Critica Sociale - Anno X - n. 24 - 16 dicembre 1900

372 CRITICA SOCIALE dall'autorità su1>criorc, esercitano un dispotismo am– miuistrati\'O illimitnto. Certo, risalendo di gradino in gradino, si arri\•a al ~inthtco e al Consiglio comunale che sono C'lctti dai cittadini e teoricamente sono i rcs1xmsabili dC'l1 1 ammi11istrnzionc; ma il legame fra il mal ~overno della C'ommissione locale e l'opera lon– tanissima dl'l Sindaco sfu~gc ai pii1; inoltre le elezioni f\\'n~ngono n lunghi interrnlli e, quando si vota unn lista di unn amministrazione accentrata, si compio un utto, Il' cui C'onscgucnzcsono così com1>Icsse a:rgro– vi~liutc, che lrt mento ci si 111lerdc; c1>1>oinon si può micn a.spettare fino al giorno delle elezioni ilCr fare i propri affari. 1·1 mC'i,rlio (Jlaindi cercar int:lnto la Yia per arrivare al Hindaconc; porchò questi influisca sul Sindachino e il Kindnchino influisca sui suoi sotto– l)OSti. J•:d ecco l'ÌIJl'C8ClltRri;i cht capo lit llC(;CSsità. dogl'intol'IIIOdiitl'i o della ClllllOl'rn. 1~: flUCHtn ln. ragione, J)Cl'cui il decentramento, ir1- vocnto doi conscrvntori ncll 1 u1nministrazione dello 8tato, ò unn 111i8tificn1.iono:qunnclo avrete delegate le funzioni del potere ccntrnlc ai Prcf(-}tti o a dei Oo,·ernntori rcgionnli - come volo,·a i1 M.inghetti e c·ome scimmiottllvn il Hudinì - non 1>otetemica dare ad c!l-si poteri ussoluti, 1>erchè allora. ne fareste dei satrapi; hisogn(lrÌL che lasciate il diritto di ricorso al potere centrale, che di1>0ncledai Deputati, i quali alla lor volta diJ>Cndono daA'li elettori. e rom1>ete <111esto circolo, ritornato senz'altro agli antichi regimi assoluti. Ora, se i Oovernatori dc'f"ono esser son·e-– gliati dal potere centrale, il \'Ostro decentramento non scrvirì, se non u creare nuo\'i im1>iegati 1 nuo,·i Jspettori e a render 1>iì1 complicato, più costoso, piìt oppressi\'O l'1Lccentrnmonto nttualc. l cittadini dmrono amministrarsi o son•egli11rsi da. sè; tutto sta a ren– dere, col regimo dello autonomie locali federantisi in ~rup1>i sempre 1>iì.1 complessi, sempli<·c l'ammini– strazione e flA'e,·olo In sorveglianza. )la i naJlOletani, ublJnndonati a sò stessi nelJc pic– cole uutonomic locali, snr1rnno capaci di go,·crnarsi <' di sor\'egliarsi? Perchò no? ~li svizzeri, gl'inglcsi, i tedeschi 1-1011 l'on1c pili intclli~cnti elci n apoletani ? }lè si dict~ cho negli ollri pt1esi ci son le tradi:1.ioni e eia 11oi non ci sono. L'i11flucnza della tradi:1.ione nella storin. t' molto minore di quanto non si creda: il co11taclino 8Vizicro del Vallesc, che si itoverna da Ri.•1 conOHC'C' 11ppenu il nome di suo padre, tradizioni non ne hn, In Htorhl ckl 111011<10 dall'origine Hi suoi j.:iorni 11011 '1111. urni Htt1dinta.;C'OllOSCC solo il l<UO in– teresr-i(', l• rhiumnto ud amministrnrC' degli affari, in t'lli si sente dircttaml'nte int(lressato, o se la cava a mcra,·i),:'lin. Per C'Oll1(>nlr(' hC'ne un bue non è neces– i-;ario cono,cC're In storill del commercio e discendere da nrcihis11011ni 1 rhe com1mtrnno huoi; e per sapere in che modo si dt.'hhono clistrihuirc i soccorsi a do– micilio non è neres~urio a1lparte11C'rca una nazione, eh(' distrihuit-tcR i ROCCOrAi A. domicilio da dieci se– <'Oli: ha~ta ch(I il domirilio da soccorrere sia ,·icino a <"R!>.fl no'ltrn, che noi cono~<'i11mobene le ))ersonc ahitando ron rttsc nelln stC'ssa stradn, che non siamo ohbli~rnli ud nndaro Il un rhilomctro di distanza in– mrnzi n. una fin('stra, dietro la quale vi è un uomo ::l insudiciar cnrta con l'inchiostro, certificando, bol– lando, ti111hra11do,m1mcr1t1Hlo,prorocollando, e il dia– volo che lo porti vin. Abbandonati a fH\ stessi nelle piccole organizza-– zioni fcdcrnli 1 i citbHlini ca11irobbero subito il van– taggio, cho e è ud occnJHtrsi della cosa pubblica (JCr non far spender molo il proprio denaro. Certo in Napoli ai procipitorcbhcro sulla nuo,'a org:-rnizz:1ziono tutti ,;li avvocati aflilmati, tutti i parassiti dell'an• fica vita 111unici1mle; ma. 1,0,i potrebbero far 111tlla. Ora che la Commissione dell'imposta sui fabbricati ò nominata lini Consiglio centrale 1)er trattare tutti ~li a(fori del Comune, ò sempre una Commissione cli semidei, fornita dei diritti sonani 1 dinanzi alla quale si po~sono presentar dei reclami per vederli sempre rcs1>i11ti,<1ua11donon sono rafforzati da rae– comandazio ni o da a rgomenti più J>crsnasivi. Invece in regime federa.te, per tutta la citrà vi sarebhcr~ tante Com mi'lsioni p er la tassa sui fabbricati o sulla ricchezz,1. mobile, o sulle scuole elementa;i ecc. qunntc sono le circoscrizioni anuninistrativ~ o I~ scuole elementari di ciascuna circoscrizione· O"'nuna di <1uestc Commissioni ~nrebbo eletta dai pr~,>~ictari di case, dai commercinnti, o dai l)adri di fami•,.lia. che si ~ervono di <1nella scuoh1. Sono dunque Per– sone, che si conoscono, che s'incontrano spesso nelle associazioni profN1sio1rnli, p<'r istrada, al caffè. nel fole 0-\'\'0CRtotutti quelli del quartiere sanno che fa. affari loschi; quindi nessun commerciante onesto lo vuole nella. Co111missio110 sullll ricchezzfl.mobile pcr– ohò, cnso mai dov( 1 8S<' a,•cr da. fiuo con la Con 111nis– Hionc, 11011 vorrohbo do,•cr pag11rc il bevera1mio al– l'tl\'vocato; l.utt.l invoco nomineranno delle l)~rsonc SCl'io,dolio quali siano sicuri che studieranno con coscionza lo <1uestio11i.Bisogna nominare il maestro elorncntare: la Commissiono elci padri di famicrlia. ha_ il_ite_ressc ad _R ,•ero ~111 • buon maestro per i Pro• pri figli; MOrvegllcrll. qumch l'OJlCrfl del Consiglio co– munulo dclln sezionC', perchò fltCcia un concorso sul scrio; e qtrnndo il nutestro sarà in iscuola, lo sor• ve,:rlierii, s'informeriì. dell'impressione che avr..\ fatto sui ragttzzi, Rentirà i giudizi degli altri bahbi ob– bligherà il maestro a fare il suo dovere o ancia~ via. In un regime federale l'intrigo e la corruzione non possono non essere ridotti ai minimi termini per la ra~-ionc semplicissima che ogni interessato ~ apinto in tutti i modi a sorvegliare l'amministra– zi_onein quella parte, che lo riguarda. Oggi il citta– dmo (' mal go,,crnato, vede gli affaristi padroni del campo, si lfuncnta, ma. non può far altro; il pill dello \'Oltc deve passare sotto lo forche dell'affarismo e J>agnr la taglia borbottando fra. i denti; in un re• gime ~cclernle il rimedio è alla portata di tutti ; si nega 11 voto nllu. 1>crsomLpoc o scrupolo sa, ci si rac• coglie t'ttcilrnontc cogli altri interessa.ti , si prO\'OCa <1ua11do shrnsi 08lwrit.l tutti gli Altri m ezzi, H refel remlum. A 111iopArcrc i aoci11\lsti nnpoletani, appena an 4 dati nl i\[unicipio, dovrebhero subito - quand'è an– cora culdo Jle11tui,inH1110 della vittoria - indire in os::11turn. delle nttunli sezioni della citb\ le elezioni 11ernitri Com:ds;licomunali locali; a questi dovrebbe essere abbanclo,rnta. tutta l'amministrazione locale con le rC'n<litcd(IIIO im1>0stepn:rnte direttamente dai cittadini t.lellfl circoscrizione e la quota del dazio consumo ()ro1>orzionata nl numero della popolazione. I nuo,•i C'onsigli sezionali, a1>pcna eletti, dovrebbero scind(lrsi in tornitati per gli Rfl'1.uinteressanti tutta la sezione e indire IC'elezioni per tanr.e Commissioni paninli quanti sono i A'l'llJ)J)id'affari tunntinistrabili du Commis~ioni loculi, chiamando i proprietari cli cnse a <'ICJ:gerc la Commissione per l'imposta dei fabbricati; i commC>rcianti per la Commissione del– l'im1>osta di ricchC'zza mobile; i l)adri di famiglia per hi Co111mh1sionc (1(1110 scuole elementari, e cosl di seguito. Non importa far tutto tt perfezione· quel che imr>ortn. è f'flr presto, nel primo mese do 1 1>0le elezioni, quirndo i cittadini sono pieni di speranza. e di buo1u1.volontà, e non donrnndan di meglio che esser chiunrnli a. fur qualcosft.. Oittate lo basi, il resto verrà dn. HÒo g-l'inco11vo11ienlisi correggeranno di nlftnO in mnno. l.'importanto ò elio si determini su· bito una divisione di hLvoro fra il maggior numero possibile di orgnni o che l'amministrazione sia av– vicinata piì, cho sia possibilu ngli amministrati: il controllo lo furnnno g-li nmministrnti stessi sui loro eletti, <1uundo sia nd essi dato il diritto cli provo– care il refere11dum. - Bravo! fa. presto lei a <lire: fate di qtn 1 dh·i·

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