Critica Sociale - Anno XI - n. 17-18 - settembre 1901

2GO CRITICA SOCIALE Me-rlinosi climcnticn di notarlo) furono condizioni specialissime, molte volte illustrate, che impedirono fin qui la penetrazione profonda (lei sociHlismo denh·o la classe operaia. Ad ogni modo, questo distacco fra organizzazione opcrafa. e socialismo è, pel Merlino, un bene. u Figuriamoci che avverrebbe - egli scrive - BC g-li operai dipendessero per i loro interessi immc– dhLti eia un partito politico, sia pure il pili anmzato .... n peggio che possa. accadere agli operai è cli trovarsi in balìa elci politicanti ., (pag. 10). l~d ecco l'anar– chieo che rifa capolino; la politici~ sono.... i politi– cnnti. Che il proletariato or:;!anizznto possa fare, debba fare una politica propria - che (Juesta r>oli– tica. possa e clebtx, essere il socialismo - non gli sa ontrnre nel capo. B alloJ'a si capisce che il capirci diventa impos~i– hilc. AJmeno Arturo Labriola pnrla del soci~lismo del proletariato: lo "spirito rivoluzionario,,, cui fu. appello, ha nlmeno qualcheduno in cui si impersona: lm un cencllo r ha delle :;ambe. Ma. dove posa lo " spirito riYoluzionario ,, di Saverio ì\ferlino? Bsso ò l\npportutto e in nessun luogo, come· Domenedclio. ii: lt1 ribellione per la ribellione. T fatti di Borra, in Re.nato, potevano far cadere il Governo liberale a prolìtto della renzione. Che importa? Si sarehbe pro– mo~sa. un·agitnzione contro il Senato. Ern op1>ortunn? Eia il momento di farla? Avrebbe avuto successo~ Merlino non si occupa cli questi pnrticolari. Doves– i:;imo anche, con una ripresa. di reazione, perdere la lihcrb\ esterna, cioè il mezz:o di propng-trnda, poco i1nporta se consct·\•inmo la libertà interna 1 cioè il sen– timento dei propri diritti e la volontà dì farli volere, occorrendo, a dispetto dei governanti (pag. 5). JI torto dei deputati socialisti non è stat.o tanto di \'O– bre poi :Ministero, quanto di iivcrgli dato un po' dclht loro nuima cd anche uu po' di quclht degli altri (ihitlem). n )il'inistero ò una lcbhra colla quale è pel'icoloso il contatto. Il torto nostro ò di css('rci contentati cli piccolo soddisfazioni del nostro amor proprio (le libert.\ d'organizzilZiono e cli sciopero contano così poco poi Merlino! - Quando c·ò la " libertà interna ,, forse non bnsb.L ?). La rcaiionc nveva del buono: il Governo "scminHndo vento, 1111 giorno non lonlllno avrebbe r11ccolto tempesta,,. Quale tempesta.~ A vantaggio di chi? Ma ora. si è l)ane e cacio col Governo e ogni speranza è 1>erdutn. " :Non si risuscita da un momento all'altro l'nssopito spirito rivolu7.ionario nelle moltitudini. ... t assai più ft1cilo adclormontaro un popolo, cho destarlo dal le– targo in cui esso giaccia immerso ,,· (pag. G). . .. Jl nocciolo centrale della questione - non c'ò che dire - è qui. li Merlino vi insisto ancora pii1 avanti. Egli ò un prosecutore accanito di riforme, di tutte le riforme, Anche cli quelle che a noi sem– brano inutili. Ma Jc riforme, .nò gTandi, nò piccolo, « non si ottengono senza la spinta rivoluzionul'ia. nisogna dunque tener vivo lo spirito rivoluzio1rnrio n('I partito e nelle popolazioni 11• Che cos'è questo '- spirito rivoluzionario.,, cho tutti i nostri contmcl- 1littori oppongono alla tattica nostra, che essi ci rim- B1h1otPc'1 C ne 81ar o proverano di avere rinnegato? Tutti lo invocano e nessuno Jo definisce. È esso una cli quelle forme vaghe che, a ,•olerlo afferrare, definire, precisare, si risolvono in nulla? lo 1:wevodichiarato al Congresso cli Bologna che il socialismo, nella sua pienezza, non potrà cominciare ad essere attuato se non dopo la conquista dei poteri eia parte della clAsso proletaria. E la cosa mi pare cl'un'evidenzn. nrntematica. li .Mer– lino me lo rammenta, e tenta di mettermi in con– traddizione con mc stesso, 11ccusnndomi cli avere rinnegato il concetto " rivoluzionario ,, cli quella di– chiarazione, ammettendo, come faccio (e come facevo anche allora. - si era in tema di programma mi– nimo!), che nl collettivismo si arri\'i lentamente, per ~mcli, per In via di riformo pncifiehe, conseguibili sotto il regime borghese (pag. 22). Sta dunque la rivoluzione in contrasto colle riforme~ Lo nega. Ar– turo Labriola, poi quale il socialismo è'- un divenire di riforme successi,•e ,,. Lo ncgi:L il :Merlino ancora i,H1 risolutamenle. u J,'ra riforme o rivoluziono non c'è contraddizione. E piì.1 largo sarà il movimento di riforme che avremo suscitilt.o nel paese, pii1 focilc snnì il nostro còrnpito,, (pag. 24). 1,:allora.1 Soltanto, lo riforme si clchbono ottenere, 1>arc 1 per tutte le vie, cc<·etto per quella sola che - nel J)rescnte a::isetto politico-sociale - cc le può dare: hi pressione del proletariato soprn un Governo che possa concretarle e che sia diSf)Osto a concretarle. Arturo Labrioht rimpinnge il Onbinctto Polloux o Merlino si duolo pcrchò ò aJlontanato il pericolo clclhi tempesta. Leggete i pochi ordini ciel giorno che, qua e là, lo Sezioni elci 1u1rtito votarono in senso contrario alla tattica del Gruppo socialistn, e vedrete che la prcoccu1n1ziono dominante è ilncora. sempre quella: hL paura che, _votando per un Oabinettto borghese, lo spirito rivoluzionnrio del partito socialista. riceva qualche detrimento. Enrico Leone - spirito gio\'e• nilmente irrequieto, che si è assunto il còmpito, su– prriore anche ol suo alacre ingegno, <Li con<'iliare nel partito gli inconciliabili - teme anch'egli che (Azione srx-ialisla, IO agosto) ciò che si è co,wenuto di chii1maro rninisterialismo soch1listn "conodn la fibrn rivoluzionarii\ del partito ,,. Ma. 1>er sostenere questa tesi deve poi foggiarsi un rnini::iterialismo di maniera, che nessuno - tranne gli avversari nostri in mala fede - ha potuto mai attrihuirci. De\·e s11p- 1>orre l'ipotesi di un Gruppo socialista " legato nlla. politica ciel ftlinistcro ,,, passivo di fronte ad essa, 11gitoe non 11gentc, sospinto e non propulsore. 1,:c1 ò questo un equivoco in cui - paro impossibile! - sono caduti molti altri. t vero che dal campo cli certi affini, e perfino eia. qualcuno che si dà. per so– cialista, l'equivoco viene ogni giorno scientemente alimentato. J,a falsificazione fu eretta a sistema, e non valsero Rrncntite, chiarimenti, documentazioni. ro ìl.vevo sostenuto, noi mio scrit,to, che per questo si imponeva ai socialisti un senso vig-ilante della mi– sura: che lo libertà conquistate dallo ultime elezioni, eia.Ila battag-lia ostruzionista, dallo sciopero di Genova, erano tuttorn deboli e minA"hcrline, prcc.uic, pieno d'iucertezzc: non mi si fa dire ogni giorno da ccr-

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