Critica Sociale - Anno X - n. 20 - 16 ottobre 1900
CRITICA SOCIALE 315 l~ l'utilità, la norma detcrminatrice. Il Comune ha elevato le pensioni degli ex-impiegati comunali, perchè il primitivo saggio era insufficiente: ecco un criterio di giustizia retributiva. Ma come si fa per vedere se questo aumento di pensioni è effcttiva– me11te giusto? Tutti sflnno che si può presumere giusto ciò che è ingiusto, o ciò che, pur essendo in– trinsecamente giusto, spiegherà. conseguenze ingiuste. Un'altra complicazione si ha nel considerare ingiusto ciò che ò giusto, o nel non attuare una cosa ingiusta per sè stante, ma che pur tuttavia avrebbe delle conseguenze giuste (1). Ora, trattandosi di azione amministrativa comu– nale, per precisare la sua corrispondenza o la sua discrepanza coi criteri di giustizia, noi dobbiamo tener presenti tutti gli elementi che la compongono. Dire dunque che l'elevazione dello stipendio ai pen– sionati è giusta 1 in quanto assicura migliori condi– zioni di esisten1,a ad una classe di comunisti, è giu– dizio parziale, che de\•o essere integrato con altro constatazioni. Se le " migliori condizioni di vita ,, fatte ai 1>ensionati implicassero per avventura " peg– giori condizioni di vita ,, fatte ad altre classi sociali, il gtiudizio ci si slargherebbe tra le mani. J)onemmo infatti guardare se la somma di sacrificio, imposta per tal via a queste ultime, sia uguale a quella che viene evitata ai pensionati. So tali somme di pene non coincidono, vi è evidentemente una sperequa– zione cli vantaggi. Ma anche se si ha tale coincidenza di pene, il criterio della giustizia non è assicurato. Occorre infatti portare pili profondo giudizio sugli effetti cli tale aumento di spese comunali, circa la migliore attuazione del còmpito loro, che è quello del soddisfacimento piì1 economico dei biso~ni col– lettivi. E a fare ciò nessun altro criterio ci e possi– bile tenor di guida, che non sia quello stesso su cui ogni apprezzamento economico finanziario si basa: l'utilità. 1;:ccodunque mostrata la verib\ d'un t)rimo essenziale 1>rincipio cli teorica amministrativa, che noi formuleremo cosl: Ogni estimazione di giustizia, negU-stanziament-i <leibilanci è una estimazione cUutiUtù. . . . Ecco una verità., di cui, a dir vero, sono stati proprio i socialisti a misconoscere la portata. È stato detto dai socialisti che il criterio dell'utilità, preso cli mira dagli speciali egoismi di classi al potere, l1a costituito la forza pervertitrice delle sane ed eque norme cli giustizia sociale, completamente trascurate dalle amministrazioni borghesi. J~:ct è vero. L'utilità egoistica e l'utilità cli classe clan luogo a dei modi di intendere e di attuare la funzione amministrativa elci pubblici consorzi, clel tutto estranei ai principii socialisti. Ma non perciò i partiti nuovi 1 informati alla so1idarietà sociale ed al pubblico benessere reale, debbono rigettare iJ criterio positivo della utilità. E da quale altra norma essi mai si potrebbero lasciare guidare nell'amministrazione degli interessi comunali? Dal criterio astratto cli giustizia. Ma esso non è pensabile fuori della stregua dell'utilità. La misura esatta di questa può darci soltanto la bussola per distinguere il giusto clalJ 1 ingiusto effettivo. Noi non neghiamo, eia pratici empiristi, J'utilìtà come norma direttiva dell'azione amministrativa sociaJi– stica, soltanto le togliamo il carattere egoistico di classe per considerarla dal pw1to cl.ivista sociale. 'l 1 utto ciò in linea principale. Ma l'a zione socialista comunale avrà anch'essa da compiere del.le rivendicazioni proletarie, che dovranno ispirarsi al punto di vista dell1tttilità di classe. La protezione alla classe lavoratrice (sussidi alle Ca- (1) DI lutti quesll casi Uenconto Il rantalconl nella sua 7'raala.:i0n, dd trU>uti a propozlto della. percuulono delle lmpo&te. mero del L avoro, ecc.) im1)orta spese comunali, at– tinte dal.la generalità dei comunisti per devolverle a fa,•oro cli una sola classe cli essi. 1[a in linea ten– denziale ccl in via generale è il criterio dell'utilità sociale collettiva il vero criterio fondamenta.Je che dovrì~guidare un'amministrazione socialistica nell'or– dinamento materiale del bilancio. }; la sostituzione del massimo edonistico collettivo ai massimi edonistici indi\'icluali e di gruppi ciò che deve earatterizzare le nuove finanze comunali. . .. Le cifre x nel Comune JJ, v nel Comune G sono la somma cli singoli stanziamenti x 0 xt, Xr·· ed !fu Vn ?la- Se in ogni partita di bilancio si seguisse un criterio omogeneo, complessivamente la cifra del bi– lancio sarebbe determinata in modo necessari.o e su{flciente) cioè a dire x ecl y dovrebbero essere, caeteris varibus, cosbmti ed immutabili. Queste cifro corrisponderebbero a quella quantit!t di beni che, sottratti all'economia privata, valgano a produrre la massima somma di rnntaggi agli amministrati; cioò a dire, x ed y sarebbero tali che una c1ualsiasi somma maggioro o minore produrrebbe una somma di van– taggi relativi minore. Io chiamo bi.lancio armonico quello in cui la cifra complessiva dell'ammontare corrisponde a quella quantità cli ricchezza pubblica, che è necessaria e sufficiente acl assicurare il massimo vantaggio collet– tivo, ossia il massimo eclonistico sociale, cioè statalo por I~ Stato, provinciale per la Provincia, comunale poi .Municipio. Ma abbiamo "cduto che il criterio del– l'utilità, in materia economica e finanziaria, serve a misurare indirettamente, come al termometro il ca• loro, l'attuazione della. giustizia; clun<1ue il bilancio armonico è il bilancio giusto. JI bilancio giusto ò quello che assicura la giustizia amministrativa 1 che è l'ideale del prog-ramma socialistico, ma esso non ò effettivamente tale se non raggiunge, nel caso ciel Comune, il massimo utile comunale. , upponote un bilancio comunale tlisarmonico pet· deficienza, cioè a dire tale in cui la cifra complessiva è minore cli quella occorrente ad assicurare la mas– sima soddisfazione dei bisogni collettivi. Per errore di calcolo, per rai;ioni cli misoneismo, per la tradi• zionale cliffidenza. nell'esercizio dei pubblici poteri, sup1>onete che la popolazione ciel Comune in cui vi ò questo biJancio disarmonico per deficienza, sia aspramente avversa. ad ogni nuova imposizione tri– buta.ria. Se il partito socialista, per armonizzare con le tendenze popolttri, assumesse il còmpito cli esau– dirle per la riduzione ulteriore <lolle imposte, farebbe opera demagogica, non di giustizia. Esso verrebbe con Ja sua azione a minorare l'inconsapevole ma ef– fettivo interesse degli amministrati. B pur troppo cli questo semplicismo antifiscalc sono gravidi tutti i programmi socialisti. Non si yedo che, siccome i bisogni meglio a1>pagabili mediante i mezzi colJettivi si vanno estendendo sempre più, ccl è ciò che caratterizza Ja tendenza socialistica, sar?~ purtroppo necessifà pei socialisti di d.iventare piìt fiscali dei partiti conservatori? Dalle cose ora <lette noi possiamo cavare questa importante proposizione, che sarà ostica a molti so– cialisti, appunto perchè è una verità .... socialista: H). Dovendomi1·are al consegwimentodel mas– simo bene pubblico)l'amministrazione socialista nel Comune dovrù aumentare il saggiodella tassazionefino a quel limite in cui sarà,t·aggiunta la cif1·ache1·e11de armonico il bilanci.o. Generalmente tutti i bilanci dei Comuni conserva– tori sono disarmonici per difetto, cioè a. dire sono tali che l'im_postti più elevata vi è utile e qt1.incli giusta malgrado l'opposizione popolare. Infatti in tutti i Comuni vi è uua molteplicità di servigi che,
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