Critica Sociale - Anno XI - n. 12 - 16 giugno 1901
182 CRITICA SOCIALE ai bianchisti (Partito socialista rivoluzionario), essi accet– tavano interamente la mozione De la Porte, che soddi– sraceva le loro preoccupa:doni dottrinali. Quando la mozione De la Porte fu discussa nella Com– missione nominata dal Congresso per esaminarla, la. JliÌ1 parte dei suoi flrmatarii, a scopo di conciliazione e per ben mostrare ai difensori dcll 1 azione ministeriale che essi non avevano voluto 1nencler di mira alcuno, aderi– rono alla mozione llriand, che sostituì Vi\, a fuori <lelPar– tito1 le parole: fu01'i del controllo del F'lirtito. Soli i" bian– chisti ,, e alcuni flrmatarii della mozione De la Porte, tro\'ando che non si poteva modiflca.1·0 muireda:t.ionc buona sotto pretesto elle essa 1,otesse contenere qualche freccia a,•,•elenata, rifiutarono ogni modificazione. li Congresso adottò la mozione lfriand, rigettò la mo– zione De la Porte, e fu dopo questo voto che il " Par– tito socialista. rivoluiionario ,,, col qunle si resero soli– dali la " Alleanza comunista,, e un certo numero di Fede– razioni autonome, abbandonò la sala delle deliberar.ioni comuni. In fondo, non può dirsi che l'accordo sulla mozione Briand fosse impossibile. Senza dubbio, la sua. redazione ò un tantino equirnca. 'tuttavia difficilmente dei socia• listi possono ammettere che uno possa trovarsi fuori det co11trollo det Pm·tito senr.a essere fuo,·i <let Parti.lo. Sembra che le due formule abbiano, fondamentalmente, la stessa significazione ultima. Se l'accordo non si è ratto, gli ò che non J>otea farsi, quale che fosse la. formula.. Bastava vedere l'atteggia– mento delle diverse frazioni, così riunite un J>O' a. forr.a., le une di fronte alle' altre, per ben convincersi che tro])pa animosità se1>arav:~ancora quei frntelli-nemici perchè si potesse sperare di vederli, l'uno a flanM dell'altro, in 'una organizzazione comune. Non si possono unire le persone loro malgrado, e al Cong1·esso di Lione non si YOle,,a unirsi. u.· Qual'è, ora, dopo la nuova scissione, la situazione so• eia.lista in li'rancia? Se badiamo a.Ila forma esteriore, sembra che vi siano due campi: quelli che rima.'ìero al Congresso, e quelli che se ne partirono o che non vi era.no ,•enuti. I rimasti sono: la piì1 J>arte delle Federazioni auto– nome; quel che resta della Federazione degli 11 .lndì– r,endenti 11 ; gli ultimi grnppi dell' 11 allemnnismo ,, di– Sl)erso; i vari rn])presentanti del " brussismo m che a pena SOJH'tl.\'\'ive.Quei che J}artirono sono i " bian– chisti ,, e alcune li'ederazioni autonome; i non venuti sono i 11 ghedisti ,,. Questi due blocchi, cos1 artificialmente formati, sono in sò stessi assai eterogenei e composti degli elementi i 1>il1 dissimili. Pare, nondimeno, che In. loro unione J)Ossa sussistere. Jlcr quelli che rimasero al Congresso, la cosa è certa, J>Oichòessi votarono - affrettata.mente, senza. dubbio - una costituzione del J>attito, e il vec– chio Comitato gcneralcj formato ora da essi soli, segui– ten\ a funr.ionare. Quanto a quel Ii che partirono o non vennero, la loro unione, benchò probabile, ò meno si– cura. I u bianchisti 11 J)arlarono di costituire, coi II ghe– disti ,, e colle Federar.ioni consenzienti con essi, una intesa 1•ivotuzio11a1·-ia, e già alla Camera il ùruJ>po J>arla– mcntare perdette i loro deputati, che costituirono un secondo gruppo, detto rivolur.ionll,rio. :Ma tale intesa fra le frazioni di ]~strema Sinistra non sarà mai molto forte, 1>erchè,malgrado tutto, esse stanno reci1>rocamente in contrasto molto nelto 1 o le diflèrenzo che le dividono non sembra. debbano cadere. Checchò ne sia, il sociali~mo francese, l'indomani del Congresso <li [.ione, sembra formare duo monconi. Sa– rebbe imprudente, in , 1irti1 ap1lUnto della. eterogeneità. della loro composizione, dar loro un qualiflca.ti \'O carat– teristico. Fra. quclli 1 in ispecie, che rimasero a. Lione, una gran J>arte delle Federazioni autonome sono spic– catamente antiministeriali e si dichiarano rivoluzionarie. L'unione, quindi, dei u ghedisti ,,, dei II bianchisti 11 e delle Vederar.ioni che li seguono non può J)retendcre al monopolio socialista rivolur.ionario. Per tutto ciò, queste nuove formazioni, che, netlu. geografia del socialismo francese, in fondo sono accidentali, non potranno durare a lungo. In ogni caso, noi crediamo fondata la speranza. che fra esse sarà. possibile un'intesa generale . .r.a necessitò. di prepararsi alle elezic,ni legislative del 1902 potrebbe attivare la formazione cli questa cordiale intesa. Sarebbe il solo modo di impedire deplorevoli conflitti fra socia• listi e di riconciune un po' di pace fra noi. Nel 1899, di fronte a.I 1>ericolo milital'ista. e clericale, un II Comitato d'intesa ,, era stato formato fra tutte le frazioni; esso costituiva un legame molto elastico e non incep))ava a.tratto l'indi1>c1Hlenr.adelle organir.zazioni so– cialiste; durò fino al Congresso del dicembre 1899 e fu sostituito dal " Comitato generale "' che funzionò fino a.I Congresso di ottobre 1900. Poichè si vollero scavalcare di un tratto le tappe sto– riche, poichò si fu trOJ>J>O imJ>azienti e si ò forr.a.ta la. marcia, un 1,0 1 di cammino a ritroso, per penoso che sia, s'impone ai socialisti francesi. Forse ci facciamo a.questo proJ)Osito qualche illusione, ma. noi crediamo che la ri– costituzione del vecchio " Comitato d'intesa 11 ò il ma.'ì• simo di organizzazione unitaria, che sia J)Ossibile atten– dere in questo momento: Raggiunto quec;to maximum d'unione, l'evoluzione del socialismo francese potrebbe compiersi senr.a. tro1>pi urti, nè scosse. La IH'Opaganda generale e l'azione quot.idiana soffrirebbero meno, e la formazione delle 1,·ec1erazioni autonome proseguirebbe regolarmente, assorbendo in esse, ogni giorno pili, tutti gli elementi socialisU delle diverse regioni. lJJ. Frattanto, ,,j san'~ uu pcriotlo di aspettativa, durante il quale le diverse frazioni e Federazioni si osserve– ranno a Yicenda, senza prendere un atteggiamento de– finitivo. Sarà 1>ernoi un periodo, ben raro, di tranquil– lità, e tanto di guadagnato sulle nostre contese. '!'aie })eriodo può durare anche pH, mesi, <lacchè l'est-ate è la u stagione morta n della politica, cos1 feconda di motivi di dissenso. Checchò _avvenga, malgrado Ie clìvisioni che ci inde– boliscono e le lotte intestine <,:hesovente ci paralir.znno, i nostri compagni dell'estero non devono troJ)po dis1>e– rnre del socialismo fra11cese. Senza alcun dubbio, se l'u• nità rosse effettuata, molti errori si eYiterebbero e questa grande dispersione di forze, che noi constatfamo con tristezza, non sarebb<: possibile. 'l'uttavia, malgrado i suoi interni contrasti, il socialismo francese riesce, pili o men bene, a. far fronte a.Ilo esigenze della sua missione. Bsso progredisce, malgrado tutto, e la provincia, col suo sforzo costante e infaticabile, consola alla flne dello di– spute elci socialisti 1>arigini. Questo appa.n•e molto net– tamente al Congresso cli Lione: il contrasto fra Pal'igi e il resto della Francia, A Parigi, lotte oscuro <Li J>er· sono, che si aggiungono alle differenze di tattica; in provincia, l'intesa sul terreno dell'azione pratica, che
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