Critica Sociale - Anno XI - n. 10 - 16 maggio 1901

146 CRITICA SOCIALE Qr,1, è facile capire che questa è J)Olitica lle!Jli syrarii bensì, è riconoscimento delht necessità. voti– tica di alleggerire \timmane peso tributario versato sulle spllllo del contribuente povero italiano; ma è una politica ingannatrice, gravida di illusioni e di disillusioni. I partiti democratici debbono conYincersi che, nel momento storico attuale, il bilancio degli enti pub– blici non JJuù, nè <lei:e dare avanzi che non siano o casuali, o limitati a cifre irrisorie. I milioni, che una buona llolitica democratica dovrebbe strappare al bilancio dcllfl. guerra e del!a marina,, agli organici delle sedcntnric burocrazie d'alto grado; gli altri milioni che potrebhero far risparmiare un decentra– mento ben inteso cli organi e di fum:ioni e un'am– ministrnzione del tesoro e deJla moneta a.tta a rag– giungere cli vera buona voglia Ja conversione del debito J)ubblico; gli altri milioni, che fil sistema tri– butario non dovrebbero pii', chiedersi, perchè doneb• bcro fornirli i contributi e le tasse JHlgate da chi ri– ceve immediati e speciali vantaggi economici dalla attività degli enti pubblici i tutti questi milioni do– vrehbero esser tosto dedicati a innumcre,•oli spese, che occorrono per attuare quella protezione economica e gilfridicn, del lavoro, quella cooperazione efficace al risorgimento economico del paese, che oggi.... così energicamente lo Stato italiano fornisce al rovescfo! La spesa pubblica, nel passaggio ad un Governo ventmentc democrntico 1 non può certo scemare di quantità j deve invece trasformarsi nel contenuto: alle spese improdutt.i\•e o violatrici degli interessi delle nrnsse, debbono sostituirsi le spese produttive di benessere nazionale e rivolte ad eguagliare Je con– dizioni di lotta fra. le classi economiche. E /perciò gli avanzi cli bilancio, da cui, per contentare i finanzieri dell'Opposizione, dovrebbero le classi diseredate in Italia attendere il rispett.o ·alla giustizia tributaria, sono un sogno, anzi un brutto sogno, che significhe– rebbe inerzia della vita polit.ica it11lia1rn. di fronte a tante e tante esigenze nuove dclPtt.mbientc sociale moderno. Che se poi i volitici <legli sgrcwii non sono in buona fede, costoro sanno bene di offrire, per uno sgravio promesso per cent.inaia. di milioni, dei mezzi che sommano appenn a qualche milioncino,d'anno in anno racimolato e conc1iziona.to a ciò, che una impresa in Cinn. o un omnibus di ferrovie elettorali non sopra.g– giungano ad assorbirlo. Posto così il problema degli sgra.vii, suborclinato a.Ila solidifù del bilancio o, in parole J)iù sincere, alla ùllcmgibilitèi cle-i sistemi tribulcl1'ii odierni, esso non può portare che a provvedimenti miserrimi, di nes• suna efficacia pratica; che alle masse daranno vere e proprie disillusionj, e che sono aberrazioni continuo dai precetti cli uua savia politica finanziaria. Esentate lo quote minime fondiarie fino a 5 lire. Ebbene, caleolando pure il risparmio dello Stato pel minor ingom\Jro nelle riscossioui c nelle espropria• ;doni, occorrono 15 milioni almeno; e a che scopo? Dì proteggere quella propricti\ minuscoln che l'evo– luzione economica odierna tende a fare scomparire, pcrchè inadattabile alle nuove condizioni dell'am– biente: una JH'oprietà che, se urbana, è print del rcquisiii richiesti dall'igiene delle i~bitinioni, se ru– rale, è refrattaria alht trasformazione tecnica dclltt colt.nra, e che rappresenta quindi mm fonte di danno economico peL' la nazione. Con quei 15 milioni riducete (e bastano appena, sperando in uno sviluppo del consumo) di 10 cente– simi il prezzo del sale. Con un co11sumo di 7 chili all\urno per ilbitante, e quindi con acquisti cli a.pJ)ena 5 chili (perchè gli altri due si consunrnno in pro– cloHi già. salati), voi chuete al singolo consumatore un beneficio di 50 centesimi all'anno, che, diviso in tnntc parli r1twnti µ·li il<'quisti durante l'inrno, gli B b ate r1 C no 1:1r o potrìt esser elimina.to dal rh•enclitore in tanta carta ..-.. o i 11 tante pesate. Riducete a due lire i dazi interni sui farinacci, so volete con quei 15 milioni compensare i Comuni: e, meno male, avrete fatto un JXtsso buono, ove l'esi– stenza delle Coopera.ti ve o il coraggio o il favore delle Amministrazioni comunali impongano ai fornai una riduzione analoga del prezzo ciel pane; altrimenti il consumatore non si accorgerà. clcllo sgravio, e gli avrete dato poco pili di una soddisfazione morale. La poWic<i degli sgracii, fatta così, con mezzi di bilancio, ditta in cambio della acquiescenza popolare agli odierni metodi di tassazione, è dunque una po– litica inane, un vero e proprio inganno, eia cui le masse italiane, oggi, nel primo istante in cui sì scuo– tono da.I letargo politico, hanno diritto cli essere salvaguardate. . .. Ora, nei progetti deJl\tttualc Ministero) ci sono gh sgra·vii, e ci son forse degli sgravii tecnicamente non troppo raccomandabili per sicurezza cli esito ef– ficace; ma c'è qualcosa di J>iù., ed è questo qualco."la che delinea un nuovo orizzonte di politica tril>lt· taria; ecl è questo qualcosa che, mentre rende meno dolorosa la riduzione ciel piano di riforma a.ccettata per ragioni parlamentari, costituisce la pa,·te ciel progetto che i rappresentanti dei pa1·liti popolari debbono far risaltare alla. Camera., o debbono stre– nuamente difendere. Un concetto deciso di riforma tributaria, una in– dicazione esa.tta. dei mezzi per raggiungerla: ecco il punto nuovo, che nei proget.ti ministeriali odierni spicca in guisa da costituirne l'essenza. Nel progetto si vogliono abolire intanto i dazii sui farinacci nei Comuni ::1pcrti: in molti Comuni, specie ciel Mezzogiorno, quei dazi sono un 1nezzo sovrano, per cui )a. classe proprietaria, conlizzata cogli e.ser– cent.i, coi rivenditori, coi professionisti, riversa sulle classi povere le spese del Comune, fatte spesso por soddisfare bisogni tutfA.ltro che generali e necessari. Chi deve pagare quelle spese, chi compensare al Co– mune la perdita del provento di quei dazi i? .I. pro– prietari e que.i loro alleati possessori di redditi mo– biliari. E il progetto impone Pesazionc delle so• vrimposte fino al limite legale, ed eleva il minimo della tassa d'esercizio e rh'endite. Noi progetto si vuol atterrare la barriera daziaria in quei Comuni, meno popolosi ed impol'tanti, in cui il dazio per via di cinta non mira certo a colpire i forestieri e i 1·enUers· che .... vanno a vivere in centri pili ricchi cli attrattive, ma, specie nel 'Mezzogiorno, serve a decimare il reddito di classi operaie che vi– rnno accentrate e agglomerate in quei centri. Questo accentramento di popolazione lavoratrice è il pro– dotto della grande proprietà. agricola ohe sfrutta la mano d'opera avventizia, ed è la risorsa del piccolo commercio, dogli esercizi professionali in quelle mi– nori citth. Dunque, climiuanclo quel barbaro stru– meuto di tassazione di classe, è sulla proprieth, è sulla ricchezza mobiliare, è sui consumi meno ne– cessari che bisogna. grnvar la mano, per trovare compensi. 1;; il progetto impone ai Comuni, dopo aver falcicliate le spese inutili, che sono un reato se ali– mentate con proventi cli dazio, di elevare anche sopra il limit.e legtde la sovrimposta, cli far uso dell'im– posta di esercizi e rivendite, di sviluppare (per ult.imo e con limiti ben definiti) la tassazione per via di minuta. vendita. di quei generi, di cui le classi opernio agricole per lo pili o fanno poco uso o non fanno acquisti da rivenditori. B poichè manca spesso al singolo Conrnne, anche colle facolth. chtte tlal progotto 1 hl potenza finan:,:iariit di op€'rarc le due riforme su.tccennate 1 lo Stato in– t.C'rricnc cd ithbona parte del cnnone <li {faziogover•

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