Critica Sociale - Anno XI - n. 17-18 - settembre 1901
CRITICA SOCIALE 275 d'altro c::mto, che i pericoli dì sil1':tttì imbaruzzi, crebbero a dismisura negli ultimi trenta anni col Cl'Csccrc delJa produzione industriale e deì commerci, e siccome la loro azione colpirebbe, in caso di con• Hitti, spocial111cnto lo nazioni ricche, in mano idio quali sta la pace e la. guerra, si può ritenere che il timore di quegli imbarazzi, pllt che lo scambievole timore <lolle armi alleate, impedisca la guerra. Comunque sia, nelle fosi di un conflitto marittimo, Genova, Livorno, Civitavecchia, Napoli, Palermo so110 esposte senza dubbio a subire la. volontà di un nemico audace, il quale, nll'improvviso, di notte o di giomo, può inviare da molto !ontano 1 a colpo sicuro, sulla città più proiettili carichi di materie esplodenti, e può scom1>arire prima ancora di essere avvistato o di aver fa.tto conoscere d'oudc partono i tiri. I guasti e le morti toccati, sia pure ad una sola di quello ciWt litoranee, raddoppieranno in tutte J'apprensione, l'iucubo di mali maggiori. J,! im1)ossi– bilc prc,,cdcrc il pericolo sochtle e il danno econo– mico che da. simile episodio possono derivare. 1•:d è impossibile prevedere la resistenza morale che la solidarietà. potrà. opporre nl panico cli città popoloso esposte al pericolo. [ tecnici militari non si curarono, nel loro esclusivismo, di esaminare sotto i suoi vari aspetti il problemi, della guerra, perchò essi hnnuo fatto fin qui, mediante l'eccesso delJe spese militari, quant'era in Joro per avversare quella solidarietà, ossia 11uel consenso delle popolazioni nella difesa, che solo può far sopportare senza scosse, nel caso che esamino, danni e pericoli. Negli organici por la difesa delle coste la l!'rancia ha compreso 38 sottomarini, piccoli navigli sommer– gibili, capaci di distruggere all'improvviso le pili g-rosse corazzate, le quali perciò non si attenteranno d'ora innanzi di avviciluu·Bi, in guerra., alle spiaggie francesi. Indottori da. quell'esempio) il nostro :Mini– stero della mn1'ina ha. ripreso lo studio del problema sottomarino, giìL diment.icato da più anni noll'arse– naJc di Spezia., e malamente dimenticato se certo è che, in un fatto di così grande importanza por noi, siamo stati prevenuti dall'estero. Nella seduta delh~ Ca.mera del 1° maggio ultimo l'ammiraglio J3ettolo disse che spera.va in uno sconvolgimento di cose che faxorisse le nazioni povere, e pensava ai sottomarini, che potranno adoperarsi anche lontano dalle coste in sussidio ai pii, grossi navigli nella battaglia. Un ingegnere navale italiano ha scritto nella, Ri– vista marittima cli giugno lD0t: " Allo spirare del secolo XIX non sfamo pili dunque coi sottomarini nel periodo dei tentativi, ma in quello ulteriore del perfeziom,mento dei particolari, il problema. princi1>ale essendo risoluto. I sottomarini sono ora più perfetti di quello che non fossero il siluro e la telegrafia Marconi quando si introdussero nelle navi marino da guerra o si giudicarono utili. ,, B l'ammiraglio americano Dewcy, vincitore a Ma- 11illa, citato nel giugno ultimo nel nostro Senato C), ha detto recentemente: " Con le mie 15 navi, se o.vessi avuto di fronte due battelli sottomarini con equipaggio risoluto, questi ci avrebbero completa~ mente logorato. Avremmo dovuto star sempre sulla maccldna 1 senza mai sapere dove il colpo sarebbe anivato. La struttura. umana non avrebbe potuto resistere all'eccitamento continuo. Contro due sotto– marini tutte le flotte del mondo non potrebbero tener bloccato un porto. ,, Leggendo Ja Relaziono alla Camera (') dell'ammi– raglio Ualdini, Relazione che fu la prima base dei provvedimenti per la difesa delle coste, apparisce (1) Discussioni, pfl.g. 17U. (') Sessione 1871-72. B1ar evidente la impossibilità tecnica, di mettere al sicuro da.gli attacchi improvvisi la maggior parte delle nostre città. costiere del continente e delle isole. Da qnel– J'epoca il progresso tecnico ha piì1 che raddoppiato la potenza dei mezzi difensivi, mentre pili YOlte il problema deJla sicurezza costiera veniva riesaminato ed agitato, segnatamente a pro di talune .città., ma non fu possibile migliorru·e Ja situazione in modo soddisfacente. I tecnici del resto non se ne preoccu– parono molto, pcrohè considerano un attacco della costa per quello che veramente è, un semplice epi– sodio di secondaria importanza. rispetto alla tutela degli obiettivi vitali dai quali dipende l'esito di una guerra per noi. Per far 11uetare i movimenti interni, che potessero nascere in conseguenza cli qualche bom– bardamento, i militaristi troYano tuttora raccoman– dabili i procedimenti ferini ncloper.:tti dal generale Massena contro la popolazione di Genova al tempo dell'assedio; Ja barba.L'io adclirittura ('). Ora però il problema. si avvia fortunata.mente a miglior soluzione, grazie ai formidabili e poco co– stosi sottomarini, forse non desiderati dai tecnici. . .. Un pericolo piì:t scrio snrebbero gli sbarchi di grosse masse di truppa., fatti allo scopo cli operazioni strategiche e tattiche. Da qualche temJlO in 11ua. si scrisse molto su questo tema eia. parecchi marittimisti e da alcuni milita– ristì; dai J)rimi allo scopo cli sfruttare il pericolo i, favore dell'ampliamento della flotta, dagli altri per dimostrarne l'improbabiliH,, porchò temono che ogni aumento delhi. flotta possr~ segnare una sottrazione negli assegni dell'esercito. 1'Ia. non manca neppure la minaccia di finire in un lrw,t a carico del con– trilrnente, e ce Io dicono gli aumenti di bilancio YOluti quest'anno tanto per la marina quanto per l'esercito, nonostante 1a. miseria del proletariato e il suo organizzarsi, nonostante le reiterntc regali promesse di sgravii di bilancio o il Governo di Si– nistra piìt umano e l'addolcirsi sempre maggiore delle relazioni colPestero, gi.\ pretesto di chimeriche paure. Considero gli sbarchi soltanto dal mare i\lediter· raneo per non uscire• daJl 'esa.me dell'attuale situa– zione politica. Ma escludo a J)rior·i i piccoli sbarchi, e chiamo piccoli anche 11uelli che comprendessero fino a 60 mila uomini, perchò non sono supponibili. Avrebbero scopo di tracasserie pii1 che di diversione e farebbero conci;e, a chi li tentasse, un pericolo molto maggiore di (JUello a noi minacciato. II tur– bamento morale che sbarchi simili senz'alcun dubbio produrrebbero, sopratutto nell'Italia peninsulare, sa– rebbe facilmente superato con usura dalle vittorie militari conseguibili prontamente sulle truJ)J)e sbar– cate. E quasi superfluo dimostrarlo, ma quel che diremo servirà. se non altro a constatare lo stato cli fatto che ci interessa. Lo coste da Ventimiglia alle Ca1abrie sono molto estese, ma j punti opportuni per isbarcarvi sono pochi, perchò le coste sono troppo aperte, non offrono buoni punti d'appoggio alla flotta, e non presentano obiot.– tivi di valore alle truppe sbarcate, oppure presentano diflicolb\ di manovra insormontabili. Al cl.ilà. di Sa· Ierno non v'ò convenienza di sbarcare una spedizione milita1·c. Al cli qua sono forse non più cli quattro i punti opportuni allo sbarco) e due <li questi, a Li· vorno e Civitavecchia, sono in qualche modo nrnJsi• curi per la vicinanza di Spezia e cli Monteargentaro (t). " Le coste italiane ai difendono colle ferrovie ,, e con disposizioni ciel più volgare buon senso, senza bisogno della flotta. militare. In vicinanza. clei punti ( 1) Rii,Uta mllltai-e, nprlle 1001. (I) All<!gnto s0 nlla ltClnzlone citata.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy