Critica Sociale - Anno X - n. 21 - 1 novembre 1900
334 CRITICA SOCIALE llA SCUOllH If'l IT AlllA II putito socialista è entrato, o piÌl o meglio ha da entrare in avvenire, nella via <lì quelle riforme con– crete, c he de,,on o, pur nei limiti concessi dagli ordi– namenti attua.li, preparare quello spirabil aere, senza del quale non sarà. possibile, altro che per celia o por uto1•ia, anelare all'ideale schietto e puro del socialismo; e perciò dove acquistare una cognizione compiuta. e analitica di tutte quelle pubbliche fu11- zioni1 a cui esso irttcndc di applicare la sua critic::i. e cui si propo ne di dar O(lC ra a pill modernamente e pilt utilmente disciplina.re. Jfra queste puhbliche fu nzioni una delle pili reietto e negletto in [talia o una di quelle, {li cui il partito socialista, in tutt'a.!t,ro faccende affaccendato (e non dico con sarcnsmo), non ha potuto finora occuparsi alfatto, ò quella dcll'istrmdone: funzione di per sè così vitale e politica - ben nlt:lmcnte politica - che dal conto, itt cui essa. vien tenuta, dal modo, come viene im1lartita, o sopratutto - da che l'elemento ccono– nomico ò pur acmpro l'elemento sovrano e decisivo - dai denari, che per essa si spendono, si attinge uno dei criteri J)Ìll sicuri o più esatti per valutAre il grado cli civiltà, a cui ò pervenuto un determinato Governo. L'fnghilterra, la. :Prancia, la Germania, il Belgio e, pili ancora, <1 uei paesi hrnmali del Nord, che nella raccolta e 1> 1.ar gn ia pace delle nevi e dei fiordi ,·anno elaborando, senza i romori e lo vanterie clinoi meri– dionali, le riforme 1►iù ardite e 1>il1 geniali, la.Svezia. e la Norve~ia; tutti questi paesi - per non nomi– nare quelli d'oltre Oceano - dedimmo alla scuola cure solerti e il1tellig-cnti, spese larghe o illuminate, e alle,•ano generazioni non analfabete, ma. colte, gc• nerazioni civili, cn.paci, puro nei loro gradi più mo– desti, di partecipare consciamente, e 1>erò non tu– multuariamente, al dibattito dei problemi anche piìL vibra.nti o comhattuti. ln tutti questi paesi, salvo, massimo nella :Francia., alcu1ti dipartimenti e alcune provincie, ovo allo misere condizioni economiche cor– rispondo ur1'udegunht povertà intellettuale, il libro non ò qualcosa cli aristocratico e di privilegiato, bensì corro democratico e dimestico fra Je mani :rncho dell'operaio e del contadino; ivi il maestro e il professore non rico1·dano, come da noi, il meschi– nello poda~o::;o dal collare sucli-cilestrino eternato dal poeta, bensì sono tenuti fra i più benemeriti e i piì1 degni fra i pubblici impiegati; ivi infine - specie in quelle ideali e sane regioni del settentrione, che, lasciando noi cianciare, attuano e concretano a mano a mano quanto per noi è ancora remota aspi– razione - tutte le discipline, tutti i novelli trovati 1 tutti i mezzi elle 1>ossono conferit-c a. rendere 1>iù proficui e pili diffusi l'insegnamento e la coltura, vengono messi in opera; tn1chò la scuola., e nel ri– spetto scientifico e in quello igienico e in quello architettonico, riassume armonicamente in sè tutti gli sforzi e tutte le vittorie dell'ingegno, della ric• chezzn e della civilb\ contro lo angustio del.la. ma– teria, della. tradizione e della superstizione. ]~ eia noi? Da noi l'istruzione ò la Cenerentola cli tutte le funzioni uclcmpitc dallo Stato e dai Comuni, il suo bilancio ò uno dei piì.1modesti, coloro che la amministrano e la impartiscono, dei mono apprezzati e pagtlti. L'opinione pubblica-questa tutela oquesto stimolo primo e piì1 eflìcace del buon andamento dei pub– blici servizi - se ne disinteressa affatto, e i suoi man– datari ufficiali - i deputati o i consiglieri comunali -- ligi 1 naturalmente, almeno nella parte negativa, al programma loro aflidato dai saggi elettori, Ja.sciano che essa duri e prosperi imlisturbata neUa sua inerte mediocrità. Tnfatti 8JlJ>ena è, se tratto tratto nel Par– lamento, fra la sonnolenta benevolenza. degli onore– voli, da uno scanno isolato sorge a 1>arlare di cose pertinenti agli studi qualche deputato pedante, di– mentico che ben altre cure e piiL grosse stanno a cuore dei suoi colti colleghi! In generale il bilancio dell'istruzione ò dei pii1 presto approvati e il mini– stro relativo - quando non è il ciceroniano e lo– quRce B1rncelli - dei pÌLL taciti. (') Vero ò che del silenzio, in cui si tiene a Monte– citorio, si vendica allegramente, facendo e disfacendo alla Minervn. I~ cos1 d'a.nno in anno, sotto una pioggia inces– sante di circolari, di regolnrnenti, cli decreti distrug– gentisi a vicenda con furia astiosa e arlecchinesca, le scuoio italiane, regie e comunali, tirano a.vanti stentate, pitocche, incerte fra i metodi vecchi e i nuovi, fra la rotorica. o lo spiritua.lismo d'una volta. e lo sperimentalismo e il positivismo odierno, difl'oa– dendo intorno a sò, eccetto alcune celebrate cattedre universitarie, scarsa luce di coltura e di sapere. Sa– rebbe querimonia soverchia e non equa l'asseverare che, in quarant'anni di vita na,zionale, esse non hanno progredito a.ffatto. Si sono rnolti1llicate; si sono mo• g-lio organizzate e clisci1>linate; si sono sopratutto fornite cli un personale inseg-nante pii1 istruito, più tecnico, piìL volonteroso. Qualche raro Comune poi, per quello che si riferisce all'istuzione primaria, adempie il do,•er suo con modernità e larghezza. lo– devoli. i\la come questi progressi sono lenti, saltuari, ibridi, inorganici, i11cep1>atidi continuo dall'impedi– mento macchinoso o pesante della burocrazia, dalla pietosa scarsezza. dei mezzi llecuniari e didattici ! Che miseria cli tutto nelle nostre scuole! miseria di libri) di materiale scolastico, di locali: e che miseria .... nelle tasche dei dispensieri dell'italo sapero, condan– nati poi - parlo della densa falange dei professori secondari - a starsi l)ercnnemente con pronta la va.lig'ia, l'orario delle ferrovie e una. gLticla cl'[tali~t molto particolaregg-iata, in attesa di ur1 telegramma ministeriale, che li balestri a un tratto da un no• voso paese !llpino del confino svizzero o francese a un ignoto horgo della Sicilia. prospettante da lungi il Hclo africano, da Cividale elci li'riuli ad Alghero, (') Cl ()laeo di 11ot.Rro011e,lll)l)Unto di <1uest1giorni, 111modo lnSO• Hto 11erun•t:eoollem:a, l'on. Gallo, m1nlstro dell'Istruzione, lm con– segnato a uno scritto com1)arso nella Nuova ,'-1,to/ogùi (Crr. nella N . .A. del 16 ottobre 1000: Vtdl/C(Ui<}Jle e l'"8lrt1::1-0ne fltlle 8t110U stcomU,r/.t, di N1co1..òo.u,Lo) 10sue Idee suua scuola media In 1ta11a, nè 11010sullA media, bcnsl anche, sebbene sonnnarlamento, suna 1)rlmarlfl.e, nella lunga. Introduzione teorlc11, 111generale sulla flm• z1one l)Odagoglca dello Sttllo. So non cne, come ci è piaciuto di ve– dere, caso raro, u11 ministro uselrc dal riserbo di prammatica ed es1>0rroda una nhlsta, come ogni altro scriltoro, ciò che egli pensa circa una delle più l111porlanll !unzioni del dicastero affft1atog11,al– tretianto nel 1110eom1)lct10 non el ò sembrato 111u1allo lodi largl– legll tta. mollo pnrll Il lAVOradell'on. Gallo. LIquale pare bene, <)Ua e ii\, che metta Il dito sulla J)laga e, tutto sommato, arriva a dello conclus10111rnglonovoll - del resto non nuove - (fusione del gin• uaslo 111rerloroe dello tecniche In una scuola unica, nella quale si 1mpart111eano,Insieme colla coHurn gencrnlc, I rudlmcnll della eol• tura JeUerarhl e sclenllllca: scuoi!\ unica seguita poi dal due Istituti, ClllS&lco l'uno, sclenill\eo o tecnico 1 1 11\lro), ma troppo spesso rh·e111, massimo nelln. parte critica e teorica, che puro hn.la sua t1111)0rtn.11:w, una s11,go1nrooonfuslonc <l'l(leo e, ,otto una oslcnlata J)ar,·enza di positivismo o 111modernità, un concetto antlllbcratc delle rclazlo111, elle dovono aHlneoro la scuola 1llla eocletà a cui serve. So In nota non roese g1à tro1i110lunga, vorrei citare J)lù o J)lù passi delta Jlroea un J)O'nvvoontesea e un 110 1 IHlrlnmont:ire dell'on. mln!slro, nel Q.unll egli, 11uronssh::urnndo del contrarlo, mostra di vagheggiare una vcrn o propria o org1wtzznt11letruzlonc cd cducazlono di classe, CllOsan– cisca nncho 111tollottun1111c11tc 0 d!ff'crcnzo oconomtehc, 01,e lntcreo• dono fm IO \'MIO cnslo socla\l. Oltre (Il che l'Oli. Oallo 11011 Il!\ 1101)· 1111reun aoeonno al 11mtctw» 1a/k11s cicua (lucsllonc, alla necessità cloò di r'111sangunroe lii meglio dleelp\lnare 11llllanelo dell'Utruztono; senza llt c1,o ò vano - come ò stl\lO Intatti finora - Il parlare <Il riforme radlcall delll\ scuola.
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