Critica Sociale - Anno X - n. 23 - 1 dicembre 1900

CRITICA SòèiALÈ 359 Consigli comunali, i pettegolezzi d'ogni sorta, i clisagi della Yita nella sua casa, la miseria paesana, che, se non è petulante e sfacciata come in Napoli, è pili nuda e commiserevole, rendono odiose le vercll sue montagne e tutti i paesaggi del mondo. JJ suo tJensiero dominante è di fuggire da quei luoghi di miseria e cli rifugiarsi alla men peggio in Na1>oli. Così Napoli rigurgita. non solo dei disperati au– toctoni, ma anche dei disperati che ,,i si raccolgono dalle provincie. Chi vuol ,•eder fotografata la vita di questi infelici, legga il romanzo del Verga, inti– tolato ll marito cl-i J!.'(P,JW: è una pittura meraviglio– samente vera dalla prima all'ultima riga e dà. un indicibile stringimento al cuore. Si aggiunga a tutte queste cause loca.li di depres– sione politica e morale J'opera del Governo centrale, che, pur di formarsi nel Parlamento delle maggio– rami:e favoreYoli alla triplice alleanza, alPjmpresa africana, alle spese militari, non ha indietreggiato innanzi a nessuna infamia, e allora si comprenderà. perchè ht corruzione amministrativa abbia assunto nel Mezzogiorno, e piìLspecialmente a Napoli, form13· molto piìL acute di quelle, che si manifestarono nel Nord. Confesso che, appena lessi della sentenza pronun– ziata dalla magistratura nel processo Casale, la. gioia di veder coronati dalla vit.t,oria gli sforzi dei socia• listi di Napoli fu amareggiata da. una angosciosa preoccupazione dell'avvenire. La vittoria nel processo Casale significa Ja vittoria nelle elezioni amministra– tive. Che avverrà. allora? Non che sia il caso cli du– bitare delle qualità. morali e intellettuali elci com– pagni di Napoli: sotto questo rispetto non si pot.rebbe desiderar di meglio. :Macome se la caveranno in una mastodontica amministrazione come_quella di Napoli? ohi 1i salverà dalla valanga degli amici e degli en– tusiasti dell'ultim'ora, che li circonderà, li isolerà. dal mondo; li legherà. nella rete impenetrabiJe dj una nuova camorra.? I socialisti di Napoli pare abbiano deliberato di affermarsi per la sola minoranza nelle J)rossime elezioni: è una idèa degna della massima lode; ma non potranno mica sempre fa.re i casti Giuseppe. l'aolo Imbriani nel L870 si dimise da Sin– daco, dicendo che intorno a lui sentiva aleggiare il delitto; è un sistema molto comodo, a cui un indi– viduo può appigliarsi in un momento di scoraggia– mento, ma un partito non può scoraggiarsi, non può dimettersi, non può astenersi sempre. O prima o poi deve assumersi la responsabilità del potere; e allora che avverrà? RERUM SCIUPTOR. {La /f11tai p,·osslmo ,mmtro). Unpo'di controreplica a l;òri. Alessio Due osservazioni preliminari: L'on. Alessio mi muove l'appunto che io ho fabbricato una. costruzione fantastica, giudicando dei fatti del pas– sato con criterii del nostro tempo, e, di 1>il1, studiando " le fasi diverse del risorgimento italinno coi criterii del socialismo, non con quelli dell'uomo politico italiano della. prima metà di questo secolo ,,. Ma l'appunto è poco esatto in quanto che io, invece, non ho ratta nessuna costruzione, non dico socialistica, ma neppure, comunque, mia particolare .. E mi sono precisamente limita.to a rac– cogliere i fatti e le inten>retazioni dei ram date dagli uomini politici del tempo di cui si tratta, dai Ferrari, Cattaneo, Mnrio, nertnni 1 ecc., da coloro, insomma, che vedendo svolger.si sotto i loro occhi la tela degli avre– nimenti, con tutte le sue sfumature, erano in grado cli recarne un giudizio 1>il1esatto - pili esatto, verosimil– mente, di quello artificiosamente costruito a poco a poco, cli poi, dagli storici che hanno voluto glorificare il suc– cesso. L'on. Alessio mi rimprovera òenevolmente, in secondo luogo, la 1>rosopopea.del mio giudizio su On.ribaldi, che ap1>ena sarebbe tollerabile (egli dice) in bocca ad 1111 Ranke o ad un Quinet. Ecco. Jo non amo le pose <la. ·giovincello iconoclasta; ma non am'o neppure subire unn venerazione, per ciò solo che essa è universale e tradi– zionale. H.o lasciato JHtrlarn nella mia mente i fatti (a.t– tiuti sempre a scrittori entusiasti di Oaribaldi~, ed ò in base ai fatti ehe io vorrei <lonnndare all'on. Altssio, e ad ogni persona. di buon senso, qua.le altro giudizio si può reCtlre sulla ca})ncitì~politica (non parlo della gran– dezza. d'animo, del valore personale, del genio strategico, fuori di discussione) di Garibaldi. Taccio, infatti, che il 12 ottob1·e 1847 Garibaldi offriva la sua spada a Pio 1X (e l'illusione elle un papa potesse porsi alla testa di un movimP.nto liberale e rivoluzionario non è precisamente la prova di uno sguardo })Olilica– mente linceo), taccio ogni altro ratto, e mi limito a riu– "Viare l'on. Alessio alle ./l'e jJOlificlie (l'oltre foml)(l di .Ago– stino Bertani. Là. troverà. un curioso aneddoto: Garibaldi, a NaJ)oli, nel ISGO, circuito da 'l'iirr, Cosenz e J>iola. 1 sta dettando a Basso In lettera: " Caro Depretb,, fate l'an– nessione quando volete ,,; llertani entra, dice poche JJa– role in contmrio, e Garibaldi ordina:" Basso, stracciate la lettera.,, 1n una questione cos1vitale come era quella dell'annessione immediata. o della pre\'ia convocazione dell'assemblea costituente; nel momento in cui Garibaldi aveva in mano mezza Italia, in cui pote,,a trattare colla. monarchia da potenza a potenza, in cui, senza venir meno al JJrogrnmma .assunto Ilali<t e Vitto,·io Emanuele, poteva costringere il Ooverno piemontese ad accettare tutti i postula.ti della democrazia; in questo momento memorabile, unico, nella storia d 1 ltalia 1 Gariba.ldi non ha. un 1 idoa 1>ro1n·ia.;non ha un piano direttivo preciso e concreto; e si riduce oggi a voltarsi secondo il Yento 'l'lil'I', Piota, Palla,•icino, domani .a voltarsi secondo il vento Bertani e Crispi, lasciandosi raggirare dagli stessi suoi ministri, JJer finire (onde non dar ragione nè agli uni, nò agli filtri) coll'emannre un decreto (IL annessione 1rnra. e semplice, e poi rimangiarsi anche quello )}er or– dinare il plebiscito. Che vuole Pon . .Alessio? Sarà irrive– rente: ma neJ)pure Hn.nke o Quinet mi riuscirebbero a convincere che questa sia intelligenza J)Olitica. Vengo a.l nodo della questione. La mia. risposta al– Pon. Alessio de,•c comprendere due 1>art.i: 1. 0 la que– stione storica: se la. mona1·chia si sia o n,o affermata. in costante opposizione alla democrn:t.ia 1>opolare i 2. 0 la questione attuale: se, checchò ne sia del passato, è at– tualmente pensabile un consenso sincero della monarchia colla democrazia. I. Circa la questione storica, l'on. Alessio mi desta l'im• pressione di un anocn.to difensore che voglia. dimo:;trare ai giurati come un individuo, trovato in atto di llrandire un coltello sanguinoso SOJlra un corJ)o crivellato cli fe– rite, non sia. l'autore dell'omicidio. Lo circostanze di fatto esistono, sono })atenti, non si possono impugnare. ]3isogna limitarsi a darvi un'interpretazione consentanea con la tesi della difesa. 1l dìrensorc crea, dunque, un'in– ter1)retazione che spieghi l'atteggia.mento omicida. altri– menti che con l'omicidio. E siccome, in iJ)otesi, tutto è possil.lile al mondo, non si può escludere 1 con sicurezza

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