Critica Sociale - Anno X - n. 23 - 1 dicembre 1900
358 CRITICA SOCIALE municipnlii dei quali ognuno è re nel suo ufficio; e l'OJJera dt>~li amministra.tori eletti dal popolo non è quella di amministrare, ma quella di servire da in– termediari fra il popolo e i veri u11ici irresponsabili amministratori - gl'impiegati; e non essendo possi– bile occupHsi di tutti gli affari, gl'intermecliari elet– tivi si òccupenrnno solo degli rtffari raccomandati dagli amici, dai conoscenti e dagli elettori influenti; nlla vecchia consorteria moderata si sostituir.\ una nuova consorteria democratica o repubblicana o so– chilista o più probabilmente massonica - poco im– vorta se libera o non Jibera. B Ja trasformazione democratica. del :Municipio svanirà. nella regione dei sogni. Nel.l'Italia meridionale la corruzione, determinata. dnll'acccntramcnto delle amministrazioni, per ragioni locali si nrnnifcsta con sintomi molto più occentuati che altroYe e adclirittur~l spaventevoli. L'unità. am• ministrativa C) d 1 ltalia., come ho dimostrato in un altro mio lavoruccio (t), è stata pel .M.ezzogìorno un disastro economico inaudito: le peggiori condi:doni materiali determi1.rnno naturalmente una forma pilL fol'oco o piì1 -spietata di lotta per l'esisten;,;a.. Inoltre l'csaurimcnt.o economico prodotto dall~, unità. a.mmi· uistmtivH, impedenclo H sorgere clell'inclustria e la trasformazione agricola, ha costretto tutta la bor• ghesi~ a imboccarn la via delle così elette professioni liberali. La soln. Univel'sità. rli Nap 0 oli - scriveva nel JSSO un corrispondente tra.nese della. Rasseyna settimanale del Sonnino (,•ol. 5, N. 114:) 1 e d'allol'a in pol le condizioni sono SJ )a.ventosnmente11eggiora.te- accoglie Jlel Napo– letano il contingente studioso di 7 in 8 milioni. Quivi i nobili e i figli dei ricchi borghesi si vantano ancora, come i Goti e gli Ostrogoti, di poter restare ignoranti; così l'Università. resta camJJ0 esclusivo della media bor– gl1esin e cli quei figli di agiati contadini, che di anno in anno risparmiano qualche sommetta. Qunndo ogni buon figliuolo di campagnil, potc, 1 n consacrarsi prete e non essere costretto a. prendere il fucile invece della croce, questi contadini si dissanguasano J)er avere il ve– nerando sacerdote nell.i famiglia, il quale avrebbe no– bilitato il casato e portato per giunta un po' di b0110di• zionc clivinn. nella casa. )fa da che il vento S}Jiracon– tr:~rio alla sac1·cstia 1 non per ciò sì è spenta nei ,,i!Jici quella tale ambizione del nobilitar . :;i.- (Il corrispondente qui non capisce che non si tratta di sem1>liceambizione: la fa.miglia ha un piccolo caJ>italuccio e desidera <li J)iazzarlo). - Jn Halia, secondo il censimento del 1871, yi sono 25.986 individui dediti alla. giurisprudenza;· 54.409 alle professioni sanitarie; 52.5i7 nll'istruzione ed educa– zione. 1n generalo sono dediti alle professioni eosì dotte lìl>ernli ISS.268 individui, non compresi gli scolari e gli studenti e i maestri di scuole pri,•ate ( 3). Ma queste cifre non significano nulla, se non ,•engono comparate. La metà. degli applicati alla giurisprudenza spetta alle sole Jlrovincio meridionali, cioè 12.529 individui, con una J)O· polazionc di 9.859.410 (Napoletano e Sicilia); mentre il totale della popolazione italiana ò cli 26.801.154; alle stesse JJTOvincic~pett,i pili del terzo delle professioni Mnitarie, cio? 20.s.rn ('). (1) Cl tengo n dl(:hlarRro recisamente eho to, (Junndo combntlo l'unltil, comValto l'unlli1 (unmlntstratl\·a e 11011 l'uniti\ 11az101rn1c, el1e sarebbo rnlforzat/1 dRl federalismo ecl ù ogni giorno messa In J)Crtcolo <lnll'unltà nmmlnlslrtii!vn. (-) f,;,, q11esli.011e merirtiom,ie e H f~llenaismo; cent. 2a 1 J)rcsso ln. CrtHca .':Odlllt. {~·1) f-1noti che st nlludo sempre nl dnll ac1 1871. Il l)rosslmo oen• slmo:110 cl dlri1 (Junlo numcnlo - 11i1solutoo rclntlvo - nbblano s11- 1Jìtoqueste cirro nel trontouulo. Se tutti costoro fossero richiesti dai cresciuti bisogni del paese, manco male; ma il doloroso è che i profes– sori abbondano pro1Jrio là dove mancano la produzion~, le mnnif1ttture e il commercio. Jl gran numero degli av– voca.tì , specialmente nelle provincie meridionali, è un vero flagello: mentre nell'Alta Jtalia JJer 100 individui vi è in gforis1Jrudenza la proporzione di 0,07; nel :Napo– letano e Sicilin la proporzione sale a 0,12 ( 1 ). General– mente manca in Italia. la materia degli affari; manca ancor JJit'1nelle provincie meridionali, sopratutto nel Napoletano, dove i pochi affari di commercio e di pro– duzione s'intreccinuo <licavilli. Quindi In maggior JJarte degli avvocati sono degli s1,ostati nella vita. I migliori e i più volonterosi si cimentano nei concorsi e giungono ad ottenere qualche J)retura o qualche posto negli umili uffici vacanti dello Stato; la gran massa resta nelle pro– vincie e nelle città, come pesante zavorra, che arresta il cammino della nave. Questi spostati capiscono JJiù cli tutti che la Yita è lotta, e, giacchè essi si trovano nella mischia., lot– tano a oltranza; non potendo riguadagnare J)er yie dritte t 1 utto quello,"~he le famiglie ha1~no sp'~so per dare loro una posizione onornta, cercan'o mezzi e vie oblique. La riuseita di molti aumenta straor(Jinariamente, come si vede giorno JJ0r giorno, la eflèrveseenza e lo smodate aspirazioni negli altri e nei più giovani. Lo Stato non ha ])osti per loro, che sono di poca col– tura e cli poco valore; ebbene, essi assalgono le ammini– st.razioni comunali e 1,rovinciali. Sono questi J)rofessionisti, specinlmente nelle grandi città, dove la vita è una vera arenn, che brignno nelle· elezioni J)Olitiche e ammini– strative, che, corrotti dai grossi, corrompono e minac– ciano i piccoli. Riducono nelle loro mani tutte le cariche IJUbblìche del JJaese,le amrninish·azioni dei luoghi pii; s'impossessano dei suoli e dei fabbricati del Comune 1 e dc11aProvincia, span<lendo da per tutto i germi più pc. stiferi della corruzione civile ('). I bilanci pingui comùnali accentrati son lì a invi• tare i conquistatori. E la conquista è facile: si fa un Circolo, si clice male di quelli che stan su, ci si fa centro di tutti i malcontenti bisognosi di pane, si conquistano un paio di centinaia di voti, che ba• stano per la yittoria, dato il suffragio ristrettissimo i quando siamo sul Comune, non dobbiamo l'ender più conto a nessuno di quel che faccia.mo ; gH elettori non hanno il diritto di parlare se non una volta ogni tre anni, e con una tonnellata di farina se ne comprano un paio di centinaia, oltre gl'interessati; a tener a posto il Prefetto e la Giunta. amministra– trice ci pensa il Deputato; clunque la caccia è libera; Coraggio e avanti! In Na1>oli le condizioni già. spaventose del Mezzo• giorno diventano pili spaventose ancora. Se dall'u• nità il ]i[ezzogiorno è stato rovinato, Napoli è stata addirit.tura assassinata: ha perduto la capitale, ha finito di essere il mercato elci Mezzogiorno, è caduta in una crisi che ha. tolto il pane a migliaia e mi• gliaia di persone. Inoltre - riproduco anche qui le parole della Rassegna, settinumal<r- al giovane dottore, che torna dalla ca1>itale,ben pre• sto il puzzo clelle vie, i maiali che assistono 11crflno ai (') Vedi nota 11rccc<lo11to. {'l) F. curioso o stgnlttcanto che questa dlag-nosl sehlcttnmento mRr– xtstn, ritttn da un conservatore !ntclllgcntc, della eorruzlono mori• dlonnlo In goncrnle, corrlspon(la a J)enncllo nna diagnosi ratta aenn ,·tt11 (Il uno s11ecla10 Comune mcrl<llo1Ull0 (Molfetta) da un eollRI.IO· rntore (!ella Cl'ttica S<JcWle nol numeri 5, Ge 1 del 1S91. Veggasl: UN TUAvi.;T: UIJ Co1111111e dtll'lt<flla llltl'Wkmalt; schizzo politico• 1me!nlo (prc1110 la. Critica Sodale; ecnt. 20).
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