Critica Sociale - Anno X - n. 19 - 1 ottobre 1900
CRITICA SOCIALE 297 Ecco i difetti del sistema J}arlamentare, difetti che tutti conoscono o tutti ripetono, ma che abbiamo creduto utile di rievocare qui colla parola d'un con– servatore. Orbene: basta riflettere un momento, per capire che, in questi difetti del parlamentarismo, i rappre– sentanti dei partiti estremi non ci hanno che vedere. }~ssi non possono chiedere al :Ministero favori nè 1>er sè, nò per il loro Collegio elettorale, nè personal– mente per i loro elettori. Rssi non possono eser– citare influem:a di soda sugli impiegati dello Stato, i quali si ridcrchboro dello sollecitazioni di deputati, che non solo non hanno voce in capitolo presso i ministri, ma corrono il pericolo, ad ogni abbuiarsi delPorizzonte, di andare in galera. Jlissi, finalmente, non potrebbero, neppur volendo, esercitare la lucrosa e onesta professione di avvocati, ài .Ministero. Viceversa, i deputati, che incarnano e rappresen– tano lo "- forzo conservatrici ,,, a. cui l'on. Saracco faceva appello, come alle uniche possibili salvatrici cl'Jtalht, noi suo ult,imo discorso quale presidente del Senato, sono appunto quelli che hanno formato e radicato questo complesso cli difetti del parlamenta– rismo e che ne traggono profitto. ]~ mediante questi difetti che la classe conservatrice mantiene sullo Stato e nel Paese la sua potenza, come classe. r de– putati conser"ano il loro ascendente sui grandi elet– tori coi favori concessi a questi o al ColJegio. I grandi elettori mantengono alla loro volta il loro ttscemlente sulle turbe de~li elettori minuti mediante i favori che per mezzo di ossi si ottengono dal de– J>utato, e, quindi, dall'amministrazione dello Stato. ]~ tutta. una fitta. rete di interessi, per opera. della <1unle coloro che ra1,prescntano, per il Governo co– stituito, una "- forza conscrvntrico ,,, riescono, gio• vandosi dei diritti rimpro\'erati al sistema parla– mentare, a costituire e nccrescore il proprio ascen· dente. Quando, dunque, noi vediamo i giornali conserva– tori scag-\iarsi talvolta contro il sistema parlamentare, non dobbiamo preoccupa rcene troppo. Sono facezie. li parhlmcntarismo non sa.rà . mai combattuto seria– mente dai conscrvntori, pCl'C hò i difetti cli ·quello giovano troppo a <1ucsti. Abolito il Parlamento, ne sarebbero natmalmcntc, soppressi anche questi ))re– ~dosi difetti. Sostituito il Parlamento con un Governo assoluto, la. supremazia della classe ora politicamente dominante sarebbe, se noD distrutta, rattrappita. Mentre oggi quella suprcmnzhl ò diffusa i11tutta Ja classe, ed oµ-1nrno che rap1>rcscnti una ~ forza con– servatrice ., anche piccola. (per es. il o-rande o il medio elettore) può farla valere in proprio vantaggio mettendo in moto la macchina dei difetti del parlar mentarismo, soppresso invece il Parlamento, la su– premazia della classe dominante si esplicherebbe praticamente solo in fa.vorc dello sommità cli essa. Dormiamo dunque tra duo guanciali. I conser– vatori ci manterranno il Parlamento in grazia ap– punto dei difetti che questo presenta ('). ••• Alla dimostrazione, svolta finora, che i conserva– tori am:1110 il .Parlamento per i difetti del sistema, mentre i partiti estremi lo amano per quanto c'è in esso di vera.monto buono, vogliamo aggiungere un'altra prova assai concludente. Questa. prova. - pm-rh. un paradosso - consiste (1) Questo glust1ulmo ossorva.:lonl ile\ nostro collnborntorc colll• miu10 ))crrcttnmcnto con 1111tu1to 1w,·ortlmmo nella nota I)roccdcntc. I 1u1.rUco1ar1 ..-nntng~Iche lo classi conscn-ntrlcl traggono dal l'aria• mento non 1nrobbcro tolti, nn7.I urcbbcro accresciuti, da un 1•arla• mento senza scrio cd cmcacl OJ)po11x1on1, come <1110110 che esso avrcb• bero YOluto creare. (,Vota dtllll CRITICA.). nell'ostruzionismo, terminato coUa cacluta. del Mini– st<'ro Pelloux. Volemizzando poco fa, sulla. Rivis{(i. Po1J0lare del Colaianni, contro il Jounwl de Ge11èi:e, circa questo ostruzionismo, facevamo notare a.I giornale conserva– tore ginevrino (il <1uale, a proposito della recente campagna ostruzionista, ave,•a accentuato Ja. sua av• versione per i partiti popolari italiani) come quella piccola violenza che ò l'ostruzionismo fosse ampia– m ente g iustificata dalle viola.zioni della Costituzione, le qua.li (soconclo tutti i trattatisti di diritto costi– tu zionale ) giustificano anche quella grande violenza che ò Ja rivoluzione. A ciò il Joiwnal de Genèt:e ci rispondeva : chi ha diritto cli decidere se una Costi– tuzione è sta.ta violabt? Jì'orso un'infima minoranza, quale è q uella c he nel Parlamento italiano ra.ppro– scntano i deputati dei partiti popolari? Ma il Jounial tle G-euève rra manifestamente. Non è la piccola minoranza dei deputati d'f;strema Si– nistra, Ja quale Ila sentenziato che il Ministero Pcl– loux sia uscito dallo Statuto. Nel momento in cui siamo, si J)UÒ ben dire che questa. è oramai la sen– tenza inappollabilo della storia. JI verdetto della Corte di cassazione giudicante il decreto-legge inco– stituzionale; lo sfasciamento rapido e completo della maggioranza, già sl proterva, sfasciamento che di– mostra come essa avesse la coscienza del suo mal– fare; il responso dato dagli elettori convocati a giu– dicare RJ>punto chi tra il Mi11istero e gli ostruzio– nisti fosse nel diritto; finalmente i discorsi pronunciati alla ria1lcrtura dellil Camera da clue fior cli monar– chici quali sono !-{lion. Villa e Saracco: tutti <1uesti fatti costituiscono, nel loro complesso, una sentenza, assolutamente oùbict.tiva, sulla. condotta. ciel Mini– stero PelJoux. Se ,,i ò un caso in cui il successo è la dimostrazione del buon diritto, <1uesto caso è ap1>pu11toquello che ci occupa. Giammai l'Estrema Sinistra sarebbe uscita vincitrice dal conHitto, se nella cosciem:a. cli tutto il 1>opolo, dei magistrati della Corte suprema, come dei semplici elettori, di alti funzionari dello Stato, quali Vi.Ila e Saracco, come degli stessi deputati della 11~:1ggioranza,non vì fosse stato il sentimento che il Ministero violava lo Sta– tuto. J~ un g-iudizio così completo e così concordo (e neppure discusso piì.1, dOJ}O la caduta di l?elJoux, dagli stessi organi dclln. vecchia maggioranza.) è di quelli che restano immutabili, solenni e imparziali nella storia. Si può dunque (prescindendo cla ogni nuova dimo– strazione giuridica, che sarebbe dimostrazione cPurrn. parto in causa) affermare, con perfetta obbiettirW-1, che il Ministero .Pelloux aveva violato lo Statuto, e intendeva piì1 profondamente vioJarJo. Ciò posto, <1uale fu la portata, diremo così, giuri– dica dell'ostruzionismo? A1>punto quella di impediro una delle pii1 gravi manifestazioni di quel vizio organico, che i partiginni della teoria dello Stato di cl-iritto rimproverano tll sistema parlamentare. u A1>· pena la. maggioranza sa di essere la vera. padrona del Governo, ossa perde ogni disposizione a porre da sè stessa freni al proprio arbitrio ,,, scrive lo Oneist. l!: l'ostruzionismo tendeva appunto a im1>orle questi freni. "- .LI potero esecutivo (segue lo Onoist), in apparenza l'organo della logge, diventa invece lo strumento d'una amministrazio1ie sbrigliata, dipen– dente clallc decisioni sovrane della Camera elettiva 71 ; e l'ostl'uzionismo aveva por iscopo, ed ebbe per ef– fetto, cli impccliro che il Governo dh,entasso lo stro– monto d'un 1 nzione sbrigliata ed extralegale, dipen– dente dalla clccisiono sovrana della Ca.mera elettiva, anzichè ossero lo strome11to della legge. L'ostruzionismo ebbo, dunque, una portata assolu– tamente giuridica e perrettamente conforme alla teoria dello Stato di tliritto. Viceversa, quei conser– vatori, i quali Io combatterono con l'argomento del
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