Critica Sociale - Anno XI - n. 19 - 1 ottobre 1901
Clll1'TCA socr,11;r, 2fl5 lla Ycdiamo un altro 1>articolarc ~razioso. li La– cava vuol dare in due nnni questi 17 milioni sotto forma di al.lbu9110 di canone govcrnath•o 1>crcl:ò così egli dice con molta. disinvoltura " non' è Io • ta~ c!1c d~ del suo per sgravare i ~munì, sibbenc esso rinuncia a <1ucllo che i Comuni A"li devono l'l' ~fa il Lac ava no n si dissimula che molti Comuni tra,..,."'ono dal da1.io sui farinacei molto di piìt di c1uc11~" che <IC\'0no 1>crcanone governativo. Quindi, per non ca– d~rc ncll'erroro in cui è caduto il Sonnino, 1>roponc d1 compensare, sempre coi suoi 17 milioni racimo– lati in due a1mi, l'ecceclcnza d.ella. perdita. Fin qui \'11 tutto bene, ma ecco che il JJacava aggiunge: ha,– datc che questo compenso è temporaneo, non è che per urul volta tanto, cosl che, subito do1>0 iJ biennio c1ucsti Comuni do,•ranno prov,,edere a com1>ensar~ con le loro entrato l'eccedem~a della perdita. sul ca– none nholito. Ma intiinto dimentica di arnrc scritto un poco piì1 avanti: " la situaziono si fa. gravo per quei Comuni chiusi, specialmente ciel Mezzogiorno cho alimentano i loro bilanci in grnn parte col dazi~ sui fnrinacci o dei quali, come fu rilevato r(a"'li studi della Commissiono dei Quindici e cli altri st'u– cliosi ~lella. materia,, come il Nitti, 1,umc-ct. la materia l<1S.'U1h1le 11• Ora, se manca In materia. tassabile 11011 sappiamo dove andranno a. trovare un com1;enso alle perdite. Piì1 spicciativo ò il sii3toma per abolire il cla1,io sui farinacci nei Comuni cli 1• classe. Qui, sempre nel famoso biennio, si dovrebbe compiere l'abolizione senza quasi il concorso dello Stato. Un poco di ri– maneggiamento di tariffo, un 1>ocodi adozione di !1-uo,•eimJ>?ste l?Cali, un _poco d! inasprimento delle imposte cs1stcnta, tutto ciò condito con un pizzico di municipalizzazione cli pubblici servizi (e i denari J)er l'assunzione dei servizi pubblici chi Ji preata?) dovrebbero raro il miracolo. Al pii, lo Stato darebbe un milione o mezzo, un magro risparmio fatto su quei famosi 10 milioni di II su1>ero ,, annuo, desti– nati alla sorte dei l>ani o elci pesci nclJa leggenda e,,f\r~gelica:, n. mili~ne c. mcz~o cli compenso, 1>er abohrno p,u eh 12 eh dazio s111 farinacei, è ,,ern– mcnto un grnndo tour-llt-forcc finanziario! J\la. o'ò <loll'nltro. Compiuta in questo modo l'abo– lizione ciel dazio sui fariniteci, bisogna, nei successivi tre nnni, aJ)riro tutti i Comuni attualmente chiusi. .Anche <1ui si arriva alla riforma con una operazione brillantissimo. Lo Stato, fL quanto paro (l>erchò la dizione lacaviarrn. è s~m1)re osc~ra od ambigua), clo– nebbc abbandonare 11 resto cli canone governativo che grava sui Comuni; dovrebbe cioò abbandonare qualche cosa come 34 milioni. I Comuni alla loro volta dO\'l'0bbero dare un novello giro di torchio ai tributi locali e al dazio o spremerne quanto occorro a com1>ensarc hl J>erclita. Jnsomma, in cinque anni si dovrebbe sopprimere tutto il canone daziario e, in compenso, obbligare i Comuni ad aholirc tutto il dazio sui farinacei o a clcmoliro lo cinte daziarie. Quel timido di Sonnino che si accontentava, 1>er l'abolizione del canone' della forte riduzione del dazio sui farinacei, può an~ dare a nascondersi. Quanta cautela paurosa in con– fron to n tanta audacia g-ioconda ! 1' 10.la gcninlib\ lacaviana si dimostra. coi piedi cli argilla nl rendimento dei conti. Infatti lo Stato deve perdere annuahnonte, do1>0 il primo biennio, quasi 17 milioni, cioò quanto basta a compensare (luret.-ol– mente l'abolizione elci da;do sui farinacei nei Comuni nporti o nei chiusi. l)e,•e, dopo il trio1rnio successivo, abbuonare <lm·ct•olme11te più cli 34 milioni di canone J>Crla apertura di t.utti i Comuni chiusi e per sgra~ ,•aro gli aperti. Ossia, do1>0 il quinquennio, si troverà con una minoro entrata onnua cli 34 + t 7 = 5L mi– lioni. Per questa perdita. 1>ossono bastare i 10 mi~ lioui annui cli jj supero • delJ'on. Lacava? O occor- rcrnnno JJU0\'0 imposte, quello im1>0ste che l'autore del proi;etto mostra di 11011 credere necessario? Mi– steri del grnn fin11111,icro hnsilisco. 11 <1uale però polriì cousolnrsi dclht poca solidità. del s~10 1>roi:.rtto ~on In acuta scoperta che Bari, CRtan1_R,Mess111a 1 :Napoli, Palermo, Torino, Genova, Venezia, Verona, ossia lo citL.\ che non hR.nno o l'imposta sul vRlore locati,,o o <1uella cli famiglia 11 abbondano di rnp1>resentanzc socialiste . I socialisti nel Comune di Napoli? No, no, per ora "non c 1 ò cho Casale. . .. J,: formiamoci qui. Di fronte a. questi due pro~ctti dell'Op1>osizione il Ministero non lm nncom presentato alcun proget'to C?sl che noi non. ))0~siamo discuterlo e comparar)~ ru duo prcced~nt1. M~ quello, che rende pii'1 moncn. qu~stf.L t.ratt.11z1?110,·ù 1\ non avere neppure il partito socrnlistfL un prnno ben cllinro a cui riferire le 1>ro- 1>ostodegli nitri. .La Direzione del partito nel suo ordino del giorno d1 Homa, per molti rispetti cosl poco folico nfformn. h\ necessiti\ di una riformct. tl'iblllarict. o an,zi consi– g:litt il par_tito ~cl ag-itarsi per ottenerla. lla quale riforma tr1buUlr1a? Jn che senso in che modo in eh.e mis~ 1ra? Mc~sa_così, unn agitazi~ne per la riro:ma tribu lt1ria aason11ghn.a d una agitazione per la.riforma. d.el Codice civile. 'l 'utti saprebbero che si tratta di r1 rorm11rlocon indirizzo moderno, mn mille sarebbero le opinioni intorno agli articoli eù ai capitoli d11 ri– formare. . Con ciò non intendiamo dire che il partito socia– lista debba 1>resentnrc un suo progetto per la riforma del nostro sistcmn tributnrio. Questa elaborazione di J)rogotti finan1,inri spetta nl Governo o ai partiti che sono 1>rossimi al Oo,·erno. )la il partito socia.lista. dovrebbe però pronunciarsi intorno all'indirizzo gc– nerAlo della riforma che chiede. Jnfatti, anello intendendo per 1·ifo1·ma tribufari<t. una politica. cli sgra.vii (il che non è sempre vero potendo una riforma tributaria mutare la. forma elci t~ibuti o non In loro quantib\ e neppure In. loro i11- c1domm sullo diverse classi sociali), anche concedendo cho la Direziono del partito abbia voluto riferirsi allo Sf!'ravio delle imposto che colpiscono i consumi popol11ri 1 resta ancora da precisare quale o qunli di questi consumi giovi per ora liberare. Rarà il snle su cui insisto d11Anni 1 1 011.Albcrtoni col conscns~ cli molti socialisti? Saranno i farinacci intorno ai quali si arrovt.•lla eia anni la fantasia. ~iformatricc dei_ nostri uomini J>olitici? 1n verit:ì anche , 1 ui i pa• reri sono molto discordi. J.1av,,. llaironi, su <1uesta. stessa Hivistn. (1G mag~io 1901), chinmtwa. J'aboli• zione del dazio sui farinacci " uno spediente dottri– nario cli democrazia ritardataria..,. E in alcuni setti– manali del partito vediamo far CRJ>olino una. tendenza fa,,orc,,010 n quella che o~gi si suol chiamare r,oli– tic<t. (li, l~tt:oro, sec~mdo cui gli avanzi attivi e il pro– vento d1 nuove 1m1>0sto sulle classi capitalistiche cl?vr~bbero servire a nu?vo opere 1mbblicho J>Crma!:• g1or. 111cremen~odella ~1cchczza nazionale e 1>erri– medio nlla cl1soccu1mz1ono operaia. Dunque: quict agcmlltm? La questiono ,•ar1·ebbo la pena. di una lun"'a. tra.t.– taziono, ma ci paro che ossa snrchhe molto 0 inutilo dappoi che ,;li stessi direttori del partito hanno cre– dulo fume senza. IVANOf:Boxo:MI. Per 1·agio11i <hs1x1:io 1'immuliamo al prossimo 1111- 111e1·0 il seguilo <Lellostudio ciel deputato L. llERTHAND sul !\lo,•ime11to •·001.crativo noi Helgio e il Disegno di legge i\lillea·n1ul su lo scio11ero olJltlignlorio.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy