Critica Sociale - Anno X - n. 19 - 1 ottobre 1900

292 CRITICA SOCIALE ALCONGRESSO INTERNAZIONALE Ferri, Jaurès e Anseele n lla questione Millerand Jl Congresso internazionale di Parigi, testò chiuso, si segnalò sopratutto per due risoluzioni: quella che, fon• dando a Hrnxelles un Comitato sochtlìsta centralo, l'inno– vava, su IJMi ben altrimenti larghe e vitali, l'antica In– ternazionale, confortandola anche - ciò che non sarebbe stato ))rima d'ora Ilossibilc - con un Comitato interJlar– lamentare; e la mor.ione Kautsky sulla partecipazione dl un socialista ad un i\Cinistoro borghese (caso i\li!lerand), fieramente combattuta dal Parti- Ouvrier capita.nato da Ouesde. Lo varie mozioni su quest'ultima questione sono rifc. rito nell'Avanti! del 30 settembre. Alla decisione del Cong1·essoaccenniamo nell'articolo cli fonllo.Qui yogliamo ricordare nlcuni dei discorsi 1Jil1decisivi sulla questione :Millel"nnd. Helatol"e per la minoranza (minoranza anche nel grUJ)flOitaliano) fu il nostro Ferri, la cui orazione non– dimeno fu accolta dalla più viva simpatia del Congresso. l~gli svolse, col consueto fascino imaginoso, applicandole al caso 'hlillerand 1 le idee sulla tattica già sostenute al Congresso di noma. Ci tenne innanzi tutto nd allontanare dalla discus– sione ogni asprezza personale. ~lillerand è caso francese; ma la :-;ituazione di SJJiriti che lo crea è oggi comune a tutti i paesi. Jn Jtalia - disse - io e 'l'urati siamo come Ouesde e Jaurès. Ma in Italia il partito sorpassò la fase personalista. Al Congresso di noma io fui Uattuto, ma il domani '!'urati ccl io eriwamo fratelli come la Yigilia. Oggi il pro!etaria,to ci domanda una bussola. Noi non dobbiamo scguire 1 di fronte nel esso, la politica cli Ponzio Pilato. Feni riconobl>e i meriti cli J'aurès nella 1Jarte presa nc!l'affa1·0 Droyfus, che gli stranieri giudicarono impar– ziahneute, essi che sono in qualche modo la postc1·ib\ contemporanea. Ma stima la mozione Kautsky pilt peri– colosa che il suo autore non suppongri. E1:>sa è un piano inclinato pel qun,Jo non si sa dove si riesca. Quando il socialismo, dl bambino, di\'enta a<1u1to 1 la borghesia cessa di perseguitarlo, e lo ipnotizza coi sonisi 1 come fanno le madri coi giovinotti di cui vogliono fare un marito acldomesticnto per le loro figliuole. Si pretende distinguere la teoria dalla JJratica: ma la 11rfiticanon è che la teoria in azione 1 e la teoria ò la pratica generalizzata. _ì,; assurdo, dOJ)Ochiusa la porta, aprire la. finestra. Perciò 1'01·atoresi dichiara contrario :'l.dogni J>artociJJazioneal Governo da parte di un socia– Ji.-;ta,flnchè questi non Yi sia JlOrtatodalla maggioranza del JJaese.Le delusioni di questi CSJ)erimenti,che ci fanno 11orre al primo piano la pratica, e i principii in· sof– fitta, ci imporranno, a un prossimo Congresso, il ritorno ai principii ,•itali e inconcussi del JJal'tito. l~'orRtore raccolse un'ovazione au:'lpicando, in nomo del partito socialista italiano, doloroso e sanguinante, al– l'unione del socialismo francese, all'unione elcisocialismo internazionale. D01,0 il Ferri fu la volta di Jaul'ès 1 del quale dalht l'etite Republique str.tlci:uno il sunto del dL;;;corso: Sulla questione delle alleanze - egli disse - quali clto siono le fol'mule pili o meno iuge_:::nose d1e furono sviluppato od ammesse, tutti i delegati sono d'ncco,·do. Sin per difendere la libertà, sin por mantenere od otte– nere il suffragio unh•crsalc, tutti i p,irtiti socialisti con– trnggono al\enitze. Quasi tutti i sociaJisti fQr~sticri pro- b1u Ult: n J u o a l u cln.marono che il proletariato nnebbe avuto torto di non impegnare ht lotta. nell'affare nrcyfus e di lasciare sol– tanto a una frazione della Uorghesia l'onoro della bat– taglia.. Ugualmente, per la legge Heinze, i socialì8ti tedeschi non rifiutarono di difendere, cogli intellettuali tedeschi, la libertà, il pensiero e l'arte, cd ò un onore per essi che la 11atria.tedesca non resti la }latria <li Attila, ma quella di Goethe (vivi applausi). Per lo elezioni al f,andl<tg il J)artito socialista tedesco adottò la 11artecipnzionu obbligatol'ia. Ferri riconhtni. la coalizione coi radicali in Jtalin. Ju 11elgiovi fu alleanza coi radica.li; e noi ci esauriamo in vani sforzi per dissi– mula.re una pratica universale! (applausi) . .Per mio conto, una delle ca.use che pii, contribuisce al turbamento degli spiriti è che il socialismo, scambio di confessarla aper– tamente, sembra imbarazza.io della sua azione e non osa. dire ad alta YOceciò che egli fa (applausi). Si chiamino alleanze o coalizioni, queste sottigliezze <li Yocabolario non mi sorprenrlono. Quando gli uomini non possono cangiare le cose 1 cangiano le parole, e, \'O• ramente, l'umanità ha cosl poche gioie innocenti, che io mi farei uno scrupolo di pri\•arla di questa (applau:ii, e ua,·itèt). Sull'altra questione, più controversa, della parte~ipa– zione al OoYerno borghese, aclerisco alla mozione Kau– tsk'y, perchè essa esprime un equilibrio, un'opinione un po' instabile, ma la sola accettaUile oggi. Yandervelde disse che la questione:Millerand ò pura– mente francese. Essa infatti non può porsi che in li'ran– cia. Ma. lasciatemi de1Jlorare ·che non possa porsi al– t.rovo. S), essa è francese nel senso che l'abbondanza cli li– Ucrt1\,che la re1)ulJUlica ha portato, maturò da noi la questione prima che potesse nascere in altri paesi. E lo domando ai nostri compagni di fuori, quando si din'L loro che per la Francia i socialisti dcUbono ricu– sa.re le funzioni offerte dal capo dello Stato borghese, di 11011 dimenticare che i socialisti concorrono all'elezione di questo ca.po dello Stato (applausi e vroteste). ..... Non ò vero che questa questione non possa esten– dersi a tutti i paesi dove funziona un regime parlamen– tare effettiYO.La questione potrà porsi in Belgio, in $\·iz– zera, anche in Jnghilterra il giorno in cui la banca.rotta del vecchio pal'tito liberale, caduto nell'imperialismo, fad~ sorgere un nuovo partito liberale, come ne faceva ieri l1i110tesil delegato della Federazione democratica-sociale inglese. La questione si sarebbe posta in Helgio alle ul– time elezioni, se i socialisti belgi e i liberali avesse1·0 battuta la maggioranza. clericale. Ma là non vi sarà una questione Vanden•elcle, perchè il partito socialista orga– nizzato non la.-;ceràa degli indi\•idui la cura cli assu– mersi delle responsabilità; ma si porrà. sotto forma im– personale. Se aderisco a.Ila mozione Kautsky ò 11erchò essa la– scia giudice il partito cli risolvere la questione in una situazione determinatai ò anche J)Crchè osserva. che ò una questione di JH'atica, non di teoria e di principii. 'J'rOJ>!)O SJ)esso il partito socialista ha commesso l'or– rore di trasformare in questioni di princiJ)io semplici questioni di tattica . .A,•\'iene allora che, in nomo delh~ lotta cli classe, dopo aver, pel' esempio 1 ,,ictata la Jlnr– tecitlaziono alla elezione del f..andta(I, si ò obbligati a permetterla 1 poi a dichiararla obbligatoria. E cosl ci si df~l'aria di coml>attere per la lotta di classe, perchò la si fa interYenire senza ragione nel dibattito. J.a. lotta di classe ci oUbliga ad osservare che, poichè si tratta di sostituire la proprietà comunista alla pro– priefa capitalista 1 la classe che ha interesse a <luesta sostituzione può lavorare a(l effettuarla. La lotta di classe ci oUbliga. a. di1·c che il p1·0Jetariato non a.ttenderlL pili la sua salvezza dai potenti dell'oggi, come quando Roberto Owen domandava al Congresso riunito a Vienna cli salvare Jn classe operaia. La lotta di classe ci obbliga a dire che il JJrOletariato è maggiorenne per dirigere i propri amni e che è JJOr questo precisamente che non si deve legargli le mani. Vi è un'altra., ragione per la quale aderisco alla mo– zione Ka.utsky. 1-: JJerchè essa prevede che solo il pRrtito organizzato darà. il segnale dell'entrata e delPusrìt.t dal" Oo\'erno. Ecco la nostra politica, e soggiungo che ò in ciò In vera garanzia. contro i 1,ericoli di questa parteci– pazione. La Uorghesia potrì1 chiamare un sochtlista al Governo;

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