Critica Sociale - Anno X - n. 19 - 1 ottobre 1900
CRITICA SOCIALE 295 e sterile diffusione cli principii astratti, avulsi dal tcr- / Ma 1..lcvonoperò essere amministrati giusta la legge, reno della lotta <1uoticliana. secondo il diritto. Che per tal via essi possano esercitare un 1 azionc Questa teoria è, come si ,•ccl<',essenzialmente an- qualunquo sul partito socialista appare impossibile ticlomocratica. E, infotti, i più forti pensatori politici sin da principio. Noi siamo il partito elci lavor~tori italhuti del partito conservatore propugnarono, g-ià ccl abhiamo la responsabilità della difesa dei loro da. tempo, se non la. pHl'oln,,la. cosA.. Citeremo sol– interessi quotidiani. Poichò noi non pensiamo attua- tflnto il :i\liughctti, il 'l'ul'iollo e il :i\rosca. hilo il socialismo, ovvcrossia la generica società del- 'l'utbtYia noi crC'diamo cito la teoria dello Stato tU l'eguaglianza, uno 'iCl1t, m,1 anzi per opera di succcs- diritto non sia del tutto da respingersi dai partiti sive conquiste, sino all'espropriazione totale e defì- democratici, e neppure dalla democrazia socialista; nitiva della borghesia, ci ò giuocoforza ottenere dai o che alcuni dei concetti fondamentali che essa con– parlamenti borghesi tutto quel massimo di riforme tiene possano e debbano farsi propri anche dal no– di cui essi sono capaci. Anche senza essere pro- stro J)artito. fondamento ammalati cli infatuamento parlamentare, la tattica dei parlamenti ci si impone per necessità. cli cose. La forma della setta non ci si aciclicoaffatto. Ecco pcrchò i mazziniani non possono sperare di esercitare una azione qualunque su cli noi. ]◄: allora. torniamo al punto di partenza. Il neo– mazzinianismo sarà. costretto ad esercitarsi a spesa del partito republ>licano vero o proprio, <li cui In parte meno socialmente definibile, e più portata per tenlJ>Crnmcnto ai f.lcili entusiasmi del rivolnzio1rnri– srno vcrhalc, caclrì~nella sfera d'influenza del nrnz– zinianismo. !.'esistenza di due partiti repubblicani - quello anarchico e quello parlamentare - scomu– nicantisi in nome della stessa idea, non contrihuin\ ad accrescere prestigio alla solu:donc repubblicana. l..1opoca della confusione propagandistica risorgerà ancora una volta per il partito repubblicano, e con essa lo consegLwn:-:odissolventi di un tempo. Alherto llfario scrisse una volti\. che il partito rc– pubhlicano avrà. allora forma cd importanza. Yern– monto politica., quando la trndi:-:ione sottariil del ma:-:– ziniirnismo sarà. completame11tc scomparsa. 1:~ prohn.– bilc che il :Mario, facile nllc ire l)Olemiche, csagcr11ssc; ma non ò negahile che, in tutto il JlCriodo posteriore all 1 unificazionc d'ffalia, la tradizione dei me/()(li, maz– ziniflni non è stata propizia nlle sorti del partito repubhlicano. Il nuovo tcntath·o già si annunzia gra– vido di dissensioni. 1,:ccoperchò io penso che la con– dottR. ciel partito sochtlista llehlni essere delil>ernta.– mento ostile cli fronte nll'inizifttiva della 'l'erza .ltalia, e della Federazione di 'l'orni. A llTUHO LABRIOLA. llO STATO 01 DIRITTO Referendum, Corte suprema, Consiglio diStato, Corte d lConii (A PROPOSITO 01 IUFOIUIF'. UHG!::NTI) La formula " lo St,ito di diritto , (Rechtsstaat) fu introdotta liai pubblicisti tedeschi in antitesi al con– cetto dello Stato quale sorse, teoricamente, dal dot– trinarismo francese e qunle, mediante la rivoluzione di Francia, si tentò di fondare praticamente. Questo concetto era cd è che lo Stato basa Slùla " volontà popolare,,, la quale è presunta manifestarsi in tutta la sua interezza mediante le elezioni, donde esce un Parlamento onnipotente. Per mezzo delle elezioni e del J'arlamento il popolo esercita di fatto quella so– vranità, che di cliritto gli spetta. Contro questo concetto i pul)hlicisti tedeschi svol– sero lri teoria del Rec!ttsstaat. Non è nel popolo, nella societìl, che la sonaniti\ risiede, l>eusì nello Stato, uell'amministrazione, in quello formo e istituzioni politiche, cioè, in cui la società si ò anelata storica– mente organizzando. L'idea che il popolo sia sonano inverte il Yero concetto dello Stato, il quale viene ad essere assorbito dalla società e 1>recipitato quindi nella licenza demagogica. Invccc il popolo, la so– cietà non sono sovranì, sono solamente amministrati. u . .. Quale è il concetto che la teoria clello Stato <li diritto mira. a battere in breccia•? Quello della so– Vl'flnità.popolare la <pullosi manifesta meclbrnte l'on– nipotenza dei .Parlamenti. r l'Arlamenti (dicono i se– guaci lii quelJe teorie) non devono avere il diritto di fare tutto quello che vo~liono, di loro pieno n1·– hitrio, sorpassando anche nlh1 lcg-g-e.Chi devo g'OYer– llftrc è il potere esecutivo, cd e~so deYCessere frenato, diretto, dominato ne1Pcs1llicnzionc ciel suo go,-erno da. Org"anigiuridici. " Per <111anto(scriYe lo Gneist, uno dei principali es1lositori di t.1ucsta teoria) si co11ti11uia parlar con rispetto della legge, tale invo– cazione nlla legg'e dura. solo finchò essa sta a fronte d'un Governo indipendente. Appena la. maggioranz1~ sa cli essere .la vera padrona, del Governo, essa perde og-ni disposizione a. porre da sò stessa freni al Jll'O· prio al'bitrio .... li potere esecutivo, in apparenzn, or– gnno della leggo, diventa invece lo strumento d'una amministrazione sbrig-lia.ta, di1>cndentc dnlle decisioni sonane <lolla Camera. elettiva, lo quali hanno per snnzionc In concessione del hihrncio e la rcs1}0mm– biliti\ politica dei ministri ,, (I). . .. Queste pn,role conten~ono I:~sintesi di tutti i di– fetti del Jla.l'iamentarismo. Orn, il partito socialista non ha nessuna ragiono per a.vere soverchia te11e– rczza por il Jlarlamenta,rismo. ]~sso difendo, bensì, il Pal'i;1111e11to, pcrchò questo rappresenta attualmente l'unica forma. e l'unico mezzo con cui il popolo può esercitare il suo controllo sul potere esecutivo eco– gliorlo in fallo quando esso tenta di uscire, appunto, dal diritt.o. :Ma il pa'i-lamcntarismo, in causa di quei difetti che lo Oneist metto in luce, nuoce gra,•c- 111entcal partito socialista, che ò partito di mino– rnnzai quanto giova ai partiti conservatori, che sono partiti di maggioranza. I,a cam1>ag-na per l'attuazione elci principii dello Staio cli diritto fu sempre fattatlai partiti di minoranza, pcrch~ è soltanto ad essi che giova l'invocal'C _chele maggioranze osservino dei freni giul'iclici. In rtalia, come ognun sa, essa fu iniziata claJ partito mode– rato, ma dopo il 1876, e precisamente col celebre discorso tenuto a Ber~ramo nel 1880 da Silvio Spa– venta. Una pat·oclia di ni>plic::tzionocli alcuni prin– cipii dello Stato di diritto fu fatta dal Orispi colle leggi ciel 2 giugno 1889 e 1. 0 maggio 1890, quando era venuta meno ogni chi11rat.lclineazione tra. i vecchi partiti politici, e si era formata una sola famiglia della Destra, che aveva chiesti i freni giuridici, e della Sinistra, che li nccordava; tnlehò, non poten– dosi neppure piì:1 sapere quale era il pRrtito cha metteva dei limiti alla strapotenza che gli veniva dalla propria maggioranza e qurllc quello a prote– zione del quale quei limiti venivano posti, tutto )ji riduceva al solito dottrinarismo, a fare, cioè, qualche (1) (;s,:1sT: f,Q sl.,to 11icowlv i-f cHrmo, trad. Artom. - Do\.ogna 1 Zl\nlchclll, 1831, J1l\g. 13~.
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