Critica Sociale - Anno X - n. 19 - 1 ottobre 1900

CRITICA SOCIALE 299 .·. Le riforme ncccnnate sono tutt'ttltro che u; sovver– sive ,,. B andranno incontro all'obbiezione che i freni, che da esse si attendono a protezione del di– ritto, quando questo sia contrario a!Pinteressc della maggioranza, avranno assai scarsa eflicacia, pcrchè gli organi, che questi freni clovrcùhcro applicare, cdcono sempre dal seno della classe dominante e partecipano quindi al sentimento dei costei interessi. Per quanto l'obbiezione possa essere forte, rispon– diamo cho quei freni, non ostante tutto, a <1ualchc cosa pure gioveranno, come a. qualche cosa giova, anche così com'è, la Corte di Cassazione, come s'è visto nella contin~cnza del decreto-legge. D'altra parte si tratta qui, non già di tracciare una restaurnziono a!) imis {1mcl<tmentis, ma. di esporre alcune riformo urgenti, attuabili noll'àmbito dello Sta.to presento. 8 soltanto come tali noi le abbiamo enunciate. ÙIUSEPl'E lh;ss1. lnnzlont penllll Al diritto di riuntone, Il dà (IURIIIA di rNtll a rntll non C01l8lclcr,u11w, tall {\RI Codice IX'lllllC, ,1 motllHcano dllljJOll:tlonl deH••:dlUo sulla 8lflllll)R. dellll 1.eg1rn tll I'. H. O del CO<IICO JlelllllC; (l $0110 1tl)rogat1 1111 llrtlcolo dell't;d\Uo IUllfl llllllll)R C d11e lltllcoll del Codleo 1101111\e; eho Simili provvedimenti, già eom1iresl In JJl'Ol(cttl di IC?ggo,pro– sontatl nlll\ Cnmern (ICI1lc1111tnt1 o Ila e88n csnmlnnll o lll8Cu9,1,sono ovltlontemcmto di eonl!)etcmm ICl(IS!nt!vn; che la olau8ola, contenu1a nell'art. 10del decreto, della lmmcdlntR preeontnzlono 111 l'arlnmcnto per IR 111a001n·cr1lonc In legge, e In dc• tcrmlnaz1011e {lc\lR 111aentrRta In \·lgoro alla dala Hua {lei 20 lttlC'IIO, più lonllrna 111 t111cl cho ilRrcbbe secondo Il Codice ctvlle, non 1Rmmo nel potere esecu11\·o Il\ sufi. t11eom1,etc11zR " 11rom111garll; che non è OOm1)\CO della Corto ap11rez.zaro le ragioni JJOlltlche e lo clrcoslam:e 11,eelaU che hnnuo lu{lolt:i Il oo,·erno ad emellere Il {leereto; ecc., ee-0. La lotta diclasse nella vita municipale La necessità di una tcoricll politica di un qualsiasi fenomeno economico potrebbe essere disconosciuta, ac– cettando le conclusioni del discorso pronunciato il 27 dicembre 1899 dal p1·esidentc Arthur T. Hadlcy nel dodicesimo Congresso annuale doll'American Eco– nomie Association. L'illustre economista americano distingue una teoria della distribuzione ed una delli\ prosperità.; nella prima l'economista 1mò rimanere un vero osservatore passivo, nella seconda egli in– treccia alle considerazioni economiche lo suo teorie di etica e di politica. J.'alta missione dell 1 economista dovrebbe invoco essel'e quella di ra1>presentaro o cli farsi campione <loll'interesse permanente clelJ'intorn. collettività 1 di fronte agli interessi temporanei e par– ziali di classe. li presidente Hadley prevede lo obbiezioni che si possono fare a. questo suo modo di vedere. L'econo– mista che dichiara la sua aJta. missione può essere considerato come un ipocrita, o almeno come un vi– sionario1 perchè il generale interesso pubblico, ch'egli rappresenta, non ò una forza politica operante. li so– ciale riformatore è piil che un teorico puro; por il riformatore l'esistenza di un definito interesse e di una coerente opinione pubblica è una necessità. Il volere confondere l'interesse cli una classe con un sup1>osto generalo interesse pubblico ò il privare quclJa classe della sua naturale gunrenUgia nella. Jotta per l'esistenrn. Ma l'Hadley rispondo a queste obbiezioni che l'accennato sistema di etica politica. scaturisce dalla nostra esperienza in riguardo a duo importanti istituzioni: la concorrenza cd il GoYerno rap1>resentativo. La concorrenza non ò un conflitto tra classi, ma un conflitto entro allo classi, che il liberista vorrebbe perpetuato, perchò egli può o crede di provare che essa conduca nel un interesse comune e generale. Il Governo rappresentativo poi ha avuto sempre efficacia, noi campo politico, cli spingere i membri dello differenti parti gcogra.fiche d'un paese a non guardare solo da un punto locale di visto 1 ma. a vedere quale sia il generale henessere della. nazione, della quale ogni rRpprcsentante è una parte ('). Se accettassimo la teoria dell 1 lradloy, noi dovremmo occup1.1rci solamente d'una teoria economica senza preoccu1>nrci dello diverse posizioni del problema a cui darebbe luogo il fatto politico della lotta di classe. )fa, nel duello Ol'Htorio dibattutosi 11\ Congresso ame– ricano sull':1rgomento tra il presidente ed i pl'of'essori di J~conomia. convenuti, noi crediamo che abbiR.avuta m:iggior forza o sia stata pii1 vicina al vero la cor– rente di idee l'fLJ>prescntate dal prof. Cornrnons. Si distinguono tre specie di moventi : il patriottismo o lo spirito puhblico, l'interesso di classe e l'interesse personale - self-inlerest - che esistono in differenti proporzioni nei diversi individui, e in differeuti pro– porzioni nello stesso individuo in diversi tempi. Nelle contrade libere il movente patriottico è il pili potente, o <lomiua tutti gli altri nei 1>eriodidi crisi nazionale; la causa. si è che nei paesi liberi tutte le classi hanno eguale parteci1>aziono al Governo, e si sente che la nazione è guardiana di tutti gli interessi. Dove vi è il dominio di classe, i mo,•cnti dominanti sono l'inte– resse di classe e l'interesse pcr:sonale. Per cui 1 solo in quelle contmde dove la lotta di classe è ricono– sciuta. come tale o dovo il Governo ò stato organiz– zato in modo <la dare speranza al libero gioco cli alln giustizia per i differenti interessi di classe, sarà possibile avere quella corrente patriottica che cerca il g-cnerale benessere. Dove non si riconosce la lott~ di classe e non "i si fa J>osto, lìi si , è costretti al dispotismo di una classe sulle altre. 1,; nell'interesso della classe dominante di rifiutarsi a riconoscere questa lotta, o l'economista che rifiuta di riconoscerla fa il gioco cli tnlo classe; egli prepara la via al re– gime dispotico, il che significa. schiacciare lo spirito patriottico. o ,·eramonto l'economista. rappresenta l:1. socicfa nel suo complesso, egli dovrebbe sforzarsi cli dare alle classi escluse una pii1 larga e giusta com– (Hlrtecipazione legale nel GoYerno e nell'indust ria. Così egli coltiverebbe il movente 1>atriottico 1 dn.to che questo sia il movente a cui egli deve appellnrsi. fl Commons continua il suo splendido discorso ci– tanclo due errori cl' interpretazione storica nell'espo– sizione clell'Hadlcy. li primo errore sarebbe quello cli credere, nello monarchie, che il re sia sopra. i si– stemi cli parto o cli classe; mentre il re è sempre stato una parto della lotta. di classe, e un Governo costituzionale ò quello che riconosco l'esistenza di classi antagoniche. TI secondo errore sarebbe quello di assumere come identità. le ra1>presentanze di loca– lità. e le rappresentanze di cla.ssi: mentre la coinci– denza non è che un'acciclentaJitlt. La via 1 1>oi,secondo la quale si effettua la. concorronz11, non è quella in– dicata dal prof. llaclley, ma sarebbe piuttosto la se– guente. I membri della stessa classe sono in concor– renza gli uni contro gli altri : i pili deboli sono schiaccia.t.i: il numero dei concorrenti diventa sempl'e pili piccolo, fìnchò ne rimane uno solo. L'intiera. istitu– zione diventa. un monopolio: il capo domina la pro– pria classe e le altre classi. Questo fenomeno si ri– scontra in ogni istituzione sociale. n feudalismo finisce nell'assolutismo, la. chiesa nel 1>apato,le J)arti politiche nelle mani di un uomo o di un macchinismo burocratico, nbbiamo allora il fenomeno detto hossism politico; l'industria cado nel trnsteeism. Quando questo stadio cli mono1>olio ò raggiunto 1 vi sono tre vie pos– sibili d'uscita: a) o il progresso ha fine; b) o i privi- (1) ARTIIUR T. ll.1.1>1.V.Y: Kconomi.(Jtli~rv nml po/Uktrl mon1Ulf. - l'aJJCrs ami 11roceedtnp or tno twe1ru1 Rnnual meeting, !! ha.ca, ae– ecmbcr 2i-29, 1899. P11b1tcaUons or t110 A111trlt:m1 Eco1wmi.c ,usoda• tlQ11, tobrunr)', 1900.

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