Critica Sociale - Anno X - n. 23 - 1 dicembre 1900
362 CRITICA SOCIALE mulgnzione dello Statuto erano recenti, appunto, in Pìe– monte i J>rocessi, ratti per mezzo di tribunali straordinari, alla "Oio,•ane Jtalia ,,. Il di\'ieto, consacrato nello Sta– tuto, mirava e mira a colpire, adunque, i tribunali e le commissioni straordinarie <1oi tempi a11on1wli, dei mo– menti di to1·bidi 1,01Jolari. )ra non abbiamo noi ,•isto sempre, e nel 189 i e nel !SOS,cr<rnre, non ostante il divieto dello Statuto, tribunali straordinari? Pcrchò, dunque, on. Alcssio 1 si imrebbe sentita, o si scntirebl>e, la tentazione o l'interesse nel abolire lo Sta– tuto? O che, anche essendoci lo tntuto, non si può f,ue iutto <1uelloche si vuole? A che sco))o quindi preten– dere anche la forma, per il bel gusto di suscitare scal– pori, c1unndo si ha la sostnuza? )ht 1 ciò essendo, quale 1"erito 1 quale valore mornle, qunle motivo di lode in U\Hl.tal sorta di mantenimento dello Statuto? li. Yongo Rlla questione attuale: checC'hÒne sia <leipas– sato, ò egli pensabile che la democrnzi:t 1,ossa 1 presen– tcnwute, esiere ammessa al Ooverno, senza equivoci e sottintesi, nella attuale compagine dello Stato italiano? l.'on. Alessio rilern. una mia "preziosa ammissione,,: quella che in Tnghiltcrra., Stato monarchico, " la demo– crazia hn potuto rius<'irc ad ottenere In pili larga rn))• prc.~entn~lone dei propri concctti 1 sl <la diminuire, anzi dli.annientare, il potere regio.,, Stil l>eno. l'erò, l'esempio de!Plnghilterra. non è, <li per sè, 1H'()(lw:nidum (l(l con1ieq11enNas per quanto riguarda tutti gli altri Stati monarchici, e quindi anche· per quanto riguarda l'Jtalia. Se il ragionamento, ·che l'ono– revole Alessio basa sull'esempio delle monarchie inglese e belga, do,•esse n,tere J>Cr tutte le. nitre, allora esso dovrel>l>o applicarsi tanto a Roma, quanto a Berlino, quanto a Pietroburgo. Allora anche un democratico le– galitario russo avrebbe ragiono di dire: non coml>attiamo lo Czar, stringiamoci intorno al suo trono, 1>erchè le monarchie, come prova l'esempio dell'Tnghilterr:t, sono suscettibili d'ogni piìt a1111>iO sviluppo clemocrat-ico. lfo scelto <1uosto esem1>iOc:5tremo per dimostrare al– l'evidenzi~ che il fat.to, cho una o due monarchie dieno libero corso allo sviluJ>po democratico, non è una J>rOYn che questo sviluppo sia consentaneo, necessariamente, con tutte lo monarchie. msogna, appunto, per distin– guere Passetto monarchico in cui tale s,·iluppo è possi– bile da quello in cui non ò conceJ>ibìle,studiare gli an– tecedenti storici dell'assetto monarchico di cui si tratta; esaminarne, positivamente, il modo cli formazione e la nnturn eho esso è venuto assumendo; stabili1·e, infine, se si ha davanti la monarchia belga, nella quale sono possibili, senza spargimento di sangue e senza JJrocessi statari, le manifestazioni ri\•oluzionarie che hanno re– centemente condotto al sistema proporzionale; o non piuttosto la monarchia .... russa, In quale decoi:-a colle insegne del valor militare i.... coJacchi che hanuo rista– bilito l'ordine a.... Yarsavia. l\la 1>ure(l'on. Alessio 1>otrebbe rist>Ondermi) non si potrà mai affermare, in via a.ssoluta, che tale avvento sincero della democrazin. sia. inconce1>ibile nell'attuale forma dello Stato italiano. .Nulli, si l)UÒaffermare in via assoluta, e tutto, 1rnche Pinverosìmile 1 è possibile al monclo. Però la. condotta politica. non deve basarsi su ciò che ò inverosimile e semplicemente possibile in fo1·ma ipotetica; bensì su clb che ò più probabile. Ora, tutta. l'es1)erienza del nostro passato, fino ad ieri, esclude che la speranza dell'ono– revole Alessio abbia una l>ase di probabilità. Possiamo, u u dunque, noi logicamente f1\l'la perno della nostra azione politica? Questa speranza {dice l'on. Alessio) fu nudrita <la Der– tani o da Oaribaldi. Xou so so Hert..'lni l'abbia portata fino al seJ)olcro: certo, se fosso vissuto ancora pochi anni, fino a.Ila. dittatura Crispi, flno al 1 94 1 fluo al '98 1 ne sarebbe guarito. Per quanto riguarda Garibaldi, l'ono– re,•ole Alessio dimentica che, sebbene Oaribalcli avesse su quella. speranza fondato la parte più grande della sua azione, pure egli la rinnegò, la sconfessò a1Jerta– mente e riconobbe il suo errore, J)rìma di morire. L:.. signora i\lario 1 nel libro J>iù volte citato (pag. 815 e seg.), scrh·e: " Garibaldi si ca.pacitavn, e molti altri con lui, che lo sperare libertà o progresso colle attuali i5titu:doni fosse cosa assul'da: cominciare con riforme sociali o economiche JJrima di ,i,·or J>roclamato e eft'et• tun.to la sovrnnità poJ )ola.re , fosse un mettere il carro da,·n.nti i buoi. Donde, al principio del febbraio 1873 1 e.sce il primo incitamento di Garibaldi a.gli italiani a lavorare per la repubblica 11• F: Onribaldi, quindi, pub– blica il maniresto del 26 fel>brnio 1873 1 il quale finisce consigliando gli italiani " di imitare i nostri fratelli di Spagna e cli Francia, che si accingono a provare coi filtti essere la Repubblica il solo Governo ragionevole, il i,olo conveniente alla libertà. e<l alla prospera vita dei J>OJ)Oli ,,.E Oaril>aldi, il 4 ret,l>raio dello stesso turno, scrive ad Alberto 'Mario: "ùiÌI. vi manifestai la mia adc– sio:1 alla repubblica federalo, meta delle nostre aspi– razioni. ,, Possibile, clunq11e 1 che la democrazia. italiana debba ad ogni nuoni generazione ricadere negli stessi errori o nelle medesime ilhL:;ioniche perdettero le generazioni precedenti ? Possibile che ogni generazione no\'ella debba ri1>etere lo stesso circolo, dì abbandonarsi a speranze inutili, 1>erJ>oiguarirne a. sue spese? l)ossibile che la esJ)erienza del 1>assato non possa insegnare nulla alla. democrnzia italiana? ... l\l"ii io Yoglio essere largo 0011 l'on. Alessio e conce– dergli che sia logico fondare l'azione politica sul pre– SUJ>postoche la democrazia. possa sinceramente ottenere il potere in Jtalia. E, allora, io mi domando: quale dev'essere, pure ae– celtando questo presuJ>posto, la tattica del partito de– mocratico? Quando si formula il presupposto così: " La democrazia ò compatibile con la monarchi:,"' bisogna. guardarsi dal– l'equivocare su quella parola con, la quale significa tanto co11te1111Jora11eitcì, quanto consenso di. azione. Sia pure che, come provano gli esempi inglesi e belga, il Governo della democrazia possa talvolta coesistere colla monar– chia. Ma sta anche il fatto che la monarchia non aiutb essa mai la democrazia ad ottenere il Oo\'erno 1 anzi vi resistette sempre. L1incremento della democrazia ha per necessaria correlazione la diminuzione del potere regio; e non b quindi ammissibile che questo aiuti quell'incr.::– mento. f,a storia dell'Inghilterra e quella attuale del Belglo dimostrano che, se la democrazia s'afferma e trionra negli Stati monarchici, lo fa sempre lottnndo contro il potere supremo, e strnp))nndo a stento e a. forza le sue riforme n quest'ultimo, che resiste fin che può alln. concessione di esse. Ciò ))osto, la tattica del partito democratico (anche nel presupposto che sia J)Ossibilo in Jtalia un Governo di schietta democrazia) non può essere che la tattica 011postaa que11a cho da certe estrinsecazioni (J>.e.!. il discorso Sacchi) esso sembra J)ro1)enso a seguire. Nessun
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy