Critica Sociale - Anno X - n. 20 - 16 ottobre 1900
CRITICA SOCii.LE le cause della persistenza. della J>iccola 1woprieHt rurale. li Gatti afferma che, mentre nella produzione industriale la grande officina ha in generale una supcrioritlL tecnica ed economica sulla 1>iccola 1 così che la prima distrugge la seconda, nella agricoltura invece anche la piccola proprietà può lotta1·c con speranza cli vittoria contro la grande. La 1,iccola. proprieb\, con la sua coltura inten– siva e con il risparn1io della mano d'opera, J>UÒJ>rodurre di più che non la grande J)roprietà, iL cui la soverchia. estensione riesce spesso un carattere di inferiorità. Ora, tutto questo, aftèrmato come principio generalo, è inesatto, e basta leggere i capitoli sesto e settimo del libro del Kautsky per esserne convinti. Se si dovesse formulare un principio generale in questa materia, si doYrebbe dire che la grande coltura. è su1Jeriore tecni• ca.mente ed economicamente alla piccola, cioè affermal'e il contrario di quello che scrive il Gatti. Una anche bre\'0 dimostrazione di questa tesi aumen• terebbe cli molto le proporzioni di questi appunti; io mi limiterò ad accennare alcune frn le 1n·incip:lli prO\'C addotte clal Kautsky. JI quale, col sussidio di molt.i dati statistici, potò stabilire che, per· l'uso delle macchine, 1>er la SJ>ecialetopografia del territorio coltivato, per la regolarità. del lavoro fra i la,,oratori manuali e la su• periore divisione di lavoro, la grande coltura realizz:\ un 1 economia sulla forza umana e sulla forza animale. l)i pili la cli,·isione del lavol'O fra i lavora.tori manuali e la superiore di\'isione del lavoro fra questi e i di,·ettori tee• nici clell'azienda. 1 costituiscono una indiscutibile superio• rità della grande coltura, solo nella quale questa divisione del lavoro è possibile. Che se JlOisi aggiunge la. facilitìl con ·cui una grande azienda agricola JHIÒricorrere al credito e trarre profitto dalle mutabili ,•icende del com· mercio, si JJUÒconcludere con sicurezza esse,re in gene– rale la grande coltura superiore, dal punto di vista tee• nico ed economico, alla piccola coltura. Si tratta ora di conciliare questa conclusione con l'altra, che abbiamo ritenuta per vera, della persistenza. della piccola. prO}ll'ietà. fondiaria. Qui .ci baster:\ rove• sciare la tesi sostenuta dal O atti, e porre come frequente eccezione quello che egli metteva come principio ge– nerale. Infatti, se in generale ci pare vera la superiorità della grande coltm:a sulla piccola, non possiamo però non riconoscere che spes.i0 1 JJer ragioni speciali, la piccola riesce più produttiva. k impossibile anche qui enumerare tutte o quasi tutte queste ragioni speciali) che riguar• da.no o la natura. del terreno, o la. specialità. della colti\'azionei o l'ordinamento giuridico e doganale dei cliYersi paesi. "f: però indubitato che la su))eriorità della grande coltura ha dei limiti di estensione: fra il !ali• fon(lo dell'Jtalia meridionale, tropJ)o \'a.sto }lCI' essere coltiYato inteush•amente, e la proJ)riefa frazionata) que– st'ultima ha una superiorifa indiscutibile. due fatti in O.J>J)itl'Cnza contraddittorii? 1•:videntcmente così: la. gl'a1Hle proprietà) economi<:arnente e tecnica– mente superiore, assorbe la J;iccohi; ma dove la grande è ancora al'l 'csta.ta alla sua fase JJrccaJ)italistica, o do\'e è troppo estesa per prestarsi ad una colturn. intensiva, la piccola lui il sopravvento e riesce a frazionarla ( 1 ), Una legge dunque mi pare si possa rica\'are da tutto questo, e una legge alquanto diYcrsa da quella del Gatti. Essa potrebbe essere formulata a un cliprcsi:o cosi: l,ì do,·e la grande J)ropriefa fondiaria. non J)otè ancora acquistare sulla piccola quella. superiorità tecnica ed economica che le compete, la piccola proprietà. è in aumento; dove inYecc la grande proprietà ha raggiunto tutto il suo S\'iluppo capitalistico) la piceoJ;i si lascia lentamente assorbire. i~, SJ)eroi inutile rwvertire che questa vuol essere intesa. come legge di tc11<1enze e non come formula precisa cli una realtà universale. ... La parte piì1 orginale ciel lil)1•0che esaminiamo è certo {lUCl!a.che mette in luce l'a.V\'Cllil'Cdel cooperativismo agricolo. Secondo le previsioni del Oatti, la piccol:i ))l'O• prietà 1 quando sia associata per la. compel'a <leiconcimi, delle sementi selezionate, delle macchine agricole, ecc. 1 può fruire di tutti i progressi elci nuovo strnmento cll J>roduzione, e quindi lottare con for·tmrn.contro la grande. Una CoOJJcrativa di piccoli proprietari, as:;ociati pe1· hi colth•azione razionale delle loro tene, è, per il ù:it:·i, nelle identiche condizioni della grande propriet~, colti– vata. secondo i J)it'1recenti precotti dell:t scienza. Cosi due sono le correnti economiche che derivano dal rinnovarsi dell'agricoltura: il CltlJitalismoagricolo e il cooperath,ismoagricolo, Col JJrimo il Gatti intende qualche cosa di simile al grande capitalismo industriale: il grosso capitale cioè che si riversa sulla terra e ne fa insieme una gigantesca macchina ed una colossale officina. Nel secondo comprende invece la J)iccola 1,ropricfa associata per la com1wra dei nuO\'i e pili perfetti strumenti di })roduzione e JJel'l'apprendimento delle llll0\ 1 e cognizioni agronomiche. L'una corrente e l'altra possono svilupparsi pa1·allele, nè pare, secondo le lll'Cvìsioni del Gatti, <'he al cooperativismo dcblJa toccare, nella ine\'italJile co!l' correnza, qualche graye disfatta. Ora si tratta di vedere se questo coopcrntivismo agri• colo sia un semplice espediente per rinforzare e propa– gare la vita della piccola proprieb\ e quindi 1,er pro– lungare un fatto economico in op1>osizionc alle finalib\ del socialismo, O))Jmre se si possa conciliare con la tra• srormazione progressiva della proprietà JH'ivata in pro– Jlrietlt collettivrt. li Gatti risponde subito che In conci– liazione ò J)OssiMle e che anzi il coopcrntivismo ngricolo è un aniamento alla socializzazione dei mezzi di pro– duzione. Vediamo rapidamente la dimostrazione di questa t(?Si. Che co:::aè, per il Gatti, la orgrt-nizzazione cooperativa dei piccoli prOJ>rietari agricoli? ~ 11 coopcrati\•ismo non è completa. fusione di proprietà come il collet.tirismo, ma non è neppure isolamento della pro1>rietà.come la pro· J >rietà.IH 'h•ata, concepita e voluta da.ll 'individualisrno ()or• ghese,, (pag. 361). Anzi il cooperativismo è insieme fu. sione e isolamento: isolamento, in quanto ogni socio cmscrva la sua po1·1.ionccli tcl'ra; fusione, in quanto la Con ciò si spiegano certi risultati, altrimenti molto sor1>rendentii che ci vengono offerti dalle statistiche. Se infatti si osserva l'accrescimento e la diminuzione della piccola proprietà non sopra le cifre complessive di una determinata nazione - come fanno il Gatti cd il Bern– stein - ma sOJJrn le cifre di ciascuna. JJrovincia o re– gione, si rimane perplessi ed incerti nella formulazione di una legge generale. Per recare un esempio, citato I dal Kautsky, alPest dell'Elba si riscontrano due opposte (') rcr 10 s!1:(llo <11 ()t:csto Mgomeuto. <1111 r,unto di ,·t~tn soclall– tendenze: là. do,•e la JJiccola })roprietà è più diffusa, CO· stico, 1101:0 lnt~rcsimnll, oltre Il l!lJro glì1 cltnio d1:1 .:nutsky, hl JJO• mincia nel aumentare la grande propricb\j e dove invece I 1e1n!ca rrn <1ucst1 o 1111cn:11te111(duo volumi tradotti In rrnnccsc, 11er la grande prOJlrietù. è JJrevnlente, si riscontrn una ten- ~:;:~t:~~ 11~ 1 :;~/:n::~;~~:: 0 ~ !t': 11~~ 11 ~: 01 ; - ~:c1;; 1~:\~: ;;~:;1'~" 1~::~:: denza al frazion::uneuto della terra. Come spiegare quesli ae 1'11isut1ttaea Sdt11cesaockllts.
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