Critica Sociale - Anno X - n. 20 - 16 ottobre 1900
312 CRITICA SOCIALE riucsta, che dimostra con quale soverchia .... agilità in– tellettuale il partito nostro' n.ffronti certe gravi questioni, a risolvere le quali i tedeschi versano fiumi d'inehiostro e sciupano giornate intere cli discussione. Con ciò non intendo criticnrc l'ordine ciel giorno pro– J>osto dnl ~luritildi - il quale ha il grande merito di lasciare im11regiudicnto un principio teorico della mag. ,;;foro importanza - ma intendo solo lamentare che una questione, intorno alla quale hn scritto recentemente e dottamente il Kautsky e che ha tentato risolvere il Gatti, non abbia trovato nella nostra stampa e nel nostro Con– gresso alcuna. 1>re1>nrazione. li che è da deplorare molto o per la serietà del nostro partito, e per la sua educa· ;,:ione intellettuale. )la poichò le det)lorazioni non gio\'ano so non si dìt opera a rimuovere le cause dei mali deplorati, ecco qui alcuni n11pui1ticritici al libro del Oatti 1 a1>1rnntiche do– ,,rcbbero senire od iniziore qualche <liseussione sul pro– blema ogricolo, che è - ricordiamolo - il mas:-imo problema economico del partito socialista italiano. ... lo non intendo indugiarmi n lungo sulln prima parte del lavoro. Credo anzi che l'autore avrebbe ratta. opera più organica se tt\'esse ristretta. in più brevi confini la trattazione dei nuovi metodi di colturn e sopratutto so ll\'Osse tralasciati i molti o frequenti richiami alla so• ciologia generale. Certo che in un paese come l'Italia, dove l'agricoltura, più che di aiuti governativi, pii'1che di ca11itali non dif• ttclli da trovarsi, ha bisogno di essere illuminata sui modi e sulle forme della colth·nzione moderna, un libro che, In rorma facile e piana, ccrcn divulgare queste nuo,•e conoscenze, ò sempre molto utile. Da questo punto di ,·tsta. anche la lunga parte introduttiva. del libro 11resenta molto interesse. Dipit'i,questa parte, mettendo in luce un aspetto nuovo della ag1·icoltura moderna, stabilisce le premesse climolte deduzioni economiche che esamineremo a suo tempo. Jnrattl il Oatti vi dimostra che, colla introduzione dei concimi chimici e degli altri metodi rnzionali di coltura, In terra cessa di essere In grande srruttnta clelPuomo 11er di\•entare invece una colossale incubatrice, da cui l'uomo pub ottenere in quantitiL 11ressochè stabilita i prodotti che gli abbisognano. Nella nuo,•a agricoltura - dice il Gatti - il proprietario nou sfrutta più la terrn e il lar:oro umano, come asseriva )larx, ma sfrutta soltanto il lavoro 1tma110, come in qualun(lue officina industriale. Donde questa. deduzione teorica: che nella produ• zionc agl'icola moderna va continuamente perdendo im– portanza, come valore economico, il fattore terra, mentre acc1uista un crescente svilu))pO il capitale impiegato nella coltivazione. L'agricoltura. cessa. quindi di essere un pro– ccsi,o JJrOduttivo atti, yeneris, per acquistnre tutte le forme di una Industria moderna. Che questa deduzione sia conforme alla verità non vi è dubbio, soltanto essa mi pare molto incom11leta. Una affermazione come questa: essere la nuova 11roduzione agricola niente nitro che una industria collegata. a tutta la produzione industriale modcn1a, è di una tale imJ)Or• tanzn. e di una tale fecondità di deduzioni, da avere bi– sogno di essere quanto JJiìi ò 11ossibile ap11rofondita. Cerchiamo di richiamare a questo 11ro1>ositoalcune bolle ricerche ciel Kautsky ('). Secondo il Kautsky, l'iso• (') K. lì:Al'TSK\': Die ,tgr<ll'(ra9t, 8lult~Rrt, 18:15,Dleh: cdlt. ti.a prima 1•ar1e, ese1u1h·ame11to tcorlcA, ò ttatA ree<'ntcmcntc tradotta In rranec,c, editori Glard et Urtère, l'arl1 1 1000), lamento del 1>iccolo1noprictario coutadino, che produce, as:-iemc alla sua famiglia, tutti gli oggetti di uso e di consumo famigliare, è stato rotto bruscamente dal sor– gere delle industrie cittadine. Col <'OmJJariresul mercato delle merci a basso prezzo prodotte dalhL grande indu– stria, col scn•izio militare obbligatorio che allontana i figli dalla casa paterna, le piccole indusfrie domestiche connesse all'agricoltura hauno cessato di esistere. )la.col dissolversi dell'industria. domestica ò venuto il IJisogno di denaro: il t>iccolo pro1>rietnrio rurale si è quJlldi ,,isto nella necessità di rare dei suoi prodotti ngricoli delle merci, di portarle al mercato o di vende,le. 11 risultato ultimo è stato questo: fare del contadino pro1nietario un 1JUl'O arp·icoltt>re, e scpararo l'industria dall'agri– coltura. 'Ma. ht separazione genera a ~ua volta un'intima di– J)Cndenza.dell'agricoltura dall1industrin. Non solo il pro• J)riotario cnm1>agnolo è obbligato a ricorrere alla grande industria per i suoi IJisogni 1>ersonali e per gli arnesi clel suo la,•oro, ma., quando la rnmi~lia. ò numerosa e il reddito è scarso, de,·e iln•iare alcuni dei suoi figi.io nelle falJbriche vicine o negli impieghi della societ.à capitali– stica. l,a quale a sua volta non tarda ad afferrarlo nei suoi immensi ingranaggi, e ad afferrarlo come 1>roclut– tore di merci. Dal momento infatti che il contadino pro11rietario ha. sentito H bisogno del denaro, e si è deciso a vendere i suoi pl'odotti, ha cominciato a senHre l'influenza do! mercato mondiale. }'.gli non è piì1eslrnneo alla vita del capitalismo moderno, è interessato alle oscillazioni dei prezzi, ò lusingato dalle promesse del credito, è tormen– tato dal peso delle ipoteche. r,e forme della produzione capitalistica hanno una ri1>ercussione diretta sopra i suoi interessi; perciò egli cessa di essere una s11eciedi no– l>insou Crosuè, smarrito In mezzo alla. solitudine della campagna, per dh•entare un membro attivo della. società CApitalistica. Ora, se a questo quadro aggiungiamo la nuova e,•o• luzione dell'agricoltura quale è stata intra,•ecluta dal Gatti, e secondo cni anche la coltivazione della terra. tende ad assumere una forma industriale, noi a\'remo più che a sufficienza dimostrato che la 11roduzione agri– cola non fa parte a sè 1 come sperano coloro che credono pos5a costituire un ostacolo insormontabile alla marcia del socialismo, ma anzi, in piccole o grandi pro11orzioni 1 ess:i è tutta imbevuta di cal)italismo. Conclusione questa. di grande importanza 1>er i paesi che, come Fltalia, hanno un socialismo che è diffuso prevalentemente nelle cam• pi,gnc. 11 Gatti, nella seconda parte ciel suo libro, cerca di– mostrare che, mentre nel capitalismo industriale la con– centrnzione dellr~ proprietà anione con quel moto ra– JJido od inesorabile che è nelle J>re"isioni del marxismo, nell'agricoltura in,•ece la concentrazione è molto meno rapida, anzi s11essonon avviene affatto. Nessuno, io credo, YOrrù.mettere in dubbio questo fatto, ormai riscontrato in quasi tutto il mondo capita.– listico. Lo stesso Kautsky, che ò il dottrinario più auto• rcvolc del marxismo, avverte che sarebbe erroneo a1>– plicare all'agricoltura tutto cib che i due grandi fondn• tori della teoria. socialistica hanno scritto intorno allo S\'iluppo dell'industria. Ma se non sussi.ste la rapida concenlrazione della pro• J>rietà terriera, e se il Gatti ha in ciò J>ienamente rn– _gione, non credo ne abbia altrettanta quando ricerca
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