Critica Sociale - Anno XI - n. 13 - 1 luglio 1901
CRITICA SOCIALE 195 ironia, ò necessario che la corrcspettiva libertà. dello sciopero e clell'cccitamento nllo stesso sia intesa cd nttuabt con sincerità. I~:necessario respingere la giurisprudenza reazionaria. che, configurando h~ co– sidctta ·i;iolenza morale negli nsscmbramonti e nelle dimostrazioni degli scioperanti, tende a frustrare quella libertà. dolio scio1>eroche In legge riconosce e proclama. L'on. nostro amico e collega prof. Pantalconi 1 il cui ingegno alato ama i paradossi, dichiarava alla Camera, nell'ultima. discussiono sulle Leghe, che nes– suno sciopero è 1>ossibilc senza la ,•iolenza morale. Von. PontaJeoni però giocava evidentemente sulle parole: egli scambiava. la rtotenzci. colla JJre .:sioue morale, che è propria di tutti i rapporti umani. La violenza. punibile, in tema <li scioperi come in ogni oltro tom11, 1>uò bensì essere soltanto morale: nHl deve, como la minaccia, come il ricatto, essere una violenza per se stessa cri111i11osa. La pcrsu11sionc, anche la minaccia di un <lanno non 1>cr ~o stesso illegittimo, ma. che sia la sanziono naturale dclln fNlf' trndihi, della rnan('ata solidarietà. - esempio tipico il hoicotta~gio - non costituiscono violenza punibile. Altrimenti, lo ripetiamo, la libert.\ dello scio1>cro diventa un sarcasmo. Quc~to principio, corno bene rilc,•ò il Bissolati nelh1. ,·igorosa sua replica, non fu rispettato nel Ferrarese. Gli agenti del Go,,crno 1>rcstarono man forte ai pa-– droni per impedire ogni contntto dogli scioperanti coi cosidctti 7.·i·umil'i. Lt~ consegna del ponte d 1 A1- hersnno non avcvn. nitro scopo. 1 1 :ssa perciò era illcg11lc. Sia che gli sciopcrrmti intendessero - come essi asseriscono - mandare nclh\ Bonifica una Com– missione, sia che intendessero penetrarvi in massa, nllora solo hi forza aveva diritto di intcn•cnirc, <1unndo fosse nato un violento conttitto. T1>otesitonto meno presumibile dacchè, anche in casi precedenti, ~li scioperanti, colla sohi pcrsu11sionc, avcvano in– dotto i loro compagni ad nbbanclonarc il lavoro. Per questa parte 1a responsabilità. del tenente si i:rnnoda e può eventualm('ntc far luog-o, a. res1>onsa• bili ti\ pili nlte: le quH.li un Governo veramente de– voto 1111::t liberfa ('(I alla legge dovrebbe severamente ricercare n colpire. . .. netto ciò non tanto per recriminure su un doloroso episodio ormai irreparabile, <1uanto per precisare il nostro pensiero per i casi avvenire, una domanda. si pone: corno evitare questi sciag-urati accidenti? L'on . .Ferri, svolgendosi qualche settimana. fa una interrogazione clelPon. ~ofri nl )linistro della. guerra, interrompeva esclamando: " i soldati possono inter– venire, ma. non debbono nrni sparare. ,, ViceYcrsa è trnllizione dcll'Jtstrema Sinistra sostenere che l'eser– cito non debba mai impiegarsi H cotesti sel'Yizii cli polizia. Nò l'mrn nè l'altra 01>inionc•ci Rc111brono 111111. so• luziune. Non quella dcll'o11. l 1 'crri. A. che pro inter– vcrrel.,hc, e con quale cl1icatill 1 la. forza armata, so fosse stabilito che neppure nei casi estremi 1>ossa f1tr uso delle armi? Un tale intervento riuscirebbe puramente decorativo. Per escludere l'esercito dai scrvizii poi manteni– mento dell1ordine pubblico, con\'orrobbe dimenticnro quanto volto la sua. presenza potò prevenire cffetti– va111cnt.cdolorosi conflitti. 0 1 11ltro c11.nto,se questa mnssima. prcn1lessc, cho cosa no ,,crrcbbc? .t,n nc– ccssib\ - • dato lo sfatto presente - di triplirarc o quadruplic11re i quadri dello gual'dic di polizia e dei cnrahinicri; con danno grave dell'erario e non sn.p– piumo con quanto vantaggio dello libert:\ cittadine e dell'azione conciliativa. L:n partito intcrmcclìo proponeva giorni fa la '/'ril,tt11(,: che ai givY:rni e trop1w s1,csso inesperti a o uflìcinli dell'esercito ,·cnga sempre nccompagna.to , per dirigere il servizio, un funzionnr io civile. L a. pror>osta troYa appoggio nella Ic~ge (I). Senonchè, non potendosi porro :1. fianco di ogni pnttuglh1 un consi– gliere <l'Appello o di Cassazione, e do,•cnclosi rico1·– rcrc ai minori arnesi cli polizin, elci quali conosciamo i criteri giuridici, non vedremmo noi provvcclìmento gr1111clo vnntaggio. Ond'è che, fino a <iuando sul tronco robusto delle Leghe di resistenza, ovunque diffuse, s1>unti spon– taneo, meglio che per innesto nrtificiale, Fistituto dello sciopero e clcll',ubitrato ohbligatorii - quanto dire il regimo eostit.uzionalo noi re~no del la\'oro - la miA"lior prevenzione alht possibilit:\ di sanguinosi conflitti ò nell'esercizio continuo, schietto, illimitato della li~crtlt. I.a #?rande liberH1. che suscita lo Leghe, che nffra– tclla cli educa i lavoratori, che sopprime la piaga del krumirismo incosciente, che costringe gli im– prenditori ad eque concessioni, che acuisce le re– sponsnbilità e mal consente connivenze e impunitìi criminose, che tiene in rispetto i fcudattlrii, i ~indaci, le autoribì. amministrntiv(' e svoglia i b11llimhusti dcJl·csercito dal fare la loro scuola di guerra in rorJ><>rt· t•ili; 11uesta noi dohlJiomo, con pressio1w sempre crescente, strtipf>are al ùovcrno e 11110 CRmcrc. li sangue dei nrnrtiri di Borra 111 invoca con noi. F11.11•PO 'l'nuTJ. (1) .\rt. 17 O iH~g,::. ll('lhl Clll\tn Appemllct. )[(\ ue\ CllS-0 lii BCl'l'fl nncllo l'nzlono conclll11trlcc del ,•lcclJrlga(llcrc <lei caml,lu!crl crfl 1111rlillzz1111~ (h11l'('Ucrc Il lcncutc, gcrnr<:llknmcnlc, suo su11<:r!oro: Il diseorrso de11'on. Saeehi 11discorso-programma dello ieri n. Cremona dall'ono– rc,•olc Sncchi, che il tempo ci manca di cliscuterc a ))arte n. parte, n.\'l'à un note,·ole significato per l'orieula– ziono dei 1>artiti in Italia, dentro o ruori il Parlamento. I/on. Sacchi (come egli stesso si indugiò a. dimostrare) non ha deUo cosn. cho non roflso gii\ essenzialmente nei programmi da h_1imolto \'Olto ripetuti; ma il momento politico e 11esplicito contrasto dichiaratosi nel gruJJJ>O radicale parlamentare lo costrinsero a. dare al suo pen– siero un'ampiezza ed un apreCi:,iOno polemica maggiori del cousueto. Il discorso dcll'on. , acchi si imJJcrnia sopra tro con– cetti: il positiYìsmo J>Olitico,poi quale le lontane idealitl~ fllosoflcho e la. questione della formn. di GO\'Crno, in un regime 1>arlamcntare a suffragio moli.o largo, passano, per l'uomo di Stato, in seco11da. linca; l'acccUazionc Ionio od cs1>rcssadel regime monarchico plel>lscitario; la ne– cessitò. di riforme ardite, conquistate cd imposte dalla ))Ubblica opinione. Il Kacchi riconosce la ragiono di essere logica e sto– rira dcll:L loU.a delle clas~i o del partito socialista, del quale per altro sotto\•aluta troppo la. encrgi.1 di prOJlUl– siouc e <li orientazione che ù nella finalità. colletti,,lsta; pone in risalto la contraddittorietà fra le flnalHà. cd i metodi di un partito reJ)ublJlicano, che non sia astensio– nista e rivoluzionario, col qunl termine egli intende dire insurrezionale; trascura. il partito c1orica1c, che conrondo ('0] COllllCl'\'atorc. ]!In. la. parte salieutc del discor~o è dove definisco i cn.rattcri e le funzioni J>l'O))riedel J)artito raclicale, il quale ))Or lui non JHIÒ essere o~gì che un partito di Oovorno. Ed è qui che l'on. Sa.echi contribuisce, per suo conto, n quella schiettezza che 1 se s1>csso ò attravcrsàt" da motivi por1;onali o elettorali, è pure la gran forzn di oini J)arlilo popolare.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy