Critica Sociale - Anno XI - n. 3 - 1 febbraio 1901

0Rl1'IOASOOIAl,ll denclo la potenza sociale col lavoro, formando un'im– mensa classe di lavoratori intellettuali, di cittadini che nello stesso tempo sono indipendenti e laboriosi, mentre nella vecchia. civiltà il lavoro era. fatalmente collegato con Ja serviti,, Pinclipen<lcnza con l'ozio. . .. Queste osservazioni 11011 spiegano forse interamente Jo difficoità dell'applicazione o lo incertezze dei ri– sultati della democrazia moderna in tllcuni paesi, per esempio in Italia? Durante In crisi politica e morale degli ultimi anni, noi 111Jbinmo quasi dispe– rato delle istituzioni democratiche, ccl alJbiamo visti pRrecchi strani tentativi scientifici per s1>iegarncil così detto fallimento. Grande popolarità ebbe per un momento una teoria a. b,1s0 1>sicologica 1 che cercava di collegare gli scandali intellettuali e morali del nostro parlamentarismo alla. legge piì1o meuo provata tloll 1 11.bbassnmento psicologico dell 1 individno quando si1Lfuso nel corpo mostruoso della. folla 1 la cui mora– Jitò. cd intcllcttualiti\ sarebbe fìssnta. dalle unità in– feriori. Le eler.ioni e Jc discussioni parlamentari sa– rebbero azioni di folla.: quale meraviglia. che in es8e t>revalgnno gli clementi 1>cgg-iorie che i loro risul– tati siano meno che mediocri? ... Lasciamo stare che troppe obbiezioni potrebbero essere sollcrntc contro questa teoria. anche nel suo stesso campo: basterà. osserv,ue, por il no8tro intento, che i paesi, do,,e il sistema parlamentare funziotHL benissimo) sono appunto quelli, come la Germania, Plnghilterra, gli Stati Uniti e le colonie inglesi, do,·e il suffragio ò pH1ampio e dove il numero dei deputati ò mn~giore; basterll. riCOl'daroche ap1>unto nella stessa lnghilterra. il parlamentarismo soffriva di tutte le malattie di cui ora soffro il nostro, appunto quando il suffragio che l'eleggeva era ristrettissimo. No: non è la. sovrabbondanza degli elementi che concorrono a formarlo, che presso noi ed in Frnncia rende così difettoso ed incerto il funr.ionamcnto ciel regime pt1r– lamentare; ma la deficicnr.a degli elementi propri di questo sistema., che sono: una classe o ,,arie classi colte, laboriose e indipendenti (htl Ooverno 1 che vi– virno cioè e si arricchiscano per :ttt.ivitll. L)roprie, speciali, quali sono le classi industriali ed operaie delht Germania e dell'l'n:;hiltcrra; e hLprevalenza cli vasti o sempUci organismi di interessi, intorno a. cui si raggruppino le O(>inioni degli individui. Presso noi, come J)nre in Francia. cd in Tspagna, soprnv,•ive troppo ancora del nostro passat o cesareo, con la schia.vitì1 dei contadini, con la. 1 >iccola.pro – prict;ì, col proter.ionismo di Stato, con la c òlti vazione artificiale di una classe coltfl, ma. non indipendente, perchò vivente sull'amministrnzione; ed è questa sopravvivenr.a degli elementi di un altro tipo sociale che ostacola le funr.ioni del tipo democratico mo– derno. La democrazia insomma, presso noi è debole, spesso malata, perchò ancorn l'a11ciulla; non porchò già decrepita, come sonteuziano i suoi nemici. Uohbiamo dunque concludere che essa è stata u1l't1.p– plicar.ione erronea o almeno intempestiva, e che noi faremmo bene a ritornare, nlmeno parzialmente, al vecchio sistema? La.Francia ha fùtto due volte l'espe– rimento di questo ritorno, e l'esperimento è costato nd essa due grandi di sastri nazionali. Per quanto difettoso, la. democrar.ia rinrnne ancora per noi un sistema supe riore all'ant ico sistema aristocratico cd autoritario; fra disordini inevitabili, materiali e mo• rnli, essa favorisce e faciliti\ lo sviluppo cli quelle condizioni sociali in cui trover1\ sempre 1naggiori elementi di progresso. JI vecchio sistema. sociale, so ingombra. ancora. di rovine faticose il nostro terreno, non lascia. perciò di ossero morto 1>ersempre; e con esso è venuta. meno 1a teoria elaborata dai suoi filosofi, che facern. del Ooverno In funzione di un'aristocrnzi.1 1 intellettuale, B b a G no ahimè! nell'astratto, ma. piÌI SJ)Osso,nelln reaW1, igno– rante, cg-oisti\ o superba. Nella immane lotta moderna delle nazioni, combattuta con strumenti hen piì1 m11i– nnt.i cllo le lotte cli un tempo, solo Je aocieth, che hanno a.ccet.tato il principio della supremazia drl h1voro o della produzione, potrnnno vincere, mante• ncrsi, iiOf)l"avvivere; o la dcmocrnziu. ò <li questo principio il corollario politico fatale. OLINDO MAl,AOODf. Alcune critiche erronee all'Economia pura l~bbi nitro volte l'occasione di dire che il di:,putnro sulla. utilità. e sull'importnnzn. dell'Economia pura ò ormai in Italia tem110 e fiato s!}rccato. Coloro, che studiano realmente l'l~conomia o conoscono <liretlameute In. Eco· nomia pura, sono perrettamcnto <1 1 nccordo in mas~inm sulla efficacia dell'indirizzo moderno prevalente. Io con– slglia,•o pertanto di non 1>rcoccu1,arciaffatto degli eco– nomisti che non fanno dell'Economia, o ,H coloro che non vogliono affatto saperne di Economia J}Ura,o per abito mentlllC o per interessi piì1 o meno maniresti. 'l'ulta.vin, se ritengo inutile le 11rcdiche teoriche, non ritengo inutile rispondere a qualche critica diretta, <-110 <1un. o IÌLsi va facendo nll 'indirir.zo teorico da noi pro• rcssato. Un conto ò il non 11ro1Jngandnrc le prOJ>ricopi- 11ionia gente che non no ,·uolo sapere, o un conto ò il rimbeccare a qualche fi\.lsoargomento, che qualcuno ,,i può sciorinare sulla faccia. ;\ 1>artcqualunque esordio, io mi 1u·opongodi rispon– dere ad t\leune obl>iezioni contro l'~:conomia JJurn, che nppanoro recentemente in due lnvori di economisti itnlinni. ln un J>rimolavoro 1 del J}ror. Grazim1ei, la critica ,·iene mossa ad una teorica speciale dell'Economia pura: alla teorica edonistica; in un secondo hworo, del pro– ressor Lo,·i11i, la critica viene estesa a tutto findirizzo odierno, discendendo anche nelun'aJ)J>licnzionedei criteri critici enunciati sul fenomeno speciale del profitto. I due scrittori t~ccennati mi saranno grnti ch'io non rilevi la rra-:1))iù o meno , 1 imci ch'cssi ndopcrano nell:~ toro critica e ch'io mi mantenga csclu~ivamente in una con– trocritica ol>iettiva. ,. A STOSIO Ù IIA7.IAIH'.I: l11torno alta teorir,. e(lonislica ciel calore. Ifa. /a teoria edo11isliC(I dt>l 1x,lo1·e1ma base fisiol<>– l(}{Jicao 1>si00Wfjica? (Torino, J(oux, 1900,pagine 29). Le affermazioni del Graziadci sono le seguenti: I O J .a teoria edonistica del valore si fonda sulla legge del godimento decrescente. a) Non ò vero. Se 11cr scuolti edonistica intendiamo lo sviluppo che ha raggiunto h~scuola au-iìtriaca ritem– prandosi nelle teoriche della scuola svizzera matematica e della scuola americana degli Stati Uniti - e questo sembra il concetto del Ornr.iadcl, il quale cita quale nutorevole ra])presentnnte della scuola il Pm·eto - allora noi sa1>11iamo che il fenomeno di valore ò conce• pito come un rap1>ortod'interdiJ>cndenza tra goclimenti e costi. Il che vuol dire che nella teoria. edonistica del valore bisogna tener conto nnchc della cosl detta logge dei costi crescenti. b) Che se volessimo tenor conto del nuovo indirizzo 11raticodato dal l'areto al ])unto di 1mrtenza dell'indagine economica, e cioè al fenomeno della scelta (Pareto) o della co1wenicnza economica (Gobbi), si giungerebbe pur sempre l\d una teoria del ,•nlore non contrariante i ri– sultati della prima rase della scuola edoni&tica - colla

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