Critica Sociale - Anno X - n. 20 - 16 ottobre 1900

CRITICA SOCIALE 311 sul programma minimo (I), pur dopo avere dettata <1uella pagina. splcndi<h1, concettosa, pregna cli sana e illuminata praticih), in cui rendono conto ciel me– todo e dei critcrii, a cui si sono informati nel com– pilare il prOf?ramma. stesso, nella Dichiamzione, che segue, nbl)iano incastrato il seguente periodo: lnflne il programma minimo socialista, che si distingue essenzialmente, per il fine suo e lo spirito che lo anima, cla qualsiasi J>iattnformn. occasionale di agita,done in cui il nostro partito possa. tro,·are alleati, astrae dal criterio dell(i altuabilitli di og11i si11yolari(orm<t 11elco11gey110 at– tuale e 11elJ>l'eseute momentodello Stato italiano: suppone n'nzi che la richiesta, anche di riforme incompatibili con gli interessi organizzati dello , tato attualmente J>reva– lenti, SJ)ingerà. lo tato idesso n trasformarsi in senso progressivo verso la libertà. e la giusfo:iit sociale ( 1 ). Su vi!l, olloro, socialisti ititliani, prepllra.tcvi tosto a nominore 1111 1 11\lra CommisRione incaricata. di pon– derare o ùi redigere un progrilmma ancora piit mi– nimo del minimo. Percliè di qui non si sfug-ge: o si entr11., pur twendo sempro 1a.mira agli ideali pili lon– tani, risolutamente ncllu vitn. e nella compagine po– litica, arnmi,tistrntiva ed economica. attuale, col fermo e modesto proposito di incominciare per davvero ad applicare o fare :1p1>licare un pia110 di riforme, che non trovino un ostacolo negli ordinamenti e nelle con– dizioni 1>resenti, o, diversamente, si continua ad essere degli innocui teorici baloccantisi con dei programmi belJi fin che si vuole, ma destinati ad essere, in parte pbr confessione degli stessi compilatori, nulla 1>H1 che ben combinati elenchi di desiderii e d.i aspira– zioni. Cominciamo invece a indagare e ad intendere sa• gacemente, regione per regione, proYincia. per pro· ,,incia, classe 1>crclasse, Ja realfa attuale e da essa sopra tutto attingiamo i critcrii 1 che derono guidarci, la misura, entro cui dobbiamo contenerci nella ri– chiesta e nella proposta delle immediate riforme. A tale condizione soltanto contribuiremo 1 diversamente nei diversi paesi, a disciplinare praticamente e con• cretamente il socialismo e a. foro che esso, a seconda delle ,•arie condizioni di luogo e di tempo, a trayerso a una serie ascendente di programmi minimi sempre l)Ìll vasti o defìnitivi 1 si plasmi e si affretti verso la sua meta. Se no, pur dandoci J'aria di positivisti, cadremo nell'errore dei metafisici, Yalicanclo colla dottrina e coll'ideale la cerchia umile e pur sovrana dei fatti. I quali - la storia lo insegna. - hanno sempre finito col ridere e col trionftlrC di chi li ha negletti. xy. ll nostro collaboratore (chi ha letto i nostri articoli su1 Congresso di Roma non dubiterà della sincerità di questo nostro apprezzamento) ha I)erfettamente ragione di richiamare i cultori del socialismo dalle sfere dell'astratto al fecondo terreno delle realtà concrete, suggestionatrici inesauste di azione o correttrici delle inevitabili devia– zioni, che sono altrimenti conseguenza. dell'aeronautica del raziocinio. Ma su due 1rnnti vogliamo fargli una mo– desta osservazione. li primo: dove scrive che ~ il socialismo non è mon– diale 11• Ora vi è pure un fimbito di fatti e quindi di leggi, entro il quale l11.tentlenz11.socialista è uniforme in tutto il mondo pcn,e1rnto a un analogo grado di svi– htt)J)Oeconomico o morale; cd è, in questo senso, mpn– diale. Do,•unque il cnJ)italismo impone la. proJ)rla signoria con formo a un diJ)resso identiche, ivi identici a un di- (1) Ibidem, Il :J)rO(ll'Cllllllln mi11imo 1ocfr1l'8kl. Rtl.azW11e,d~hlara-– zUma I! dilt:(1110 dl prou1·am111a di t·. Turati, C. Treves e C. Sambuet'lo, (') Ibidem, par, l?&O. J)resso sono i fenomeni sociali, identiche (per la. stess:t forza. dei fatti) le forme di reazione, identico il moto tendenziale di emancipazione, almeno nelle grandi linee. 11 secondo: l'interpretazione che xy dà. al brano ci– tato del 1>rogramma.minimo. Col quale non si volle gii\ dire, come egli sembra intendere - ed ò smentito da nitri brani della relazione che 1>recede - che si debba 1>re– scindere dnlle concrete c.ondizioni del paese in cui sì trntta di dnre al programmn attuazione. Bensl si aftèrma cho le formo J>Olitiche e gli equilibri sociali del 1>resente minuto storico italiano - forme eclequi I i Uri mutabili ed instabili - non dC\'0110 considerarsi come barriere in· sormontabili ai desiderati prntici che formano il conte– nuto del J)rogrnmma minimo, ossh\ dell'aiione del J)artito dal momento presente al giorno in <·ui J)otri'~ dir:;:iche il socialismo comincifl nd attuarsi, non pili per frammenti, mn. nelle sue lince generali e fonch1mentali. La questione ò dunque di limiti 11sscg11a.ti, 11 J)rogrammn. minimo ed è, in questo senso, quasi una. questione di nomcnclnturn. Jn altre parole: l'aziono del 1rnrtito 1 quale è delineata. nel J)rogramma minimo, non de,,e s9ltanto adatt,usi alle transeunti condizioni 8toriche di un paese, ma dove anche gradatnmentoadathtrle a SÒj piegarsi per 11iegare. Di\'er– snmente il programma. Ce$lsercbbcdi essere socialista per diventare un J)rogrnmma di riformismo borghese. Così, ad esempio, il I)rogrammt\ minimo socialista, pur tenendo conto del presente assetto monarchico, non è, esso, mo. nnrchico, non tende ad ottenere solo quel tanto di ri• forme che sia compatibile collo Stato monarchico, anzi, col chiedere assni di JJi\1 1 finirà, se una. forza attiva lo animi, fl SJ>ingere l'evoluzione politica oltre le presenti forme I)Olitichc. Analogamente sul terreno economico: si })arte dal meno, ma si nrri\'a al pii:1; mut:~ l'azione del partito nell'amlJicnto che viene da. esso di continuo mu• ta.to. f~ questa è la chiave di molte che sembrano, nel pro– gramma, incoerenze c contraddizioni, chi lo guardi come un programma statico, dn attutirsi in blocco a. un <fato momento; cessano di esserlo OYe lo si consideri come un organismo c1i11tw1il'o; in continua eYOluziono attivi~ e 1>assivn. SOCIALISMO EDAGRICOLTURA f;qucsto il titolo di un libro del deputato Gerolamo Gatti, edito dnl Sllndron di Palermo ( 1 ). Di questo libro io mi sono occu))ato a suo temJ)O in un articolo 1rnbblicato sull'Aca11li dol O maggio, nel quale mi auguravo cho le idee del Gatti pro,·ocassero in seno al nostro partito una larga e 1>roficuadiscussione. A J>arecchi mesi di distanza da quell'augurio, io debbo ora constt'ltare che non solo il libro non ha suscitate discussioni o J)Olemichc, ma le cose fondamentali che vi si contengono sono 1>ressochè ignorate da coloro che nelle grandi nsslso del J>artito hanno incarico <li rap- 1>resentarlo. ~ avvenuto infatti che, nel recente Congresso cli noma, il congressista .M'urialdi si Yedesse ,•ivamento ed unn.nimementc a.pplnudit.o llCI' aver accennato alla persistenza delh\ J>iccola J>roprietà. fondiaria e alla op– I)OrtunitÌl.di trascinarla nelle ftlc del partito, e si vedesse applaudito proJ>rio da quelli che, alcuni a.nni 1>rima al Congresso di Bologna, inievano data. per morta e sepolta. la piccola prOJJrietà terriera. l\liracolosa conversione (') l'ror. 0tR0l,.,)1:0 o.,n,: .At1rki)/f111•n e B(l('ia/Jsmo. - 111:mo StUulron, Palermo 1 1900 (un Y0lume di .ri1GPllih1e, L. 4~.

RkJQdWJsaXNoZXIy