Critica Sociale - Anno XI - n. 16 - 16 agosto 1901
2;;2 CRITICA SOCIALE zialmcnte ca1>italisla, che mirava A.IIR. difesa del red• dito capitalistR. (controaltaro economico all'odierno coattivo aumento dei salari) favorendo lo sviluppo del mercato interno o aggravando a vantag-gio delle fonti prodntti,·e i reciditi massimi delle classi im- 1iroduttivo ! l•'atto il conto dello spostamento ciel carico tribu• tario, era facile vedere che le classi capitaliste non paga.vano affatto caro il triJ>IO,•nnbt,i.q:.;io della libertà economica, delh~ perequazione tributaria, del nrn~– giore e miµlior consumo dello nrnsse. l,a tassazione indiretta dei consumi necessari, che colpisce puro quelle classi, era ridotta cli cir('n 60 milioni: e cli fronte all'abolizione di 32 milioni almeno cli imposte dirette locali stavano appena GO milioni cli 1rno,·i carichi sul reddito o sulle trasmissioni patrimoniali: tutto si risolveva dunque 1>erquelle classi in uno spostnmento per una ventina di milioni eia imposte indirette sui consumi loro ad imposte dirette sui loro redditi e le loro crediti\! :M.a nella. trasfornrnziouc tributaria le clru;si 1>overe gua<lagnarnn tuttaYia nl– rncoo 40 milioni di minor tassazione dei loro consumi: <' si neg-hi poi che, con forme di tassazione'liberalc, l>cn p!'reqnatc, rcsiste-nti ttlle eYasioni e finanziariamente poco costose, ò im1>os8ibile in Italia raggiungere una, concilifrnionc, i;ml terreno tributario, fra gli interessi capitalisti e quelli delle classi operaie! C'erano naturalmente, entro In. classe capitalista, i sacrificati: cd erirno a1>punto coloro che, dircttn– mento o no, ~odono delle ingiustizie, delle im1•cr• fezioni, delle complessità hurocra.tichc del nostro sistema. tributario. 1;:rano i favoriti della finan~a. loenle odierna, quelli di cui il duzio di minuta. ven• dita rispetta lo cantine ed i g-rnnai, che son dif(•si dai mMsim.i regohunentari dell'imposta di famiglia, che sui clienti snn riversare l'imposta d'esercizio, che, II1sciando al limite o anche sotto il limite le sovrim· poste, pag-an le scuole tecniche e normali, le bande, i teatri, le funzioni reli;:dose con ta1tto di dazio sui f'ttrinacei ! Erano ~li credi di patrimoni in titoli ttl portatore, i professionisti e gli industriali piì:1forti, contro le cui frodi il fisco Ycuivaaggucrrito cli nuovo armi: erano i frane/ii, beritori di vino a cui Pimpostr~ di Sh1to non avrebbe lasciato goder pili senza. tnssl\ i 1 /-:t del consumo annuo della. nostra. bevanda nazio– nale. •E, col 1>assag-giodello imposte reali ai Comuni 1 era. finita la. cuccagna. dei 9ros b01mels del cntasto (meravigliosa prorn del come la burocrazia. italiana sappia accentrare e peq>etuarc un 1 opera di 1>ersè transitoria. e dislocata): era. finita la s1>eranza elci possessori <li fahbrìcati nei centri piì1 Horidi, cho oggi colle lnflueuze politiche o colle frodi quotidinne sanno direndcrc dalla revisione degli imponibili gli ,mear11ea, incremenls delle rendite urbane; era. finita, di fronte alla gftra. creata fra. i contribuenti dal me– todo dei contingenti locali 1 la. coalizione ver~ognosa. dei possessori di redditi mobilillri per far credere al fisco che in tutta. Italia. v i sia. og!!'i appena. un mezzo miliardo cli reddito annuo derivu.to dalle industrie, clni commerci e dnlle pro fessioni! E ra davvero un esempio di quelle lotte interne fra le varie classi ciel capitalismo, che Loria ha così efficacemente il· lustrato: un episodio di quella battaglia grandiosa che, col grido di liberi/i e <lemocrazia, il ca1>italismo produttivo ha combattuto e combatte dovunque nel• l'epoca. odierna contro le classi improduttiYC e ptt· rassitaric. Wollemborg aveva preso sul serio le pa– role e lo spirito del progrftmma zanardelliano! Invece .... gli interessi minacciati han vinto e stm• Yinto primti cli combattere, perchò i campioni della clemorrazi<i di Gounw hanno rifiutata la IJattaglia J>roposta eia un collega loro, troppo giovane ed ar– dimentoso per essere, in questi anni cli grazia, un ministro italiano. Credere che il rifiuto abbia avuto sincera motivazione nel momento parlamentare sa,. '1 n ar rebbe ingenuitlt, se pure si vuol credere alla affer• mabt f edeltà cli Z.a1rn.rdellial suo programma. libe– r11.le. La. Ca.mera di Pelloux sarebbe stata contraria? Vivad dio! O il paese favorevole si sarebbe imposto, o, clo1>0nuO\'C elezioni (quale migliore piattaforma?), il )linistero sarebbe nobilmente caduto. Fatto è che ieri si pronostica.,'il!lO a. nuovi ministri campioni di riformatori rndicali 1 quali un Luzzatti e un Ouic,. ciardini, e oggi si è caduti sul Carcano; e che ht 'J.'ribumi parla. chinro e in pieno accordo colle gaz– r.ette conservatrici. L'esperienza delle disillusio11i rende diffidenti: o v'è ragione di pensare che, dopo 20 anni che il paese attende e gli uomini di Oer verno e cli scienza. studiano la, rirorma. tributaria, avremo una millesima edizione dei 1x1ssi lenti, dello viccole1·iforme, della JX>litictt degli. sgravi.i I Peggio, peggio assai dei fatti di Borra, il rifiut.o cli ogni riforma tributaria organica offusca nel pro– gramma 111inistcl'ialc,nonchò lo SJ>iritodi llemocrcizia, anche quello di libertù, o fa della politica. liberale uno scherno, un inganno. Di questa. verità. il partito socialista. pel primo dovrebbe dare ammonimento, esso che conta. fra. le sue dottrine quella del mate• rialismo storico: perchò i beneficii economici della libertà. cl'orgnnizzazione concessa. ai lavoratori sn– nmno nulli o si ridurranno ii zero in breve tempo, ae le circostanr.o dell'amhiontc economico non su– rnnno modificate in senso pii1 fo,•ore"ole. Le Lcgho e gli scioperi non possono renckr defìnitivi e sistc• matici gli aumenti dei salari, se il reddito capitalista. nel suo sag-gio normale non abbi1t (e in Italia oggi non ha) un margine effettivo che possa essere assor• bito senza distrug~ere l'iniziativa economica e l'ttc– cumulaziono. Solttrnto una riforma tributaria. 1 che permetta. lo sviluppo 1>ilL ampio della. produzione o del commercio, che risparmi ed ecciti le forze eco· nomiche della. nazione, che tolga i privilegi e gli abusi delle classi improduttive, 1>uò in Unlia allargare il reddito del ca1>itale produttivo da. cui Je masso la– voratrici colla resistenza. struppano gli aumenti del fondo dei snh1ri. Una politica. in,·ece che, mentre concede libera espansione al movimento operaio, non rimedia 1>oiallo sperpero dell'economia nazionale o fav~risce lo sviluppo ciel ca.pitale improduttivo o dei parassiti del capitalismo, prcpnra inevitabilmente, colla crisi della produzione e col 1·istagno delPaccu• mulazione del capitale variabile, una sollerita eli· sione delle co11<1uisteeconomiche dei lavoratori; e quindi, una. tale politica, anche come JXJlitica liberate, ò inefficace o menzognera. La politica liberale, se ò sincera, non può dunque restar 11e9ativa, vuota cli u1t contenuto di riforme economiche e finanziarie, ma deve integrarsi con queste, così che il fattore eco• nomico rinnovato 1>ermetta e consolidi il progresso delle forme civili e politiche. Questo elica il po1>olo nei comizi che, con agita• zione mc::;-lio~iustificata cli quella. poi fatti di Berra, è da au~urarsi rinnorino al Oovcrno la. memoria delle sue promosse. ra quei comizi troveranno eco i lamenti della borghesia lavorntrice, clic dalle pre• tese ciel fisco ancor oggi vede il suo reddito piiLmi· nacciato che dalle ri\•cndicazioni operate. J:~ iu essi sopratutto le masse Ja.,•oratrici innalzino una protesta contro questa passiva ed indiretta, eppure profonda ed essenziale, violazione del programma cli liberU1. i; l'J~strema Sinisf,ra. - con un nuovo logico strappo al suo preteso ministerialismo - si faccia ,•indice degli interessi , 1 itali del paese, che ancora una. volta collimano coi veri interessi della classe lavoratrice. UN ECOXOlUSTA, La "Lotta di Classe,, in Italia, da oggi a tutto dicembre: Lire 1)~5 (anche presso la Critica S(}Cialc).
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