Critica Sociale - Anno XI - n. 14 - 16 luglio 1901

CRITICA SOCIALE 213 mentre l'improvviso rallcntnrsi del giogo 1 che aveva compresso per tanti anni i 1avorntori, avrebbe senza dubbio prodotto un 1tsvcglio di agitazioni, uno spes· scggiare di scioperi impreparati, che doveva urtare fante pacifiche abitudini e spostare tutti in una.volta tanti interessi {'). :i:: evidente che, dove il partito socialista, incurante di sfruttare la vittoria, avesse disarmato, quasi riposando sugli allori, il Governo, 1>erinerzia meccirnica, anebbe piegato naturalmente verso il Centro e la nostra, divenendo a poco a. poco il captivo dei suoi nemici; ma lo stesso sarebbe fa• talmente avvenuto se il pa1·tito socialista 1 spinto da im!Hlzicnze bambinesche, ul)briacato dalla vittoria, avesse, pretendendo troppo lauto bottino o anche solo. levando troppe strida fatue e span1ldc, sgomentato quelle forze coadiutrici 1 senza. le quali la tendenza. liberale di Governo tosto sarebbe sopraffatta. n contegno cauto e misnra.to del Gruppo e del Ptntito socialista, affrettando il consolidamento delhL libertà. e del rispetto della legge, preparava mera,vi• gliosamente il c0mpito nosfro del domani; che è di estendere l'ol'ganizzaziono del l}l'0letal'iato in quante è più possibile regioni cl'rtalin: creare, dove manca, rafforztire, dove esiste, 1a coscienztt, socialisti, delle masse; agevoh1re le riforme t.ributarie e militari tanto attese chil paese; preparare una seria e<I ef· ficace legislazione protettiva. del hworo indust.riale ed agl'icolo: - tornare infine risolutamente a quel· l'oJ)ern specifica cli pflrtc nostra, che dev'essere, come accennavo da principio, l'azione nostra quotidiana, e dtdht quale la difesa necessaria della libertì1 1 sotto i Governi reazionoriì, ci ha. per tanto tempo svh\ti. 9. - Obiezioni e contrasti. Dove J'opera urge, e preme la responsabilità, ta– ciono le vane contese . .Nel Gruppo socialista la con– dotta parlamenta1·e non fu dapprima tampoco soggetto di disputa. A mala pena, per un resto di preoccupa– r.ione formale, si disputò sulla formala, nella. quale la condotta del Oruppo dovesse inquadrarsi. Nella Critica Sociale ebbi già. a censurare, co11analisi che non poteva essere e non fu contraddetta, quell'or– dine del giorno hilenco e cont.raddit.torio, nel quale, dopo varie premesse a bnse di lotta di classe o di colletti\'ismo, si parlava cli un appoggio al GO\'emo " caso per caso ,,. Di quell'ol'dine del giorno oggi è soverchio parlare: esso fu allegramente ringoiato, per comune ed esplicito consenso, nella riunione suc– cessiYa, quando si decise cli votare unanimi il bilancio degli esteri: voto che non poteva essere se non di fiducia - come in un meno peggio - nell'inclirizr.o complessivo del Gabinetto: perocchè è ben chiaro che, se v'era caso il quale, preso isolatamente, imponesse al Gruppo socialista le palle nere, era propria la poli· tica estera ciel Ministro Prinetti. E fu solo in quell'occasione che da qualche collega - per riflesso evidentemente cli influenr.e locali - fu alfacciata qualche obbiezione al " mìnisterialismo ,, del Gruppo. ?ila gli stessi pochi dissidenti - non pii1 di quattro - non trovarono il coraggio (e io schiettamente lo deploro), benchè ne avessero piena balìa, di separa1·si nel voto; forse temevano di esporsi all'esame antro1)ologico offerto loro dal Fcni; tutt'al pili qualcuno si affrettò a chiedere poi e a ottenere la piena approvar.ione degli umici a ql1ella linea di co,~dotta .... ch'egli aveva, oppugnata! Era. naturale che qualche maggiore contrasto tro• ( 1) 11 YCZ'l.fllll, In un note,•ole flrtleoto dell'AumU! (,1 1ugllo), rlm• J)roverò alla Direzione del l'nrtuo di non n,·ere 1\s11rtlelenzn adem– piuto n questo eòm11Uo,sowntutto nel Ferrnresc. li rhn1,rovcro, o\.llciil,·amente, è giusto e molte ossen-a'l.!Onl do\ "Yozz1mlsono 11re- 1.!ose. Ma è anche da l.cner conto - 001110 rll.lattcva Il SOidi (GJugllo) - delle l)OSSlbllllàmateriali. J n n ar e Yassc, negli strati meno colti del partito, un atteg• ginmento che 1 per essere doveroso e coel'Cnte, non lasciava di apparire insueto. lh molti anni le cose, Assai pii'1delle parole, avevano designato ai lavora• tori italiani, nel Governo borghese, l'aggressore sub– dolo o violento dei loro diritti pili sacri e pili ne• ccssari; le cagioni dì un mutamento di stile, risol• ventosi, eia parte nostra., in una. benevolenza vigile ed armata, non a tutti 1>otcvano esser chiare di pl'imo acchito; nè poteva ,i tutti esser chiaro come appunto la COel'enza ai principii questo importi e in questo consista: cli mutare movcnr.e dove mutino le con· crete contigcnze di fatto. ];]ra debito quindi dei pro– pagandisti illustrare quelle cagioni. Non. mi con:sbt che in alcun luogo dubbi o contrasti rimanessero dopo le oneste spiegazioni. È per altro straordinariamente curiosa -- e vuol essere notata a parte - la recente decisione dell:1 Sezione socialista cli Napoli. Ivi, com'è noto, il gior· nale J,a Provayanckt iweva fieramente attaccato i deputati socialisti 1>erla Joro disubbeclienza ai doli· berati.. .. del Congresso di :Reggio Emilia. L'assemblea della Sezione, in seguito a discorso del Ciccotti - il quale, è da sapersi, sempre fu concorde col Oruppo - pronunciava pieni\ approvazione della condotta del Ciccotti medesimo (o il Congresso di Reggio J◄:milia, dove si lasciava?) e al tempo stesso piena approvazione al giornale che quelht linea di condotta aveva sempre avversata. L'enigma tuttavia ci è in parte chiarito dalla Pro1x,gcmd<t stessa dell'll cor• rente; la quale, dopo aver mescolata. molt'acqua nel suo vino separatista e parlato di dissensi puramente accidentali e contingenti (ahi! 1>overo Congresso cli Reggio, come malmenato!), riduce in sostanza - lo rilcnt anche il .Ferri nell'AvanU! - i suoi motivi di doglianza alla" cerebrazione dottrinaria,, di chi scriYe queste linee, al peccato del '!'urati cli avere " teol'ir.– zata,, la condotta elci Gruppo parlamentare. In lingua povera., e lo voglia oppur no l'autore dell'articolo della ProJxtgamla: bisognftva fare, mn non dire, non spiegare e non ragionare; non cercare l'unissono degli elettori coll'eletto; essere, come altri fa, uno in piazza ed altro a palazzo; farsi perdonare il buon senso colle pa,role sgangherate, e colla cattiva predica il ben razzolare. Oh! socialismo .... cattolico! In complesso: calza sempre l'osservar.ione dello Jaurès a proposito dei deputati socialisti francesi: i quali, tutti quanti, sostengono il Gabinetto \Valclcck• Rousseau j soltanto - scrive lo Jaurès - gli uni lo sostengono senza ingiuriarlo, gli altri. ... caricaLtdolo di contumelie. Questione di buon gusto - e anche un po 1 di rispetto verso sè medesimi. Obiezioni ccl attacchi pili violenti ci vennero i11• vec~ - o persistono - da fuori i confini del par– tito; ci vennero, e per ottima cagione, dai giornali del capestro, rabbiosi di non vederci seconclarc i loro perfidi giochi; ci vennero eia quei gruppetti cli re– pubblicani dissidenti (dissidenti dallo stesso Gruppo rèpubblicano della Camera), il cui sforzo assiduo di autodemolizione e cli impotente schizzamento dì ve– leno sopra il vicinato ò uno dei pii1 bizzarri spetta– coli dell'ora che volge; e i quali allibiscono in ve– dere al partito socialista spianarsi larga avanti la via delle opern feconde, e raccorciarsi il terreno alla loro allegra " pregiudiziale ,,. Questi attacchi - gli uni e gli altri del pari -· debbono valere per noi un incoraggiamento. Ma, fra le masse proleta.rie, dove la qnestione di Hbert..'l. ò questione di dignità., cli pane, di vita e i va11taggi sostan;,;iali si preferiscono ai bei gesti e alle allegre volate degli irresponsabili (rubo la qua– lifica all'Avcmfi. !) bevitori (li, frasi, ivi la tattica del pal'tito socialista - strettamente conforme alla dot– trina. e al loro proprio interesse - difficilmente può trovare rnsistenze tenaci. " Anelate a dirle queste

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