Critica Sociale - Anno XI - n. 14 - 16 luglio 1901
CRITICA SOCIALE 221 proprietà fondiaria nel bilanciamento delle forze so– cia.li , allorquando escogitano le mille forme prot.et – tive della conscnrazione dei piccoli possedimenti, tra cui primeggia il sistema dell'home steacl. Oli stessi sistemi di rivendicazione sociale, sanno quanta parte decisiva svolga il fattore della terra nella risoluzione del prohlema di giustizia sociale: e il I.oria mostra tale intuizione nel progetto della nazionalizzazione della terra e in queJlo della alienazione forzosa delle terre 1>riyateai lavoratori i dei quali progetti pertanto mette anche in luce i diretti e gli Cl'rori prntici. Accennato così fugacemente a· tale esame che Achille Loria fa di questi " metodi empirici della ricostituzione della terra libera 11 , e trascurando di insistere suJPerroneo assunto che tali sistemi possano esprimere una analogia col concetto dì terrei libera, così come è effettivamente formulato dal Loria, in– dugiamo un poco lo sguardo sugli apprezzamenti critici ch'egli fa. della scuola ortodossa. La scuola ortodossa è incapace a spiegarci il pro– fitto. Se por la scuola ortodossa. deve intendersi quella che muove con intenti apologetici dell'attu;1le sistema econo111ico 1 il J.orht potent dispensarsi dal provare la, sua impotcnza 1 pcrchè quel.la non gih de– riva da un difetto di esame, ma dall'iperbolica tendenza dimostrat,iva d'una tesi presunta. li suo esame iwrebbe dovuto cadere sul.la scuola classica., che ha realmente obbiettivi intent.i scientifici, come quella che sola possa opporsi al marxismo, al lorismo, ad ogni altro sistema che voglia realmente '1Alersi del rigoroso metodo scientifico. Questa lacuna noi libro del Loria non solo è inesplicalJile difetto, ma, ò, si direbbe, l'indice d'una confusione deplore\'Oie della. scuola classica con l'apologia sofistica dei suoi pervertitori i senonchè, mentre una qualsiasi critica negativa della scuola. ortodossa non potrebbe non trova.rei ~ulerenti, quella del Loria ci trova <lecisi avYersari. 1~ ciò per ragioni molto ovvie. Neghiamo che fa teorica. dei B0hm-.Bawerk dc!Pin– teresse, anche se formulata con intento di giustificAre il reddito capitalista, debba. necessariamente essere una forma npologetica. delh~· rappresentazione del reddito. li Wiescr, nel suo Natiirl'iche IVert!t, ha mostrata l'intima contraddizione e ingiustizia. che corre tra il valore di scambio, che ci conduce nd una. rendita differenziale, e il ,•aJore naturale, subbiettivo che non conosce rendita. Il fondamento dell'interesso ò nella. prima forma di v11lore,e quindi si sostirnzia originariamente di quelle contraddizioni e ingiustizie cli cui parla il Wies~r. Che c'importa delle intenzioni ciel B0hm? li fenomeno do!Ja uguaglianza tra x beni presenti e x + cl beni futuri è una. deduzione di tutti i teoremi edonistici fondamentali. Ma il fa.tto di questa uguagli;1nza non costituisce lma giustifica– zione, bensì una spiegazione empirica. del fenomeno dell'interesse. Infatti resta sempre aperta la domanda: l'appropri;1zione dell'eccedente d ò giusta qua.udo è scompagna.tu da un costo per i.Ipercipiente? Può es– sere dSStrnta.come costo del capitolista la cessione dei beni presenti contro futuri, qui.tndo proprio lit. teori1t del valore che ci conduce all'uguaglianza x = x + d è là a provare che in ta.nto il ca1>italistn si slJarazza clj x in quanto ogni uso diverso ò meno o punto utile, oppure disutile? ~ se ciò è giusto in principio, può esserlo ancora quando il capitnlista, accumulando i successivi lucri a+ (l 1 + d 0 ccc., va sempre più diminuendo il grado terminale d'utilità della propria ricchezza, e quindi rendendo minore, nullo o negà.– tivo il costo della sua cessione? E solbrnto dunque una restrizione logica che può laschi re assumere come upologetica la teorictt edonista del11it1teresse. Ed ò dav"ero sbalorditivo che il Loria arrivi a chiama.re buff'a (!) una teoria che ò una delle rnira.lJili deduzioni di quei principii di Eco– nomhl pura di cuj non ò dato sorridere a nessuno. ote ::i C no B ar o Ma il meraviglioso - è la parola - sta nella cri– tica che il Loria. muovo alla teoria ortodossa(!) delle produttività. marginali, a quella teoria cioè che irn messo a nudo il sofisma di coloro che delle teorie del B0hm-Bawerck aveano rnluto fare una giustifica– zione del reddito! J1 Loria non poteva aver dimen– ticato come la dottrina clel Clark foss~ stata. difesa dal Barone appunto come autidoto ai teorici delle utilint marginali (I) e sopratutto per mostrare come vi fossero condizioni economiche generali in cui il pro– fitto diventa un risparmio senzacosto, ossia acquista carattere usurpativo. Chi poi tenga presenta la spe– ciale posizione teorica, riconosciuta anche da Leone Walras r), che ha hl,teoricll delle produttività nrnrgi– nali nella distribuiione della ricchezza, riconoscerìt priva di Yalore assoluta la critica. che Loria. muove al Clark. Perchè le conclusioni dell'economista. ame– ricano, dell'equivalenza di rimunernzione coi fat.tori produttivi, sono vere, conforme alle conclusioni del suo antecessore 'l'hiinen, non g-ià.in ogni economir~ sto– rica, ma in economia pura, come diciamo noi, in economia c1, terra libera, come dice il Loria. Ossia è uno studio, per dirla col Pareto, di JJri111c1, CtJJ}Jros– simazione, e che però non coincicle con la socieh\ prnsente in cui non esisto equivalenza tra fattore– capitrtle e la sua rimunerazione. Sicchè il profitto, alla stregua delle produttività terminali, mostra un caratt.ero ui:iurpativo. . .. Riguardo alla critica. del marxismo nel recente libro di cui è parola, hasterà ricordare ch'rssa ò una ripetizione, forse piìt vivace, dei ben noti argomenti che il Loria achJuce contro la base teorica di esso. Del sistema del socialismo agri1l'io il l.oria. mostra. la mllp:giore penetrazione) che spiega nell'esame cli alcuni fenomeni economici, e in virti.1 del mag-p:ior conto clell'elc111c11to terriero. Nè m1111ca cli mostrarne i lati caduchi, artificiosi ed erronei, pur riconoscendo che in essa vi siano scrittori, come i :Frurscheim, che arrivano bensì all'enunciato lariano, quantunque con dimostrazioni puerili ecl erroneo. f: buone frustate assesta. flll'Oppenhcime,'i che palesemente ha l)la~iato il Loria, ricorrendo a cavilloso correzioni di prin– cipio per cehtre il contrubl,audo. E veniamo così al clon del libro, alla parto finti– critica e polemica, che il Loria afferma essergli co– stata. " pazienti o reiterato fat,iche "' Qui non potremo accennare ueppure fugncemcnte ;1!10 dispute che si rnnno inseguendo nelle pagine del libro, ma appena potremo enunciare i diversi punti di dissenso. Un libro di critica. non si riassume o tanto meno si può ftne la " kritischen Jfrifik " se non a. costo di seguire il volume S\'iluppandolo. Le intenzioni di questo ftrticolo recensivo sono ben più modeste. . . . Raggruppa il Lori:l, ht serie delle sue critiche at– torno alla divisione usuale della scienza economica. in produzione, circolazione 1 distrilJnzione. All'evo– luzione economica dedica un capitolo sepiuato. Si lihora. giustamente, innanzi tutto, dell'obbiezione del Ricca-Salerno, che nel principio della terra libera vedeva l'ipotesi della inesistenza di produttività de (') \'Cdl (ltLC8tO mlmUIIO llrt1COIO dcli'JUusirc CCOJlOll\1813O lllt\!C– matlco nel (;l<Jnwlt dtUH f;cQ1wm1,stt. ('J) WAl,IUiS: 8co110111U f)OIHiqut p1ll't, J)Rg. S7l C !Cg, 1,·1 è Bilie• /,,'Rtocome è soltanto nello stato dl c11ulllUrlo detcrmlnnto dnlln 1111cr1l concorrcuzn che si efl'c1tuo lo ,·cdut11del Clnrk, che è JIOI nnchc (1uc11a di WOOd, llol>son, Monteomrtlnl. f:: 111r111tslo rtqi,mt (clic 1101miei AP· p1111U 110mostrlito essere iurntogo !l quello di tt,Tti Ubtl'a) cnc Il tl1~so <Il rlmunern:,noue è ugmllc, come W11,lrasmntcnu,tlenmcnt.t dl– mostrn, alh1 dcrl\'ata 1mn-;la1e dcl\11 run1.lon11 di fllUUrjcuzlonc, la \IUIIIO è IIJ)J)UlltO I!\ 11rodutll\'llÌ1 n111rglnalc (J)1lg, S1l,),
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