Critica Sociale - Anno X - n. 18 - 16 settembre 1900
CRITICA SOCIALE 279 bene cli a;-;solvcr~ sebbene Pa.-;:;olverli sarebhc anc·hc nel proprio beniuteso•interessc. Quindi: egc111oni11. tempora11ea. della 1rnrte J)iÌ:1 aninzata del pnese sulla J)Ìl1 anetrata., non J)Cr OJ)J)rimerla, anzi per ~ollevftrla e per emanci• 11arla. Ossia Go\'erno clemocratico. Nessuna illusione ò piì1 fallace e pericolosa di questa, che un Governo unitario, purchè democratico, possa risoh•ere lfl.questione meridionale. Lnun J>al'iamento unitario, I~~ parte" pii, a.netra.ta ,, si trover:\ sempre accanto alla "più avanzata,, con gli stessi diritti, e i voti dei carnorrist.i mericlk)nali si sommeranno sempre coi voti dei moderati setten– trionali. Il :Ministro degli Interni, sia auche Filippo rl'urati, dovrà sempre fare i suoi conti con quel.la gente per farsi una maggioranza parlamentare; e o vorrà. comhatterla, e sarà. abbattuto; o vorrà vivere in buona, pace coi meridionali - i quali 11011 doman– clcranno elci resto di meglio - e allora addio demo– crazia! Succederì1 alla democrazia quel che è successo prima alla. Destrn o poi alla. Sinistra: fuori una facciabt li– hornle, o dentro la Y0rminaia dello cnmorre del :Nord o del i:iud. Ma col suffrag-io universale - si può opporre - le cose cmnbierebbero; le masso meridionali non nrnn– derebbcro piì1 una nrnggioranza reazionaria.. Kon bi– sogna. farsi troppo illusioni! Lo masse settentrionali hanno avuto bisogno cli vcnt'nnni cli vita politica por cominciare a imparare ad adoperare il voto, e l'edu– ca;.:ione è ben lungi chdl'cssore compiuta. Nel ·Mezzo– giorno Io masse non potranno da un momento all'altro passare dalla inazione politica aJla politica democrft– tica; e il tempo, necessario alla formazione dell'edu– cazione politica del :Mezzogiorno, sarebbe messo a profitto dai reazionari per contrastare in tutti i modi ]'educazione stessa . .l.n un paese federale, noi quale cioè tutti gli interassi comuni siono amministrati dal.le masse, e non da impiegati onnipotenti, vh•cnti in una capitale lontana., nella quale bisogna avere un rap– presentante possibilrneute autorEwolo e ricco, in un paese non unitario le masse sono spinte dai loro stessi interessi giornalieri a prendere il loro vero posto di combattimento: nel federalismo la sovranifa popolare può funzionare bene anche con un limitato capita.le originario di educazione politicn, e l'esercizio quasi giornaJiero della sonanifa permette una cultura. intensiva della educazione delle masse. Nel sistema unitario invece le masse non fauno che Yotare al massimo ogni anno la fiducia a un certo numero di persone, che appena conoscono, o queste persone fanno tutto, dispongono cli tutto, senza con– trollo, come tanti padreterni onnipotenti; è necessaria quindi agli elettori, por ben votare, una lat·ga e squi– sita educazione, che ben pochi hanno; nè il sistema facilita la formazione di siffatta educazione. Il federalismo decentrerebbe ad un tratto la re,1.– iione, mettendola in minoranza nel Nord, lasciandola debole nel Sudi rompendo a ogni modo il suo nodo vitale che ò a Roma; assicurerebbe fin da principio Ja prevalenza nella politica generale della na:dono alle correnti democratiche; e intanto fa.ciliternbbe straordinariamente l'educazione politica delle masse meridionali. Solo in questo modo la parte pii, avanzata del paese potrebbe esercitare beneficamente una egemonia tem– poranea sulJa parto più arretrata. Anche in un re– gime federale il Sud avrebbe bisogno per i primi tempi dell'a.iuto del Nord, perchè in parecchi luoghi la inevihlbile trasformazione sociale avverrebbe corto attraverso a lotte asprissimo e ftncho Yiolente. Oggi l'intervento del Governo centralo è sempre a van– taggio dei piì.1 forti, cioj) di quelli che dispongono di maggior numero di voti alla Camera, e in un regimo unitario democratico il Governo centrale non potrebbe faro diversamente per 11011 rimanere in mi- no1·Anzanelle votazioni di fiducia. Tn un rcg-i1110 f'o– dcralo, invece) qualora le lotto fra i partiti di una regione degenerassero in modo da richiedere Pintor– vento delle altre regioni, tutti i pa1·t.iti di queste 1·e– gioni, di qualunque colore siano, noti avendo aJcun interesse dirotto nelle lotte altrni, ed essendo solo interessati a ristabilire solidiuncnto l'ordino tmbato, si regolerebbero secondo giustizia e darebbero a cia– scuno il suo diritto. Nel LS!)t) quando i radicali cli Bellin;.:ona, oppl'essi d8i clericali, insorsero e s'impa• droniro110 del castello, iR poc"l10ore gli altri Cantoni intervenJ10ro, ristabilirono por prima cosa l'ordine, fecero un'inchiesta spassionati:~ perchò disinteressata o diedero ragione ai mdicali. ]~ fra i Cantoni inter– venuU cc n 1 erano dei clericali e dei consctvatori. Jn rtalia) inYecc, nella seconda metà. del 181)3 fu dap– prima una proluvie di articoli J)icni di compassiono ver le miserie dei solfatari o (lei carusi mcl'idionali, e il Corriere della, Serct ora a. capo del movimento umanitario. J\.[a,quando i poveri siciliani comincia– rono a. bruciare i casotti daziari, la deputazione la– tifondista siciliana si è rivolta t.utta contro il Gio– litti) i 1.foputati di Destra videro che oni questo il momentò buono per ahbattcre il .Mi11istoro,i mode– rati lombardi sperarono dalla caduta. llel Giolitti l'ab– bandono della tassa prog-ressiva e una buona..repres– sione contro il movimento democratico del Nord, tutti i deputati desiderosi di un portafoglio si unirono ()Or ingrossare la, valanga; o il risultftto di tutta. la com– media fu che il COl'l'iere (lellrt Serri non pal'IÒ piì, nò di solfatari nò di carusi) e in ultima analisi la. insur– rezione siciliana fu una vera cuccagna per le bando crispino del Sud e per le consortol'ic moderate del Norcl. La coscienza che il Federalismo è l'unica. via per la soluzione della questione meridionale è molto pili diffusa cli quanto non si saprebbe sperare. Nella in– chiesta sulla questiono meridionale promossa recen– temente eiaAntonio Renda (1), la grande maggioranza delle risposte è piì.1 o meno esplicitamente a,•versa all'attuale unità ammin.istrat.iva. Lino Forriani deril!!e la legislazioue unicaj il clott. }'auccllo augura" contro lo Statismo il decentramento,,; il Colajanni non ha bisogno neanche di dire che eg·li è da molti anni fe– deralista; Mario Pilo non ha nessuna fiducia nello Stato e. si a.spetta t.utto dai meridionali stessi; Fran– cesco .Montnlto 9i cHmo~trnfoderaJista, qtlantunque il suo I 1 'ederalismo sia annebbiato da una nul>e filoso– fica discretamente densa; un anonimo domanda" lar– ghissimo e radicalo decentramento a,nministrativo, che tolga dalle mani elci Governo centrale l'istru– zione, le finanze, la polizia, .l'esercito, e affidi tutto queste attribuzioni alle regioni e ai Comuni "; Ales– sandro Groppali dichiara che " presentemente il ri– medio pit1 urgente ed etlicace per salvare l'rtalia da.Ila rovina inevitabile, tanto dal punto di vista mo– rale quanto materiale, è il federalismo,,; Scipio Sighelo ritiene assurdo " iJ voler governare cd amministrflre nello stesso modo Cuneo e Siracusa, Venezia e Nft– poli n; Ciccotti ricorda tutto il hene che ha fatto alla Svizzera l'ordinamento foderale in confronto del malo. prodotto a. noi dal nostro ordinament.o 11nibuio. IÌ solo ne :Marinis è amico dell'unità; egli continua ad aspettare un potere centrale illuminato(!) e-darebbe il " voto ad un ministro che, por esempio, stra.ppa..sse il Municipio di Napoli per nlcuni anni dallo mani dei partiti locali ,,. Può aspettare per un pe;.:zoAncora.! )[a non basta che l'idea federalista venga affe1'mata nelle pagine di un lil>ro; bisogna elle essa cliventi programma politico dei partiti democratici. li lt'cdc– ralismo è utile economicamente alle masso dcJ Sud, politicamente ai clemocrat.ici del Nord, moralmente K tutta l'[talia. La propaganda federalista è la sola ètie ( 1) Remo Strn<lron, MlhlllO•Palcrmo, 1000, png. ZZ!l,
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