Critica Sociale - Anno XI - n. 17-18 - settembre 1901

278 CRI'fICA SOCIALE i.ca. c eco qui per altro, nello stesso G1·illo <lel Po-– volo, che pure riproduce 11apologia pubblicata nel~ l'Avcmti !, la nota. stridente di un socialista molto serio, il compagno Alfonso di Mayo; il quale lamenta (t 7 agosto UlOl) che fra Ja teoria e la praticiL dei principii socialisti in fatto cli cooperazione sussista una confusione delle piiL cleplore,•oli. Per Jui - ed è anche il nostro avviso - la Cooperativa non può essere adottata dal partito se non in quanto diventi per esso un'arrne di combat.timento, uno st. umcnto efficace della lotta di ch1sse. Questa condizione non è realizzata dall'.Alleauzct torinese; onde le ostilib\ elci reazionari gli sembrano ingiustificate. Cho cosa infatti - egli scrive - si può rimproverare all'attuale amministrmdone socialista della Cooperativa ferrovieri (entrata nell'Allea11zci), che non sia. il più grande rispetto al J>rogramma. di tutti i coopera.tori filantropi e borghesi? Sia riguardo all'andamento com• merciaie, sia riguardo all'istituzione di nuovi servizii colletli\ 1 i, sia risJ>etto al trattnmento del persona.le, che cosa hanno ratto questi amministratori che non sia. degno dell'U11io11c Cooperc,li-v<i del Buffoli o dell'Unione militare a. dirittura.? Informatevi un 1>0' da.ll' Awmli ! stesso, che prese 1>arte all'inaugurazione dei locali a Roma, e sa- 1nete quanto l'Uttiouemilitare curi Pigione del personale piì1 che non faccia il JJartito socialista.. Perchò dunque le proteste accademiche e stereotipate? li perchè è semplice: quella gente teme del nostl'o 1no– grnmma vero, che noi non applichi:1.1110 1 e piange ])erchò rulliamo ad essa il mestiere <lei bottegaio filantropo e dell'amministratore pedante. Quella gente, se fosse in grado di J)arl.ire sinceramente, dopo l'esame dei bilanci e degli atti dell'amministrazione socinlista, direbbe: ·M'a, signori miei, che vale chiamarsi socialisti, so come am– ministra.tori vi com1,ortate così come si comporterebbc1·0 gli onesti del nostro partito? Se avete di cotesti scrnpoli 1 tant'ò che IMciate fare a. noi. - E sarebbero logici. J 1 erchè 1 se il partito vuol essere conseguente nl pro– gramma, deve nè piì1 nò mono che comportarsi da so– cialista, facendo della. lotta. di classe e non del mercan– tilismo a. larga base. Il Di Mayo crede - o questa. parte elci suo arti– coJo non ci persuade - che !a. Cooperativa non do• vrchbe essere aperta aJ pubblico, ma limitata agli acquisti dei soci. "Ma poi si domanda: E so anche una Cooperativa Yera, cioò formata. da e per soli soci 1 i quali si considerano come piì1 famiglie che acquistano merci all 1 ingrosso J>Cr poi dìviclersele realizzando considerevoli economie, so anche questa può essere diretta. ecl amministrata coi medesimi risultati da. qualsiasi persona di qualsiasi partito la. quale abbia intelligenza e rettitudine, J)er quale ragione il partito socialista deve impiega.re dello utili energie che può applicare altrove e lasciare paralizzate quelle di altri partiti disposti a sacrificare le 1>roprie? * * • Nel numero successivo (24 agosto) il ])i Mayo n1>· punta. Je sue critiche contro l'illusione economica dcJle Coopcrath•e di consumo come in gencrnlc le attuò finora in rtalia il partito socialista. Pcrchò i difetti e lo illusioni delle CooperaUve di consumo (dì tutte indistintamente quelle italiane) rie– scano piì1 facilmente visibili, farò un ingrandimento fantastico del soggetto da esaminare. figuriamo che l'Alle<mzcicooperativa torinese abbia raggiunto tali proporzioni da potet· sen'il'e dn sola tutta 810 IO e u1no n1ar o la cittadinanza. cli 'J'orino e che abbia. quindi assorbito tutto il commercio privato. Q.ua.li saranno l vantaggi immediati per i lavoratori? Uno solo, morale: quello di avere reso collettivo uno doi grandi servizi i; ma di ,,xmf<t(J(Ji materiali, flnchè non sono resi collettivi tutti gli altri servizii (la 1>roduzione), i la.voratori non ne avranno alcuno. }: risaputo che il salario ò commisurato al costo della vita; dove questo ò alto, alti sono i sala.rii, e, d0Ye ò basso, bassi sono 1rnre i salarii. Se dunque la Coopera– tiva avrà rntto ribassare il prezzo dei generi <li consumo, avrà. pure cli conseguenza. portato un conseguente abbas– samento nei salarii. li ragionamento ò un po' troppo rigido. La com• misurazione elci salarii ai 1>rczzi delle derrate è CCI'· tamcnte una. tende11zctj 1na se il proletariato, 11rim<i cli costituire la, Cooperativa, avrà provveduto a una forte o cosciente organizzazione cli resistenza, potrìt. anche impedire che i sala.rii decresca.no in 1>ropor- 11ionc elci prezzi delle derrate. Qui si pnre l'impor– tanza che ha. l'organizzazione di resistenza anche in concoi·so e come aiuto a quoJla delle Cooperative. Si dirà bensì che ò inutile spendere dell'energia. por creare un danno, a riparare al quale occorre impio• gare clcll 1 al tra energia.; e che la forza della resistenza. meglio si impiegherebbe a rialzare i sala.rii, che non ad impedirne il decremento. Ma le due imprese non sono uguaJment~ facili; nella clctcrminaiionc elci salarii entrano elementi complessi, anche di ordine morale, fra. i quali la consuetudine, la forza d'incrzi.-1.; cd ò pill agevole mantenere un sahll'io, cui J'industria si è abituata, che ottenerne il rialzo. - ])'altroncle, l'ipotesi del Di Mayo - come egli stesso confessa - è fantastica: neppure a Gand, la cittft forse pit1 COO· perativista elci mondo, lo Cooperative attirnrono a sè tutta intera la massa lavoratrice; sarà. molto se a 'l'orino, nel decorso di vari am1i 1 se ne attirerh In. quarta parte. JI ribasso dei consumi non premerebbe quindi che per un quarto nel senso cli ribassare i saJarii; mentre Ja resiste1111a dei lavoratori organiz– zati può forse avere una pili larga influenza nel sostenerli. E difficile calcolare la risultante ultima cli tutte questo interferenze, tanto pili che ci man– cano dati sperimentali. Pili concludenti sono, ad ogni modo, lo osserva• zioni seguenti: L'abbassa.mento dei salarii sarà ancora maggiore per le seguenti altre cause d'ordine riflesso: a) il servildo dei consumi, specializzato in una sola CO0J)eratiYa, riduce di almeno un terw il personale attualmente adibito nei magazzini privati: quindi sul mercato del lavoro vi saranno Jlareechio miglia.in cli JJersone <li J)iù che faranno la concorrenza a.quelle già. OCCU})/l,tej b) il costo mite della vita I)ermetterà una maggioro affluenza in citt:'~di opera.i dalla cam})agna i e) l'abolizione del commercio privato ridurrà. a zero le J>ersone attualmente adibite come servitori presso le ramiglio clei commercianti i cl) molti commercia.nti andranno ad aumentare lo file dei salaria.ti . Pot1·ci continuare ad introdurre altri clementi ca1rn.ci di produrre l'abbassamento dei salarii o di persuadere il c0mJ)agno lettore che lo spera.re nella cooJlera.zione, come comunemente s'intende ancora. in Jtalia, ò farsi delle illu:'ìioni e rendere un vero servigio ai padroni 1 perchò l'utile <lolle Cooperati,,o non si può considerare che come una parte integrante del salnrio ordinario dovuto dai Jrndroui.

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