Critica Sociale - Anno XI - n. 17-18 - settembre 1901

CRITICA SOCIALE 2GI tuni che col Gabinetto 1/.anan..lolli abbiamo la cuc– cagna delle 1.: lihcrU~ consolidato ,, ? Dopo ciò v'è qualcuno che si preoccupa. della calata in Italia dei gesuiti! [o mi rifiuto a noverare fra i miei contraddittori Nicola Barbato, sebbcn~ hl. sua lettera aperta., pub• blicata clall' Amnti I il 1O di agosto, sia. stata ristam– pata o diffusa eia qutllchc Circolo con mtento cli con futazione alle idee mc esposte. Ilo riletto piì1 volte quella lettera con tutta. l'attenzione reclamata dalla rc,•crcnza che l'autore ispira, e non mi è riuscito cli ,,odoro in che cosa di sostamr.inle il suo pensiero si disco3ti dal mio. A parte, infatti, l'opinione sulla utilità. o sul churno di questa polemica, che del resto serpeggiava già nel partito prima ch'io pigliassi po– sizione e usciva) a dir così, dallo cose - a parte hl ornrni trita controversia su ciò elio debba intendersi per " fiducia ., nel Gabinetto o sull'appoggio ad esso " caso 1,er caso ,, (controversia. nella quale non v'è sostanziale dh·ergenza, salvo il giudizio su la chia– rciza e l'opportunità della formohi), certo è che, snllo due questioni concrete da 1110 agitate, il consenso ùi Nicola Ilill'hflto non può essere pili J)ieno e inconcli– :donnto. Quanto alla condotta ..:... egli scrivo - nel momento che attraversiamo, tu lo sai ehe l'accordoera completo; nell'interesse del partito e del proletariato italiano, bi– sognava. OJ)J)Orci alla, caduta del )linistero Zanardelli– Oiolitti, fino <1. che 1111 altro Ministero 110nsi fosse deli11eafo in C011<1izio,1i tali da t:Oleree. pote.re fare qttalchecosa di pilt, pet· il benedell'Italia, o almeno <la 11011 poter l0[Jlie1·e quel 1>0 1 ,u libertùche ci ha lasciato il 1n·csente.Ministero, ecc. Si può chiamar questo un rtppoggio conceduto cnso per caso, che non implica l'iducia e apprornzionc nel senso proprio. È questione di nomencJatura. - 1~ pii, lunge: Poichò i re1mbblicani o ì socinlisti hanno deciso di accettare la lotta 1>arlamentare, sarebbe staio mc. allo cli di.~ciplim, focom1>re11sibile(<ledico qutsle li11eeagli attuali caldeygiatori cli 1m Co,iyrtsso 11azio,iale) quello di rar di– J)endere dai Comitati dirctth•i o dallo assemblee nazio– nali elci J)artito il cloi:ere dei loro rapJ)resentanti di far cadere col loro voto un Ministero e conseguentemente di indicare 1:dla.Corona un :litro di Joro flducia nel senso parlamentare. J~ un dovere che 11asce co11tcmtporm1eame11fe al, loro mmulato, ecc. Questo per la prima questione. Per l'altra, riflet– tente la. necessiti\ cli sbarazzarci dalle correnti im. pulsivc, egli accentua. il suo consenso ripetendo testualmente le mie stesse parole. Nè io potevo du– bitarne, conoscendo la mentalità. o le tendenze del valoroso compagno cli Piann. dei Oreci. Potrei dire ch'egli è in questo pii.1" turatiirno ,, ch'io non sia., se non mi sembrasse piì:1 giusto dire invece ch'io non sono che un seguace dellft. sua scuola. Nè a ciò fa ostacolo qunnt'egli scrive circa l'e-. vcntualit:\, che a lui pare meno proliabile che a mo non paresse, che si inauguri ormai 1>clproletariato italiano un'Cra di evoluzione trauquiJJa, incessante, G110 B1 n sempre accelerata. lo suliorclir1M'Oquesta speranza e quest'augurio alla condiziono che il presente stato di tregua potesse perdurare, la JiberHLrinfrancarsi, e nl " periodo cielconsolidamento" susseguire quello dello " progressive conquiste 71• Barbato ,,ede le cose cogli occhiali affumicati che usa, portare. Egli ò un po' il prigioniero della teorin, che s'è formata, per la qunlc noi tutti siamo ancora nella preistoria, anzi nel periodo prcumano. Per lui, In vecchia Italia ce• sarea e rapace, per fatalitll eco110111ica e psicologica, non tarderà a far razzia dello speranze nuo\'C, e i mozzi bestiali cleUe età. pass11tc ritorneranno a fun– zio,rnre. Può darsi, e gli vogliamo troppo bene por gri(larc: "crepi l'astrologo!,,. )la qui siamo, appunto, noi campo dell'astrologh1, o il criterio d'ognuno ò lihcro come il volo delle rondini e la divinazione dei profeti. Nò questo disparere influisce sui pro• grammi e sull'azione. ,:: chiaro che la tattica lcgnlitarin, che Barbllto, nl pnr di mc, raccomanda cd fiJ)prova, è subordinata nl persistere delle condizioni che la rendono possi– hile cd utile. ,.i sono, atl ogni affermazione, dei J>rc1rnppostiche si sottintendono. Noi scriviamo per 111talia, 11011 per ht Hussia o por la. Cina.; per l'Italia dell'oggi e per quella, cho intrfwediamo, di un do– nrnni vicino. Soggiungo che, in fatto di previ.,i,ioni - non di JJrogramma - il mio punt.o di yista. po– trebb'csserc forse alquanto mutato s'io scriYessi, anzi– chè dall'AJta Italia, dalla Sicilia o dalla Basilicata. Conosco dei moderati meridionali intelligenti, nella stessa Camera (e ai miei colle1,rhi c1unlche nome verr:\ subito suJ Jabbro),che prevedono come imman• cabili, a non lontana scadenza, delle jacquerie.~ nel mezzogiorno italiano, appctto ullc quali il '94 e il '98 parrrtnno giochi cli fanciullo. Jo sono piì1 ott.imista. di loro. llo fiducia che, so il moto proletario inizia.– tosi ncll'ctalia. alta. e centrale potrà continuare per qualche anno ind.isturbato, esso finirà per reagire sul Governo, sW Parlamento, suUe industrie, sulle condizioni economiche, politiche e morali del paese, per modo che il contraccolpo sarà risentito in tutta. la penisola e potranno essere evitati gli orrori della guerm civile. Uicordo, ad ogni modo, per coloro cui J:ÌOva oggi gabellarmi per legalitario ad oltranza, sotto tutte le latitudini e a traverso tutte le ère, che allorquando scoppiarono i moti di Sicilia. del '{14. e furono domati nel sangue, e fu un lolle genemlc contro cliessi del partito socialista italiano in nome della. formWa legalitaria; forse fu sola, insieme al professore Antonio Lahriola, la Critica Sociale, che insorse a protestare contro l'ingiustizia storica e l'ingenerosità. morale di c1uclla stereotipata denigra– zione - meritandosi ripetutamente le carezze del Fisco. Vi ò un punto - ed ò il solo punto - nella lct– tcrft. del solitario dì Phrnn, che suoni per mc, piì1 che dissenso 1 affettuoso rimprovero: dove 1>arhtdei repubblica11i. i:: non già, Ri hacli bene, dove dice del dovere che sarebbe in noi di aiutare l'opera loro, qunndo gli ostacoli, che traversano loro la via, aves– sero da indebolirsi ed essi acquistassero la forzi\. e

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