Critica Sociale - Anno XI - n. 14 - 16 luglio 1901

214 CRITICA SOCIALE storie ai contadini clelPEmilia. e del Mantovano, e vedrete Paccoglienza che vi faranno l ,., rimbeccava, con fiero sarcasmo, il Bissolati 1 nell'ultimo Comizio milanese, a taluno di questi alcoolisti della retorica. Che se, tutta.via., qualche corrente ostile non è vinta ancora, conviene pur tener conto clclPattrito che incontra ogni nuovo atteggiamento nell'accidia intellettuale del maggior numero. A i nuovi del partito parrà. forse che le lince es• scn;1,ialidel movimento socii1lista, quali io mi ingegnai di tracciare in principio di questo scritto, siano coeve all'origine stessa del partito. F. invece, di quanti contrasti non furono il prodotto! Quando 11.t Kuliscioff, io, pochi altri: cominciammo la. prop~1gancla per infondere al partito il carattere politico che as• sunse al Congresso di Genova, quante resistenze non opposero i compagni corporativisti e semianarchici del Partito Oper'aio, allora. quasi il solo partito so– cialista militante in Italia! )◄} che bella raccolta fa. ccmmo di improperii 1 di accuse di eresia e di trn– dimento! Oggi passerebbe 1>erpazzo da manicomio chi esumasse una sola di quelle obic;,,ioni. E l'alleanza dei partiti popolari non fu altro e piì, :·ecente oggetto di dispute acri e interminabili in seno al partito? )fa Ja forza dell1 cose è piì1 forte degli apriorismi e degli anatemi; e la filosofia del– l'uomo di parte - per chi non preferisca appiattirsi dinanzi ai misoneismi e ai pregiudizi della folla - è facile, e non consiste se non in questo: contentarsi d'twer torto oggi.... per rweL·ragione domani. 10. - Conclusione. J,e cose eletto mi autorizzo.no a concludere che non esiste oggi - per l1eccellente motivo che non ha,ra• gione di esistere - un dissidio d 1 indirizzo nel partito socialista its\liano. Jl " ministerialismo socialif:lta ,,, nel senso in cui lo si potrebbe combattere, è un fantasma senza corpo; quel che esiste ÙM'YCro è l'effetto indeprecabile della natura del partito, è il portato della situazione. Or che cosa ribolle dunque in taluni nostri Circoli e cli che cosa si appresta a discutere la l!'ederazionc milanese? Ciò che assume in taluni nostri Circoli l'appa!'cnza di un dissidio, ciò che divide e paralizzai non da oggi, la Federazione milanese, non è wui questione !let jJar– fi/o .~ocialistci; è invece lo strascico - travestito ed ammodernato - del rncchio spirito anarcoide, che l'educazione socialista delle masse non è ancora. riu– scita del tutto, nè dapertutto, a domare. Non si tratta di possibili scismi: si tratta cli epurarci e di disci– plinarci. r1 Congresso di Genova aveva - formalmente - bandita la separazione degli anarchici dai socialisti. Ma, in rn1 paese come l'Jtalia, do,·e il livello della, coltura è così basso, così diffuso il malcontento, e quindi ht proliferazione anarcoide così rigogliosa ed incossnnte, è impossibile ad u11 partito come il no– stro, a un partito di diseredati, col reclutamento largo di maniche ch'osso 11011 potè non adottare, sal– varsi dall'infiltrazione. La persecuzione stessa, che c0l)Jiscespecialmente gli anarchici dichiarati ed aperti, no caccia molti, come a rifugio, sotto lo rrostre ban– diern. Si Aggiunga l'invasione crescente - passiYità ine– vitabile di un partito che rapidamente ingrossa e che comincia. ad offrire soddisfazioni di vanità, cariche, medagliette, stipendi - di quegli clementi s1>ostati della magra borghesia, i quali nel partito, nel quale è pletora cli gregarii e carestia di uffìci~li, scorgono Ja possibilità di una qualsiasi carriera. E spiegabile che parecchi cli costoro pensino di guadagnarsi pii, pre3to le spalline, carezzando e lusingando - ~rnzichò B1h ate ~ G no B a o contrastarla e correggerla - la matcrht im1>nlsiya e L'Ozzamenterii>elle che si trovan cr:ittorno. Chi ha osservato, in J.[ilano, la caterva di pettego– lezzi, cli rivalità, di complotti, di scancl~li)che ha tur– bato o isterilito in questi ultimi tempi l'attività. della nostra Federazione socialista, dirà. se questa diagnosi non s'accosti al vero. ?!Cut:l.\'a, tratto tratto, il titolo sul cartellone; ma fa compagnia e lo spet– tacolo erano sempre gli stessi! Nè si pensi che il parlare di spirito anarcoide sia comodo spediente di polemica spicciativìt. I/anar– chismo, assai più che un sistema, è una tendenz.a passionale, suscettiva perciò di una. grnduazione in– finita e accomodahilo alle piì, svariate cornici: così, oltre il ravascioliano e il poliziesco, v'è un anarchismo collettivista (una. specie di socialismo con i,rresto di sviluppo e.... senza il senso comune), ve n'è uno in– dividualista, vi è quello che si giova doll'organizza– ,dono operaia (le Camere di lavol'O, dove il cuculo anarchico depone le sue uo,,a, ne sanno già. qualcho costt!), v'ò perfino 1111 nnarchismo che oggi fa pace colle urne. A farlo apposta, proprio dì questi giorni, si annuncia la formazioue in Jtalia di un partito " libertario socialista parlamentare ,,. ]~ volesse il ciclo che nttccchisse e crescesse in buona salute! Ma a tutte questo Ya.riefa un carattere è comune: è il disdegno delle riforme; la mancanza del senso della gradualità. evolutiva.; il semplicismo infantile dei concetti ; l'ossessione catastrofica; il culto, confes– sato o no, della violenzit redentrice. [cri era l'iittransi– gonza ultra; oggi ò la campngna antiministerialista, che presenta questi contrassegni. Essa jnfatti pre– suppone due cose: l'insofferenza dei miglioramenti ottenuti, pcrchè ne lasciano altri a desiderare; il ponsiel'O che qualunque GoYerno supergiì1 si equi– valga. o, torni pure la reazione, poco ne debba im– portare al proletariato. Or questo è appunto ragio· nare sulla traccia anarchista: dal male anzi nasce il meglio. Ma quando un socialista pone siffatte pro– messe, è J'anarchico poi - ed è giusto - che ne tira le conseguenze. Ed avviene allora, ad esempio, che il Comizio di Napoli a protesta contro i fatti di Berra, indetto dai socialisti e dai repubblicani, voti le con– clusioni dei camera.ti anarchisti. Sono le vendette della logica. Non è lecito 1 covando uova d'anitra, lagnarsi poi che i pulcini, sbucati dal guscio, corrano a diguazzaL' nello stagno. Il partito socialista, che da. un pozzo relegò la ri– volta fra i mezzi antiri'1oluziona,·ii, non può e non deve trescare con ragionamenti e con metodi il cui logico sbocco è nella rivolta soltanto. Ma se Ja mescolanza di una , •ena.di ribellione im– pulsiva. e di domi:tgogismo nel partito socialista era poco meno che innocua fìnchè la compressione go· rnrnativa la tcneYa in freno e al partito non resta.va d'altronde quasi altra funzione che la perpetua pro· testa: oggi, che il Jaroro elci partito socialista vuol esser positiYOccl organico, e gli conviene manovrare accortamente per tesoreggiare tutte le forze e tutte le debolez.zo colle quali è a contatto, quella mesco– lanza diventa un pericolo, che vuol esser segnalato e combattuto senza quartiere. 11 momento politico, già l'ho detto, è estremamente delicato. La libertà, questa grande redentrice, è, nel suo primo sperimento) avviluppata da pericoli: JJC· ·riculosa hbertas. Che questa prova riesca a bene, dipenderà in buona pai·to dalla nostra misura e dalh~ nostra accortezza. Gli avversari ci attendono nl varco, pieni di speranza nrnligna. 'l'occa a noi disilluderli; tocca o. noi sbarazzare il partito dalle correnti impulsiye che qua e là lo perva– dono ancora; denudare e snjdarc gli elementi paras– sitici, che, con :\stuto mimctismo 1 si nascondono dentro i meandri dell'organismo socialista, e, per impazienza spaYalda, arrischiano, por lo fa.tue apparenze della

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