Critica Sociale - Anno XI - n. 1 - 1 gennaio 1901

12 ORT'l'TOASOCIALE od epicurea. Ognuna t:iOrse come libera associazione per iniziativa di un filosofo, che raccoglieva attorno a sò <1uelli che avevano vaghezz:t d'imparare, e crebbe indipendente da qualsiasi a.utorifa teocratica o 1>olitica. I fondatori, prinrn, cli morire, dm!ignavano il successore; la scuoht aveva uni~ proprietà stabile goduta in comune da tutt.i i soci. Colla storia, di ciueste corporazioni scolastiche, e insieme politiche o religiose, si connette, anzi, quasi s'identifica tutta la l'!toriil <lf'llla scienza ollonica da Alc>sMrnclro·ad Au– gusto; storia gloriosa, perchù la legislazione ateniese, rispcttosadcllalibertà di associazione, non permetteva allo Stato di ingerirsi nolln vita interna delle scuolC' superiori; salvo il caso in cui alcu1rn usurpasse i diritt.i dello Stato colrusiuc terreno (Htbblico, o col– l'ilcquishire hr-ni ~tahili pc-r i;:li stranieri, senzfl.Autn– rizzozione. 8i conosco un solo tc-ntntivo di lcg-iferAre in ma– teria d'istruzione superiore nell'nntica l :IIR.de . Nell'mrno 307-G Sofocle, figlio lii Anfic lide, p ropose 11 na legge; che non ai potesse, sotto pena cli morte, dirigere una scuola senza l'uutol'izzazione ciel Senato e ciel popolo. La legge passò. Tcofrasto di Lesbo, successore di Aristotele, preso segrrntamente cli mira, c-migrò co 1 suoi duemila disce1>oli; e così fecero gli altri scolarchi. A.tene corre\'8. pericolo di perdere il primato intellettuale sulla Orccin. 1;:non passò un anno che h\ legge fu abrogata. e il proponente condannato 1,cr leggi violate. 'l'eofrnsto e gli Rltri insegnanti coi discepoli rientrarono in Atene. 01~ allora. in 1>oie fino all'impero ronh1no le scuole filosofiche ateniesi, 1>erqunnto consti a noi moderni, svolsero In. loro Rtth•ifo scientifica. e didattica. con lihertìt. sconfinata, cstcndenclo il predominio intellet– ttrnle in tutto il mondo greco-romano, coll'aiuto prima delle ;umi macedoniche, 1>oidi quello romane. 1•:non vi fu teoria, per quant.o contraria. ai prin– tipii della morale publ)lica <' 1>rivata 1 son'ertitric<' delle istituzioni sacre e profane, pC'rfino ripugnante alle esigenze della natura. unrn1u1.., che non sia sblt., prof css11ta e svolta con sottigliezza cli ragionamcnt.o, t'On forzn.di polemica, con assoluh1. libl'rt?1di pensiero. P erlina l' istituto della. schiavitì1, della proprietiì dell'uomo sull'uomo, che allora YtllO\'acome ca.nlino fonchuncntnle della societh politica o famigliare, comr og-gidì la. p1·oprietì, privntn su\l;\ tena. e sui mezzi di produzione, incontrò i suoi J>rimi critici nelle antiche 1:1ocietìt filosofiche greche, Il' quali vennero elaborando un concetto pil't elcvuto della clignitlt e del valore dell'uomo come uomo. J;;ssc, quando la scienza ellenica tti chiarì im1>0- tentc a acoprire la vcrit.l't e a insegnare Ja pr:1tica della. virU1 e dichiarò l)anC'arotta. nello scetticismo, 11011 tennero chiuse le loro porte 11lhi teosofia giu• dtticn 1 chf' mutò raclicalmento Il\ concezione dl•lla vitfLe del mondo, accogliendo il concetto clelhLrive– h1ziono e della redenzione. 1,:coaì la filosofia ellenicn, con ricchezza. infinita di problemi o di soluziçmi, di sistemi e di attegghunent.i intellettnnli, dallo !:!Chiotto nnturalismo meccanico o climimico elci primi fisici materialisti, attraverso la dualib\ di materia e spirito elci piit geniali pensatori del mondo, Msurse all'uniti\ trAscendcntnle dei Nco1>IAtonici. 1i:una marcia me– ravigl iosa com piuta. a. grandi hlppe. r ,a. storia. n on narra. vit.a.di popolo più intensa. e pili ilccelera.ta .; e non r egistra. m aggiore esem1>io di toll eranza civ ile e liherrlLdi pensiero e d'insegnamento. Certo, come l'arte greca ebbe la sua ragione di nascimento e di sviluppo nel aent.imento puro o vh·o ciel bcllo 1 onde PElhule va celebrata nella. 1Storii~ clc-llilciviltà; così fa fioritura st1·1io1·din1trirL della filo• sofìa ò frutto della felice tendenza del po1>oloaJla in– dagine scientifica e alla lihera riflessione. Ma. egli ò pur certo che in Grecia, come Parte sotto la (lisci– plina di una. legge di ti1>0Heinze non avrebbe rag- B1b I it r C no 81 r giunta tanta eccellenza; così la fìloaofia, rinchiusa entro i cancelli di dogmi, non avrebbe avma. tanta forza e vitaliià da perpetuarsi nttra,•erso i secoli e informare di sè e dominare a:ssoluta la filosofia ocl'i– clenb1le per una lunga serie di secoli. Qua..lche nube attraveraù l'tlJ)id11menteanche il cielo delht libertà filosofica in Orecii,: l'espulsione di AnassRgora di Clazomene (4:34 ?) o di ])rotagora <li Abdcrn (4 L l), la condanna t~ morte di Socrate scttan– tC'onc- (:-19!)), l'esilio di Arh•totclc in Calritlc (323). Ma rhì be11guardi a quc-ste eccezioni troverì1 che esse non i;ono persecuzioni voltc- al libero pensiero, comr– npplirazionc- di unR.spN·ial(' lc:!ifilfl'l.ioneeseguita 1wr <'Urlldello Stato; sì h('IIC' i1:1olatcpersecuzioni d'ini– zhttiva privata. Dalla dottrina. filosofica. si prcndern 11rgomento l)er eliminare un avvc-rs11rio pnlitiro, i11 gen<'ntlo mediante accu~a d'c-mpiftÌ't. ~ 111Anassagora. non si colpì il 111:1.turnlismo antituo– log-ico, nm l'amico dell'uomo di stato, Pericle j chù altl'imcnti bon maggiore concl11nna snrehbe CtHlut:1 soprn Leucippo e Democrito di Abdera, quasi con temporanei, fondatori dell'atomismo, clottri11i1.ben pii.1 eterodossa. In Socrate il partito democratico, giunto al potere nel 39!) 1 condannò non il fondatore di una nuova filosofia morule e rcli:!iosa, ma il nrne– i:lfrOdi 1>crsonalità s1>kcate del pRrtito aristocratico, il critico importuno do~li onlinamenti democratici C' delln spensieratezza popolftre, l'accusato che non si piega innanzi all'orgoglio elci A'iuclici popolari, ni quali hutt!l in faccia. il trionfo n.vvenire sicuro dellfl sua ideH .. Nessuna persecuzione toccò a' suoi scolari, o il popolo ben presto si pontì di avere nrnndato 11, morte il grande riformatore. Nell 1 csilio dì Calcide nell'estate del 323 si recò, vecchio di 63 anni e mn– lato, non il piìt grnnde filosofo del mondo, ma l'edu– catore e l'amico di Alessandro, del tiranno pil't odiato dai patrioti ateniesi; i <111n\i per 1'1\C('usa di empietà non tolsero a pretesto alcuna delle nuove teorie filo– sofiche dello Sta,rtirita, ma 1111 suo inno di elogio al• l'ami<'o lfermias, che ò un in110 ull 1 amicizia e a un martire della ,·irtìi. Le stessC' cm1se, per le <prnli la filosofia <'llcnica sul tC'rreno fecondo della liherhì conseguì tanto ri– goglio di Yita, agirono contro il formarsi di u11a gerarr,hia chiesastica difoltinta o i11 opposizione col– l'autorità civile. n cnr11ttere :tntidommatico della religione ellenic:1 1 l'assenza. di una. teocrazia, che axcsse il monopolio della scienza, come in oriente, e si sovrappo11c.:1se o contrap1>onesse allo Stato h1ico, come seguì n~I medioevo, non è causa determinante della libertà. didattica o filosofica in Grecia e ciel conseguente rigoglio della. scienza; ma. questi fenomeni sociali 111111110 In medesin1a rndicc: hi pecularicti\ del CHrat– tere nazionale del 1)01>010 greco, il qtrnle alla sua volta ò il risultato di speciali condizioni fiBichc e storiche. J.o Stato greco, che pure p ermetteva all'istruzione superiore la massima liberti\, esercita.va . una minuta. vigihrn'l.iLsulle scuole inferior i in rapp orto ai pro– grammi e all'andamento disciplinare e morale, limi– tando o sopprimendo l'azione f,imigliare, attìnchò dulia. mancata o dalla cattiva educazione impartito ai giovani non venisse, come dice Aristotele, danno nlla J')OliS. La. coltura. greca invase Homn, non appena qucst:1 fu cresciuta. allr1. \·ita int.cllettuale. Cntonc, rultirnQ rappresentante dell'antica Homa, potò far ritomnre immedh1famente a <tisputarc coi fanci11lli greci i tre filosofi ateniesi venuti amhusciat.01·idii A.tene nel 155; potò il Sen:tto ordinare al pretore di proHeclere che in Roma non fossero filosofi e retori, nuovi maestri, i quali non sapevano insegnare altro che l'audacia i ma nessuno potò scacciare eia Roma il desiderio della coltura greca .Atene divenne la città universi-

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