Critica Sociale - Anno X - n. 23 - 1 dicembre 1900
3GO CRITICA SOCIALE nssoluta, che l'interpretazione del difensore sia la ,•era. J\lt\ i giudizi umani si basano sulla ,·erosirniglianza, sulle mag1:iori probftbilit:\. E noi dubitiamo assai che l'onore• vole Alessio riesca a. persuadere coloro, che conoscono In. vera storia. italian_a di <1uesto secolo, che il Governo di 'l'orino e di Firenze abbia sostenuto, risJ)etto alla de– mocrazia J)0J>0l!lre,semplicemente In parte di... un po– vero Fornnretto! lo addito il ratto di Carlo Alberto che si muove, nel· 1848 1 dopo che le Cinque Oiornnte sono com1>iute, che ra una guerra fla(·ca subordinandola all1anncssione della Lombardia, che i.i muove piì1 contro una possibile re– pubblica in ~lilano che non contro gli Austriaci, tanto è ,·oro che riconsegna portn Homana alle truppe di na– detzky1 im1,edendo nlla città dì difendersi e di sconfiggere, prol>nbilmente 1 un'altra. volta gli oppressori. .lo addito questi ratti, e li mostro in perfetta corrispondenza con le parole: con le dichiarazioni di ministri del rn e di ambasciatori esteri (che pur non ave,•ano nessun inte– resse piemontese o italiano 1>ertrn.Yi".ìare i ratti) 1 dichia– razioni che affermano non volere il re combattere l'Au– stria, ma. l'eventuale repubblica lombarda. L'on. Alessio, in questo contesto, cosl chiaro e preciso, tra f.aUi e pa– role, non vuol vedere se non l'intento di uon allarmare lo Potenze estere. Io addito il ratto del movente antiunit-ario della guerra del 1809 1 intesa ad attuare piani lHI.J>Oleonici, installando in Halia J)rincit)i francesi, col compenso, per l'aiuto pre– i;;tato dnl Piemonte, di un ingrandimento territoriale di questo in 1,ombardia. Fatto questo provato dal matri– monio del cugino di Napoleone IU con la flgli:l del re 1 e contro1>rovato da. qunnto nnrrn. Nicomecle Bianchi a pag. i ciel ,•ol. YJJI clella sua ."!ori<t. clocunumtata tiella (liplo11wziae11rope<1 1 che cioè Cavour preferiva, a questo mntrimonio, quello con un J)rinei1>edi llohenzollcrn, nato d~ Stefania di Bcauharnais, omle farne mt re rlel– l1 llalia ceutnile. Addito questi fatti, o ne deduco, a fil di logica, che iI primo movente dcl 11\guerni del J 8Ml era cli dividere amichevolmente lo spoglio d'Italia, trn. Pie– monte e Francia. Addito il ratto dogli aiuti prestati e cte,:rliostacoli nello stesso tempo frnpJ)osti a tutte le im– J>rcsegaril>ah.linc, e sOJJratutto a quella del 1860i metto questo ratto in correlazione con gli incoraggiamenti del 1864 per una spedizione ,:rnribaldina nei principati da– nulJinni (incoraggiamenti che Oucrrazzi chiamò un ay– yualo); e ne deduco che In.1>oliticadello Stato ru quella di spingere le forze popolari fuori dei confini, alla 1>er• dizione. Confermo questa i:1tcrproti,zio11c colla sorpresa. manifestata da Cavour pcrchò la spedizione (da lui in– coraggiata) aveva avuto buon esito; con le istruzioni lla lui date perchò si arrestasse l'irnJ)resn, cui egli ave,·a prestato aiutoj con l'alleanza che il ro del Piemonte 1>rOJ>One,•n. a quello cli Napoli. H che mi risponde Pono-– re,•ole Alessio? Che tutto ciò nccndevn perchè il Oo,•erno l)iemonte.,c vole,•a tenersi aperta unn ,•in in caso cl 1 in- 11uccesso ! •: eosl il mio contraddittore, per volermi tropJ>Ocon– futare, vicno a sostenero ciò che non hanno mai soste– nuto neJlpure i moderati, ciò cho ha. escluso, per esem– pio, .i.\". Bianchi, il quale scrh•c (cit:lto da J. W. Mario: .A. JJerhmi, ecc. 1 JI, J)ng. 113); " Al princiJ)io del J$(i0 le sorti dei J3orboni di NnJ)Olinon erano peranco dispe– rate . .Il concetto dell'immediata unità nazionale non era per nnco il perno della 1>olitica picmontcrn ,.. E ancor.~ (DiJ)/Omazin europea 1 Ylll, Jlag. 11!.1•20): 11 Quando l'am– basciatore naJJoletano in Torino aveagli (ci Car:our) an– nunziato che Ferdinando 11 voleva serbare la J)ropria 810 IOte a GI 10 ~I n(.;Q neutralità. (11ella, gue,.ra del 18.59), il ministro piemontese, indicalo il comune interesse delle due) maggiori monnr• chie italiane di svincolare la Nnziono da ogni inHusso straniero, aveva conchiuso con dire: avrei bramato qual– che cosa di più. Questo tleside,·io era schietto. JI vasto orizzonte dell'unità t>Olitica della Nazione in un pros• ~imo avvenire non era nucor distintamente apparso agli occhi della mente di Cavour ... Oi,•cnuta pressochè certa la J)rossima morte di Ferdinando ll, yli sfurzi. dd Ga– binello di 1'0,·i110, JH!r linll'e I<, C-O,·te di Napoli 11ell1al– leamw 1>iemontese, nuldovpiarono. " ,\la, a parte In condotta, subdola, ipocrita, traditrice che l'on. Alessio attribuisce con la sua tesi al Governo piemontese, l'interpretazione del mio contraddittore ò distrutta. dalla lettera scritta da Yittorio .Emanuele a Garibaldi quando questi era al .Faro. La lettera suonn cosl: 11 Voi sapete che non ho aJ)provato la vostra spe• dizione, e mi sono sem1,re tenuto estraneo alla mcde– simn. )la oggi la difficile posizione, in cui trovasi l'Ita– lia, mi fa un dovere di mettermi in diretta relazione con Voi. - Nel ca.sp che il re di Napoli acronsentisse nl completo sgombro delln Sicilia, 1XJ1011turiamente rinun– ziasse ad ogni manO\'Ta d'influenza, e 11ersonalmente si obbligasse a non esercitare pressioni sui siciliani, di guisa che essi siano perfettamente liberi di eleggersi il (lo,•erno che loro torna più gradito, in questo caso 1 io erodo, sarebbe 1m· 11oi il J>ih sayylo 11artito, astenersi da, ogni-11UerioretenLati1:o contro -U Rey110di NapoU.,, (J. w. :Mnrio: Gm-ibalcli. e i suoi tempi 1 png. u89). Se l'alleanza proposta a rrnncesco 11. serviva solo a tenere aperta una via d'uscita in caso di esito sfortu– nato della spedizione dei Mille; se gli ordini perentorii di Cavour di OJlJ)Orsia Garibaldi sen·ivano solo ad im• J)edire che la rivoluzione gli 11rendeR."e la mano; a che senivn questa lettera scritta c1i1·eltamente a Garibaldi consigliandolo a non avanzare~ Sarei •rnrioso di sa})crlo. Forse a dimostrare qualche cosa al Borbone e alPEu– roJ)n.? l•'orse a aiutare, sì 1 l'avanzata cli Oaribaldi, ma li– berandolo dal pericolo di lasciarsi ))render hl mano dai suoi luogotenenti? Andinmo, via! Si può aclnltnre ad un fatto qualunque interpretazione. Si 1rnò sostenere che tutto questo con– testo di circostanze così coerenti e logicamente connesse: gli aiuti accomJ)agnati dagli ostacoli 1 l'alleanza proposta a Francesco JJ, la lettera a Oaribal1li J)er indurlo :\d arrestarsi, le istruzioni di Ca,•our n tntti i suoi satelliti di ostacolare Garibaldi; tutto ciò era compiuto nell'in– t_pntodi gioYare meglio, anzi, all'impresa garibaldina 1 e cli far sl che questa procedesse a gonfie vele. Si può sostenere che l'uomo il qunle braudisce il coltello in– sanguinato sopra l'ucciso non ò l'omìcida. 1 ma anzi un tenero soccorritore del caduto. Però l'on. Alessio mi per– metterà di credere che l'evidenza dei fn.tti ricordati pesa J)iì1, J>ers ò sola, d i tutte le interJ)relazioni difensh•e 1>0-– steriori1 di quel.le interpretazioni che ,•enncro mano mnno artificialmente com1>onendosi in questi ultimi quaran– t'anni - che scalzarono e fecero andare in oblio le in– terpretazioni ovvie ed e,•identi le quali scattano s1>011- taneamcnte dalla realtà - che si soYraJJJ>Osero a quelle gil\ date da coloro che ai rntti a\'evano assistito ('). (1) I.o ao. Cl ,·orrel! l.le un vohuno 1>crripulire Il qunar11 della noslrll storlll (Il <JUt'stosecolo I.IAIIA.))ll1ln11 cho ,·t ha stcao SOJ)ra l'o11era di (JIIRUUl'annl <legl\ &torici ml 11811111 , elphl11I, e J)('r rldOll'.l.rgll I COlorl originari! o 81nccrl. Ed IO annu11clo Al lettorl della Critia1 non solo 1m 11\!ro, ma una lllbllolr-:::a. Unn JJlblWteM di co,e r<11·r o dlmenti– r.~fe di storia, economia, letteratura - rlc111tccon note di .Yomlgll,mo, Sah·einlnl, l'Io \' ltt.zd, t':tl)lo 1.uzutlo, lllra~III, Colaj:111111,Dru11O
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