Critica Sociale - Anno XI - n. 16 - 16 agosto 1901

254 CRITICA SOCIALE 72,60 °/ 0 ) 1 il prezzo monetario per jarda era diminuito soltanto ciel 22 O/~? È appunto su queste implicite e sot. tintese considerazioni, ch'erano basate le mie conclu– sioni, per quanto non fossero che di una esattezza ap– prossimativa. .Ed ecco sciolto il nodo gordiano, che stancò invano l'accortezz::i. del nostro proressore. ... lla non è tutto. Il Oraziadei ci parla di 1>ro{Uto clel– l'im1wenditore, ma non ci dice come cnlcolato. Specialmente nell'Jnghilterra. e nell'America, il profitto dell'imprenditore non è che una parte del plusvalore prodotto· dall'operaio. Nei paesi anglo-sassoni il suolo sul quale sorge Io stabilimento industriale, rimane quasi sempre del proprietario fondiario, il qua.le soventi 1 oltre intascare la rendita (fitto): dh·enta, dOJ)Oun certo nu– mero di anni) proprietario anche della rabbrica. Di pit'1, l'imJJronditore talora non dispone di un capitale sufficente all'impresa, quindi lo plg'iia ad interesse. Jnfino - anche 1,rescindendo dal profitto commerciale che va aumen– tando collo sviluppo della 1>roduzione --l'imprenditore pag'a. un'imposta che certo è calcolata nel passivo e ,a detrimento del profitto netto. Ora., il plusvalore abbraccia la rendita del proprietario fondiario, l'interesso del ca– pitale, il profitto dell'imprenditore e l'imposta. (V. Cct• pital, lIJ). Se il Oraziadei, inve~e, mi computn 1>er plusi:alore (profitto totale) soltanto il profitto dell'imprenditore, mi lascia. in disparte la rendita, l'interesse, le t~se; cioè, mi diminuisce i:l vero profitto comJ)lessivo per avere la soddisfazione dì dire col Giiwen1itz e coll 1 An·i11son che il salario sale in maggiore proporzione del profitto (plusvalore)! Ma il trucco è trOJ>poJ>nlese; e si capisCe come allora, alle apologie degli ottimisti, ris1>01Hla la voce sdegnosa di 01>eraiautentici, che " In. classe opcrain è costretta « n Ja\'Ornre di piìt e nd un salario poco piìt elevato, « ma non in proporzione del soprappil1 di lavoro ch'essa « fornisce,,. (Deveui.,.Social, N. 12, 1898, pag. 901; Arturo Labriola). E inflne 1 ai critici clel marxismo, esercitanti la loro pcrspicaèia nello scovare i lati deboli delle teorie di :Marx, o cOsì straordinariamente ciechi nel vagliare le statistiche cli Gi{lè,i, Mullwll e compagnia, oltre le cita– zioni già. ratte altra volta, declicl1iamo: (i} la confessione di uno !iCienziato illustre - il Narscllall - che scrive: " i,; cedo che le statistiche sem– « brtmo rlimostt·areche le cose non vadano così male " come appare dalla realtà 11 ; b) l'affermazione esJ>licitadi un osservatore imparziale. del mO\'imento economico inglese, cioò dello lfobsou, che scrive: " Se noi conserviamo la 1mrola vo,:e,-o pe1· la « classe. meno· pagata dei Salariati, sarebbe pii1 esdtto « il dire che la ricchezza dei ricchi è aumentata in una. « proporzione più rapida che la diminuzione della po• 11 vertà dei poverij di guisa che la distanza tra la rie. " chezza e la po,•ertà è decisamente 1>ii1grande di « prima 11 • (Non pare al Graziadei che questa citazione risponda alla sua. sfida?). 1~tutto ciò, 1rnr facendo astrazione dalla. mancanza di omogeneità nelle statistiche dei nostri apologisti. J1 Oiffen, ad esemJ>i0 1 paragona i salari d'un marinaio di battello a. vela del lStJOcoi salari d'un marinaio di battello a vapore del 1882! .A.Itri,con procedimento .... borghese, p11rngonano i salari antichi in epoche di crisi coi salari attuali in tempi di J>rosperità commerciale! Oh ! se i so– cialisti studiassero davvicino i metodi statistici .elci si- B1b1oteca G no B1ar o gnori Giffe,i e compagnia!! (V. Devenf1• Social, N. 12, 1898, pag. 900-902, e il libro di Hobson: " Problems or Poverty 11 , citato dal Labriola (1). Si badi ancora. che non tutti gli sfabilimcnti industriali possono servire di termine di confronto. lnfatti, l'indu– striale che, battuto dalla. concorrenza. di fabbriche pii1 evolute e adoperanti macchine pH1 perfezionate e 1>ro– duttive, deve diminuire il prezzo dei suoi prodotti colla diminuzione assoluta e relativa del suo vrofitto, non J>UÒ confondersi, nella nostra polemica, coll'industriale che diminuisce il prezzo dei suoi prodotti per l'accresciuta produttività. ciel layoro degli operai, in seguito all'intro– duzione di processi tecnici più })erfezionati. Invero, in quest'ultimo caso, potrà diminuire il 1>rofltto relati\•o (saggio del profitto), ma aumenterà la grandezza asso– luta di esso; mentre nel Primo caso il profitto dovrà diminuire assolutamente e relativamente, essendo corre– lativo a metodi produttivi superati. Chi ci assicura che le statistiche dei nostri apologisti non abbiano in parte questo peccato d'origine? Ed ecco allora, che, anche ammesse per vere le contraddittorie concJusioni dell 1 .t1a:i11son e del Gliwernitz, esse non po– trebbero prendersi a base fondamentale per tracciare la. tendenza sostanziale della economia borghese. Anzi, ap– plicandosi soltanto ai metodi JJroduttivi su1>erati, avreb– bero il valore di una J>rova in senso contrario I . .. 1\ta l'equivoco fondamentale, in cui incap1>ò il Orazia.dei, ò illumimlto sopratutto dalla sua. confusione dottrinale ilitorno alle basi teoriche delle opere di hfarx. e di Ri– cardoi illuso forse dalla reale derivazione della conce– :t.ione marxista. da quella ricardiana. Primo. :Egli confuse la dinamica del 1>rofltto e del sa– lario del Ricnrdp cogli sviluppi teorici del Marx. La teoria del profitto e del salario del Ricardo, infatti, è basata sull'ipotesi fondamentale che la giornata. di la– voro non cangi mai uè di grandezza nè d'intensità, di guisa che la produttività. del lavoro rimanga il solo fat– tore variabile (Capital, Ji Jlag. 22G, col. 1a e Ca11ital, 111 1 pag. 45-46 1 ediz. francese). Qualunque giornata di lavoro, nel corso dello sviluJ)PO economico, tlroduce quindi sempre Io stesso valore di scambio; il profitto ed il sa– lario - s1i1>posto itiv<triabile il valore della 111011eta - in termini di valore (badi bene il Oraziadei), non possono perciò aumentare se non a spese l'uno dell'altro. ì~ questa incompleta.teoria che il Ora;-;iadei regala. al Marx. Nella teoria marxista, invece, non solo In. 1>roduttività 1 ma la giornata di hworo e la sua intensità. si rarfigu– rano non costanti, ma variabilissime, SJ>ecialmente a mi– sura che si sviluppa l'economia borghese. (Capital, J, pag. 177 e seguenti). Qui;uli, secondo che la giornata di 1a, 1 oro aumenta o diminuisco di grandezza e d'intensità, aumenta o diminuisce il valore di scambio prodotto; si verifica cosl anche il caso non contemJJlato dal Hicardo _ e 1,assato inosservato al Oraziadei - di un aumento simultaneo del valore della forza di lavoro e del plus– valore; - salario e profitto. (Capital, l, pag. 226 e Ca– pitai, lll, pag. 48). In mcardo, il salario normale ò conco1>ito in correla– zione ad una costante grandezza estensiva ccl intensh'a {'► Lo IIRrtllo nel ~uo discorso 111 Co1111mi afl'ormR c110,mentre lu un secolo Il •"Rlore 11rot10Uo (111gll operai si rno\11111\cò - 11crtcstu - (i volte, Il eRIRrlo 11011 migliorò In proporzione, 11olehò l'aumento del 8fllarl venne caqilto dal lm1dl01"d8 COI rlRlZO degli arfftti (AC(IIIIL! llU· moro 1~H, 28 aprile 1001}. SI vO/lo cll'ogll 81 è llR8RtOsulla 11tailsllca della No1·t11 ..tmtrtca11 Rt1,'ff1u, Rllello tln mo ell11ta a J>Rg. 127, col. 1•, 11011'3 della c,•Ui<(I; Intorno allR (JURIOIl ùra1.1AdCI è muto. }f.

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