Critica Sociale - Anno XI - n. 19 - 1 ottobre 1901

CRl'l.'lCA. 80CTALI~ 29[ toro la fatica •.lella ricerca e lo pieghi a tirnrc la Jinea fondamentale delle nuove leggi sulla falsariga dei fatti comJJiuti o degli accenni tracciati dalla mano callosa del lavoratore. 'l'utto ciò trae seco la necessità di un ]argo pro– gramma d'azione per il parLHo socialista. Le classi borghesi intendono il loro dovere; la Direzione del partito socialista si limita a raccomandare i pro– biviri, le donne o i fanciullclti. J~; J)oca cosa per tanto movimm1to. * * * So l'ordine del giorno approvato dalla Direzione del rartito è, per questo lato, al di sotto della realtà, sia addirittura fuori della realtà per la parte che concerne la riforma. tribubuia. Il nostro proletariato è povero ed ha mille bisogni, e benedirà il giomo che gli verrà alleggerito il fardello delle taiise indi– rette. :Ma questo non è il bisogno· che piit Jo preme. Nella grande agitazione cliriuest'anno non sono accenni in questo senso. Pili che dal proletariato, la riforma tributaria. è sentita dalla piccola e dalla. media bor– ghesia. Noi, dunque, proponendo un'agitazione di questa lltLtura, ci dimostriamo metafisici come i re– pubblicani della" pregiudiziale,,, iniziando moviment.i artificiosi che saranno miseri e inconcludenti. ~la gli operni, che proseguono l'opera delle loro organizza– zioni e che però non hanno voglia di buttare il tempo, non hanno dato segno di vita all'annunzio della pro• posta agitazione. B poi, per quale riforma tributaria ci dovremmo muovere·? Per quella del Sonnino, per quella del Lacava o 1>erquella del \Vollemborg? O per quella socialista, che non abbiamo? Non si pretende uno schema preciso e completo come un disegno di legge; ma almeno le linee fondamentali e dirett.ive! È chie– dere troppo? La verità. è che In Direzione del Partito non ci ha offerto nessuna traccia 1 perchè non ne ha; e non ne ha 1 perchè il partito socialista per il mo– mento non ne può avere. Le riforme non si fabbri– cano come un castello in aria., ma si tlesumono dagli spunti e dagl'impulsi delle naturali manife– stazioni cli classe. E questi, dicevo, fanno difet.to . Ben di\·erso, adunquc, è il moto direttivo che si deve imprimere alle energie del partito. Alla nostra Direzione è mancato in ogni tempo il senso politico. Ell'è un ùuon istituto di probivid per la risoluzione delle piccole contese personali; e può essere un buon organismo per la distribuzione degli uffici ammini– strat,ivi. Ma non dirige. E forse è meglio. Sarebbe pericoloso accentrare in pochi, siano pure i buoni tra gli ottimi, un potere che fosse quasi dittatoriale. Pili spontanea e pii.1 feconda sari\. la vita del partito, quanto piì1 liberi saranno lasciat.i gli org·ani produt– tori della sua complessa funzione sociale; la stampa, il Gruppo parlam0ntare e l1organizzazione economica e politica acquistano, con l'inclipenclenza, il senso della responsabilità e svolgono per virtl1 sponbrnea le forze direttive ciel partito. Probabilmente, con le dande della Direzione, noi dell'Avanti! non avremmo proposto e caldeggiato l'ostruitione parlamentare; sem:a balie e senza istitutrici, i socialisti della grande vallata del Po hanno richiamato alla vita le spre– giate plebi campagnole: sono ben questi i due mo– menti rivoluzionari clel socialismo italiano. La J)iro– zione del partito non. si crea ad arte: nasce or qui or l1ì, per forza spontanea. Oggi le sorti del partito nost.ro e h\ direzione sono affidate alle Leghe con– tadine. A novembre i contadini si troveranno a Con– gresso. Là.si disegnerà Pinclice direttivo del socialismo italiano, li\ voleranno le nostre speranze. B possa il Congresso, questo parlamento degli umili fra gli umili) comunicare a tutti i socialisti d'Italia il senso del loro dovere e la virtl1 rivoluzionaria dell'anima contadina rinnovata! OAHZIACASSOLA. B te :i e no B1ar e LECONFESSIONI D SAVERIO MERLINO Sayerio Merlino re1lliea nel Fracass<i (22 settembre) all'ultimo articolo 1Hio,fulminandomi questa 11 catego– rica,, interrognzlono: - " crede egli (il Turati) JJossil>ilc " l'organizznzione unitaria della. 1>roduzJonecon la con– " seguente determinazione burocratica dei valori di " cambio - che ò il J>rincipiofuori del quale il collet– " tivismo non può consistere- sì o no?,,. - Con questo comincia e con questo - come scrive egli stesso - ter– mina la replica di Saverio Merlino. t: JlrObabile che al nostro lettore ifugga. il nesso cho lega h~domanda con la questione ministeriale e con la tattica del partito socialista nell'attuale momento IlOli– tico, che furono l'oggetto del mio sc1·itto; nel quale i principii sommi e lo finalità. ultime del movimento so– cialista erano rammentati, schematicamente e in forma. dogmatica, non già. a dimostrarne il (011<lam~1toe l& effettuabilità (del che, ripeto, chiunque senta rispetto per il proprio tema non potrebbe trattare per iucidcm:a in questa polemica) 1 ma unicamente a stabilire - ciò che del resto non disconosce il :Merlinor li quale, come vedremo, JlOrta egli stesso il dibattito su ben altro ter– reno - che la tattica delle riforme, e il metodo da me propugnato per conseguirle, in nulla contrastano con quelle flnalit-à e con quei principii. Discutere sullo " Sta.t.o futuro ,, è se1~l))re,forse, un po 1 ozio.so.lila ,,01ero n<logni costo cliSClÌternea fondo, a prOJ>OSito delle urgent.i e pNsenti necessitA della tattica. durante questa XXI legislatura, è suJJergill come J)re– tendere cli fare un corso di geograna universale a ehi da :Milanovi domandasse la strada J)erMonza. Lo.inter– JJellanzt1.,che :Merlino muove a me, potrebbe dunque più opportunamente risirbarla come 11rimo comma <li un catechismo tascabile da proporsi alla Sezione socia– lista napoletana per l'ammissione dei soci. Ma poichè egli, 1,'ionon mi sbottono con lui sul punto che gli interessa, minaccia nientemeno che questo di– sastro, di pensare ch'io voglia " perpetuare un equivoco, Jliuttosto che confessare la verità ,,, non ho difl:lcoltàad aprirgli ingenuamente l'animo mio. E a dirgli ch'io credo, non solo 1Jos~ibile, ma inevita,– bile (e, se questo uon credessi, non mi prorcsscrei socia– lista.) l'organizzazione unitaria. dei grandi rn1ui della produzione, con la conseguente detnmiuazione dei va– lori di cambio, non già. " burocratica ,, (nel senso che l)0ssn.fissarsi acl arbitrio <laifunzionari dell'Ammini~tra.– zione), ma scie11tiflcamente e democratieamente stabilita. in base al <10J>pio criterio del tem1>0socialmente neces– sario a creare l'unità del prodotto, e dei bisogni soctnli. Come questo doppio criterio ·verrà. in sò congegnato, fu oggetto 1 o sarà forse ancora, di lunghe discussioni teo– riche, e in definitiva. ne sarà giudico l'esperimento: perchò anche la società avYonirc - come tutte lo societÌt Jlre– senti e passate - non uscirà d'un sol getto, definitiva– mente cristallizzata. :Ma,chi non pensi éterna la Ilre– sente anarchia della produzione, è assurdo supporre elle la evoluzio110storica di quel cor1>0,così eminentemente Illastico, che è la società civile, darà, le proprie dimissioni di fronte alle difficoltà pratiche di un tale problema. Problema, si aggiunga, che del resto - imperretta.mente e con tutti i difetti inerenti all'attuale disordine borghese - è già. 1n qualche modo risolto nelle industrie attual– mente esercite col sistema della regìa. Ilo dato tanto J)iù volontieri al :Merlino questi schia– rimenti d'indole subiettiva, dacchò egli ebbe Ja. insigne

RkJQdWJsaXNoZXIy