Critica Sociale - Anno XI - n. 17-18 - settembre 1901
CRITICA SOCIALE 281 ogni aspetto, il migliore. Esso consiste nel vendere con beneficio, ossia ai JJrezzi ordinarii di mercato, ri1>artendo poi il beneficio, così realizzato, in fl11 di semestre o in fln d'anno. L'altro sistema consiste nel vendere su))ergiì1 a prezzo di costo, aumentato apJ>ena di un 2 o 3 °/ 0 per coprire le spese generali e l'interesse del capitale. i~ il sistema adottato in Inghilterra nella C00J>erath•a del• l'esercito e della marina. 1n Belgio, che ci consti, non è praticato. Le nostre })referenze sono per il sistema di l{ochdalc, come quello che permette ili cooperatori di fare ogni giorno delle economie senza accorgersene e di riscuotere un benefizio in fin d'anno o di semestre, il che ò loro ben altrimenti sensibile che di risparmiare J>OChi q_uat– trini ogni giorno. Di pili il magazzino cooperativo deve essere a1>ertoa tutti. Esso deve vendere al J>ubblico, anche al 1>ubblico che non è socio, non fosse che a titolo di 1·éclame. Ecco come si è fatto, in generale, per fondare le no• stre Coo1>erative. Nelle città si 1>rincipiòcol creare una panetteria. :Xei villaggi si preferì il magazzino di derrate alimentari, perchè in campagna, fino a testè, ogni famiglia faceva il suo pane, ecl era invece im))ortantissima la ,•e1Hlita delle farine. Jl J>ane e le patate essendo cla noi la ba.se dell'alimentazione popolare, il ramo panetteria fu scelto assai opportunamente. Alcuni operai si uniscono dunque per fondare una · panetteria cooperativa; ci vuol del denaro; si comincia a versare ogni sett.imana 25 o 50 centesimi. Dopo qualche mese, riunito qualche centinaio di lire, si affitta un locale, J)referibilmente una cantina contenente un forno da pane, o una retrocasa a modico prezzo. ì,~ così che iniziaronsi il l'ooruit di Gand e la Casa. del popolo di Bruxelles, con alcune centinaia di frnnchi e in una cantina! Oggi, e non son passati vent'anni, queste due Coo))erative possiedono ciascuna pili di un milione e me;zzo di franchi in immobili. Ogni membro sottoscriveva un'azione di 10 franchi. j\[a oggi si può entra.re come soci versando soli 40 o 50 centesimi, prezzo del libretto di socio, contenente il regolamento e alcune pagine bianche J>erinscrivervi gli acquisti. L1imJ>Orto dol\lazione è pagato mercò ritenuta di 2 o 3 franchi ,mi beneflcii che toccano ai soci ad ogni ripartizione. 'l'empo fa, nelle Cooperative che non aveva.no carat– tere socialista, si doveva sottoscrivere un'azione di 50 o di 100 fr. e versare una tassa d'ingresso che andava aumentando quanto piì1 la Società. arricchiva. l~ra. il sistema borghese a base capitalista. Cattivo sistema 1>ercbè ostacolava il reclutamento di nuovi soci; sistema, isJ>irato a un sentimento egoista, e falso per giunta. L'essenziale, per quelle Società, era. il versamento di una quota di capitale. Le Cooperative socialiste pensa– rono a. ragione che l'essenziale non ò aumentare il capitale socia.le , ma la cif1·(t <lelle vemlite, cho o ben altrimenti J>rocluttiva. Oggi, nelle nostre Cooperative socialiste - e l'esem))io ne è oggi seguìto cla tutti - si diventa, a Brnxelles 1>er esempio, socio della Casa del 1>01,olo versando 40 cente– simi ! Si può acquistare nei magazzini, avere il pane a domicilio, pigliar parte al riparto dei beneftzìi realizzati alla. fine dell'esercizio, essere comproprietarii nella pro• porzione da J a 18.000 d'un avere sociale di oltre un mi.Lione- tutto ciò versa.udo soli 40 centesimi. Sistema eccellente, poichò ciò che vi domina, come dicemmo, B ,ate 1 C no B,arcc --------- anche sotto l'aspetto del p1·ofltto 1 non è il capitale ver• sato dai soci, ma i loro acquisti. La cooperazione socialista. belga è dunque largamente operta a tutti: non si esige il versamento di un capitale J>ergodere dei beneflzii sociali. Di più, non si chiede agli operai di impegnarsi per una somma tro1>1>0 forte: le azioni sono di IO franchi, J)agal>ili in due o tre anni, mercò ritenute di 2 o 3 franchi a. ogni dh•isiono dei bcneflcii. Nella nostra ventennale propaganda. cooperath•a di– eemmo sempre che la COOJ)Crazionenon doveva consi• dera.rsi come un fi11e ma come un mezzo i che essa J>O· teva. esser J>Ostaalla base del movimento operaio e sociaJista. Per noi - scrivevamo nel 1888 - le Cooperative sono un mezzo, non un fine. Nostra mira è l'emancipazione completa dei la.vorntori, la soppressione del salariato e della J>rOJ)rietìt individuale. Per togliere la miseria., per rare che tutti godano una vita lieta e tranquilla, è indi• spensabile fare spari1·t:ile cause del malessere n.ttuale. Ora, la 1>rincipal causa della miseria degli uni e clol– l'arricchimento degli altri, è che questi J)Of:Siedono, in• dividualmente o colletti\'amonte, la terril, gli strumenti del la\'Oro, gli opiflci 1 le ca.se , ecc. Essi profittano delle loro condizioni J)rìvilegiate ))er sfruttare gli altri che non J>ossiedononulla. [,i fanno lavora.re a loro profitto, dando loro due se producono quattro. Il la,•oratore che produce giornalmente, ad esempio, l'cquh•alente di dicci pani da un chilo, e cui non se ne rendono che cinque, è frodato. Jl capitale e la propriefa attuale sono frutto di questa trattenuta. (chiamiamola cosl !) fatta a"i sala– riati, n. coloro che, producendo quattro, non l'icevono che due. Lo .scopo, per rendere tutti felici, è fare che le ricchezze e gli strnmenti del lavoro, oggi J)osseduti da pochi, lo siano da tutti. La questione è ora di sapere se, collo sviluppo delle Coopenitivc. si arriver.\. a. da.re al lavoratore il 1n·oclotto illleyrale del suo lm:oro, dedotti gli oneri sociali. Qui non esitiamo un istante a rispondere di no. Perchò mai dei capitalisti si spossessercbùoro, t\uche contro J)agamento 1 d'un 1 industrin. che con.sente loro di arricchir.si senza lavorare? Sarebbe follia il supporlo. Possiamo quindi concludere che la cooperazione non è un ftne 1 non sopprime il salariato e quindi la miseria. Essa. non ò cho un mezzo; ma un mezzo J>otente. Anzitutto è un eccellente mezzo di riunire, di orga– nizzare gli O))erai. Le Cooperative sono inoltre un buono strumento di educazione economica della classe operaia. Esse permet– tono ai la\'ora.tori di mettersi al con·ente degli affari commerciali e industriali, di se~n1irele fluttuazioni del mercato, di conoscere le diflicolH~da vincere, ccc. J'ar• liamo, ben s 1 intende, dei soli risultati morali. La classe operaia. ò chiamata a prendere un giorno il posto della classe borghese nel Ooverno e nel l'industria: ora, una classe non ne SUJ'rogaun'altra, so non è capa.ce . Orga– nizzare gli O))erai, fare la loro educazione economica, commerciale, indust1·ialo, non ò dunque fare OJ>ern. utile e necessaria? Di J>iÙle Cooperative, coi beneflcii che realizr.a.no , 1>rocurano risorse spesso notevoli che possono servire alla propaganda socialista, a creare biblioteche, a orga– nizzare conferenze, a sostenere e a propagare i giornali che difendono la causa. dei lavoratori. E anche questo ba. un valore. Se la COOJ>eratiYa. è ben organizzata, bene ammini– strata, potrà. in breve forni1·e, ai suoi membri ed al pubblico, pane, burro, carni, patate, legumi, drogherie, carbone, vesti, ccc. Supponiamo che un socio su l'altro acquisti 15 fr. cli merce ))Orsettimana, ciò che fa 780 fr. in un anno; stando bassi 1 il beneficio realizzato sarà. nure del 10 °lo, ciò che somma a 78 rr. per anno e per membro. Con tal benefizio minimu,u l'operaio, senza spendere un centesimo J>iÙche d'ordinario, anzi SJ>Cn• dendo forse qualcosa meno, potrà a.-;sicurarsi contro la malattia e la disoccupazione, pagare la sua quota alla Cassa di resistenza, alla Lega operaia., e gli resteranno ancora 40 o 50 fr..Niente cli piì, facile, come si vede. Su))poniamo, ad esempio, un luogo dove l'arte domi– nante sia l'industria del tabacco. Gli operai si riuniscono
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