tenzialità economica. J~ certo che i dati di fatto ''iv rierannno da. luogo a. luogo; basterà quin<li ricercare

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