Critica Sociale - Anno X - n. 20 - 16 ottobre 1900

CRITICA SOCIALE 317 • .. La tendenza. smaniosa di distinguere le proprie dalle idee cli altri partiti è un fenomeno elci tutto psicolo:;rico.Si comincia col conferire un valore As– soluto ad idee, che ill\·ece erano germo;rliatc sul ter– reno della pratica Jimirata e ristretrn. Il socialismo ò un fenomeno rcrtlc, un fenomeno che ha gil\ iro– vato molteplici npplicazioni all'infuori dell'azione cli ·un partito che tali applicazioni propuµ-ni. Non sono stati forse µ-l'inclividtrnlistia gettare le mirabili basi del socialismo comunale in ln~hiltorra? .Invoco quando un partito si I. dato un"impronta !lll. programma rigido, una dis(·iplina organica, com~ o 11 caso del partito socialista, ove lo s1>iritodi coe– sion~ ò così forre da suscitttre suhico l'idea che si tr11tti d'un partito reli9ioso, allora cominciono od operare dello forzo di conscrvoziono. Spesso a.v,·icno a questo pariHo, pct· porvcrti111ento ,,sichico inco– sciente, di sostituire l'ombra clPi propri desidcrii al corpo vivo della realtà. Il 1>rOJ:trammapJ)arc come un qualche cosn d'intangibile. Oli e\'cnti si s\'olrrono fuori delle sue lince? l'acccntramenlo della riccl:èzza. si mostra clebolo? l'antagonismo di classe non ac– cenna a divenire più acuto? Ehbonc, rinchiudia– moci in una mcst:1ianicaaspettativa. Tutto ciò 11011 è eia prntici, non è da. realisti. I~ la _constata~iono Assidua, fattfl. volta f}Cr volta, cho puo detcnmnaro la nostra 1>articolaro linea. di con– dotta. Che valo stabilire un principio ideale o man– tenersi ad esso fedeli anche quando dà di cozzo contro la realtà? Noi ,·oglifm10 socinli1.zare la pro– duzione, e ciò perchè ci siamo formati la pcrs1rnsione che questa formn di economia socinle ò piì, produt. tirn di utile collettivo che non possn easerlo la pro• duzione odierna . .Ma cimentiamo alln pratica quostil nostra convinzione, e noi la vedremo far cilecc,L s1>esscvolte. Affidereste voi, per esemJ)io, ad t11m banc_ladi feudntnri, resisi padroni ciel Comune, la ~eshone comunale delle manifatture, c1uando unico loro scopo fosse c1ucllodi ferire il profitto per ac– croscm·o lo loro rendite? op1n1ro qmrndo I1ammi11i– str11zionoco11111nnlo fosso così corrotta da servirsi della ricchezzn. comunalizzai1t per farne sperpero o per costituire clientele? Bcco dunque che ogni idea, formulata astratta– mente, nasconde degli errori. Nel caso della socializzazione vi ò una serio di fatti che deiJbono persuaderci ch'essn non è nò un imperali\'O logico, nè un impcrath•o knntiano. -,:: unu. soluzione proponibile solo quando sono in atto al– cuni termini determinabili; tog-lieto uno solo di questi termini e la soluziono torna fallace. NC'Icaso sopm ca~minnto cp1csto errore saltn ttgli occhi. So un'intrapresa privarn offre il sen·igio /J ud un prezzo che ò il minimo 1>ossil)ile, il massimo edonit:1tico è ntruato. e voi mo ne propouoto la so– cializzazione, resto indifferente. L'egoismo \mrnno ò soddi~fatto u?uolmcnte bene, nncho sollo l'egida. della proprietà privato. Ln sua socializzazione divieno una questiono di formn. E se per poco la 1>roduzionopri– ''.ata !ni offro '!rn~g-iorivantag-gi, io pianto la socin– l1z1.az10nc,e l11vento, come dire'! ... conservatore. I lilwristi si afft~nnano a mostrnre che la generale pro- a1cmu\ k'll\illl J)ellStlrC lii r18cntto del ICr\'1/,1'1C01llllt1"II. Ma \'C IO !11(11· rato un caso In cui \'I ì, tlfl un lnlo unR Com1rn,i111a prlvl\l/l tll• "JW>&t11 • gara1lllr<i 11111rc11tazloru~(lua&I trr1tlulht d'un determ1rrnlo ;,enlzlo eomun111e che ,rraY-a ln,·ete t'normernr"nlc ,u1 bilancio, ed è 1>erclò Y-Cbduto a preiuo eleY-ato, e dall'altro Il •u~<iso d'un 1>Arll10 toclall,,111 lot'ale che 11 oailnll!se a tcner duro conlro la COm111u:11111 monop,ollnatrlce d'un 1111n1~111sl bre,·ctto 1 •·ranea111e11tc,J>Cr l)llrlo mia, do1>oaver cousultalo 111nita ooscle11za, 11011 e11tere1, come Olfnl auro uomo rag1011e,·01e e«I edonista, a ,•olnre contro 11 11arttto il-O('la– llP-111. t: Il comune, llnteuo sicuri, 1ro111'->Crebbe lrrcml11&lblln1c111t,gll 11dora1orl dCll'l(l0/0 &Ol'lltlb:z1ttoro••\Jtro che rtlglont d'ordhiO !lOlllh:o ! duzione soci11listica non 1mò riuscire ad unn 1>ro– dutt-ività di ricchezza mn;r~iorC'di quclhLcapitaliktica. Sono anch'essi degli aJJrioristi e dei f11tui. JI Pareto che _nel_ suo l'or~_ h~ i~titui~o dello 11nalo:,rie profondè tra 11 s1stenrn socrnhsttco eh produzione e il sistema. della privata concorrenza, per arrivarr alla conclu– sione che il socinlismo sarebbe produtti,·o di una e~ualo sommn di benessere che il capitalismo liho– r1sta, non fa. cho oorrobornro la buso J>OSilit:a del so· cialismo._ lnfu_tti, mentro IH,concorrenza 11011 può operare m gu1sll da rompere il monoJ)olio il socia– lisn~o può essere un mezzo efficace r>er sPezznrlo e scluudcro gli effetti dclln libera concorrenza .. 11 Pa– reto chiama utopistico tal mezzo, ma. l'efficace stru– mento cli trasfo~mazio,_10 _sociale, che ò il Comune, mostra. quanto sm utop1suca questa taccia di... utor)iH. Socirtlisti e liheristi fan:rnno meglio a staro piì1 sC'r– rnti al torro11Odei fatti, e a mettere da pnrto lo pre– i·e11zioni teoriche. La. tendenza innata nell'uomo (' quella cli Jlrocu– rarsi un massimo bene col minimo sacrificio. Essendo comune as!}irnzione di tutti, la risultante di tale tendenza prodmrÌL uno stato socinlo di o..,.u11lo sod– disfacimento dei bisogni economici. La tend:nza cg-ua– litaria <Jcaturiscodall'istessa premcs~a edonista. Que– stn poderosa corrente storica che chiede Pugurtg-lia– mcnto dolio condizioni socinii, cioò n dire il movimento soci11lisb1, ò In prova. palcso di wle tendenza. verso il mRSsimo utile collettivo. .Raggiungere il massimo utile coll{)ttivo sociale si– gnifica. precisam('nte sostituire, ad uno stato di col– lisione dei J}ri\'nti egoismi, uno stnto sociale nuovo il_a ~ui qu~sti e,-roismi raggiungano il massimo pos~ s1b1logochmonto senza corrodere quello do,•li 1lltri ll:omini. 11 pa:nt~ soci3l~sta ò, in questo sens~ il p11r• fito che meglio r1SJ}Cccl11a questa. tendenza. E-1s0 i11- f11tti,nella sua 1}8rtericclifientricc o riformalricc ut– tende a sostituire all'iuterC'ssc ristretto dello ellissi elci gruJ>pi e dcll'indi,•iduo isolato, rinteresse illumi~ nato cli tutti, la soddisfazione s<'cialrnentc massima dei bisogni o dei desidcrii umani. 1 1 :cco ciò elio di~cerne vcrnmcnto il pnrtito sorin.• lista c_h1i partili conservatori. Ed è- qunnto bastfl, per non rnnnnerseno nd adorare le vecchie formolo tl'!– solmc, per timore di vedere compromessa la fiaio• nomia idenle del partito: nel ftusso della vita. sono inosnuribili sorgenti cli arnmflostramenti e di e~po– rienzc, a. cui dobbiamo porgere le labl,ra sempre as– setalo di nuovi veri. La filosofia soci3le n l teatro di!bsen Egli potr:'Lnncorr1 arricchire di rregi I rrontoni dell'e– diflzio, potrà. dornrno le cupolo e rogotnmo le pareti dl affreschi. )la i muri son ritti già e co1111essi e solidi sui , 1 entidue drammi che in mezzo secolo (C<ttilimt 1~t,0- Q1wmlo noi. morii ci d~liamo, lb99) il nor,·egese hn ln:1- ciati come \'Cnliduo corpi di Uattaglin contro lo men• zogne degli uomini. l.'cdiflzio ha il suo grande.muro nrnc--tro:l'nugurio f1C'ro e libero cho in un ruturo uon troppo nebuloso si affermi la inclh•idualità umaml, vindic-i la verità o la lucr. In– torno ad essa i:;nranno le donne redento da una sogge– zione che le umilia e che ne-.-.una 11cre~-:itl1, nè intrl– lettuale, nè fl"iologica, giu-,liftco; :,nrì1. la comJ)agine familiare, rinnta con l'amore dalle ceneri della IC'Jego; saranno i giovani cui disseta flu d'oggi la certezza che i nuo\'i ideali, ratti realtà, PoSSnno J)Creorrore il nioudo trionralmcnte j Sllrnnno tutti gli uomini, ideatori supcrJ.,\ di ~istemi o sc11111lici lavon,tori della lerrn,

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