Critica Sociale - Anno X - n. 20 - 16 ottobre 1900

314 CRITICA SOCIALE nuova JJrOJJrictà sociale, che ,,a mano mano c1·cscondo 1 rimane indivi~a fra tutti i soci. Ora, prosegue il Oatti, pili l'associa.zione si estende ed aumenta il 1H·op1·io capitnle sociale, e 1>iÌ1la parte fusa cresce d'iJ1Jportanzadi fronte illl:~ parte isohtta; quindi" il cooperativismo è 1 nella sua essenz:~ economica, una rornrn di proprietà collctth•a lo– calizzata e ~pecializzata.,, (pag. 3G5). Si fratta dunque di 1111a proprietà colletth•a inncstnta sul tronco della 11roprietà.JJrivata, e capace cli un pro– gressh•o s, 1 iluppo; ossia si tratta di una rase socinie, in cui l'elemento indi,•iduali~ht e l'elemento collettivista pos– sono contemperar.-:i a vicenda. li Gatti cs1u·ime così i! suo pensiero: "JI passaggio dalla proprietà pl'ivata alla collettiva per O))ern del cooperath•i:m10 nvve1Tebbe per un processo inevitabilmente lento di sostituzioni parziali, dirette ad un federalismo economico che andrebbe pren– dendo il posto dell'attuale individualismo economico bor– ghese, pur ammettendo fino ad epoca indefinibile la coesistenza clella pro1wicfa privata. n (pag. 37:l). i►rocediamo orn a vagliare Cl'iticamente qucÌ'te idee, e_ avnnti hitto distinguiamo fra le CoOJ)erative istituite allo SCOJ)O di comprare a miglior mercato gli strumenti di coltivazione o a vendere il JJil1lucrosamente possibile i prodotti, e quelle riguardanti l'atto della 1noduzione. Nelle J)rime il Knutsky ha ben J)Oca fiducia. 11 l van– taggi - egli scrive - d'una grande proprieh\ vantaggi che clerivauo dalla dh'isionc del lavoro, dall:~ dire;,.:ione d'un agronomo, e che sono precisamente propri al la,grande coltura, questa sorta di Cooperative non li potrà mai offrire ai piccoli J>roJ)rietari associati. Ì•: una y:rna SJ)e– ranza, l'attendei·c che le Cooperative possano rende1·cht piccola propriefa cnpacc dei processi ag1·icoli raziouali di cui può far uso la grande." Quanto alla seconda. specie di cooperazione, quella che riguarda l'atto stesso del 1>rodui-re 1 non solo, dice il Kautsky, può economicamente e tecnicamente essere · comJHtrata alla. grande proprieHt cn1>italistica, ma le è superiore. Soltanto, aggiunge subito," non vi ò alcun 1>ic-– colo pro])rietario che prenda iu considerazione serift questo genere di associazione. " 1~ allora, se i piccoli proJ)rietari rifiutano di associ:uo tutti i loro sforzi per iuiziarc la. coltivazione in comune, chi potrà. costringerveli in avvenire? ".Per opera - ri– sponde il Kautsky - di coloro che non 1>ossiedono si compirà. il ~assaggio alla. J)roduzione cooperativa. 11 Con ciò egli non intende dire che tJer arriva.re alla cooperazione nel produrre occorra. che il piccolo proprietario passi 1>erlo stadio transitorio cli JH'olctario; egli intende sol– tanto aflèrmare che ~ solo il J>roletariato ,•ittorioso potrà prendere l 'inizia.ti va della produzione cooperath'a e rea– lizzare le condizioni che permetteranno agli artigiani ed ai J>iccoliproprietari di JJUssare, non SQlo.illealmente, come oggi, m(~ cli fatto, alht grande produzione coopel'ativa ,,. Queste osse1·vazioni clel Kautsky sono certo di grande Yalore e smor;,.:anoalcuni soverchi entusiasmi ciel Oatti. J)er esempio, io non credo si possa, a.Ilo stato attuale della. produzione ag1·icohi, parlare del cooperativismo agricolo come di una nuova corrente dell'economia rurale e come di un fatto che riguarda quasi esclusivamente la J>iccolaprOJ>rietà.Le Coopera.tive dei grossi 1H·oprie– tari di terrR, J)er l'acquisto dei concimi, delle macchine, delle sementi, ccc. 1 o J)er la vendita all'ingrosso dei JWO· dotti, sono forse JJil1 numerose delle Cooperative dei piccoli pro])rietari ci). 01·bene, vorrà il Gatti introcltm·e (1) Il li'.nuis:kyracconta che, nel Congresso delle COOl)Oratl\'Ongrl• COlO di Stetllno del 1890, In.!)residenza era. rornrnta. tut!P. (li grossi proprietari. •:irunlmcnte nel Cogrcsso suooossh·o di Dre.8(11\ del 1897, anche queste Cooperath,e, essenzialmente capitalistiche, in quella. sm~ correute cooperath•ista. della economia flgricola che deve addurre al socialismo? Con tutto ciò io non voglio disconoscere la grande im• J)Ortanza che queste Cooperative di piccoli })rOJu-ietari possono avere nella. evoluzione sociale. 11 Kautsky stesso accenna alla possil>ilit.\ di ura pre1Jarazione ideale dei piccoli prop1·ietari alla1>rocluzione associata. 'Et,bcne, t~tte le forme anche modeste di coo1Jerazione frn. piccoli J)ro– Ju-ictari non possono esse servire a questa J)re1)arazione ideale? Non possono essere un })rimo acconto sulla fu– tura, produzione cooper,\tiv:t? Un regime socialistico - lo ammette anche il Kautsky nella seconda J>arte della sua. OJJem - ha trOJlJ)O inte– resse a elle la J)rodn:donc agricola 1u·occdasenza disturbo, per adottare delle violente espropriazioni. 1 J)iccoli pro– J)l"ietari potranno contimm1·c ancora per un pezzo a la– YOrnre le loro terre, senrn che il Jlotero della colletti– vità. venga a cacciarneli: <luello che occorrerà allora sarà soltanto che essi sia110 M•Ì'Ociatiper fruire di tutti i vantaggi offerti dai nuovi progressi· dell'agricoltura. li socialismo, avendo per iscopo cli raggiungere un maggior utile collettivo, doH:'1.solo imJ>edire che si persista in fonne di JJroduzione rne110 J)rodutti\·e di quelle ohe la scienza e l'esperienza dimostrano possibili. Ora l:~ cooperazione dei piccoli proprietari, anche se non riguarda tutto intero l'atto del J>rodurre, è però economicam<·nte suJ)eriol'e alla !Jiccola Jlroprietà isolata. Ed è JJerciò che ogni forma sia pure modesta di eoope– rn.ti "ismo ngricolo è, anche dal nostro punto di vista, un J)rogresso sociale. Avvertiamo che l'opera del deputalo GATTI qua sopra esaminata: Socialismo ed agri– coltura, può aversi anche inviando L. 4. al– l'Ufficio di GRITIGA SOGIALE. I criteri "socialisti II per i bilanci comunali I. Ogni consol'zio collettivo, Comune, Provincia, Stato, deve avere a sua disposizione una. quantità maggiore o minore cli ricchezza destinata al soddisfacimento dei bisogni collettivi. NeJla determinazione economic<t) cioè a dire finanziariamente pii, precisa, di questa somma della ricchezza., che <lC\'eporsi a disposizione 1 .. del consorzio collettivo, sono impliciti un pr·oblema cli giustizia e un problema di utilità. Anzi, a rigore si può dire che i termini cli giustizia. e di uti.lifa coincidono così mirabilmente che la determinazione d.i uno dei termini effettua la determinazione anche dell'altro. lnfatti 1 perchè la somma cli beni x, e non 2x nè j è posta a disposizione del Comune 13, e perchè y, e non una somma diversa è posta. a disposizione del Comune G? Nel maggior numero dei casi la cifra com1)lessiva x 11 dei bilanci si è venuta formando e determinando via via sotto l'impulso di molteplici esigenze. Ma in ogni nuovo stanziamento un criterio deve ;\VCI' servito di guida agli amministratori co– munali. Quale? ]i:videntemente o quello della giu– stizia o quello dell'utilità. li Comune aveva bisogno d'uno scannatoio, ove la macella.zione avvenisse, previa una. ispezione igienica su.Be carni: una cifra nuova· s'iscrive nel bilancio.

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