Critica Sociale - Anno XI - n. 13 - 1 luglio 1901

CRITICASOCIALE 203 sn di un enorme qui,pro quo. ]~gli stabilisce una identità. fra la grandezza clellti produzione in valori d'uso e l'am– montare del profitto individuale. 'l'utte le volte quindi, che vede aumentare la produzione di ogni singola azienda, ne conclude che il lffOfitto corrispondente debba cre– scere nella stessa J)roporzione. Quan<lo invece si rico– nosca che il profitto indi\•idua!e non dipende dalla grandezza aritmetica del J)rodotto, ma dal suo valore di scambio, si comprende sul>ito che le variazioni quanti– tative nella produzione di una singola fabbrica non ci possono dir nulla circa le variazioni del relati\'O pl'O· fitto. Poichè anzi 1 dato il pungolo della concorrcm:a, un aumento nella granclezza ac;soluta del 1>rodotto imJ)lica !<ernpre una riduzione nel costo di produzione, è lecito concludere, in base alla stessa legge marxista del va– lore, che la massa dei valori di scambio, di cui dis1>orrà l'inclustriale, aumenten\ in un rapporto a..;;saiminore che non la massa dei valori cl 1 uso. Siccome poi, cùrrelativa– mentc alla riduzione del costo, il salario si eleva, e si ele,'a. in una proporzione ben maggiore di q_uella J)er cui aumenti la somma com:)lessiva dei nuovi valori di :-:cambio,ne segue che il profitto potrà crescere in ,•ia. assoluta; non mai in un ra.pporto maggiore del salario. ... Dalle nostre osservazioni questo, fra l'altro, risulta: che il Negro ha afl'rontato il problema dei rapporti tra salario e profitto senza essersi reso conto dei termini precisi nei quali esso doveva essere posto. Non avendo compreso che il punto di partenza di ogni analisi rela.– tiva doveva essere il valorn di scambio, egli ha mostrato di non possedere in 1>roposito le conoscenze tecniche indispensabili. La cosa ò tanto pili grave in quanto egli - non J)rovocato - ha voluto insinuare che tutti coloro, ehe giudicano spregiudicatamente il Marx, o non l'hanno letto, o non l'hanno compreso. Ma, all'infuori di ogni accidente personale 1 un altro fatto resta stabilito. U11aYOltache l'unico Jll'Oeessocon cui studiare il problema. dei rapporti fra salario e JlrO– fitto ò quello di J)artire dai valori di scambio, e di ve– dere quali aliquote SJJettinoall'uno e all'altro sul prezzo unitario in diversi momenti; una volta che le consicle• razioni del Negro, appunto pcrchè basate su criteri di– versi ed erronei, non banno potuto dimostrare nulla, se non l'im1)erizia di chi le ha srnlte; ò evirlente che le cifre, da me riprO(lotte nel mio articolo tG marzo e desunte da autori insospettabili ed insigni quali l'.Atki11son e lo Schullze•Gihcer11itz, sono rimaste finora senza rispo– sta.. Accetti il Negro la battaglia sul terreno che egli stesso ha i1wocato; cessi di baloccarsi fra i dati di un libro che egli stesso ha riconosciuto non pertinente alla causa; ponga il problema ne' suoi veri ed unici termini; o provi finalmente, se può, il suo assunto. Io lo sfido, uel mOdopili formale, a portare una sola statistica in– glese o nord-americana degli ultimi venticinque anni, da cui risulti, per ciò che riguarda la grande industria, che la quota. del profitto individuale(quello che egli stesso chiama il sopr<ti:alore) sia cresciuta, sul prezzo di ogni unità di prodotto, pili che proporzionalmente alla quota del salario. J~oichè sarebbe questo l'unico fatto che po– trelJbe convalidare la sua tesi, almeno di fronte a tutti coloro che conoscono l'Economia il suo do\'cre è netta– mente segnato. Jlic Wwdus; hic salta. 1i Negro conclude: ".Ma, a sentire certi proressori ed anche certi socialisti, il )farx è definitivamente morto e liquidato,,. ten CJ no B1ar e 1Hio caro signor Negro, lasci stare i fuochi pirotecnici. Hanno fatto il loro tempo.... Nessuno fra coloro, le cui idee condivido - con buona })ace del Kegro sono pa• reechi anche in Halia - pemia sul serio che si possa o si deùba liquidare il :Marx . .Il genio non si liquida. Si può e si deve liquidare soltanto l'opera di coloro che, con una sterile adorazione del genio, vorrebbero porre le colonne d'Ercole allo sviht})J)Oriel sapere. l)er tutti gli uomini SJ)regiudicati, ben diversi sono i veri termìni del dibattito. D !I.un lato coloro i quali - colla miopia che sembra. comune, pur trop1>0,a tutti i disceJ)Olidi tutti i grandi maestri - vogliono rermaro la vita nel cerchio angusto di un libro; vogliono spie– gare col J)ensiero di un solo uomo tutto ciò che è stato, (: e sarà; e Yanno risuscitando, ai loro finì, uno scola• sticismo nichilista e capzioso, che è nella. J)il1recisa an– titesi coll'indirizzo llOlitico di tutto il pensiero moderno. Dall'altro coloro i quali, nvendo fitcilmente compreso che la vita e la scienza sono in continuo diYenìrej cheJ)erciò, mentre i fatti antichi si modificano e ogni giorno no sorgono dei nuovi, lo sforzo anche del genio 1>iì1 smisu– rato non può mai portare che una piccola pietra all'edi– fizio necessariamente collettivo del progresso; intendono flcquisire al sapere umano quel solo tanto dell'opera. del Marx che ha potut.o resistere al tempo, e far tesoro, per il resto, al cli fuori di ogni preconcetto e cliogni pl'in– cipio d'autorità 1 delle nuo,•e esJ)erienze e delle nuove conquiste. Poichè tali sono Yeramente le condizioni della lotta, la vittoria non J>UÒ essere dubbia. 1~ssaresterà - come sempre - al buon se•nso, alla verità, aJla forza. Gli au– spicii già Yolgono propizìi. Non li vede, d'ogni intorno, il Negro?... ANTO~IO ÙllAZIADl•:I. La questione sociale n l pensiero collettivo Genialilù individuale e yeniaWèi collettiva. - La vita intellettuale di ogni individuo si svolge normal– mente in un lento lavoro di assimilazione e di coor– dinazione del materiale, che la società in un dato momento storico fornisce. Le idee e le teorie, di cui il pensiero, con la lettura cd i contatti giornfllicri, si arricchisce, si dispongono inconsciamente intorno a centri preesistenti, che il temperamento fisiologico e la educazione sono venuti determinando e che co– stituiscono lo scheletro dell'individuo intellettuale. Questo lento processo, che J'Ardigò ha paragonato alla formazione geologica degli strati terrestri, sotto l'inttuenza di azioni speciali, può, in certi individui, essere arrestato da una repentina disorganizzazione dei centri che davano forma al patrimonio intellet– tuale. L-eidee tornate libere, come cellule cli un orga– nismo spento, non tardano a raggrupparsi in nuovi nu• clei attorno a nuovi centri, e l'individuo ne esce tras– formato, rinnovato. La crisi si prepara lentamente 1 inc~nsapevolmente, ma spesso un leggero impulso basta a determinal'ia, come l'urto che, dato alla solu– zione soprassatura, ne provoca la rapida cristallizza– zione; da quel momento una. luce nuova illumina il pensiero, un lato non mai visto si presenta in tutte le cose: la crisi clel111, genialità. è avvenuta .. Similmente proced',) il pensiero collettivo dell'uma– nità nella sua inco.;saute evoluzione. li parallelo fra l'organismo sociale e qu(l.llO individuale non sempre è legittimo, ma, quando si tratta di fenomeni della, stessa natura in organismi che siano consecutivi nel l'ordine della formazione naturale, le lince fonda– mentali si conservano immutate, poichè la. natura

RkJQdWJsaXNoZXIy