Critica Sociale - Anno X - n. 19 - 1 ottobre 1900
B CRITICA SOCIALE 2U3 essa esiterà n~.-:uti di })ili quando egli sarà. il delegato del partito inlioro, J)Crchè sarà nl lont u11inizio di CSJH'O• priazione politica delhL borghcsi1l. l•:!';s1L non vi si ra:,i1<0,. gnerà se non (Junndo In crisi sarà cosl grave, che essa riconoscerà la sua im)Jotenza a sah•:nsi dtLSola, o quando sarebbe cosl grave l'astensione del proletariato che, nel vuoto che c~so creerebbe astenendosi, la borghesia spro– fonderebbe come in un abisso. Ecco pcrchò aderisco alla mozione !Cautsky (vivi ap– J)lausi}. La difesa che di l\lillcrand fece l'Anscelc fu ancora J)il1 decisa e pili Jlcrsonale. Jo fLLi uno dei primi a felicitare ?tlillerand di l\\'Crc nccettato un portafoglio. Quanto alla proposta Kautsky, le si rimprornrò cli essere vaga. t vero, ma ò perchè la Ritunzione ò essa pure fissai vaga e pcrchè su una questione di tattica è im– possibile stabilire regole fisse. Oursde hn tro,•ato molte belle cose in {!UellaJH'Opost11. Ne ho trovate io pure. lo la ammiro sopratutto per :wer osato dire davanti al monclo che il trionfo della cJa.-.se operaia sarìL un'OJ>Cra lenta e roticoim. Sotto questo RRJ>etto il Congref.so rompe col pn;;,sato,quel pai-sato in cui ci si rimproverrwa, non senza ragione, {l'essere como la Chiesa che proclama: credete in J)io, il resto ,·i sarà. dato nel cielo. Oggi osiamo dire che, senz:~cessare di pen– sare alla gran lotta, flnnlo, noi combatteremo con tutti i mezzi e su tutti ì terreni. I.a società borghese riposa su due forze: la forza po– litica e la forza economica. Ora, so n.vvenisse un giorno che i proprietari del Creuzot, delle miniere d'Anzin, dello grnndi industrie d'America, sentendosi troppo delJoli J>Cr ~fruttare quelle ricchezze, facessero nppello a un socia– lista intelligente, loro collaboratore prima dì es.sere loro successore, chi oserebbcclire a quest'uomo: non aecettnto? Ì•: quello un vero :Ministero economico. Yoi tradireste In clasr;e operai:.\. Oucsde aggiunge che vi furono ovunque dei segni di indebolimento nel mondo socinlistn. Pl'otesto in nome del Congresso contro <Luesta. parola" indebolimento,,, che non è esatta.. Disse ancora che il pnrtito sociali.sta per– dette in prorondib\ ciò che guacla,:rnò in estensione. Ma io ri.-i1>01Hlo a Oucsdo che, se il proletariato non ha una coscienza abbastanza netta dei suoi 1\overi di classe, ò perchè non ha agio di studiare o di 1·ìftettere. Ora., J.\lil– lerand, facendo votare la legge Rullii diminuzione delle ore di lavoro, gli hl\. dato precisa mento il riposo che ~li è necessario per veder meglio, Jler comproudere meglio, J>Crpenetrarsi piì1 Jlrofondamentc dei suoi doveri. 1ioì, che nella consultazione aperta dalla Petite !llzm• blique non volemmo aver voce Jlerchò la questione non ci Jmreva apprezzabile con criteri i di massima fuori del– l'amùiente francese, arrischiamo qui questa opinio11e persoualc, che forse pn.rrà oggi eresia allo stesso Jaurès: che cioè, se la partecipazione di :Millerancl nl Governo potò meritare l'assoluzione dai socinlisti e ricscire forse benefica al proletariato francese, ru in quanto Millcrnncl ebbe la fortuna o il coraggio di assumerla da sè, sotto In 11ro)}riarcsponsabìlifa perso11alc, a proprio intero ri– schio e )}ericolo - e non già, come parve al Congresso, e come la mozione Kautsky implicitamente d.ichiarn, a malgrado di tutto questo. L'nutorizznzione del parHto - se non la rendeva im– possibile - anebl>e resa quella J)nrtecipazione 11robn– bilmente nocint all'interesse elci proletariato. Nor. ENRICO FERnI Battaglie PatTlamentatTi ( Una cmnJJlcgna. ostrrtzionist((,J~ Un Yolume di quasi 300 pagine L. l,&O. Cartolina-vaglia. alla Critica Sociale, io Milano. I ì\lIAZZINIANI Un partito politico attivo e vitale come il Partito socialista è obbligato a pigliar posizione cli fronte a tutte le correnti politiche cho si formano nel paese. Non è quindi inopportuno fissare l'attenzione elci let– tori su u.n movimento, iniziato a Roma da un gior– nale settimanale, la 1'erza, Italia, e dalla l•'eclerazione j\fa.zziniana, di '.l'orni, allo sco1>0Ui ricondurre il par~ tito repubblicano alla tradizione cosidetta intrcmsi– genle della parte mazzi1tinna. Il programma di questo movimento, che io reputo a, vrio,-i capace cli una certa diffusione, date le speciaJi condizioni politiche del paese, non è ben definito so non eia un lato solo, quello negativo, essendo esso rivolto contro i metodi parlamentari, recentemente adottati dal partito re– pubblicano. Non esclusa la. fisima antiparlamentarc, i neo-mazziniani cli oggi non valgono più di quelli di ieri: non sanno quello che vog-liono. Nel che sta il vero pericolo del movimento. Ragio– nando per filo di i1>otesi piìr o mono fondate, la ri– surrezione mazzi ninna non può proporsi che uno scopo solo: far proseliti in mezzo al partito repubblicano ufficiale. Fuori l'àmbito cli questo partito gli è por logica naturale di cose interdetta ogni possibile dir– fusione cli principi. li ueo-movimento mazziniano, es– sendo in fondo una semplice critica in azione del partito repubblicano ufficialo, non può vivere che su di questo, come il parassita non può vivere che sul• l'organismo da esso sfruttato. Non applicandosi la critica mazzini1uui nè agli altri partiti, nè alla gene– rale condiziono elci 1>acse, essa non può agire, ovo abbia veramente forza diffusiva - (il che è possi– bile, entro certo limiti, anche per le traùizioni scllict– mente rivoluzionarie dei repubblicani italiani) - elio come un mov-imento cli secessione cd u.n tentativo cli frazionamento. Pcrchè la critica mazziniana (') non si applichi alle condizioni del paese, nò abbia speranza di suc• cesso in mezzo agli altri partiti radicali) si dirà in appresso. Quanto al pericolo che essa operi corno un movimento di secessione, il pericolo è già evidente passando in rassegna i pochi numeri sinora pubbli· cati della 'J'erza,Italia. Lasciando stare i soliti vani– tosi, capricciosi ed inconcludenti, che ad ogni nuova pubblicazione sentono il bisogno di notificare ai po– poli un qualche nuovo " progresso ,, ciel loro spirito, sta in fo,tto che una tendenza va pronunciandosi presso alcune frazioni sin qui aderenti al Partito repubblicano ufficiale> cli proporl'e in sono al prossimo Congresso del partito un ritorno R.i metodi di papa Celestino, tanto cari ai repubblicani italiani sino al 18!10 o giù di lì. La necessità cli propugnare il " ri– torno alPintegralo programma cli ~[azzini ,, ò consi– ~liata clalfa l<'eclcrazione di '.l'orni ai mazziniani ade– renti al partito ropuhblicano ufficialo, a proposito clel– l1imminente Congresso del 1-,artito. :Mn, cli fronte a questo Congresso, la F'ederaziono di Terni serba un atteggiamento anche più sprezzante. J~ssa lo considera come inutile ai fini specifici del mazzinianismo, e già si propone di indire un contro-Congresso. Cosic– chè è alle viste la costituzione di un nuovo partito repubblicano italiano. Troppa grazia! È questo il vero pericolo al quale accennavo testò. Ma è bene spiegarci chiaramente. Che, essendovi dei mazziniani noi paese, questi sentnno il bisogno cli tmirsi e cliffonclcrc le loro idee, è cosa perfettamente (') Parltmdo di • critica 11rn2z1111nnR ,. lntcndlo.mo alludere a 11uelln del IIC(HllaZX\11\Rnldolln Tel".~ll lllllkr C l)rCSClndlnmo nff11tto du ogni giudizio t11torno ull'o11cr1l cd nlln missione cl\c,1 (ICImnzzl• 1111mt1min, Inteso eomo IB dottrina &llCc\flcu11rcdlcntn dal Mazzini o (Irti euol dl5CCJ)QI\hnmcdlntl.
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