Critica Sociale - Anno XI - n. 8 - 16 aprile 1901
1:W CRITICA SOCfALE mente S}Hwcntcvole delle classi lavoratrici, cla\1 1 altra la limitata woduzione clella terra. Due problemi correlativi e subordinati: poichò la miseria ciel lavoratore provcuiva da quella coltura clira1>ina con cui la propriefa i:::indlt· striava di sfruttare flno all'esaurimento la terra e il h\VOl'O um:111O. Se non che nessuno di (itiesti 1Jt·oblemi potè allora nniarsi alla Slm soluzione. Anche le 1>r01loste di rirnedii immediati lai:::ciilVanotrasJHl.ril'e le difficoltà. grM•i fra cui rnnivano co1ìce1>ite. La Commissione provinciale sulla pellagra proponcvn. che ;;i staccassero dni va.,;ti latifondi della provincia tanti piccoli JlOdcri diL cedersi alle fa. rnitdic dei contadini ancnfo;i. La J>roposta di carnttere così utopistico venne accolta. dalla indifferenza. e dalla ostilitiL della cla;;_;.e11roprietaria. Per 4ualche tempo nou mancarono anche gli appelli al buon ,•olere dei JJro– prìetari1 e si tentarono alcuno associazioni fra. i condut– tori di fondi, sia·a\lo scopo di migliorare la condizione dei contadini, sia JlCl' a salvare le nostre ca.mpagne dalla liquidazione ,,. Le prime non raccolsero adesioni baste– voli, le seconde naufragarono miseramente. Ben alt!'o do\'eva. es.sere il rimedio ai molti mali che fl.Ftliggevano le nostro campagne. l.'aumento della. 1)1'0· duzione non pote,•a. essere che l'effetto cli una tecnica Jliit perfezionata., come il miglioramento della classe laYOratrice non JlOlC\'aJH'O\•enireche dallrt sua organiz– zazioue. . .. l·'u dopo il 1860che, con molta lentcz7,a ed attr:werso l\ molte diflicolhì, i nostl'i JlrOJlrìetai-i cominciarono a com1n·cndere Putilit;\ delle colt.ivazioni razionali. Da11prima fu inemcace la J)ropaganda teorica fatta da ngl'Onomi studiosi ed aperti alle idee moderne. Sia 11er la ignornnza cd il misoneismo llelle classi rnraH, :sia perchè la. terra è stmmento delicn.tissimo, sin anche JlCrchè i primi a tentare i nuo,•i sistemi di cultura ernno ~,u·on•isH di ogui JJreparazione scientifica, il certo si è cho i Jlrimi pns.,;i sulla. via del JJrogresso agricolo 11011 fruttarono che nuO\'C diffidenze e nuove delusioni. ]fa l'esempio delle zone pii1 1irogredite dove'"a, seb– lJcne assai tardi, portare i suoi benefici effetti. Nella. JJa.rteorientale della provincia, la. coltura intensiva die,le ottimi risultati; la JJroduzione ciel ·grano ,:enne portata. dalla media cli8 quintali per ettaro, alla mellia.di 20 quin– tali. Anche i risultati della. coltura siderale del riso furono incoraggianti: da una. media. di chilog. 2i29, si Jlassò ad una media. di chilog. GOGiJ)CI'ettaro. Questi risultali , 1 insero finalmente nuche lo ultime riluttanze dei J)it't restii. Parecchi audaci capitalisti, as– sicuratosi le affittanze l)Cr ·una durata di 18 anni, ini– ziarono in grande i nuovi processi di coltura, cd arric– chirono in IJreve tem110.;\ccanto a. loro, con meu;i pili moclcsti 1 alti-i conduttori di rondi abbandonarono le pra– tiche agrarie tradi7.ionali e si studiarono di far renclern cli pii1 ai loro terreni. :Xuove colture vennero così ten– tato con fortuna, nuovi stmmenti agricoli si introclussero nelle abitudini delle nostre campagne, e la. coltura a leguminose, indice C\'identc di progresso agricolo, nndò guadagnnnclo in estensione. Ecco, del resto, alcuni dati che gettano, meglio delle nostre parole, un ,•h·o fascio di luce sulla. e\'Olu"l.ione 11crcorsa dalla nostra agricoltura. Questi dati \'Cnnero tolti, per gli anni precedenti il 18S0 1 dalla monografia del J)ror. Paglia sulle condi"l.ioniagricole della pro,·incia di )Janto\·a, e, per gli anni J)iì1 }lrossimi 11 noi, dalle Hclazioni annuali della locale Camera. di commercio . .Xci !Si-: la superficie colth•ata a. lll'Uh cd erbrti crn B1b ,oten C:ì1no B,ar e di ettari 2i.G03 con un prodotto com11lessivo cli Q.uin– tali 551.305. Nel 1892 la. superficie coltivata a prnti cd erbai era di ettari 45.SSi con un prodotto complessh•o di quin– tali 3.018 311. Nel 18iS erano coltivati a l'it.e ettari S4.ii9. Nel 1808 erano coltivati a vite ettari i5.373. Anche nei bO\'ini ,·i è un considerevole aumento: da GS.402, quanti erano nel 18i6 1 sono saliti a 106.GSH nel 1808. J latticinii ebbero un aumento raJ)idissimo: nel 1894 se ne 1>roducevanochilogrammi Z.031.805 1 nel 1809 chi– logrammi 3.20i.36i'. !la. a questi dati vanno aggiunti quest.i altri, certo soltanto aJ)prossimath·i, che pro,·engono da uosti·e in– formazioni particolari. Concimi chimici: nel ISiS, nessun consumo; nel 1899 si consumarono circa -W0.000 quintali di perfosfati. Macchi11eagrarie: nel" 18i8, nessunaj nel 1800, falciatrici da 350 a 400; seminatrici in genere eta. iOOad 800: rastrelli da 700 ad S00. Questi dati dimostrano, in maniera inconfutabile, il grnnde progresso ratto dalla nostra. agricoltura in questi ultimi anni. l)rogrcsso però che è ben lungi dall'aver raggiunto il suo vertice estremo. Molte plnghe non hanno ancor.i sentiti i benefizi dei nuO\'i tH·ocessi di coltura, molto misoneismo è ancora da vincere, molto capitale ò ancora da chiamare alla terra, perchè essa cessi dal– l'essere l'eterna nutrice ormni stanca ed esausta per diventare la. grande incubatrice alla. <1uale l'uomo affida cou piena sicurezza i germi dei 11roclot.ti futuri. Na tutto ))erò ci lascia sperare che non sia lontano il giorno in cui l'agro mantovano darÌL il massimo di JJroduzione– con5eguilJilc con i nuovi metodi della tecnica agraria. Scnoncllò questo constatato 'aumento di Jlroduzione non significa un 001-relath•o elevamento nelle condizioni delle classi lavoratrici. Per quanto alcuni i-ccenti illu· stratori del movimento proletal"io mantovano abbiano tentato di rimettere a nuovo la gii~ tramoutata teorill. delle armonie ecouomiche, ed abbiano nsserito che alla progressh'ità dell'industria si accompagna spo11ta11ea111e11fe l'elcva7.ione dei sala.rii, come in uu corpo sano una mi– glioro alimentazione distribuisce sangue 1iiù ricco in tutte le parti dell'organismo, la realtà dimostra. invece, a. dispetto di tutte le elucubrazioni con cui l'orgoglio borghese Yonebbe porre la marca della vanità. sua su)le conquiste filticosc e dolorose del proletariato, che nè la elevazione della classe lavoratrice fu proporzionale alla. cresciuta pros11erittì.delle classi ricche, nè i pochi van– taggi ottenuti .flnqui sono la spontanea elargizione della classe catlitalistica. J: lo }lOssiamo rapidamente dimo– strare. La. disoccu1>azione, questa terribile crisi periodica che colpisce il contadino quando la. stagione è pili cruda. e i bisogni sono J)il, urgenti, non è affatto scomparsa. Nelle zone poi clO\'e il lavoro è continuo, la mercede è SJJesso sproporzionata al lal'oro ccccssh•o ed estenuante. Di pil1 1 il J)rogredire fa.taledelle cose e quindi anche dei bisogni, 1·cndeal nostro contadino insopportabile la vita faticosa.ed opprimente sofferta per tanti anni. Egli ama il la.l'Oro,ma. non ama il lavoro sfibrante delle 15 e delle 1G ore gior– naliere. l~gli,che si sente uomo e non }liù ser\'0 1 ha. oggi la. sua. salute fisica.e morale da difendere e· da migliorare; vuole abitazioni meno umide e meno malsane, vuole
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy