Critica Sociale - Anno XI - n. 17-18 - settembre 1901

CRITICA SOCIALE 265 gramma minimo. Con ciò mostrano cli credere al " buon cuore " dello classi borghesi. l~ssi vengono a dire, insomma, che, so il Giolitti si commovesse per le 1i1iserie degli umili e per le " armonie so– ciali » o battesse la via cli Damasco, allora si po– trebbe ragionare di socialisti ministeriali; valo a dire fanno un'ipotesi, quale potrebbe creare la fantasia di Luigi Jmzzatti, che si conviene all'empirismo dei flebotomi filantropi, ma che contraddico al principio della lotta di classe. È canone socialista che le classi borghesi diurno via via del loro privilegio quel tanto che corris1>onde alla forza dì pressione del proleta– riato. Misurare questa forza è determinare la por– zione cli cliritto che il proletariato ha conquistato e che può richiedere a un Governo non truffatore. Cominciamo dunque a fare un po' di bilancio di casa nostra. Qual è stato il nostro lavoro? Quali frutti ci son dovuti? I primi anni di vita del partito socialista, molto faticosi, sono stati spesi per la libertà. Altre que– stioni si sono fatte, ma in via incidentale e per b1·ev'ora; invece, il combattimento per la libertà. è di ogni mmo, di ogni giorno; a quando a quando, piccole tregue per riprendere fiato, che qualche in– genuo scambiava per trattati di pace; e poi di nuovo in armi, per tappe, tra le scaramucce frequenti e le pili frequenti imboscate, fino alla battaglia suprema dell'ostruzione parlamentare, che fu il nostro trionfo, che ci donò il diritto cli cittadinanza in quest'rtaliit dove si ,•ivacchiava mal tollerati, che ci aperse la via al lungo viaggio e il CUOl'C a nuove spe– ranze. La libertà noi conquistammo e alla libertà abbiamo diritto. Ma quali altro battaglie abbiamo clato e vinto? E potevamo combattere per altri fini, se la libertà, arme di ogni fl-ltra conquista., ci veniva con– tesa'? Il partito socialista, vigile e spedito, ha fatto parecchie punte, ha molestato il nemico con mosso a11daci di avanguardia.; ha promosso dimostrazioni di popolo per l'abolizione ciel dazio sul grano e per una leggo tutelatrice .del lavo1·0 delle donne e dei f'Hnciltlli, ha discusso e discute delle spese militari 1 della politica estera, del sale, del lotto, della mo– nnrchia., della riforma dei tributi 1 di dio e del dia– rolo; ha, con ginnastica. anche forzata, imp1·esso vigore e dato allenamcitto ai muscoli e ai sensi del proletariato: tutto questo è utile preparazione per le lmttaglie avvenire, ma 11011 è ht battaglia grande f' dccisiva 1 come l'ostruzione pat'lamentare, e non se~na nessuna piena vittoria. per il socialismo. Os– serviamo purc quell'agitazione che, dopo quella per ht libertà, fu di certo la pili nutrita e che è nello stesso tempo la pii1 recente: !"agitazione per abolire il dazio s1ù grano. Orbene, possiamo dire in coscienza che la pressione elci proletariato sia stata., per in– tensiti\ e per estensione, tale dt1. costringere il Go– verno alla resn? ro dico di no. R la riforma trHm– tal'ia, che dovrebbe reputand urgentissima se si tiene conto del vivo malessere cagionato dalle gravezze fiscali anche tra le classi medie, può dirsi matura, se le l)ro1>oste cli parte democratica non sono state JJCI' ~rnco niccolte in un programma fisso, chiaro, suggestivo? Jo seguito a dire di no. G·]i nntimini– steriali che pretendono dal Governo un'infinib\ di regali sono vittime di un'illusione, sia che attendano lo riforme dnl buon cuore nemico 1 sia. che reputino Postrnzionc parlamentare ba.ttflglia e vittoriA. del socialismo, invece che della sola libert~. Molti, fra i meno nutrit.i di pirne socia,lista, hanno avuto que– st'H.bbaglio e han pregustato gli ozii e gli onori dell'eroe in tempo di pace . .ln\"eco, quanto la,,oro ! Anzi, ora soltanto comincia il lavoro socialiRfct. Fino a ini fu laroro tli sof'iali.-:li, u11ifa1111('11tc ('ùn altri, per Ja conquirsta di un bene comune, la libert:\. 1bI tee~ C 1noB1arcc . .. Un'altra obiezione posta in circolazione dagli an– tiministeriali può venirmi mossa ora in buon punto. Si ò detto: - Poichò la libertà è stata conqui– stata dalle forze popolari, nessun Oo,,erno ha il potere di levarcela; oncl'è buttata. la fatica con la quale i ministeriali sorreggono gli on. Giolitti e Zanardclli. - Quelli che così ragionano, e non sono pochi, appartengono alla schiera felice dei neofiti (c'è chi rimane neofita tutta la vita) 1 i quali vedono lo cose con le lenti d'ingrandimento delln fede e credono aver conquistato il paradiso socialista ad ogni vittoria nostra. anche piccola, e si consolano di ogni sconfitta chiamandola vittoria. morale. O Candido, o Pangloss, siete immortali! Op1n1re son quelli, sem– plici anch'essi, che amano le divisioni nette e che se le fanno perchè il conto torni meglio: noi di qua e di là. loro, classe proletaria e classe borghese; come chi si ferma alle quattro operazioni elementari e in queste fa consistere tutta l'Rritmetica, perchè Je frazioni e Ja regola del tre confouclono il cervello. Così gli antimiuisteriali, con la prima osservazione, rendono omaggio al buon <more borghese; con q no– st'altra osservazione che ho detto, dànno al principio delJa lotta cH classe un'interpretazione schematica, quasi direi meccanica. Di qui le frasi tonde: - 'Tutti i Governi sono uguali. 1 socialisti devono essere sempre antiministeriali. - Già, due e due fa quattro, e abbasso la regola del tre! Questo modo di conce– pire la società in dqe sole classi, proletaria e bor.. ghese, è anche più metafisico della concezione catt.olica., the, tra. il paradiso e l'inferno, tra gJi eletti e i reietti, ha messo il purgatorio e il limbo, che per ragion di giustizia dovrebb'essere il più popolato Almeno i1 limbo, dunque, ch'è iJ più Yicino al pa– radiso e dove avranno paco i più vicini a noi, i repubblican_i arcangeliei. Perchò, vedete contraddi– zione, gli antiministcriali, mentre si affa11nano a dichiarare i borghesi tutti nemici irreconciliabili dei socialisti, vogliono allearsi con la parte piìt settaria dei repubblicani, borghesi pur essi, e dimenticano tosto la rigiclez,:a di cada.vere della loro lotta di classe per la. pregiudiziale repubblicana che la lotta di classe esclude o non accetta in tutta la sua pu• rezrn. Comunque sia, reJ)ubblicancggiando 1 gli anti– ministeriali ven~ono ad ammettere che la classe borghese non è <li un blocco solo e di un solo inte– resse; e questo è quel che preme. R allora., è proprio vero che tutti i Governi sono ugun.lmente rispettosi della libertà proletaria, quftndo questa sia sta.ta conquistata. con un mezzo rivolu– zionario quale fu l'ostruzione parlamentare? La Ca– mera dei deputati, nonostante l'accresciuto manipolo cli Estrema Sinistra, è la Camera reazionaria del Pelloux; i giornali della forca schi1,zano veleno da ogni poro; i g-rossi proprietari campaguoii farebbero tante Berre dei diecimila. Comuni d'rtalia, se niente niente ne avessero il potere. 1 reazionari, vinti e dispersi 1 ricompongono le fìlo e spiano l'ora tragica, la nuhe cli sangue, che li guidi al Go,•erno: così la zavorra gettata clal naufrago vien risospinta a terra dall'onda procellosa. l~ poi, gli stessi m1tiministc– riali, che ogni giorno tnstano il polso alla dea libertà per contarne le oro di agonia, non avvertono forse il pericolo? Oggi si proibisce un comizio, ieri s 1 im– bastì uno dei soliti processi, domani si sequestrerà. un gfonrnlo: or cluncpic la. libertà non è J)iena. e si– curn di sò, tanto da. uon tenwrc insidie; vuol essere dunque difesa e A'uernita di nuove fortezze. li destino degli antimi11isteriali è di tirar sassi in piccionaia e di offrire a noi buoni argomenti. Urla.no che la libertà. pericola) o non capiscono che c1uesto 1'- 1rnrC> il no~tro timOrC>. Non sanno ch0 sia.mo mini– steriali appunto perchè, non 1>otendo la liberti\, che

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