Critica Sociale - Anno X - n. 21 - 1 novembre 1900
328 CRITICA SOCIALE Comitato generale è, inratti, il modo cli rappresentanza in tnlc ('ongresso, ed ò evidente che, flnchè non si terrà conto tanto della forza numerica del Gruppo, del in• dacnto e della Coo1>erntiva, <1uanto della forza elettorale Wt))J>rcsentata dnl numero di \'Oti socialisti, i timori di sopraffazione saranno giustificati dall1una parte o dal– l'altra. )fa, all'ultimo Congresso, il II Partito operaio france!lo ,, era co~l poco in diritto di incriminare le altre orgnnizzn:.,;ioni - le quali (Pnltrondc avevano :a:indal prinl'ipio una maggiorn.nza sufficiente per co1Hnlidarc i grup))i 1>r01>ostidalla Commi~sione eletta dal Congres::;o - ch 1 esso dovette togliere pretesto da un incidente ri– llicolo per fnrc ciò che, a confessione di alcuni dei suoi delcg-ati, era prestabilito: abbandonare il Congresso. Finalmente, quei moti di folla. urlante, che sembrano carùtterizzaro i Congressi socialisti francesi, flnira.uno i_nclubbiamcnto poi• attenuarsi se, come JJropongono le .Federazioni autonome, non saranno più i grnppi a dele– i::;1rcinclividuntmcnto, bcnsl le circoscrizioni amministra– tivo o elettorali. 11 numero dei delegati, così ridotto, ren– clert~ certo un o,ndnmonto pili J)aciflco al prossimo Congresso nazionale. , Si ,•ede, insomma, c ho il lavor io cli unificazione del 1rnrtito socialista non ò tcrmina.to e che il prossimo Con– gresso lasccr1\ nncora. d a fili' molto. Questo lavoro sarà reso 1H1co1· piì1 difllcile, se lo idee che 11oinotammo negli articoli di ùue!,1lc e di BonnieL· continuano a, venire sviluppato. Ce Io fa temere il trovarlo nel rapporto di Delory, sindaco cli Lilla, in nome della 11. Federazione del :Xord ,. Sembra che il " Partito 01>eraio francese ,, Jlrcnda per missione di andare all'antit>Odo del pensiero socialista. Denunciando questo llericolo ai suoi aderenti ~i;.~~1\~ 1 ~:~~a 1 ~t~~~!~itt 1 ~!!r :o~~,;~ftoco~~~~~~CO~~!~c:s~l•: so esso ,•uole sempre appartarsi dal movimento demo– cratico o da ogni azione pratica, si farà. certo cli più per l'unità, di <1uello che \'Otando un ordine del giorno di Congresso. PAOI.O DIU.MAS. LACONDANNA STORICA D'UN'ILLUSIONE l~Lsposta all'on. A1essio. Ci scmbi·a cho Yadn.da\'\'ero prendendo piede in una Parto ileiIn.vera e schietta democrazia italiana una stra1H~ illusione, già sfrondnta dt~ quasi un secolo cli storia, e contro la quale sarh ottim!~cosi~metterci tosto in guarclin., perl'.:hò il J>Opoloitaliano non venga una volta cli più abbacinato o p1·csodal luccicare di specchietti da al– lodole. ~: l'illusione di cui si rese inter))rete l'on. Alessio nel suo articolo pubblicato sulla NrwrciAntologia del 1G ot– tobre; e a cui p,uc vada. inclìnando anche la Critic<tSo– ciale, n. giudicarne da unn. noticina apposta. al secondo articolo dell'ultimo numero. L'illusione è la seguente: che sia possibile, nella forma e composizione attuale dello tato italiano, " un'orien– tazione democratica ciel Governo " (come d.ice la Oritica), ovvero, per precisare meglio, 11. l'avvento al Oo,·erno del partito democratico (come scrive l'on. Alessio) e ciò senza sollintesi e senzn eq_ui1:oci, dando a questo partito pos– sibilifa di far rnlerc tutto lo sue idee e con esse tutti i suoi uomini. ,, Fra gli uomini politici che in questi ultimi giorni hanno manifestato lo loro ideo sulle situazione attuale, gll onor. S01111ino cd .A \essio ra.p111·esentano i poli pili carattcristienmente contrari. li primo dice: di fronte a.I tlremerc dei pnrtiti estremi, clericRli cla. una parte, re– Jrnbblicani e socialisti dall'altra, ò d'uopo che gli uo– mini d'ordino dì tutto le frazioni intermedie si stringano in un fascio promovendo quelle riforme su cui sono com– pletamente, o quasi, d'accordo. J1 secondo dice: non è sui punti in cui coucorcUamo gl:\ che irn1>orterebbe met- torci d'accordo ])Or formal'c un sol fascio; ma aJ>Jrnnto su quelli nei quali discordiamo. Ora, ciò è impo.::sibile: il paese e il Parlamento sono divisi in due grandi ten– denze: quella democratjca, a cui appartengono i tre par– titi popolari, quella renzionaria, a cui appartengono i consenntori o i clericali. I.e unioni, non artificiali, ma SJ>Ontaneosono que.-,tc. Il partito consenatore non può certo oggi Assumere la direzione della cosa pubblica. Deve dunque e può ll:,sumerla con tutti i suoi uomini, fino ai socialisti 1 senza equiYoci e sottintesi, il 1mrtito democratico. Ora, l'assurdo (sia detto con tutto il rispetto che ab• biamo per il nostro antico professore di scienza delle finanze dell'Unh'ersib\ di P1ulova) sta, a ·nostro a\'\'iso, a.ppunto nel pensare alla possibilitìL della chiamata al potere, senzct equivocie solti1tlesi, del partito·democratico, nella presente composizione dello Stato italiano. l.'011 .. Alessio si meraviglia perchò Sonnino si allarmi dello " tro.dizioni riYoluiionnrio che coadiuvarono alla costituzione prima del Hegno. ,, Ma questo allarmo ò pcrrcttamentc intonato con la politica sempre tenuta dal Governo che uscì trionfatore dalle lotte del 1849-70 1 anzi è l'essenza stessa di questa sua politica. Come pre– tendere o credere che quel Oo\'erno la rinneghi senza contraddire e rinnegare sò medesimo? L'allarme dell'ono• re,•olc Sonnino esprime quindi una necessità. immanente nello Stato italiano, quale si ò storicamente formato, in quei 21 anni di lotte. E siccome i 1>artiti po1>olari con• tinuano oggi l'opera delle " tradizioni rh•oluiionarie ,,, cioè del partito d'azione, cioò ancora del partito che ,•oleva. fondare J>rlma dell'indipendenza e dell'unità, o almeno in concomitanza con esse, la democrazia " senza equi\•oci ,,, e la libertà " senza sottintesi "; così l'ostra• cismo politico che colpì l'antico " pa.rtito d'azione ,, non può non portarsi interamente, nella presente compagine dello Stato, sui 1mrtiti l)Opolari, a. meno che lo Stato, quale ò oggi formato, non YOglia anèlaro a ritroso della lunga e difficile opera I)roprin, e in un baleno distruggerla. . .. Se si volesse faro un pnrn.gone sintetico delle duo storie inglese ed italiana, si potrebbe dire che la prima non è se non una I unga c fortunata lotta del ])OJ)Olo, che riesco a diminuire, flno all'annientamento, il J)Otere regio; la seconda non è so non una. lotta ugualmente fortunata. per il 11otore su11remo, il quale raggiunge, nbili~simamente, il suo scOJ>0 1 di sventare, sviare e faro andare a ,•uoto tutti gli sforzi del popolo per conqui– stare a.sè stesso, " senza equivoci e sottintesi ,,, il potere. Ila.st.a dare, per convincersene, una rapida occhiata alla storia, la sola dimenticanza della quale (a. nostro aniso) può far nascere le strane e mirifiche speranze cs))resse dall'on. Alessio. I primi moti compiuti dal popolo italiano (dopo la restaurazione dei vecchi Governi che seguì la caduta. di :Napoleone I) furono quelli del 21, del 31 e del 33. 111 questi primi moti il popolo italiano anelava dritto al suo scopo: la libertà. H concetto che rosse necessario otte– nere prima della liberHi l'indipendenza di tutta l'Italia o l'unità, non enl ancorii intervenuto ad oscurare e con– fondcl'C lo sue idee. 1,: cosìi nel J'iemonte, a :Modena, a Napoli, te somruosso o le congìul'C h,lnno pel' isco])O unico e ])reciso h~ libertà. per lo Stato nel quale si com• piOllO. Ma.in quegli anni I principi italiani furono abbast.anza forti per poter resistere direttamente al po11olo senza. bisogno di cercare di\'ersioni. La. repressione ò quindi immediata e diretta: vi si distingue il Piemonte collo
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