Critica Sociale - Anno XI - n. 17-18 - settembre 1901
ORl'fICA SOCIALE 279 Come se ne osco? Guardando Ja Cooperativa dal punto cli vista della lotta. di classe. 1-'er la le(Jffe <ii bronzo - che in questo senso, di limite minimo, è assai più vera e costante (sebbene non assolutamente costante) che nel senso opposto, di limite massimo - il salnrio non può essere inferiore allo strettamente necessario alla riprocluziouc della forza di lavoro. Perchè quindi l'utile prodotto dalle Cooperative non riescH. a ribassare i sa,larii, deve venir considerato come un soprasalario: non dove rientrare nel reddito ordinario clolle famiglie, ma venire impiegato a nuovi scopi di interesse collettivo, ai:rliscopi delfa. lotta cli classe. Lo Cooperative belghe devolvono buona parte degli utili netti a.Ila propag-ancla socialista e un'altra parte ad istituzioni di mutua assist.enza cd educa– ;done; ne fanno un'arme, cioè, per elevare i salariij e infatti non si è mai udito dire che dall'espandersi delle Cooperative i lavoratori beJgi abbiano patito danno nelle mercedi. ]~ possibile la cosa in '.L'orino? Se la Società operaia - proseguo i! DI ]fayo - rosso costituita di OJ)erai clipe11clcntida una medesima indu– stria, o da un numero limitato di industrie, la soluzione sarebbe ovvia; una parte degli utili clel!a cooperazione andrebbe a costituire senz'altro un fondo di resistenza per le \'Onture lotte, un'altrn parto nndrehbe spesa per la JH'OJ)agandaq_uotidiana in pro dei lavoratori, e il resto pci servizii collettil'i. l\fa siccome così non è, e la massa della Società -ge11e- 1Y1leoperaia è composta <h elementi eterogenei, amorfi (impiegati, artigiani, commessi, negozianti, salariati della piccola e ,:rrimde industria), cosl il còmpito del partito socialista. 1 ))erchò gli utili J)roclotti dalla COOJ)erazione senano alla. lotta. di classe, diventa comJ)lesso. !i:ella S-Ocielù operaia deve rendersi obbligatoria l'iscri– zione alle rispettive Leghe cli resistenza, e nel.le Leghe si de,,e rendere obùligatoria l'iscrizione alla Societù opemici i a. tutti gli inscritti alle Leghe obbligatorio Pacquisto clei genel'i di consumo presso la CoOJ)erati\'a. Stabiliti cosl i vincoli di sang-ue tra i due organismi della. cooperazione e della resistenza, nessuno trol'erà. ingiusto se gli utili prodotti dalla prima. vadano ad alimentare la seconda, e tutti troveranno logico che i frutti 1 nati dall'unione e per sola virtì, dell'unione e non degli individui, servano a rendere J)il, salda. e piì1 proficua questa unione 11elle Leghe, attraverso lo quali nftluiranno J)Oiverso gli indi\'idui associa.ti sotto forma. di aumenti di salarii, diminuzione cli orarii 1 elevamento morale e Ci\'ile. Per tal ra*to gli utili cielia coo1mraziono 1 apparentemente wttratti. al bilancio della famiglia, vi entreranno as:cresciuti o moltiplicati, mercè l'elabora– zione della lotta di classe pertirnwe e solenne. n sogno ò bello; mn, è effettuabile? JDcco, nel.l'ul– timo Ghclo (7 settembre) un altro scrittore il quale proclam!L di no. Il compagno G. Luzi ammette che ii Di Mayo è forse il solo in 'l'orino che abbia posta bene la questione: ammette che hi Cooporittiva in discorso non roca alcun vai1taggio al partito, che borghesi ne sono le origini e l'ordinamento, borghesi e commerciali, per non dire bottegai, gli scopi; ma, finchè vi saranno, eia una parte, degli azionisti bor– ghesi tutelati dalla legge anche nelle loro aspirazioni piì.1 retrograde, clall'altn1, migliaia di soci così etero– genei, rispecchianti tutte lo opinioni politiche o le pili S\'ariato coudizioni sociali, che accampano ad ogni piè sospinto dei diritti acquisiti, finchò vi ha di mezzo la gran massa del publJlico che viene ad ncquistnre al solo scopo cli avere alla fin d'anno la parte di utili, e che diserterebbe subito gli spacci te a C no B aree se si facesse servire la Coopem,tiva a scopi socialisti, la trasformazione vagheggiata dal Di ft[ayo gli sembra imj)Ossibile. Nò approva la via, dal Di Mayo tracciata, cli costringere i cooperatori a entrar nelle Leghe, o i membri di questo a pro\'YOdersi alla Cooperativa. Sadt un buon mezzo, egli dice, ma francamente non ò elci più liberali, e non ò colla coercizione che si fanno dei proseliti. Pc! Luzi il mezzo è uno solo: liquidare ]'attuale Coopera.tiva e crearne un'altrn con intendimenti di classe. :Ma aggiunge subito che non ha alcuna fede che i ·socialisti torinesi, alla testa dcW.Alleanza 1 si decidano a questo. Come si vede, il problema è tutt'altro che facile. F, la conclusione nostra è ancor quella: che, prima di lanciare certi razzi nel JHlbblico, converrebbe fWer bene calcoln-to come e dove andranno a. cascare. LA CRITICA, ILMOVIMENTO COOPERATIVO INBELGIO E I SUOI RISULTATI Jn questi ultimi nnni il movimento cooperativo J)rese in 13elgio una estensione considerevole. ·Esso produsse, ncl!a organizzazione operaia e SOJ)ratutto nella pro1m– ganda socialista, notevoli risultati. Senz,i jattanza pos– siamo dire che i socia.listi e i democratici stranieri che visitano il llelgio sono presi da ammirazione davanti all'OJ)era compiuta. La loro meraviglia cresce mano mano ch'essi visitano le mostre Cooperative di Jlruxelles, di Gand, di Jolimont, di Anversa e delle :dtre città. E allora ci si domanda: Come avete fatto? Quali fu– rono gli inizi i? A che attl'ibuito il successo della coo– perazione belga? Orazio a qual meccani:,mo riusciste a 1nopagarln? Come funzionano e sono amministra.te le vostre Società cosl potenti'? :Nelle piccc,le locali fa di J)ro– vincia i vostri risultati sono ugualmente completi? Tali i Jnincipali quesiti che ci })ongono spesso i com– J)agni forestieri. Ci sembrò utile descri\'ere raJ)idamente il meccanismo e il runzionamento delle \'arie specie cli Cooperath'e beliihe e mostrarne, con alcuni csemJ)i ti– pici, i risultati. I. Un 1m'Ili storia. - Le primo tlisr.itte. Successi e 1·ivi11cite. Sopratutto il lettore non imagini che il nelgio sia un paese che si J)resti meglio d'ogni altro alla creazione di Coo1)erative. J! successo cli queste non <lipende nè dall'ambiente fisico, nè dalla conformazione geografica, nè dal temJ)eramento proprio al popolo belga. :Molti ci dissero: « Ciò che riesce cosl bene da voi, 11011 riu.scirebbeda noi; il nostro temJ)eramento non si presta.,, l'.: questo un errore fondamentale. li successo della coo– perazione non è affare di temperamento, di sentimento o d'ambiente. l~sso è dol'uto sopratutto al sistema adot– tato, al suo carattere, alla sua organizzazione \'Cramente J)Opolare, accessibile a tutti, sopratutto ai piì, poveri. D'altronde, giova rammentarlo, primn di riuscire cosl completamente, il movimento COOJ)erativosubl in Belgio numerose e successive disfatte. Facciamone la rapida storia. Nella grande carestia del 1845-4i 1 eouseguenz,t dei cattivi raccolti di grano e della malattia delle patate 1 i pubblici poteri 1 con a capo il ministro dell'iutcrno Carlo Rogier, raccomandavano dappertutto la creazione di So-
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